[2021] - È la scoperta più sensazionale del millennio! - Abel/El Fuerte
[Questa storia è pensata come seguito di 'Nightmare in a box', che scrissi non so più quanto tempo fa sempre a tema bromance Abel x El Fuerte. Sì, non è facile per me non shippare Abel con qualsiasi cosa sia dotata di respiro, ma con lui lo vedo soprattutto amico, non saprei dire perché.
SICURAMENTE NON C'ENTRA LA MOD-- E SE NON SAI A COSA MI RIFERISCO... Potrebbe trattarsi della VERA scoperta più sensazionale del millennio.]
[Aggiungo che questa storiella è un auto riferimento: la scoperta più sensazionale del millennio, quella che farà tra poco El Fuerte, è la stessa che ho fatto io questo sabato.]
***
"Benvenuto, amico mio!"
"Ah, che bello essere qui! Ma che razza di casa hai!"
Abel ha alzato un sopracciglio nella direzione del suo ospite, incerto sul significato da attribuire a quell'osservazione. Notando l'espressione sorniona impressa sul suo viso, però, ha compreso che era un modo scherzoso di fargli un complimento. Tipico di El Fuerte: il messicano si trovava da lui per una breve vacanza alla scoperta dei sapori francesi. Abel aveva ricevuto ordini precisi da lui: aveva insistito perché qualcosa fosse cucinato da lui secondo tradizione, che almeno una ricetta fosse inventata secondo il suo personalissimo gusto e che, infine, fossero usciti a mangiare nelle trattorie dei dintorni.
"La cosa che mi piace di più della tua dimora è il profumo che sento. Ti sei dato da fare, eh?"
"Eh già! Oggi mi sono dedicato ai dolci, perché è quello che so cucinare meglio. Domani penso di accompagnarti in giro per i ristoranti ad assaggiare le specialità provenzali, mentre alla città e al nord ci penseremo dopodomani. Ci stai?"
"Altroché! Mi sembra un sogno!"
Il più alto è scoppiato a ridere.
"Ti vedo ottimista riguardo alla mia capacità di organizzazione. Comunque devo avvisarti che sei il mio primo ospite, quindi non meravigliarti se combino qualche pasticcio"
"Ah, per me è la prima volta che vengo ospitato da un amico! Quindi non preoccuparti, dico davvero!"
L'ha accompagnato a fare un rapido giro per la casa. Si è trattenuto a lungo sulla stanza degli ospiti, che aveva sistemato in quell'occasione: l'arredamento era ispirato al minimalismo e ricordava gli anni settanta con le forme particolari dei mobili, che non sembravano particolarmente confortevoli - e in effetti non lo erano - perché non sarebbe mai rimasto in casa con un ospite.
"Bello quell'orologio!" Ha osservato improvvisamente El Fuerte, con un sorrisetto.
"Sì, pensa a come si abbina bene alla cameretta. Sembra che colui che me l'ha regalato abbia i miei stessi gusti" gli ha risposto prontamente il padrone di casa, che l'aveva sistemato là apposta per il suo arrivo. Gli ha fatto sistemare i pochi bagagli che aveva nell'armadio e ha continuato con il tour che finiva, oculatamente, in cucina.
Arrivati là, Abel ha invitato il suo ospite ad accomodarsi. Il tavolo era apparecchiato sin dalla mattina: l'elemento che richiamava principalmente l'attenzione era il prezioso liquore che pareva un centrotavola per merito dell'eleganza della confezione.
Ha spento il forno dove teneva al caldo le leccornie che aveva preparato e poi, indossati un paio di guanti da forno nuovi di zecca, ne ha estratto il primo vassoio.
"Queste sono pompe à l'huile e si mangiano tipicamente a Natale" ha spiegato, appoggiando il vassoio caldo sul sottopentola saggiamente preparato al centro del tavolo. Si è tolto i guanti e ha riempito due calici con del vino cotto, prima di sedersi accanto al suo ospite.
