Capitolo 23

Portogallo, settembre 1760

L'estenuante attesa dell'arrivo del marito, quella sera, per Maria si stava dimostrando più difficile del consueto ed era ben visibile, dall'agitazione che palesavano i di lei movimenti.

Continuava a misurare il perimetro della stanza con passi determinati, fermandosi solo in prossimità della porta comunicante con il comune disimpegno per ammirarla, indecisa sul da farsi.

Con un gesto repentino diede le spalle al legno e andò a sedersi su una delle due poltrone dinanzi al fuoco. Aveva fatto aggiungere la legna un paio di volte per rendere l'ambiente confortevole e fatto portare una bottiglia di Porto solo per lui ma, come la sera prima, non sembrava intenzionato a farle visita.

Fissò le fiamme per alcuni attimi prima di ripartire con la camminata domestica. Il dubbio, che si era instillato in lei al momento dell'arrivo della florida cugina, in quel momento le sembrava una certezza inaccettabile.

Inavvertitamente, a quel pensiero, il respiro le sfuggì dal petto e fu costretta ad andare alla finestra per respirare l'aria salmastra proveniente dal mare.

Si sentiva ferita, nonostante sapesse di essere l'unica responsabile di un tale allontanamento. Pietro l'aveva rispettata fin da subito, era stato paziente, accettando di buon grado anche quelle sere passate da soli in camera a parlare mentre lei, era stata semplicemente restia.

Cosa ho fatto io per lui? Si ritrovò a chiedersi mentre fissava il manto del cielo impreziosito da stelle, che sfavillava in quella notte tersa con una forma unica e incantevole.

Inspirò a pieni polmoni un paio di volte per calmare il suo animo turbato e, proprio in quel mentre, un inaspettato bussare la fece trasalire.

Deglutì a vuoto cercando di relegare l'angoscia in un angolino della sua coscienza prima di autorizzare l'accesso.

La porta del disimpegno si aprì con un movimento lento e la gioia che provò quando lo vide fu così intensa, da far fiorire sul di lei viso un sorriso esclusivo che egli non aveva mai visto.

La reazione nell'uomo fu immediata, tanto è vero che s'illuminò con la stessa espressione.

"Temevo non saresti venuto" ammise andandogli incontro.

"Sono stato già così folle ieri", ammise afferrandole le mani per posarvi un bacio, "non ricapiterà un simile errore. Mi sei mancata."

"Dovrei credervi?" replicò soddisfatta. "Mi sembravate molto contento di vedere vostra cugina."

Il timbro con cui pronunciò la frase vibrò sulle corde del sospetto ed egli lo intuì, rimanendone inebriato.

Un sorriso furbo gli illuminò il viso ringiovanendolo di dieci anni, "Non dirmi che sei gelosa?"

"Non dite sciocchezze!" troncò dandogli le spalle per andarsi a sedere sulla poltrona e non consentirgli di guardarle il volto.

"Dunque, se adesso me ne andassi non t'importerebbe" osservò, fermandosi dietro al suo schienale.

"Non sarebbe cortese nei miei riguardi."

Con un movimento calcolato Pietro si appoggiò allo schienale per sussurrarle all'orecchio: "Ammettilo, mi vuoi qui."

Il caldo respiro sul collo le causò un fremito che non riuscì a trattenere, come fu impossibile rallentare il battito del suo cuore, che aveva preso a scalpitare nel petto come una furia.

Ammirare l'innalzarsi di quella piacevole tensione dal corpo inaccessibile della moglie, per Pietro fu esaltante come null'altro prima di allora e, quella piccola breccia, lo incitò a colpire.

"Dimmi, cosa vuoi?" soffiò a fior di pelle, senza toccarla, ma gustandola con gli occhi riuscì a immaginarne la morbida consistenza.

La sentì deglutire a vuoto, prima di sospirare e tirare indietro la testa per ruotare il capo e guardarlo negli occhi. Erano talmente vicini che i loro respiri si fondevano in un istante.

"Cosa state facendo?" gli domandò umettandosi le labbra rese arse da quell'inusuale agitazione.

"Ancora niente, Maria!" ammise con un sospiro, lasciando correre lo sguardo sul suo viso accalorato. Le gote lievemente arrossate, gli occhi brillanti e le labbra socchiuse, unite al respiro leggermente affrettato, la rendevano ancora più bella.

"Allora sto male!" fiatò aumentando la profondità dei respiri.

Più osservava il volto del marito da quella breve distanza, più il suo corpo non reagiva in modo normale.

"Ti senti malata?" lo chiese senza riuscire a trattenere l'ironia.

"Vi prendete gioco di me quando io vi dico che non mi sento bene, siete ingiusto!" s'indispettì alzandosi in piedi.

