5. Non deludermi
25 Luglio 2017
Abbraccio mia madre, entusiasta di riavermi a casa dopo tanto tempo, prima di rivolgere un saluto freddo e distaccato a mio padre. Se sono qua è solo per il suo ricatto, che mi costringerà a lavorare con un pilota di cui ancora non so niente, per chissà quanto tempo.
L'unico lato positivo di tutta questa storia è che rivedrò Marc, anche se non sono sicura per lui sia altrettanto una bella notizia, visto come si è defilato l'ultima volta, senza più farsi sentire per giunta.
"È così bello riaverti a casa Annabella!" Guardo male mia mamma, schifata dal mio nome intero e ripetendole per la millesima volta come io sia Anna, solo Anna.
"Scusaci Maria, ma ora dobbiamo parlare di lavoro" Si intromette mio padre, aprendo la porta scorrevole del suo grande ufficio e facendomi accomodare.
Sedermi su queste grandi poltrone mi fa strano. Ricordo quando ero piccola e osservavo ammaliata tutto il via vai che c'era in casa, il cui centro nevralgico era sempre ed inevitabilmente questa stanza e queste grandi poltrone bordeaux.
"Allora papà, posso sapere di che si tratta questo lavoro?" Domando cercando di risultare il più professionale possibile, benchè sul suo viso si possa leggere la disapprovazione per la mia scelta di non lavorare nell'azienda di famiglia.
"Lavorerai per la Ducati, in particolare per Jorge Lorenzo. È spagnolo, il che dovrebbe facilitarti il lavoro, anche se ovviamente parli inglese perfettamente. Come ti ho già accennato, dovrai organizzargli ogni singolo minuto di vita durante i lunghi weekend di gara e anche nelle settimane di interviste. Nulla che una con il tuo titolo di studio non possa fare". Annuisco poco convinta, quantomeno il pilota è spagnolo come me, avremo di che parlare.
"Altre raccomandazioni?" Conosco fin troppo bene mio padre. Lucio Rico Torres, il grande imprenditore Catalano dallo sguardo imperscrutabile e le pretese inarrivabili. Come previsto annuisce, sistemandosi meglio nella sua seduta e osservandomi dritta negli occhi, severamente.
"È un lavoro importante, di responsabilità e spicco. So che non ami le moto, che non capisci niente di motori e che non hai nemmeno mai lavorato, ma per favore, fai del tuo meglio. Ho dato la mia parola sul tuo conto, non deludermi".
Non deludermi. Quante volte ho sentito questa frase pronunciata nei miei confronti. Sono figlia unica, in poche parole l'unico gioiello di famiglia, perciò devo tenere alta la bandiera dei Torres. Non posso permettermi di sbagliare, fin da quando ero piccola e facevo le mie prime gare di ginnastica artistica.
'Essere una Torres significa dare il massimo per raggiungere l'obiettivo'. Una specie di mantra che papà mi ripeteva sempre, perfino il giorno della mia partenza per gli Stati Uniti.
Ricordo quando all'incirca un anno fa ho conseguito la laurea con il massimo dei voti al College di New York. Mamma era fiera, piangeva emozionata e si complimentava continuamente. Papà invece era serio ed austero come suo solito, mi diceva che la vita vera iniziava in quel momento, che i successi si ottengono solo nel lavoro e che era arrivato il momento di fare realmente qualcosa.
"Certo papà, come sempre" Rispondo alzandomi nervosamente e lasciando la stanza per raggiungere mamma in cucina.
"Allora, tutto ok?" Mi chiede preoccupata, perfettamente conscia del pericolo che quell'incontro portava con sè. Annuisco rubando una tartina dal tavolo e sedendomi su uno dei banconi in granito.
"Sai mamma, ho conosciuto un pilota ad Ibiza. Penso proprio lo rivedrò quando lavorerò, sarà divertente, credo" Abbasso lo sguardo per non incrociare il suo. Da sempre quando mi guarda negli occhi riesce a leggermi dentro, a capire perfettamente cosa mi passi per la testa e al momento il mio unico pensiero è Marc e quella notte assurda.
"Anna mi ascolti?" Mi risveglio dai miei discorsi mentali per poi mettermi ad ascoltare i racconti di mia mamma riguardo una sua amica che si è fatta la tinta del colore sbagliato. Ieri questo mi sarebbe sembrato un problema senza soluzione, ma visto che tra pochi giorni dovrò partire per il mio primo lavoro, il colore dei capelli di Rita è l'ultima delle mie preoccupazioni. Nonostante questo sorrido e assecondo mia mamma, evidentemente presa dalle sventure delle sue amiche più che dalle mie, almeno per ora.
Marcmarquez93
Piace a landonorris e altri
Marcmarquez93 Mi mancheranno le vacanze dopotutto...Anche questa piccola bestiolina
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Alexmarquez73 Torna a spaccare tutto broo
MarquezbrothersFans 😍🥺😍
landonorris I think a lot of girls would like to be that dog
Valeyellow46 Ci si rivede in pista😉
/Marcmarquez93 💪🏻💪🏻
LolaSantos @AnnaTorres guarda.quelle.vene.
