29. 3:12

||ANNA||

Sapete cos'è più patetico di passare la Vigilia di Natale in aereo per vedere il proprio, ormai, ex? Passare la mezzanotte di Natale in una stazione deserta a Cervera, in attesa di un treno qualsiasi che mi porti ovunque purchè lontano da qui.
Sono seduta sul mio piccolo trolley, con le mani gelate r lo sguardo fisso nel vuoto.
Ripenso a questi mesi passati con Marc, ma mi sembra di non ricordare più nulla.
Maledico me stessa per averlo lasciato entrare nella mia vita, maledico me stessa per aver accettato quel lavoro in Ducati, per aver creduto di poter essere finalmente ed eternamente felice.
Scuoto la testa mentre i primi fiocchi di neve iniziano a cadere, facendomi sorridere malinconicamente.

"Anna" Sento dire, devo avere perfino le allucinazioni.
"Anna!" Ripete chiunque sia dietro di me, facendomi voltare.
Alex è lì in piedi, infreddolito ed evidentemente rammaricato.
"Che ci fai tu qui?" Chiedo esausta da tutto ciò che sta succedendo nella mia vita.
"C'ho messo un po', ma alla fine Marc ha ceduto nel dirmi chi fosse alla porta. Quando mi ha raccontato com'era finita fra voi mi sono preoccupato, ho chiamato qualche Hotel in città, ma nessuno sapeva niente di te. Allora ho pensato tu potessi essere qui, per andartene via" Parla rapidamente, quasi mangiandosi le parole, ed è evidentemente agitato.
Il mio sguardo, però, non trasmette la minima emozione.
Non provo niente nel vedere Alex qua davanti a me, né rabbia, né felicità, né tantomeno tristezza.
È qua e non mi tocca minimamente.

"Che ci fai qui?" Ripeto, fissandolo dritto negli occhi verdi.
Sospira, avvicinandosi a me di qualche passo. "È Natale Anna, non penserai davvero che ti avrei lasciata qui tutta sola. Ho chiesto a Marc di venire lui, so che lo avresti preferito, ma ha detto un no categorico. Penso lo faccia per proteggere me, come ha sempre fatto, ma ormai siamo adulti"
Continuo a non capire dove voglia andare a parare il piccolo Marquez, ma aspetto che finisca il suo monologo.
"Non sono qui per provarci con te Anna, non sono così stupido. Ma voglio tu sappia che non credo Marc abbia intenzione di cambiare idea in merito, non lo fa mai, quindi torna a casa da noi almeno per sta notte. Domani puoi partire e sparire per sempre se vorrai, oppure accettare di lavorare con me, senza alcun imoegno sentimentale" Mi porge la mano come per stringere un patto, un patto che sappiamo entrambi non potrebbe mai funzionare.
Mi guardo intorno, la stazione vuota, i binari gelidi che non si scalderanno per tutta la notte.
La neve continua a scendere incessante ed io, forse sbagliando, accetto almeno una delle proposte di Alex.
Andrò a passare la notte da loro, perchè in fondo è pur sempre meglio che starmene qua da sola.

Alexmarquez73

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Alexmarquez73 Christmas time 💫

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Marcmarquez93 Non torturare Stitch ti prego

Anna&MarcFANS Il Natale lo sentite poco a casa Marquez vedo 🤣

Jorgelorenzo99 Posso rinascere cane dei fratelli più fighi della MotoGP?

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Mettere piede in quella casa mi mette non poco disagio, specialmente dopo un viaggio di totale silenzio in macchina con Alex.
Fortunatamente quando entriamo non c'è più nessuno ad attenderci, nè i genitori dei ragazzi nè Marc.
"Vieni pure di qua, abbiamo la stanza degli ospiti" Mi accompagna sopra le scale, facendomi entrare in una piccola quanto confortevole stanza.
In corridoio sorrido nel vedere le numerose foto dei due fratelli, veramente inseparabili fin da piccoli.
Forse ora accetto il tutto, il fatto che non ho alcun diritto di mettermi fra loro.

"Grazie mille Alex, dico davvero" Gli sorrido mentre chiude la porta, lasciandomi sola.
Fuori dalla finestra osservo il prato diventare bianco, poi poso il cappotto sulla poltrona, mi sfilo le scarpe e i jeans e mi metto a letto esausta.
Gli occhi iniziano a chiudersi pian piano, fino a farmi sprofondare in un sonno rigenerante.

