Uno
Mercoledì 15 agosto 2018
Ho sempre odiato gli ospedali.
Alla fine, chi è che non lo fa?
Nonostante questo mio odio profondo verso quel luogo bianco e quasi inumano, ci ho passato così tanti giorni che ormai ho perso il conto.
Spesso mi chiedo cosa posso aver mai fatto per meritarmi una vita del genere a diciassette anni, ma finisce sempre nello stesso modo.
Domande senza risposte.
Ho iniziato a pensare che si tratti semplicemente di sfortuna.
Mia madre mi dice sempre che c'è un motivo se sono proprio io a stare così, se Dio ha scelto proprio me.
Trovo che sia una grandissima stronzata, se esiste un Dio, per me può anche cambiare lavoro.
Perché accanirsi su un bambino?
Sorvoliamo su questo argomento o i credenti mi schiaffeggeranno con un ostia.
Sono seduto nella sala d'attesa, come ogni mercoledì alla fine. I miei sono a lavoro e Jack e Ben non potevano accompagnarmi, così sono da solo.
Il mio giubbotto di pelle sfrega contro la scomoda sedia di plastica producendo un rumore irritante. Sospiro e alzo lo sguardo sul soffitto.
Bianco anche quello, che schifo.
Il signore alla mia destra sta leggendo la pagina sportiva del giornale, sembra molto assorto.
Beh odio anche lo sport.
Siamo solo noi due, finchè un'altra persona non entra.
Si tratta di un ragazzo, un bellissimo ragazzo.
Ha i capelli neri -probabilmente tinti-, due occhi di un verde così limpido da potermici specchiare dentro e delle labbra rosse che mi ricordano due ciliege mature. Quando mi sorride il mio cuore prende a battere più forte.
Si avvicina e si siede accanto a me, sfilando le cuffiette dalle orecchie.
Sento gli All Time low uscire da esse ad un volume esageratamente alto e sorrido.
"Ciao." Se possibile, la sua voce è ancora più bella.
"Ciao." Gli sorrido curioso, stringendomi leggermente nelle spalle.
"Aspetti qualcuno?"
Sospiro e scuoto leggermente la testa, il sorriso non abbandona le mie labbra. "No, sto aspettando di entrare."
"Oh" Arriccia il naso in un modo adorabile. "Mi dispiace, credo. Non so mai come comportarmi in queste situazioni."
Ridacchio leggermente, mi piace la sua schiettezza. "Beh apprezzo la sincerità e accetto il tuo dispiacere, credo."
Restiamo in silenzio un paio di minuti, poi lui parla ancora. "Quindi.. hai il diabete?"
Vorrei fargli notare che siamo al reparto di Diabetologia, ma mi limito ad annuire. "Sì, diabete di tipo 1."
La sua espressione si fa confusa. " Di tipo 1? Quanti.. quanti ce ne sono?"
"Sono principalmente due tipi" Gli spiego girandomi per guardarlo. " Di tipo uno, che si suddivide a sua volta in diabete mellito autoimmune e diabete mellito idiolatico, e il diabete di tipo due, o anche diabete alimentare che si manifesta con la vecchiaia."
"Oh" Mi guarda sorpreso, forse mi sono spiegato male? "Io sono qui con mia nonna, credo abbia quello di tipo 2."
Annuisco leggermente e faccio per spiegargli meglio, ma la voce della dottoressa Sanders mi interrompe. "Luke? È il tuo turno."
Mi alzo e sorrido al ragazzo, avviandomi verso la porta.
"Aspetta!" Si è alzato e si sta avvicinando. "D'ora in poi accompagnerò io mia nonna alle visite, tu.. tu ci sarai?"
Annuisco curioso, dove vuole arrivare?
"Allora ci vediamo mercoledì prossimo, Luke." Mi sorride, credo di star per svenire.
"A mercoledì.." Diamine, non so ancora il suo nome.
"Michael." Viene in mio soccorso, tornando a sedersi sulla sedia di plastica. "Mi chiamo Michael."
Mi mordo il piercing e sorrido, annuendo leggermente. "A mercoledì, Michael."
A mercoledì.
Spazio autrice
Beh, eccomi con un'altra Muke
Sarà lunghissimo questo spazio autrice, scusate in anticipo.
Voglio chiarire il fatto che quest'idea non mi è venuta dal nulla e che non parlo di un argomento a me sconosciuto.
Mia madre soffre del diabete di tipo uno da prima che nascessi, quindi ci convivo dalla nascita.
Ho avuto bruttissime esperienze a riguardo e questa storia è nata dopo l'ennesima volta che mia madre è stata male.
Molti sottovalutano il diabete, non capiscono.
E non ne faccio una colpa, davvero.
Mi sono ritrovata tante volte a dover spiegare cos'è il diabete di tipo 1, ma non credo di aver mai trovato le parole giuste.
Spero di fare chiarezza con questa storia, in voi la anche in me stessa.
Okay, ho scritto anche troppo.
Luke quando parla di dio dice 'bambino' perchè si è ammalato quando era piccolo, poi le cose si chiariranno.
I capitoli saranno tutti così, ho voluto fare un esperimento e scrivere in prima persona. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Arey
Crediti a tomlinsay per la bellissima copertina
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