II. Crisps with ketchup

«Spiegami ancora una volta perché ti ho dato retta.»

«Perché sei il mio migliore amico e mi vuoi bene» disse dolcemente Niall, con tanto di occhi imploranti e imbarazzanti versi da cucciolo.

Scesero furtivamente l'ultima rampa di scale, controllando che Mason non fosse nei paraggi. Era un brav'uomo, in fondo; sapeva esserlo, ma era soprattutto una carogna di sorvegliante.

Harry sporse il capo oltre il muro, accertandosi che la via fosse libera, e fece un cenno all'amico irlandese. Niall ama James Bond, quindi furono assolutamente normali e comprensibili il salto e la capriola improvvisata rasoterra che mise in scena.

«Muoviti, cretino.»

Varcarono la soglia del piccolo bar della scuola. Harry rimase sulla porta e a Niall si fermò il cuore: cosa scegliere tra patatine – classiche, al ketchup e al formaggio – merendine, cioccolato, focacce e—

«Fai in fretta, Nialler.»

«Ok ok, arrivo.»

Optò per le patate al ketchup. Fece in tempo ad assaggiarne giusto una manciata, poi sentirono i passi strisciati di Mason nel corridoio. Harry lo afferrò per il cappuccio della felpa, tirandolo dal lato opposto, e «Le mie piccole» piagnucolò disperato Niall, mentre alcuni cerchietti fritti cadevano a terra.

«Sono l'ultimo dei tuoi problemi» sibilò Harry, tappandogli la bocca con una mano e chiudendo entrambi nello spogliatoio dei maschi.

Harry odiava quel locale dalle pareti piene di graffiti e col persistente odore di sudore, ma in quel momento non avrebbe potuto far altro che amarlo. Odiava anche se stesso, perché acconsentiva sempre ad accompagnare Niall alla ricerca di cibo nei momenti meno opportuni. La volta precedente si erano dovuti nascondere sotto il tavolo dell'aula professori e Harry non dimenticherà mai che, quel giorno, la vecchia di biologia indossava la gonna.



Niall sbuffò, giocando coi lacci delle proprie scarpe. «Siamo qui da dieci minuti; Mason se ne sarò andato.»

«Non provare a lamentarti. È colpa tua e del tuo fottuto stomaco» lo zittì Harry, continuando a girare in cerchio al centro della stanza. Un'altra nota: quell'assenza ingiustificata alla lezione avrebbe significato un'altra schifosa nota sul registro e i suoi genitori gliel'avrebbero fatta pagare cara. «Questa me la lego al dito, cazzo! Non è possibile che—»

«Zitto.»

Harry sgranò gli occhi. «Cosa?»

«Shh! Stai zitto, Haz!»

«Non fare shh a me» borbottò il riccio, incrociando le braccia.

Non è che fosse davvero così arrabbiato con lui, però gli serviva un pretesto per sfogare la frustrazione e lì c'era solo Niall. Ma Niall lo stava ignorando.

«Sì può sapere—»

«Ti ho detto», Niall disse, a denti stretti, e fulminò l'amico con uno sguardo, «di stare zitto.»

Harry lo assecondó, stizzito, poi finalmente sentì anche lui degli strani suoni – sibili, sospiri, gemiti – e sbiancò. Seguì Niall verso il muro che li separava dalle docce, rimanendo alle sue spalle. Sarebbe finita male, molto male, e avrebbe aggiunto un altro punto alla lista dei "Perché odiare Niall".

Si affacciarono contemporaneamente per dare un'occhiata.

Il tizio seduto a terra, senza maglietta, era quel Payne della squadra di basket; il moro, che gli stava baciando il collo, altri non poteva essere che il tipo un po' strano che fumava sempre sul muretto fuori scuola, Zayn Malik.

Harry e Niall si guardarono, in preda al panico.

Non importava a nessuno dei due quello che stavano vedendo, perché avevano più paura di cosa sarebbe capitato loro se gli altri due ragazzi li avessero scoperti.