/Alexmarquez73 chi è che doveva essere tenuto sott'occhio?👀😂
2 Agosto 2017
L' albergo indicatomi dal mio referente nella squadra è a pochi minuti dal circuito, o perlomeno così mi viene spiegato dal taxista che dall'aereoporto mi sta portando a destinazione. Sognavo un'estate diversa, magari a Mykonos o a Santorini, e invece eccomi a Brno. Brno. L'avete mai sentita nominare? Perchè io ne ho scoperta l'esistenza pochi giorni fa, quando mi è stato recapitato a Barcellona il biglietto aereo.
In volo ho letto le infinite email mandatemi, tutte riguardanti il lavoro che mi aspetta in questi primi giorni, e mi sono fatta una mezza idea su cosa fare.
Anche se, a dirla tutta, non ho alba di cosa mi aspetti concretamente.
Saluto cordialmente il taxista per poi entrare nel lussuoso albergo, salire in stanza e darmi una rinfrescata.
Osservo per qualche minuto la divisa posata sul letto, salvo poi accettare controvoglia il fatto di doverla indossare necessariamente. È brutta, fuori moda, scomoda e ben poco femminile, ma a quanto pare il mio contratto, firmato giorni fa nello studio di papà, mi obbliga ad indossarla per tutte le uscite ufficiali.
Nuovo messaggio:
Buon giorno Signorina Torres, spero abbia fatto buon viaggio. Jorge la aspetta nella sua camera, la 347, per definire gli impegni della settimana.
Buon lavoro e buona fortuna per il suo primo giorno di lavoro!
Sbuffo leggendo il messaggio di Matheo, il mio referente, per poi guardarmi un'ultima volta allo specchio. Credo stia ufficialmente per iniziare il mio primo giorno di lavoro, alle 13.48 di una calda giornata estiva in Repubblica Ceca. Chi l'avrebbe mai detto.
"È permesso?" Domando entrando nella stanza indicatami, la cui porta era socchiusa. Ho bussato quasi cinque minuti senza ricevere risposta, poi mi sono decisa ad entrare e aspettare il mio fantastico compagno d'avventure all'interno.
"Signor Lorenzo è qui?" Continuo a camminare per la suite, decisamente più grande della mia stanza. Mi guardo un pò intorno notando parecchi vestiti sparsi un pò ovunque, qualche foto firmata e un sacco di altri oggetti buttati a casaccio.
Entro nella seconda parte della camera, dove si trova il letto, ma ancora non vedo nessuno.
"Fantastico, non si degna nemmeno di presentarsi" Mormoro fra me e me prima di sobbalzare alla vista del ragazzo, comparso improvvisamente dalla porta del bagno con solo un asciugamano a coprirgli la vita.
"Mi scusi i-io non volevo...Sono Anna, insomma la sua PR" Imbarazzata cerco di guardare ovunque fuorchè su di lui, ma la sua risata sonora attira inevitabilmente la mia attenzione.
"E io sono Jorge, il tuo pilota. Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, che ne dici se mi vesto e poi ci mettiamo a lavorare un pò?" Annuisco timida voltandomi verso l'uscita e aspettando che mi dia il permesso di tornare a guardarlo, sperando si rivesta in fretta.
"E dimmi Anna, come mai hai deciso di prenderti una testa calda come il sottoscritto?" Mi chiede mentre, suppongo, si sta vestendo.
"Perchè non ho avuto molte chance di rifiutare" Rispondo onestamente "E lei perchè si è ritrovato senza PR?" Domando a mia volta, sentendo la sua risata riempire nuovamente la stanza.
"Puoi girarti ora - dice - e ti prego, dammi del tu!" Mi volto se possibile ancora più imbarazzata di prima ed annuisco. Ora che ho il tempo di osservarlo noto un paio di occhi molto chiari, un sorriso allegro e un atteggiamento spavaldo.
"Non mi hai risposto" Incalzo, sentendo ormai di potermi sentire leggermente più libera a parlare con il ragazzo. "Vuoi la verità o la storia ufficiale?" Lo guardo confusa per poi rispondere "Verità".
Annuisce sorridendo, si butta a peso morto sul letto invitandomi a sedermi al suo fianco e, con tutta la semplicità del mondo, racconta brevemente la sua storia "Si chiamava Melanie, alta, bionda, dannatamente sexy. Ci sono andato a letto, più e più volte. Peccato si sia scoperto che la cara Melanie fosse fidanzata, il che ha complicato non poco i nostri rapporti. Per me non c'erano problemi, ma per il suo ragazzo non era lo stesso. In poche parole si è ritrovata a scegliere fra me e il suo fidanzato" Si passa una mano fra i capelli, mentre io estraggo dalla borsa il mio Mac e lo accendo. "E ha scelto lui" Sostengo, certa della mia risposta, ma il pilota mi corregge ridendo "Oh no. Sono io che le ho fatto scegliere lui. Non avrebbe avuto alcun senso stare con me, non cercavo quello da lei" Fa spallucce, dipingendo il suo viso con un'espressione puramente egocentrica.
A ben pensarci mi dispiace molto per colei che mi ha preceduto, ma io devo concentrarmi solo su di me e su questo nuovo lavoro.
Nessuna tentazione, nessuna distrazione.
"Non deludermi" Ha detto papà ed io non ho intenzione di farlo.
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