Sette
26 settembre 2018
"Oh hai il diabete? Ma quanti dolci hai mangiato da piccolo?"
Vi sorprendereste nel sapere tutte le volte che mi hanno posto questa domanda.
Inizialmente mi arrabbiavo, a volte scoppiavo anche a piangere ma crescendo ho capito che le persone sono ignoranti.
Non dico nel senso cattivo del termine, ma che semplicemente non sono informate su questo argomento.
Non gliene faccio una colpa, alla fine ci sono migliaia di argomenti sui quali non sono per niente informato.
Lo scorso mercoledì io e Michael abbiamo avuto il nostro primo appuntamento, è stato ancora meglio di come lo avevo immaginato.
Mi ha portato in un parco vicino casa sua, abbiamo suonato finchè le dita non hanno iniziato a fare male e la voce non è diventata più roca per lo sforzo.
Non mi divertivo così da anni.
Verso ora di cena siamo andati a casa sua e abbiamo ordinato una pizza; ho conosciuto i suoi genitori.
Karen Clifford è una delle donne più belle che io abbia mai conosciuto, la dolcezza in persona. Ora si spiega da chi abbia preso Michael.
Daryl Clifford è un uomo tranquillo e silenzioso, ponderato. Però mi ha trattato come se mi conoscesse da anni, cosa che mi porta ad amare ancora di più quella famiglia.
Come ogni mercoledì sono seduto in sala d'attesa, con Michael al mio fianco che mi sta raccontando di Calum, mentre gioca con le mie dita.
"Mi ha chiesto scusa." Mi dice con un piccolo sorriso. "Ma vuole conoscerti."
Annuisco leggermente, ridacchiando. "Anche Ashton vuole conoscerti, mi sta dando il tormento."
"Beh, una bella uscita a quattro? Che dici?"
Lo guardo annuendo, mentre un sorriso si fa spazio sulle mie labbra. "Mi sembra un ottima idea."
"Sai..." Riprese a parlare poco dopo, ridacchiando appena. "A sedici anni avevo una cotta per Calum."
Lo guardai curioso e divertito, intrecciando le dita con le sue. "E com'è andata a finire?"
"Gliel'ho detto, lui mi ha confessato che era attratto da me e abbiamo provato a stare insieme." Scuote la testa divertito. "Dopo tre giorni ci siamo lasciati, tipo in contemporanea. Ci abbiamo riso su e siamo tornati migliori amici."
Ridacchio, accarezzando il dorso della sua mano col pollice. "Devo essere geloso?"
"Di Calum? Oh Dio no!" Ride in quel modo che gli fa socchiudere gli occhi, rendendolo ancora più bello. "Non devi preoccuparti né di Calum, né di nessun altro, Lukey."
Il mio cuore fa una capriola, mentre le mie guance si tingono di rosso. "No?"
Scuote la testa e si avvicina al mio viso, baciandomi l'angolo della bocca. "Assolutamente no." Sussurra guardandomi con dolcezza.
Potrei sciogliermi sotto questo sguardo.
Mi mordo il piercing e non trattengo un sorriso, abbassando lo sguardo. La voglia di baciarlo mi sta uccidendo.
"Quando... quando stai male..." Mormora poggiando due dita sotto il mio mento e puntando i miei occhi nei suoi. "Cosa si può fare?"
"Quando sono in iperglicemia ho bisogno dell'insulina, me la inietto tramite una siringa. Posso iniettarla in tutte le parti 'morbide' del corpo come il braccio, la coscia o la pancia. L'ultima è più conveniente, l'insulina entra in circolo prima." Gli spiego, sfilando dallo zaino una custodia e mostrandogli la siringa. In realtà ha la forma di una penna, ho sempre apprezzato questo fatto. "Quando sono in ipoglicemia il mio corpo reclama zuccheri, ho bisogno di glucosio perchè il livello presente nel mio sangue non è abbastanza. Esiste una regola, la regola del 15. 15 grammi di carboidrati a rapido assorbimento, come zucchero semplice o succo di frutta, ogni 15 minuti finchè la glicemia non si stabilizza. Lo zucchero agisce prima, soprattutto se messo sotto la lingua."
Michael annuisce, accarezzandomi leggermente la guancia. "Ti porti sempre qualcosa dietro?"
Annuisco, sorridendo timidamente sentendo la sua mano a contatto con il mio viso. Smetterò mai di sembrare una scolaretta alla prima cotta? Credo proprio di no.
"Sì, ho sempre qualcosa dietro. Adesso anche Ashton porta sempre qualcosa, anche se gli ho detto che non serve."
Lo vedo muoversi leggermente sulla sedia, sembra quasi imbarazzato.
"Ti senti bene Mike?" Lo guardo confuso, preoccupato.
Annuisce e lo vedo infilare una mano in tasca, titubante. Quando apre il palmo e mi mostra quello che ha preso i miei occhi si spalancano.
"Oh Mike.." Sorrido dolcemente, sfiorando le due bustine di zucchero che ha nel palmo della mano.
"Mi sono informato con mia nonna." Confessa arrossendo. "Mi ha detto dello zucchero e.. non volevo farmi trovare impreparato."
"Michael.." sussurro, sento i miei occhi diventare lucidi. "Non so cosa dire io... diamine, cosa ho fatto per meritarmi te?"
Lui mi sorride, lasciandomi un dolce bacio sulla fronte. "Mi chiedo sempre il contrario, sai?"
Sorrido e lo abbraccio, affondando la testa nel suo collo. Tiro leggermente su con il naso aggrappandomi alla sua maglietta.
Sei speciale, Michael Clifford.
Spazio autrice
Non mancano molti capitoli alla fine, faremi sapere cosa ne pensate.
Per me è davvero importante.
A presto,
Arey
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