Capitolo 7
Lisbona, giugno 1749
La principessa di Beira se ne stava seduta sulla panchina in pietra che abbelliva una delle insenature del giardino reale, in attesa che la propria dama tornasse. Adorava poter trascorrere un po' di tempo in solitudine perché le dava una parvenza, seppur effimera, di libertà.
Lasciò vagare lo sguardo sulle alte siepi che delimitavano quello spazio e sui colorati fiori intrecciati nei bassi cespugli. Amava quel luogo, per la quiete e per l'intimità che donava ai suoi visitatori. Si guardò intorno con apprensione e morse l'interno della guancia in modo pensoso, non riusciva a capire cosa trattenesse la sua amica dall'arrivare.
"Perdonatemi, Vostra Grazia, ma mi hanno trattenuta per consegnarmi questa" esordì Margarethe proprio in quell'istante e ancor prima di sedersi accanto a lei.
"Chi vi scrive?"
La donna al suo fianco, diciannove anni a breve, rimirò la missiva per un breve istante prima di far brillare i propri occhi verdi di gioia. "Franklin, Vostra Grazia!"
"Chissà quale buone nuove spingono Lord Exeter a impugnare una penna" replicò la principessa con un sorriso canzonatorio.
"Suvvia, non siate così crudele", ribatté bonariamente l'altra con il sorriso, "egli, essendo uomo, deficita in tali umani pratiche."
Sorrisero entrambe di divertimento.
"Vediamo" dichiarò poi la dama rompendo il sigillo.
Dopo aver letto quelle sintetiche righe, Margarethe guardò la principessa per informarla, "Torna", rise, "finalmente torna da me!"
Maria Francesca condivise la sua allegria e l'abbracciò con affetto.
"Siete contenta?"
"Infinitamente", rispose stringendo la lettera al petto, "sono passati così tanti anni da quando è partito, che temo di non riconoscerlo", sorrise, "sarà diventato un uomo ormai."
La principessa strinse le labbra per celare il sorriso, ricomporsi e chiedere: "Sapete già quando arriverà? Verrà anche vostra madre?"
"No. La salute cagionevole di mia madre non le ha consentito di intraprendere questo viaggio, di conseguenza verrà solo. Non so tra quanto, nella lettera dice che sarebbe partito tre giorni dopo l'invio della missiva."
"Dunque, lo aspetteremo tra tre giorni" dedusse la principessa, con un sorriso che questa volta non fu in grado di celare.
"Vostra Grazia?" la voce di un inserviente si fece largo tra i loro amichevoli discorsi.
"Sì?"
"Sua Altezza Reale è pronto per ricevervi."
Maria Francesca annuì e, insieme alla dama, rientrarono nel palazzo e si incamminarono per raggiungere le stanze del Sovrano.
"Vi attenderò qui" dichiarò Margarethe prendendo posto su uno dei divanetti posizionati accanto alle finestre, mentre la principessa faceva il suo ingresso beneficiando del servizio degli uscieri.
"Vostra Grazia!" salutò con un ampia riverenza, mentre l'uomo seduto sulla sedia con le ruote la guardava con evidente affetto.
"Ben arrivata, principessa!" rispose lui con mezzo sorriso e la voce resa imperfetta dalla paresi scaturita dall'ictus del 1742.
"Nonno, lasciate che apra queste finestre, oggi vi è uno splendido Sole che non può fare altro che darvi sollievo."
Lo disse ma non attese il consenso e andò ad aprire le imposte prima di voltarsi con un sorriso soddisfatto.
"Lo sentite il profumo della vita?" gli chiese prima di posargli un bacio sulla guancia sensibile.
"Sei tremenda!" borbottò ridendo.
Quella fanciulla era l'unico motivo di gioia che gli era rimasto. Sempre gentile ma mai commiserevole, era la sola a trattarlo ancora come uomo e Re.
"Avete sentito?" iniziò la giovane con voce allegra, "Lord Exeter verrà a trovarci."
"Noi? O la sua unica sorella?" replicò l'uomo inarcando il sopracciglio.
"D'accordo, sua sorella", si corresse, senza riuscire a trattenere il sorriso che le stava fiorendo sulle labbra, "ciò non toglie che presto sarà qui."