Il movimento brusco le causò un capogiro, ma lui riuscì ad afferrarla senza alcuna difficoltà.

"Non so se siete più malata o maldestra?" la stuzzicò divertito, senza mollare la presa sulla sua vita.

Era la prima volta che la stringeva tra le braccia in quel modo così intimo e non aveva alcuna intenzione di lasciarla. Priva di costrizioni e coperta di una sola vestaglia, percepiva ogni sua morbida curva su di sé e non sapeva se esultare di gioia o piangere di disperazione.

Se ella avesse intuito i suoi pensieri, forse sarebbe fuggita all'istante.

"Dopo questa cattiveria potete lasciarmi" sussurrò con il fiato corto. Come per lui, anche per lei quel contatto era destabilizzante, un misto di piacere e terrore senza discernimento.

"Non ci riesco" ammise guardandola negli occhi, sentendo il proprio corpo smaniare, in bilico tra il desiderio, sempre più dirompente e l'accettazione, via via più lieve.

"Dunque cosa volete fare?" mormorò Maria, la voce spezzata dai respiri lenti e profondi.

"Baciarti", le confessò a fior di labbra, "fino a toglierti il respiro."

E bastò solo l'allettante minaccia per troncare il respiro a entrambi.

Senza neanche accorgersene, la donna socchiuse le labbra in trepidante attesa, accaldata, da un fuoco ben diverso da quello del camino. Si sentiva inchiodata da quello sguardo smanioso e da quelle travolgenti sensazioni che le avevano inondato il corpo.

Gli occhi di Pietro erano fermi su quelle labbra tremanti, che lasciavano sfuggire piccoli sbuffi d'aria calda aromatizzata al miele e che, sembravano supplicarlo ad agire.

L'uomo si morse un angolo del labbro inferiore indeciso, ma l'indecisione durò un solo istante, prima che il desiderio sopraffacesse ogni buon proposito di attendere. Avvinto dalla smania, agì senza riflettere.

Con deliberata calma scese sulla sua bocca, sfiorandola dolcemente come se fosse un bocciolo delicato. Non voleva spaventarla, ma non poteva resistere oltre: doveva baciarla perché ne sentiva il bisogno.

Bastò quel semplice tocco ed egli si sentì perduto.

Il cuore prese a battere a un ritmo furioso nel petto mentre il corpo, lasciato assopito da tempo, si era destato e richiedeva di più e con urgenza.

Invece di fuggire da quel contatto, Maria si lasciò avvolgere da esso e con mani timorose si aggrappò alle sue spalle imponenti per avvicinarsi maggiormente a lui.

Quell'aderenza le stava irradiando il corpo con una piacevole energia che era eguale solo alle sensazioni scatenate da quel bacio.

Sentì il cuore schizzarle nel petto e non poté evitare di smarrirsi nel turbinio delle emozioni, quando la mano di lui le risalì la schiena per poi discendere leggermente oltre i reni. Bastò quel tocco intimo per far sì che le labbra si schiudessero e gli lasciassero libero accesso. Non appena glielo permise, egli emise un gemito di puro piacere che fu in grado di smuoverle il ventre. L'abbraccio come il bacio inevitabilmente si fecero più audaci, sua moglie possedeva una bocca dolce e avvolgente capace di stordirlo. Era così calda e accogliente, da aver reso quell'inattesa reazione di lei un fuoco sopra una miccia.

Continuarono ad assaporarsi vicendevolmente in modo unico e autentico, trasportati solo dalle loro emozioni e da nessun pensiero. I loro respiri si fusero rendendo due individui una sola anima. Lo percepirono entrambi, ma ambedue non volevano interrompere la magia di quel momento con assurde congetture, desideravano solo viverlo come il più bello e inaspettato dei doni.

Dopo un tempo in quantificabile, fu Maria a fermarsi, ansante e assurdamente felice.

"Mi hai lasciata senza fiato!" accennò guardandolo in viso, mentre un sorriso le illuminava il volto.

"Anche tu!" replicò l'uomo con voce roca, sentendo il sangue nelle vene ribollire di passione.

Se solo non fossero giunti a quel momento in un modo così avverso, l'avrebbe presa tra le braccia e adagiata sul letto per perdersi in lei e lasciare che il respiro le si mozzasse in gemiti e suppliche, ma non era ancora sicuro che fosse pronta per quello e non voleva in alcun modo forzarla. Sarebbe stata lei a scegliere il tempo, lui poteva solo sperare e pregare che fosse vicino.

"Dunque sei già stanco?" trillò provocante e neanche se ne accorse.

Sentirla parlare in modo così confidenziale gli causò un guizzò nel petto che gli scaldò l'anima.

"Potrei andare avanti tutta la notte", ammise aumentando la presa sui di lei fianchi, "potrei tenerti tra le mie braccia per sempre."

