10. UNA PALETTA PER LE FALENE
Parte del capitolo è stato scritto con la collaborazione di: DaddaTaras
UNA PALETTA PER LE FALENE
«Scusi, signora. Non l'ho fatto apposta.» disse Cristian andando di proposito addosso a un palo fuori dalla fermata metropolitana Cordusio.
Sapete cos'era il fatto più divertente? Non era ubriaco. Quindi quello era soltanto frutto del suo disagio mentale e talmente era stata credibile quella scusa che una signora poco davanti a noi si era voltata per capire cosa volessimo, ma si soffermò a guardarlo male appena lo aveva adocchiato interagire con il palo e non con una figura umana.
«Mi scusi, deve andare a farsi curare, ancora i dottori non hanno capito che malattia abbia.» le comunicò Raffaello, prendendo l'amico per le spalle e accompagnandolo verso la giusta direzione, facendo finta di avere un tic all'occhio. Cri nel mentre si era messo a fare versi e mosse strane.
Certe volte mi chiedevo se da bambini entrambi fossero caduti dal balcone.
La signora ci lasciò perdere e con Alessio scoppiai a ridere, per poi essere seguiti dagli altri verso la piazza del Duomo. Avevamo una fame chimica tale da voler mettere qualcosa sotto ai denti al Macca's, comunemente chiamato McDonald's.
Sì, noi australiani usiamo troppi slang.
«Certo che fate concorrenza ai Soliti Idioti voi due.» feci presente.
«Noi siamo i soliti idioti, è diverso.» volle correggermi il biondo.
«Comunque è passata un'altra settimana e tu, Sam, ancora non hai fatto baldoria come al tuo solito.» sembrò volermi accusare Raffaello.
Aggrottai la fronte. «Solo perché non faccio sesso da settimane, non significa che debba farlo per forza.»
«Sì, ma Samuel Sampson non rimane senza figa per settimane.» pronunciò per l'ennesima volta in modo errato il mio nome. Ormai ci avevo fatto l'abitudine anche se era una cosa che non si poteva sentire. Ma era così difficile pronunciare Semuel Sempson? Diamine. Non avrei mai smesso di lamentarmi.
Lo fissai come se fosse un ibrido tra un canguro e uno squalo. «Per piacere, non vorrete ricominciare.»
«Samu ha una ragazza e non ce lo vuole dire.» ritornò a parlare Cristian.
Scocciato buttai gli occhi al cielo e mi voltai verso Alessio. «Non mettermi in mezzo.» mi fece presente.
«Ma è possibile che non possa esser cambiato?» ma così facendo alimentai una risata che fece girare mezza Milano.
«Tu? Andiamo, da quando frequenti Aurora sei andato a letto con chissà quante ragazze.»
«Senti, c'è stato quel periodo, okay, ma vorrei chiudere il mercato, tutto qui.»
Raf mi diede una pacca sulla spalla e si passò una mano fra i suoi capelli castani. «Amico, con Alessio e Valentino sei uno dei ragazzi più desiderati della regione Lombardia-»
«Esagerato.» lo fermai temporaneamente, roteando gli occhi annoiato.
«Dell'intera penisola.» lo corresse Cri e questa versione dei fatti gli piacque tanto da sorridergli e annuire.
«Giusto, non c'è ragazza al mondo che possa resistervi.»
Assottigliai lo sguardo non capendo dove volesse andare a parare. «Mi sono perso un pezzo, questo cosa c'entrerebbe con la mia attività sessuale?»
«Semplice: finché puoi devi stare sul mercato.»
Feci una smorfia. «Questo non ha assolutamente senso.»
«Invece sì. Tu hai la gnocca e automaticamente l'abbiamo anche noi.» pronunciarono in coro.
«Ma voi siete malati.»
«Ma funziona così.» riprese parola il biondo.
«Raga, state degenerando.» si intromise finalmente il mio compare.
Cristian lo puntò col dito e gli andò incontro. «E anche tu, da quando hai chiuso con Lara non hai più avuto ragazze attorno. Ma che vi prende?»
Mi scambiai uno sguardo con Alessio ed effettivamente, dal momento in cui si era messo con mia cugina, non eravamo gli stessi. Lui perché era impegnato e io, beh, avevo Laretta come punto fisso nella mia mente.
