Capitolo 3
Capitolo 3
Poliziotti?!
EDITH
«Diciotto euro per un Sex on the Beach, mi state prendendo per il cu...?!».
«SERAFINA!».
Pessima serata per uscire.
Il richiamo rancoroso di Micol, interruppe l’imprecazione della sua migliore amica; e questo implicò il salvataggio involontario della povera cameriera al nostro tavolo. La sventurata, terrorizzata a morte, si dileguò prima ancora che potessimo ordinare qualcosa - con le carte dei menù appresso.
Niente tè freddo per me a quanto pare.
Avevamo dovuto aspettare quarantacinque minuti interminabili per segnalare le nostre ordinazioni, più un’ora di fila per poter entrare e prendere posto. E tutto questo per cosa? Il night club più in voga di Milano non era nulla di eccezionale, per me. Le pareti grigio scuro, rosse e blu, confondevano gli spazi, falsando la reale capienza. Chissà perché si chiamava “Bianco” se di bianco non aveva nulla...?
Dedicai alla signorina uno sguardo deluso e sconfortato, ritornando alla fine ad accudire Noemi. Piangeva disperatamente tutte le sue lacrime su un povero fazzoletto, vittima sacrificale di tutto quel rammarico. Sospirai in silenzio. Ormai erano passate più di otto ore dal primo pomeriggio, e lei non si era ancora ripresa. Scomposta sul ripiano rotondo, come fosse stata una marionetta priva di fili, se ne stava seduta al mio fianco. Sembrava un’impresa colossale dissuaderla dal suo malumore e al contempo, sospettavo che avesse appoggiato l’idea di Serafina soltanto per non restare da sola, in casa, a guardare l’ennesima commediola romantica sponsorizzata da Netflix.
«Cosa?! Hai letto i prezzi dei cocktail sulla carta?! Sono indignata», si giustificò Fifì, sistemandosi il foulard nero attorno al collo e accavallando le cosce lunghe.
C’era una regola fra di noi. Quando uscivamo tutte insieme, sceglievamo un unico colore e indossavamo qualcosa - che fosse un accessorio o un indumento - della stessa tonalità prescelta, abbinandoci tutte.
Deglutii imbarazzata, guardandomi l’abito in dosso: fasciava i miei fianchi, esaltando le forme e lasciando intravedere più del necessario. Storsi la bocca inorridita dalla profonda scollatura, nascosta solo in parte dalla chioma sciolta - e che di solito tenevo legata. Non avrei mai dovuto indossarlo.
Non amavo il nero su di me, e decisamente non prediligevo i vestiti succinti. Mi innervosiva vestire qualcosa di tanto provocante, con l’ansia di apparire volgare; ma era un sacrificio che ero pronta a sopportare se avesse risollevato lo spirito della mia amica. Avrei sopportato qualsiasi scomodità pur di farla stare meglio.
«Non è questo il punto. Hai spaventato una ragazza!», le disse esasperata Micky, aggiustandosi il colletto del cappotto nero.
Le mie buoni intenzioni vennero eclissate dal battibeccare delle più grandi, illuminate da fasci di luce rosse e blu, a intermittenza.
«Potremmo concentrarci sulla fontana di Trevi qui presente invece che su come mi comporto con le cameriere disgraziate di questo posto, per favore?», domandò ironica, indicando Noemi col pollice.
Sbuffai inacerbita, afflosciadomi sulla sedia assieme a quest’ultima. Di questo passo il mio sacrificio non sarà valso a niente.
«Sei tu che ci hai trascinate qui!», tuonò a quel punto mia sorella.
Non uscirò mai più.
«Cos’è questa musica?», domandò improvvisamente Emy fra un piagnisteo e l’altro, tirando su col naso.
Note musicali, già udite, si levarono nell’aria che sapeva di limone, profumi costosi, alcol, e sudore.
I riflettori che si muovevano in direzioni sconclusionate si immobilizzarono di colpo, puntando al palco del locale, mentre le note della canzone familiare aumentavano in un crescendo di ritmo remixato.
Sgranai gli occhi nella penombra generale. Conoscevo la melodia! Often di The Weeknd.
Le luci si spensero di colpo, e il pubblico circostante, all’interno del Bianco, urlò estasiato. Cosa stava succedendo?!
Trattenni il respiro, inquieta, agitandomi sul posto. Tutta la sala sembrò farlo, in attesa di qualcosa di stupefacente.
E qualcosa accade. Cinque figure maschili, alte e slanciate, si stagliarono sul palco, schiarite appena da un alone luminescente e violaceo, incominciando a muoversi e ballare a ritmo di musica. Sembravano...
Poliziotti?!
*Angolino dell'Autrice*
Capitolo corto lo so ma solo perché il prossimo sarà più lungo <3
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