Quelle parole, sussurrate a pochi centimetri dalla sua bocca, suonarono di aspettativa e passione ed ella non poté evitare di gioirne. Rimasero fermi a guardarsi negli occhi per un breve istante, prima che unisse le sue labbra a quelle di lui.

D'istinto più che di ragione, Maria gli circondò il collo per attirarlo più vicino mentre le loro labbra continuavano ad assaporarsi senza freno. Sentiva dentro di sé una necessità sconosciuta, dirompente, capace di annientare ogni dubbio pregresso e guidarla verso la sede della sua soddisfazione. Le mani della donna presero a scivolare smaniose sulla sua giacca, ansiosa di toccarlo e donargli le medesime sensazioni che lui le stava elargendo.

Un altro gemito fuoriuscì dalla bocca di Pietro, sopraffatto e impreparato a una tale iniziativa. Al colmo del desiderio la spinse con delicatezza verso la parete per premere il proprio bacino contro quello di lei e, a quella pressione, ella si lasciò sfuggire un ansito che mutò in gemito quando la mano del marito le risalì il fianco per sfiorarle la parte inferiore del seno.

"Sei... stupenda!" le sussurrò a fior di pelle, iniziando a discendere la linea sottile del collo con una scia di umidi baci.

Si era ripromesso di non farle pressioni, ma fermarsi volontariamente in quel momento, era impensabile.

Con un abile movimento la vestaglia della moglie rovinò al suolo e con essa, anche l'urgenza di lei.

"Aspetta!" fiatò rossa di vergogna e di piacere.

Pietro si bloccò all'istante come se fosse caduto in un lago ghiacciato.

Con un notevole sforzo si allontanò con il viso da lei, senza spostare le mani. Rimase in silenzio, guardandola dritta negli occhi, mentre nella mente regnava la più totale confusione.

"Non posso" aggiunse Maria, sostenendo con fierezza quegli occhi d'ossidiana.

Pietro sciolse l'abbraccio e indietreggiò di alcuni passi dandole le spalle, mentre con le mani si massaggiava il collo.

Non diceva nulla, a malapena si udivano i suoi profondi respiri.

"Pietro!" lo chiamò con una leggera esitazione.

Quel silenzio la stava annientando.

"Dimmi?" replicò dopo un altro momento di ostinato silenzio.

"Puoi guardarmi per cortesia" aggiunse sfiorandogli la spalla.

L'uomo si volse, sul viso un'espressione sofferente, che ella non avrebbe mai voluto vedergli.

"Ti capisco", mormorò con voce cupa, "dammi solo un momento."

Continuò a massaggiarsi il collo con un movimento sistematico e il suo era più un vano tentativo di calmarsi che una reale necessità.

"Perdonami, ma ora è meglio che vada" seguitò abbozzando un sorriso che le sembrò una smorfia di delusione, prima di darle le spalle e uscire dalla porta del disimpegno con una rapidità inaudita.

La principessa rimase affissare la porta con reale dispiacere, non era sua intenzione ferirlo e, tantomeno, desiderava un epilogo tanto insoddisfacente.

Titubò alcuni istante prima di raggiungere il disimpegno con passo affrettato e fiondarsi in camera di lui senza avvisarlo del suo ingresso.

Il cuore le mancò un battito non appena scorse la sua figura. Avida di conoscenza lasciò scivolare lo sguardo sul suo corpo poco vestito e, audaci, scivolarono sulla leggera peluria che gli copriva il petto e che convergeva in una striscia sottile verso il basso. I suoi occhi la seguirono fino a soffermarsi sui lacci allentati delle brache e deglutì a vuoto incapace di parlare.

"Maria, cosa ci fai qui?" domandò Pietro, sentendo l'eccitazione ritornare e infiammargli la pelle.

L'attento esame a cui lo stava sottoponendo la moglie aveva riacceso la scintilla.

"Sì" mormorò in imbarazzo, facendo risalire lo sguardo ai suoi occhi.

"Sì, cosa?" incalzò affondando i denti nella carne per trattenersi.

"Volevo solo precisare, che ho detto non posso. No, non voglio."

Gli occhi dell'uomo si sgranarono con piacevole sorpresa.

"Lo vuoi?" domandò piano, quasi con timore che la sua voce potesse spazzare via quell'ammissione.

La moglie annuì con un sorriso timidamente malizioso sulle labbra.

"Anche io" replicò semplicemente con il medesimo sorriso, fatto di desiderio, passione e aspettativa.

Maria gli regalò un altro sorriso che mostrava soddisfazione e speranze, prima di piroettare su se stessa e sussurrare un velato, "Buona notte!"

"Lo sarà di sicuro" mormorò Pietro con fiducia, sicuro, che avrebbe sognato la sua sposa.

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