Attualmente con lei le cose erano rimaste piatte, ovvero che non avevamo fatto altri passi oltre al semplice baciarci, ma temporaneamente andava bene così. Ci veniva naturale comportarci in quella maniera e anche se non era da me, o dal mio vecchio me, mi stava bene. Anche se una delle attività che avevo preferito aveva cambiato gestione, non significava che dovesse essere sbagliato. Forse era giusto così.
«Okay, lo avete voluto voi.» sembrò decidersi Raf, prendendo il cellulare.
«Che vuoi fare?» gli domandò Ale.
«È ovvio: chiamo Valentino, ci pensa lui.»
Quest'idea probabilmente non mi sarebbe piaciuta per niente, specialmente se di mezzo c'era De Santis.
*
Valentino in tempo record aveva organizzato per quella stessa sera una festa a casa sua. In quattro ore si era procurato cibo, bibite e soprattutto ragazze. Era una delle sue specialità trovarle e di certo loro non rifiutavano un invito da lui: il re della botta e via.
Ad ogni modo avevo detto a Lara che sarei andato, anche perché quei due scalmanati sarebbero partiti coi ricatti dicendo che avrebbero smontato la mia moto e senza quella non sarei andato da nessuna parte. La cosa che mi sbalordì fu lei che stranamente mi aveva chiesto se potesse venire con me e non vedevo il motivo di non portarla con me.
Come sempre c'era un sacco di gente e appena mettemmo piede sul vialetto, tutti si misero a osservarci. Le ragazze me e ovviamente i ragazzi Lara. Buttai un occhio su mia cugina e quella sera indossava dei pantaloncini bianchi a vita alta e una maglietta a trequarti di manica con uno scollo a U. Non era vestita in modo provocante o vistoso, qualsiasi ragazza sarebbe potuta sembrare bella con quegli indumenti addosso, ma ad attirare l'attenzione c'erano le sue curve, e specialmente di provocante c'era il suo seno. Quella quinta avrebbe fatto sbavare anche un omosessuale.
«Laretta, se qualcun altro oltre a me ti tocca, dimmelo che lo disintegro.» e questa frase doveva essere rispettata come se facesse parte dei dieci comandamenti, era una legge che avevo imposto per le feste.
«Non puoi fare sempre a botte.» e si avviò verso l'interno, dove della musica da discoteca rimbombava nella residenza.
La seguii fulminando di tanto in tanto dei ragazzi. «Lo faccio per proteggerti dato che non hai voluto imparare il Kung Fu.»
«Certo, perché saltellare di qua e di là col seno che mi ritrovo è facile; sicuro.» e mi guardò in modo sarcastico. «E comunque se dovessi fare come te, avrei picchiato chissà quante ragazze nell'arco di tutti questi anni. Sei un ragazzo attraente e per di più questa sera hai questa camicia blu notte che ti sta benissimo, figurati se le donne non ti assalirebbero se avessero l'occasione per farlo.»
Le mostrai il solito sorrisetto che faceva spuntare le mie fossette. «Non fare la gelosa.»
«Certo, se tu picchi non sei geloso, se io dico che ti assalirebbero sono gelosa, ma sentilo.» e incrociò le braccia sotto alle tette, pronunciandole.
Posai una mia mano sulla sua testa e l'avvicinai a me, facendola appoggiare sul mio petto. «Tu stammi vicino e non ti succederà nulla.» e con questo le baciai i capelli.
«Ed ecco la coppia dell'anno!» si presentò Valentino con tono sarcastico, oltretutto interrompendoci.
Da quando lo avevo allontanato da lei, aveva capito che prima di poterla toccare avrebbe dovuto vedersela con il sottoscritto, il che, capita lui la lezione, ogni singolo ragazzo che ci conosceva sapeva a quali conseguenze sarebbe andato a cacciarsi. A quel tempo eravamo semplici migliori amici, quindi in questo periodo di prova in cui ci eravamo voluti addentrare in segreto la protezione verso mia cugina era salita a livello Super Sayan.
«Ciao, Vale.» lo salutai stringendogli la mano. Nel tempo avevo imparato a fidarmi sempre meno di questo belloccio dal ciuffo ribelle, però era meglio averlo come amico che come nemico attualmente, dunque cercavo di risultare simpatico a modo mio.