Indietreggiarono il più in fretta possibile.

Harry strinse una mano sulla maniglia, col cuore che gli martellava nel petto; stava per abbassarla, quando la porta si spalancò di colpo. Niall provò a scappare fuori, ma l'amico lo trattenne perché non era stato lui ad aprire.

«Ma che cazz—»

Harry tappò la bocca all'irlandese, mentre una massa di capelli castani, scompigliati e vagamente sudati, faceva capolino dall'altra parte. Il nuovo arrivato li fissò stupito – occhi azzurri, ghiacciati; labbra sottili; sguardo furbo –, poi inclinò la testa di lato, sottintendendo la domanda più ovvia.

Loro due conoscevano quegli occhi, quella bocca e quello sguardo, perché Harry blaterava su quanto fosse attraente il loro proprietario praticamente ogni mattina.

Infatti, «Louis...» bisbigliò con voce rotta.

«... Tomlinson» farfugliò Niall, ancora con la bocca tappata e completando il nome.



«Che ci fate voi due qui?»

Basando lo studio sul sorriso che gli dipingeva il volto, Louis si stava probabilmente divertendo parecchio, oppure progettava solo un modo per strozzarli. La situazione era disperata, soprattutto considerando il fatto che Liam – Mr "Hei, tu, fuori dal mio campo" – era il suo migliore amico.

Harry e Niall stavano senza ombra di dubbio per morire.

O forse no.

Niall si schiarì la voce, inchiodato al muro da quello sguardo freddo. «Lo—Tomlinson! Finalmente ti abbiamo trovato» disse, usando più brio possibile. Harry spalancò gli occhi e aprì la bocca per protestare, ma «Non sai quanto sono stato in pena. Il piccolo qui presente sarebbe di sicuro impazzito, se non lo avessi portato a cercarti» continuò il biondo.

Sia Louis che Harry lo fissarono a metà tra lo sconvolto e il curioso – il secondo solo sconvolto.

Niall fece un sorriso. «È cotto a puntino. Tu capisci, vero? Sono cosa naturali, ma finalmente è qui e può chiederti—»

«Vuoi uscire con me?»

«Ecco, è proprio—Aspetta, cosa?» Niall fissò Louis.

Nessuno sembrava interessato a Harry, lì accanto, sul punto di svenire, morire, vomitare, o qualsiasi altra reazione possibile al fatto che Louis stesse guardando lui.

Ingoiò a vuoto. «Come?»

Louis rise. «Credi forse che non ti abbia notato nei corridoi? O che non abbia visto il modo in cui mi guardi?» ammiccò, divertito.

Passò un buon minuto di assoluto silenzio, in cui Harry percepì il proprio cervello andare in panne. All'improvviso non ricordava più perché fosse lì, davanti alla porta degli spogliatoi in cui c'erano Liam e Zayn e dalla quale Louis li aveva trascinati fuori. Cominciava a ingranare centinaia di immagini e parole al secondo, ma non era quello l'importante, giusto?

«Ma allora—»

«Ovvio!» quasi gridò Harry, chiudendo di nuovo la bocca a Niall. «Certo. Cioè, va bene... Se vuoi ci sto, i-insomma—Sì» balbettò, con le guance in fiamme.

«Perfetto.» Louis sorrise. Si prese più tempo del previsto per guardare Harry, rivolse una sola occhiata sfuggente a Niall, poco interessata, poi si passò una mano tra i capelli. «Scusate, ma devo cercare quei coglioni dei miei amici. Ci si vede in giro.»



«Mi spieghi cos'è appena successo?»

«Credo che Payne e Malik scopino. ETomlinson è ovviamente gay, perché ti ha chiesto di uscire.»

«Ha senso questa cosa?»

«No, però ringrazia il mio stomaco se adesso hai un appuntamento con lui.»

«Grazie.» Harry si morse il labbro inferiore, in fibrillazione.

«Prego. Ah, Hazza... Possiamo tornare al bar? Ho ancora fame.»

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