"Sono felice per loro", l'uomo strinse con la mano buona quella inerme come a massaggiarla, "è per questo motivo che lo sei anche tu?"
"Certo, nonno" confermò la giovane spostando lo sguardo al giardino.
"Ha scritto se hanno ritrovato la Victory?" domandò il Re per cambiare discorso. Aveva notato l'espressione confusa della nipote e non voleva insistere.
"Non in questa, ma nella precedente", si affrettò a rispondere, "pare che siano in molti a cercarne il relitto. Non trovate la cosa alquanto singolare?"
"Oh, no, mia cara. La Victory trasportava un vero e proprio tesoro quando è salpata da qui. Circa quattrocentomila sterline oltre alle monete d'oro e d'argento prese alle navi nemiche catturate da Sir Balchen."
"Dunque è molto più che sensata questa ricerca", proferì la nipote, "forse dovrei solcare i mari e andare alla ricerca dei forzieri."
Il nonno rise sempre a mezza faccia, "Sei tremenda!" ripeté con dolcezza, "Hai ancora quella folle passione per le avventure?"
"Quella non muta con l'età, nonno", rispose con un ampio sorriso, "desidero ancora solcare i mari e vivere una vita piena di emozioni."
L'uomo strinse il pugno con afflizione, "Avevo promesso che ti avrei portata io su una nave."
"Potete ancora farlo" replicò benevola.
"Non così", ribatté con angoscia, "sono divenuto un derelitto imprigionato tra queste mura."
"Questo non è vero", protestò la ragazza alzando il tono, "siete voi che accettate la prigionia senza opporvi."
"Maria Francesca, modera il tono" l'ammonì, sentendosi ferito da quelle parole che in parte pensava vere. Aveva smesso di lottare perché aveva smesso di credere.
"Non oserei mancarvi di rispetto", precisò la principessa sostenendo lo sguardo, "ma, su di voi aleggiano tanti appellativi e in voi non ne vedo più traccia. Dov'è Giovanni V il Magnifico?"
"Su questa infida sedia" ringhiò i Re, stringendo il pugno.
"No. Vostra Grazia. L'uomo seduto su quella sedia non ha niente a che vedere con il Re che siete stato."
"Sei ingiusta."
"Sono sincera", ammise accovacciandosi dinanzi a lui per posare le mani su quella dell'uomo, "troppe persone giovano del vostro esilio e io vi vorrei solo incontrare fuori da queste stanze che odorano di morte."
Il nonno non parlò, rimase in silenzio a fissare gli occhi di lei, così espressivi e gentili che gli chiedevano solo di reagire.
"Vi prego", seguitò la giovane sostenendo lo sguardo, "datemi il permesso di organizzarvi un uscita in giardino, non chiedo altro."
L'eventuali parole che avrebbero voluto scambiarsi, furono interrotte dall'arrivo del Maggiordomo del Re.
"Vostra Grazia, perdonate l'intrusione ma la clessidra ha consumato anche l'ultimo granello."
Le sue parole, giunsero a rimarcare quanto detto poco prima dalla nipote e, infatti, dichiarò guardandola con decisione: "Fai quel che devi."
La principessa si illuminò con un sorriso ampio che le raggiunse gli occhi, "Sarà fatto, Vostra Grazia."
Effettuò una compita riverenza e uscì dalla stanza.
Una volta in corridoio, Maria Francesca cercò l'amica con lo sguardo, ma di lei non v'era traccia.
"Sai dirmi dov'è andata la mia dama?" chiese all'usciere, in modo sbrigativo.
"Sì, Vostra Grazia, è stata convocata da Sua Altezza Reale, la Regina" rispose l'uomo con voce sottile. Non era abituato a conferire con i reali. Il suo compito era da sempre, aprire e chiudere le porte senza porsi domande e senza parlare se non interpellato, ma questo non stava a significare che non sentisse e vedesse tutto.
Maria Francesca annuì e si allontanò per tornare in giardino e studiarne il percorso.
Una volta all'esterno, inspirò a pieni polmoni l'aria salmastra del tardo pomeriggio. La temperatura mite le dava un certo sollievo e l'idea di dover organizzare un'uscita per il suo adorato nonno la colmava di contentezza. Era intenta ad ammirare il roseto ancora in fiore quando sentì una voce alle sue spalle.