«Se volete da bere, di là c'è il bancone. Divertitevi.» ci riferì, ma avvicinandosi al mio orecchio, facendo finta di salutarmi con delle pacche, mi bisbigliò: «Approfittane con tutte queste ragazze, la serata è stata messa a punto anche per te, no?» e con questo ebbi la conferma dell'organizzazione di questa festa. «La tua amica non sembra niente male per certe cose.» finì di dire, andandosene.
Avrei voluto mollargli un pugno, tuttavia sentendo Lara stretta al mio braccio, volli evitare l'ennesima rissa da festa.
«Andiamo a ballare?» mi domandò allegra e non riuscendo a dirle di no, ci buttammo nella mischia.
Le presi le mani e cominciammo a muoverci insieme, facendole fare qualche giravolta e ridere di gusto. Pian piano cominciò sempre più a lasciarsi andare, cantando di tanto in tanto le canzoni che sapeva e facendomi pensare solo a lei.
Poco dopo passò un ragazzo a distribuire shottini e Lara, non sapendo che quella era vodka, prese un bicchierino tra le mani. In parte avrei voluto vedere come fosse da ubriaca, ma ero cosciente del fatto che era meglio che non esagerasse.
«Laretta, lo sai che quella è vod-» ma buttò giù tutto d'un fiato senza lasciarmi finire, per poi fare facce strane per il disgusto; come immaginavo.
Il tipo mi porse il vassoio per chiedermi se ne volessi anche io, ma guardandolo male si dileguò nel giro di subito.
«Ma che sapore ha quest'acqua?» mi domandò e trattenni una risata. «Sa strana ed è forte, da dove viene?»
«Laretta-bella...» non riuscendo del tutto a tenere a bada la risata, finii per ridacchiare. «Quella era vodka.»
Sconvolta mi fissò interdetta. «Potevi fermarmi!» e mi diede una sberla sul petto, facendomi scoppiare a ridere.
«Ci ho provato, ma l'hai mandata giù di botta.»
Si toccò la testa e fece un'espressione strana, come se cercasse di capire il sapore che aveva in bocca. «Mi gira un po' la testa.»
Ecco fatto, era persino astemia. «Non berne più, hai capito?» e annuì. «Ti do io quello che devi bere e se hai sete me lo fai sapere.»
Le presi il viso tra le mani e la guardai negli occhi. Lei annuì leggermente, ma in quel momento avrei voluto baciarle le labbra. Le sue erano umide e invitanti, avrei voluto sentire la loro morbidezza ancora una volta, ma c'era un sacco di gente quella sera, tra cui Alessio.
Non potevo. Quindi mi avvicinai alla sua fronte e gliela baciai, cosa che avevo sempre fatto e che non avrebbe destato sospetti.
A quel punto partì una delle sue canzoni preferite e, accorgendosene, alzò le mani in aria, guardandomi esterrefatta. «Woah! Balliamo, Sammy!» e cominciò a saltare e a scatenarsi.
Ridendo le diedi corda mentre dimenava il bacino a ritmo di musica e cantando a squarciagola. Girandosi su se stessa arrivò a darmi le spalle, prendendomi le mani e facendomele appoggiare sui suoi fianchi per invitarmi a muovermi con lei. Per sua fortuna ero io, perché forse non lo sapeva, ma il modo in cui ballava sinuosamente poteva far eccitare qualsiasi maschio presente nel raggio di dieci metri, infatti molti lanciavano occhiate nella nostra direzione. Oltretutto le fissavano il seno e a loro malgrado, quando incrociavano il mio sguardo, impauriti cominciarono a farsi i cavolacci loro. Amavo questo mio superpotere, intimorire le persone era magnifico, ti faceva sentire potente e autoritario.
E poi non dovrei essere egocentrico. Le persone attorno mi danno continue soddisfazioni, colpa loro.
Successivamente mia cugina si voltò verso di me allacciando le braccia al mio collo senza smettere di muoversi. «Quando bevi diventi un po' esibizionista.» le bisbigliai all'orecchio.
«Mai quanto te.» ribatté, ma a dire la verità non aveva nemmeno tutti i torti.
Ritornammo a guardarci in viso e ancora avrei voluto baciarla. Se solo questa relazione non fosse segreta lo avrei già fatto e probabilmente mi sarei permesso di toccarle anche il sedere, però anche questo mi sembrava troppo per una ragazza pura come lei. Dannazione, con Lara mi sentivo come se stessi toccando una cosa preziosa e se soltanto avessi accentuato le cose avrei rischiato di rovinarla.