Vengo svegliata nel cuore della notte da un lieve bussare alla porta.
Prendo il cellulare per vedere l'ora, sono le 3:12.
Mi alzo andando ad aprire, nonostante non fosse chiuso a chiave.
"Marc che ci fai qui a quest'ora?" Chiedo stupefatta, mentre mi viene sempre più difficile nascondere il sorriso che spontaneamente mi sta spuntando.
"Ti amo Anna, non voglio tu possa pensare che non è così" Solo ora che è entrato riesco a notare gli occhi rossi dal pianto.
I suoi lineamenti sono illuminati dalla luce della luna piena che riflette sulla neve caduta.
È bello come mai l'avevo visto prima, così fragile e allo stesso tempo perfetto.

"Lo so Marc, capisco tutto. È solo che-" Mi interrompo, incerta se sia giusto continuare questa conversazione mentre nella stanza affianco dorme Alex.
"Che?" Domanda lui, avvicinandosi ulteriormente a me.
È così vicino da poterne sentire il profumo e il calore.
"Che non ricordo nulla. Non ricordo il nostro primo sguardo, la prima risata insieme. Non ricordo l'ultima volta che mi hai sorriso, l'ultima volta che ti ho fatto un dispetto. Marc non ricordo il nostro ultimo bacio" Termino la frase con la voce rotta dal pianto, come se un pugnale mi avesse improvvisamente trafitto il petto.
Non ricordo il nostro ultimo bacio, è così assurdo.

"Era la sera del Galà ed è stato uno di quei baci rapidi, appena sfiorati. Uno di quelli dati per automatismo perchè sai che hai tutta la vita davanti per baciare la persona che ami. Perchè sai che quella sera torni in albergo e le labbra inizi a morderle e a baciarle con avidità. Perché sai che poi tanto con quella persona ci farai l'amore e allora cosa può contare un bacio dato ad un tavolo di fronte a tutti" Si passa una mano fra i capelli, posando poi la fronte alla mia.
"E poi tu mi hai detto qualcosa, io non ti ho nemmeno ascoltata. Perché tanto sei logorroica e lo sappiamo che dopo aver fatto l'amore, quella stessa notte avresti parlato a non finire".
Mi mordo il labbro inferiore, cercando di far appello a tutto il mio autocontrollo per non baciarlo qui, ora.
"Il nostro primo bacio è stato così, ricordi? Io che cercavo di trattenermi e tu che facevi di tutto per farmi cedere" Sussurro a pochi millimetri dalle sue labbra, improvvisamente sommersa da tutto il nostro vissuto.
Annuisce lievemente, mettendomi le mani sui fianchi, incollati ai suoi.

"Non siamo fatti per essere amici noi due, non funzionerebbe mai" Dico separandomi da lui e voltandogli le spalle.
"Anna noi dobbiamo essere amici, perché se non posso passare tutta la mia vita con te allora dammi quantomeno la tua amiciza" Sembra quasi un lamento, una supplica.
E pensare che per me lui è sempre stato invincibile, un mostro sovraumano sopra tutto e tutti.
Non l'ho mai visto chinare il capo, eppure ora mi implora di non sparire dalla sua vita. E lo fa qui, in casa sua, nel posto in cui probabilmente è più forte al mondo.
"Non puoi chiedermi questo Marc, sai che non posso. Ogni singola parte di me vuole te, ora, qua. Non potrei mai starti vicino fingendo di non essere completamente e infinitamente innamorata di te".
Rimaniamo zitti per qualche istante, come se entrambi sapessimo che questa folle relazione è giunta al capolinea.
Mi aspetto di tutto da Marc, mi aspetto che lasci la stanza, che si arrabbi o perfino che continui a supplicarmi.
Eppure nei suoi occhi leggo rassegnazione, un sentimento che, sono certa, non ha provato mai.

Si avvicina a me con un gesto improvviso, non lasciandomi il tempo di reagire.
Posandomi le mani sulle spalle mi fa indietreggiare, finché le mie gambe non si scontrano con il letto, cedendo.
Cado all'indietro, con lui che si sorregge su di me.
"Allora almeno concedimi questo" Mormora, prima di premere le sue labbra sulle mie.
Il sapore fresco di menta mi inebria d'improvviso, facendomi come rinascere.

Il resto della notte rimane lì, in quella stanza di quella piccola villetta di Cervera. La neve lenta scendeva, ovattando ogni rumore e lasciando solo la magia.
Marc era di Anna, Anna era di Marc. Non avrebbero voluto nient'altro per tutta la vita, ma sapevano che il sole del giorno dopo avrebbe sciolto i loro sogni.
Si addormentarono stretti l'uno all'altra, nella speranza che quella notte non finisse mai.
Peccato però che non fu così.

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