"Perdonate? Sapete dirmi dov'è il Maggiordomo di Corte?"
La principessa si volse, sorpresa di non riconoscerne la voce ma, quando gli occhi si posarono sul di lui volto, ebbe un sussulto al cuore.
Il giovane uomo che le era dinanzi era una specie di visione. I capelli mossi e leggermente lunghi color del grano gli incorniciavano il volto angelico reso umano dall'accenno di barba, mentre gli occhi verdi spiccavano brillanti e colmi di malizia.
"Lord Exeter?" esordì lei con un accenno di stupore.
"Sì, sono io", rispose senza mutare l'espressione piacevolmente sorpresa, "ci conosciamo?"
"Sono stata davvero poco scortese se già vi siete dimenticato di me" replicò divertita.
L'espressione che egli le stava rivolgendo era in grado di metterle in subbuglio l'anima.
"L'unica persona che mi ha usato scortesia era la piccola e indisponente principessa di Beira, voi siete troppo graziosa e gentile per esserlo" sciorinò, con un sorriso fatto di sensuale ironia.
"Beh, forse non siete un attento osservatore, Lord Exeter, in vero sono semplicemente cresciuta" replicò senza smorzare l'insano sorriso che le modellava le labbra.
"Vostra Grazia!" esclamò lui, prodigandosi in un perfetto inchino prima di lasciar scivolare lo sguardo sulla di lei figura: "Vi assicuro che è molto evidente il cambiamento."
Quello sguardo irriverente e malizioso allo stesso tempo, ebbe il potere di mozzarle il respiro e di colorarle le gote con un lieve rossore.
"Oltre a essere diventata una giovane donna, con l'età siete divenuta anche meno tagliente?" seguitò il giovane con un sorriso furbo.
"Voi, invece, siete sempre il solito arrogante", ribatté spostando lo sguardo alle sue spalle, "come mai siete qua?"
"Ho scritto a mia sorella per avvisare" si giustificò il giovane perdendo un po' della sua sicurezza, "non vi ha avvisata?"
Maria Francesca di morse il labbro per trattenere la risata che la sua espressione mortificata aveva scaturito, ma il tentativo fallì miseramente. Era stranamente troppo felice per mostrarsi contrariata.
"Sì, ma la vostra lettera è giunta solo oggi" ammise tornando a guardarlo negli occhi.
"Avete finito di prendervi gioco di me?" domandò avvicinandosi di un passo.
Il cuore della principessa sussultò a quella vicinanza e il suo profumo di Sandalo e mare, intimamente la sconvolse.
"Non volevo prendermi gioco di voi" asserì con il fiato corto.
Perché non riesco a respirare?
"Bene", concordò fissando le sue labbra carnose, "sarebbe stato scortese da parte vostra."
Che labbra!
Gli occhi verdi si spostarono dalle labbra al petto e, notando il di lei respiro affrettato, sentì il proprio cuore aumentare la marcia nel petto.
Tornò con lo sguardo alle labbra e poi agli occhi, confuso e stordito da una tale bramosia. Non la vedeva da anni, non l'aveva neanche sfiorata eppure, tutto il suo corpo era stato invaso da scariche di desiderio. Un desiderio impossibile da appagare.
"È possibile vedere Margarethe?" domandò allontanandosi di molti passi.
Quel brusco distacco fu motivo di disagio per la giovane principessa, ma ovviamente non mostrò il proprio malcontento e rispose: "Certo, seguitemi!"
Sentiva la sua presenza al proprio fianco e un misto di emozioni le si agitavano dentro come mai le era accaduto. Non capiva cosa le stesse succedendo, ma sapeva che il proprio corpo non avrebbe mai più voluto allontanarsi da lui. Lo percepiva troppo nitidamente per non sapere, che era lui il motivo di tale brio.
*Mio spazietto*
Un altro saltello :-) Maria sta crescendo, ormai ha quasi quindici anni è una donna :-D
Vi piacciono i presta volto? Pian piano inserirò anche gli altri. Pensavo di cambiare la copertina inserendo lei, cosa ne dite? Faccio bene o faccio male?
Un grazie a tutti voi che state seguendo questa storia.
A presto!
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