Mi morsi le labbra e cercai di non badare a quella mia voglia. Per fortuna non avevo nemmeno bevuto.
Solitamente, anche se ero in moto e non avrei comunque potuto bere - e vorrei specificare che ancora per poche settimane sarò minorenne -, una birra o uno shottino me lo gustavo, ma quando c'era Lara di mezzo non mi permettevo di toccare alcolici sapendo che era mia la responsabilità di tenerla al sicuro. Non mi sarei mai perdonato se la causa di un suo incidente fosse per colpa mia.
«Che ne dici se andiamo a prendere qualcosa da bere?» e vedendo quale effetto le dava l'alcool, ovviamente il massimo che potevo darle era un Crodino.
Lei annuì e avviandoci verso il bancone mi sporsi per chiamare il ragazzo che distribuiva le bibite. «Ehi, un Crodino e una limonata.» gli riferii e guardandomi si sbalordì. Sì, ci eravamo già visti.
«Niente cocktail sto viaggio?» scossi la testa e lui fece spallucce.
«Sammy, devo andare al bagno.» mi disse avvicinandosi al mio orecchio e voltandomi la guardai negli occhi, come per vedere se tutto fosse apposto.
«Non devi vomitare, vero?»
Scosse la testa e sentii alleviarsi un peso. «Pipì.» e si avviò alla toilette che fortunatamente era a pochi metri da lì.
Arrivarono i miei ordini e portai alle labbra il Crodino, quando ad un tratto due mani mi accarezzarono le spalle, facendomi voltare. «Aurora.» la salutai con poco entusiasmo.
«Samu, questa sera stai davvero una favola.» si complimentò, accarezzandomi il petto.
Sospirai sapendo dove volesse andare a parare. «Tesoro, questa sera sono già impegnato con un'altra donna.» le feci presente, ma lei mi ascoltava?
«Oh, ho visto che sei qua con la tua migliore amica.» e da qui prese ad accarezzarmi le braccia. Chissà per quanto sarebbe durata questa messa in scena. «Ma puoi benissimo lasciarla per un po' di tempo ad Alessio, tanto si conoscono.»
Mi inumidii le labbra e, posando il bicchiere sul tavolo, le presi le mani e me le tolsi di dosso. «Mi spiace, ma le ho promesso di stare tutta la serata con lei.»
«E adesso lei dov'è? Magari è andata con un ragazzo su di sopra.»
Se solo fossero state parole uscite dalla bocca di uno squallido ragazzo, sarebbe già a terra col naso colante di sangue e la faccia violacea. Purtroppo niente di lei mi avrebbe potuto confondere le idee, specialmente la sua visibile quarta. «Senti, non permetterti più di parlare di Lara così alla leggera, non è come te.» pronunciai serio.
«E come sarei io?» volle indagare.
«Sei una che non sa stare senza un cazzo in mano.» non le avevo detto che non sarei stato pesante, ma certe cose urtavano il mio sistema nervoso e parlare di Lara in quella maniera era la prima fra le poche cose che mi facevano perdere la testa.
Leggermente scioccata si passò una mano fra i capelli, poi sorrise con dell'amaro in bocca. «Sai, non posso darti tutti i torti, ma fino a poco tempo fa ti piaceva quando tenevo il tuo di membro con queste mani.» e mi mostrò i palmi, tutta sorridente e forse convinta che avesse in pugno il discorso.
Scossi la testa ridacchiando fievolmente, me l'aveva fatta, dovevo ammetterlo, però non era di certo finita. «Ricordo che hai detto che il mio è il più soddisfacente di tutti, significa che ne hai frequentati molti di soggetti in questi anni. E dimmi, tanto per tenermi aggiornato, durante la mia assenza lavorativa ne hai trovato uno migliore?»
La guardai con la voglia di scoprire la sua prossima battuta, adoravo sfidare la gente e poi uscirne vittorioso. «Sei davvero malizioso, Samuel. Ed essere provocata da te non mi dispiace affatto, non è la prima volta che capita.» avvicinò sempre di più il suo viso al mio, fino ad arrivare a sentire il suo fiato che sapeva di alcool. «E dimmi, ti ricordi come andava sempre a finire?»
Certo che mi ricordavo, solo che non ebbi il tempo di risponderle dato che qualcuno la prese dal vestito e la scansò da me. «Lui sta con me, brutta falena!» prese posizione Lara.
