Tre
29 agosto 2018
L'unica sicurezza della mia vita, anche da prima che mi ammalassi, è sempre stata la musica.
A dieci anni mia mamma mi ha comprato una chitarra e da lì è iniziato tutto, la musica è diventata la mia sicurezza, la mia ancora.
Quel giorno, arrivato in sala d'attesa, Michael è già lì.
Mi da le spalle e sta improvvisando un balletto imbarazzante, le immancabili cuffie nelle orecchie con i My chemical romance che riproducono Helena.
Io però mi concentro sulla sua voce.
Sta cantando ad alta voce, forse nemmeno se ne accorge.
Ha una voce bellissima.
Mi mordicchio il labbro senza riuscire a trattenere un sorriso e picchietto con le dita sulla sua spalla.
Sussulta e si gira, confuso. Quando mi vede il suo volto si apre in un sorriso. Spegne la musica sfiorandomi la guancia con la punta delle dita. "Hey."
Sorrido a mia volta, arrossendo appena. "Hey. Hai una bella voce."
"Oh uhm ti ringrazio." Sorride imbarazzato, sedendosi accanto a me. "Cosa mi spieghi oggi?"
Ci penso un attimo, poi sorrido. "Venendo attaccare le cellule destinate alla produzione di insulina, si riduce, fino ad azzerarsi, la produzione di questo ormone. Il compito dell'insulina è quello di regolare il livello di glucosio nel sangue, quindi si verifica un eccesso. Il glucosio è la fonte di energia principale del nostro corpo." Faccio un piccola pausa per assicurarmi che mi stia seguendo, lo vedo annuire concentrato. "Gli zuccheri che ingeriamo non hanno allora un trasporto e si disperdono nel sangue."
Michael resta in silenzio qualche secondo, mordendosi il labbro. "E.. questo è quello che succede a te?"
Annuisco leggermente, giocherellando con l'anello argentato che porto al pollice. "Sì, esatto."
"È terribile."
"E siamo ancora alla spiegazione generale." Scherzo stringendomi nelle spalle. "Adesso sta a te però."
"Mi piace l'arte." Confessa con un lieve sorriso sulle labbra, puntando i suoi bellissimi occhi nei miei. "Faccio davvero schifo a disegnare, ma amo osservare i quadri e cercare di interpretarli. Credo che il disegno, insieme alla musica, sia la forme d'arte più spattacolare che possa esistere. Sì può esprimere di tutto, con una canzone o con un quadro. Nel primo si usano le note e nel secondo i colori, ma credo si somiglino in un certo senso."
Annuisco leggermente, guardandolo sorpreso. "Mi trovi totalmente d'accordo."
Sorride torturandosi leggermente il labbro inferiore con i denti.
Mi fa totalmente impazzire.
"Me lo dai il tuo numero?"
Sorrido dolcemente nel sentirlo inciampare nelle sue stesse parole e annuisco, tirando fuori il cellulare. Glielo porgo, mentre sento le guance diventare sempre più calde.
Digita qualcosa velocemente poi si sistema i capelli, alzando il telefono davanti al suo viso. Mi guarda ridacchiando e mi cinge con un braccio attirandomi a sè.
Mi lascio scappare un verso sorpreso e lo guardo confuso, appoggiandomi automaticamente alla sua spalla.
"Beh, serve una foto profilo no?" Mi guarda ovvio, poi si gira verso lo schermo e il suo viso si apre in un sorriso smagliante.
Non trattengo un sorriso e incastro la lingua tra i denti, girandomi a mia volta verso l'obbiettivo.
Scatta la foto e mi restituisce il telefono, soddisfatto. "Mandami un messaggio così salvo il tuo numero."
Annuisco leggermente e mi allontano da lui, sentendo subito una sensazione di gelo invadermi.
Mi schiarisco la voce e mi alzo, riservandogli un dolce sorriso. "Ci vediamo mercoledì?"
Sorride di rimando, facendomi l'occhiolino. "Come sempre."
Mentre esco dalla porta sento il mio cuore battere più forte e sono sicuro che non sia stata colpa della malattia, stavolta.
Spazio autrice
Mi dispiace così tanto, ma il mio computer è ancora molto quindi non ci sarà nessun aggiornamento di Macy's day parade.
Sono mortificata, non so cosa fare.
Ho aggiornato questa, sperando di non deludervi.
Al prima possibile, ve lo prometto.
Arey
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