«Uh, è arrivata l'amichetta del cuore, che cosa tenera.» disse piegando la testa di lato e unendo le mani.
Mai far incavolare Laretta, da dolce angioletto diventa una iena. «Adesso prendi pure per i fondelli?!»
«Ragazze, calmiamoci. Se ne stava andando.» cercai di rassicurare mia cugina posando le mie mani sulle sue spalle.
«Senti, cocca, non è di tua proprietà.» le riferì e non sapevo più che fare.
«Ah sì?!» ribatté, voltandosi completamente verso di me e prendendo il mio viso con le sue mani.
«Che cosa vuoi-» ma neanche il tempo di finire la frase che mi baciò davanti a tutti.
Mi lasciai andare assaporando le sue labbra al gusto di vodka, prendendola per i fianchi avvicinandola più a me non sapendo più resistere. Indugiò ancor di più e questa Lara non la conoscevo. Certo che l'alcool le dava strani effetti.
Senza pensare con la lingua volli per la prima volta farmi spazio e in un primo momento me lo permise, ma appena ci fu un breve contatto sembrò come se un fulmine ci avesse colpiti in pieno, facendoci allontanare quasi di scatto e tornando alla realtà. Ci guardammo attorno e tutti stavano esultando, a parte Alessio che si mordeva le labbra guardando la sua ex fidanzata. Appena incrociò i suoi occhi con i miei si fece spazio, andandosene dalla folla.
Santi Dei, in che casini mi aveva messo.
«Voi due state insieme?» domandò Aurora, facendomi distrarre dal mio amico.
«E te lo chiedi?» rispose a tono Lara, ma stufo di questa esibizione mi abbassai, la presi per le gambe e me la caricai in spalla.
«Adesso è arrivata l'ora di andarcene, grazie a tutti e buona notte.»
«Sammy, mettimi subito giù!» cominciò a gridare, dandomi dei pugni sulla schiena.
«Guardami il sedere piuttosto e stai zitta che hai parlato abbastanza.» la rimproverai.
«Quella voleva portarti a letto, non potevo non fare nulla!» si difese, poi però la sentii fare un verso. «Ti prego, Sammy. Mettimi giù.»
L'accontentai e sembrava intontita. «Ah, ti prego, non vomitare. O se devi fallo là.» e le indicai delle piante. Tanto era casa di Valentino, non importava dove avrebbe rigurgitato.
Mi diede una spinta e si riprese. «Se stavo ancora a testa in giù sicuramente avrei rovinato i tuoi vestiti.»
Alzai le braccia in segno di resa.
«Comunque sono stufa di tenerlo nascosto, io non ci capisco nulla.» prese a parlare. «Io vorrei stare con una persona senza tenere segreta la relazione, come con Alessio.»
La presi per le spalle abbassandomi, facendomi così guardare negli occhi. «Adesso ti porto a casa, ne riparliamo domani.»
Lei annuì e baciandole la fronte la presi per mano, avviandoci verso la moto. Le porsi il suo casco e senza fiatare li indossammo, pronti per partire. «Sammy.» mi tirò per il lembo della camicia.
«Dimmi, Laretta.» mi fermai guardandola negli occhi.
«Tu volevi andarci a letto?» domandò con imbarazzo, infatti abbassò subito lo sguardo.
Sorrisi lievemente e le accarezzai una guancia. «No. Non mi permetterei mai di tradirti.»
Lei mi mostrò l'ombra di un sorriso e aspettò che mettessi in moto per poter partire.
Tuttavia c'era una cosa che ancora non capivo. Perché con Lara non avevo certi desideri?
*****
Aloha aussies,
mi hanno fatto notare che effettivamente è difficile ricordare le vicende se pubblico a ogni morto di Papa, dunque ho deciso di introdurre nei prossimi capitoli un breve riassunto in grado di aiutarvi!
Scusate se non ci ho pensato prima, tuttavia tra impegni e altri romanzi a cui pensare, non ci sto dando molto occhio. 😓
Come sempre mi auguro che abbia stuzzicato un po' la fantasia il nostro bellimbusto 😂 è un po' coglioncello, ammettiamolo.
Cosa succederà prossimamente? E per quanto ancora Samuel starà in Italia? 😂🇮🇹✈️🇺🇸
Vi aspetto col prossimo appuntamento, fatevi sentire!
Byeeeee
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