Ha preso un dolce e l'ha spezzato, porgendogli con un sorriso una delle due metà. L'ha poi osservato addentarlo e assumere una specie di espressione d'estasi mentre lo masticava. Ha accettato i suoi complimenti con serietà e ha atteso che vuotasse il bicchiere prima di alzarsi, rimettere i guanti e servire la specialità successiva.
Si trattava di una torta in miniatura, ricoperta da scaglie di mandorla e con una decorazione a forma di gallo fatta con lo zucchero a velo.
"Questa si chiama chanteclair" gli ha detto, poggiando il vassoio al posto del precedente. Ha fatto tagliare a lui una fetta della dimensione che preferiva e, nuovamente, ha osservato con soddisfazione la sua reazione all'assaggio. Non potendo resistere oltre al richiamo del suo superalcolico preferito, poi, ha proceduto a stappare il cognac e versarne una quantità a dir poco generosa nei calici vuoti da ormai troppo tempo.
"Ovviamente sono tutte mie interpretazioni delle ricette, nel senso che in pasticceria ne puoi trovare esempi migliori" ha mormorato nel mentre.
"Dacché sei francese, sicuramente stai facendo giusto. È il gusto della tua terra che cerco e solo tu puoi inserirlo in una ricetta. E devo dire che la Francia mi sta piacendo assai."
Abel si è permesso di ridacchiare.
Ha continuato a sfornare una specialità dopo l'altra: la couve, dall'aspetto dozzinale per sua natura, la tarte tropézienne sebbene in miniatura e infine il pain coing.
"Questo conclude la mia interpretazione della tradizione" gli ha detto, riempiendo nuovamente i calici di cognac e vuotando il suo poco dopo.
"Ti farei sciacquare la bocca con questo, prima di assaggiare quello che ho inventato per te."
L'ospite ha eseguito senza lamentarsi - in compagnia del goloso padrone di casa - e, quando gli è stata servita un'incantevole composizione di biscotti, si è messo a ridere.
"Mi aspettavo qualcosa di più elaborato!"
"Nah," gli ha risposto il cuoco, versandosi ancora un po' di liquore. "Mi sono concentrato sugli ingredienti, in particolare ho usato il mio preferito. Ma devi indovinarlo da solo, signor elaborato."
Il messicano ha avvicinato un dolcetto al naso.
"Sa di cocco" ha osservato, beccandosi un'occhiata scocciata.
L'ha addentato, scoprendolo estremamente morbido e al gusto inaspettato di cioccolato.
"Non si sentono fibre nell'impasto! Come hai fatto?" Gli ha chiesto, con la bocca ancora piena.
Vuotando il bicchierino con un unico sorso, Abel si è voltato verso la dispensa. "Aah, sapevo che sarebbe stata una novità anche per te" ha detto, prendendo un barattolo dal misterioso contenuto perlaceo e piazzandola al centro del tavolo, sotto lo sguardo attonito dell'altro.
"Olio... Di cocco?"
Il padrone di casa si è seduto al suo posto e, allungando il braccio, ha aperto il cassetto delle posate per prelevarne un cucchiaino da caffé.
"Indovina quanto ne ho usato per dare un profumo simile alla mia super ricetta."
"Un solo cucchiaino?"
Abel si è lasciato sfuggire l'ennesima risata. Ha aperto il barattolo e sporcato la punta del cucchiaino con l'olio là contenuto.
"Questo", ha infine sentenziato, allungando il cucchiaino verso di lui.
Mentre il cuoco e luchador annusava la sostanza a lui sconosciuta, Abel si è versato l'ultimo bicchiere di cognac che avrebbe potuto sopportare e l'ha vuotato, facendo schioccare la lingua al termine.
Nel frattempo, dopo aver leccato il cucchiaino sporco d'olio, El Fuerte ha preso un altro biscotto e l'ha mangiato tutto intero. Si è alzato in piedi e ha guardato l'amico con gli occhi spalancati: "Ma è la scoperta più sensazionale del millennio!" ha esclamato, iniziando a saltellare per tutta la cucina. "Mi vengono in mente infinite ricette possibili! Adoro quest'olio!"
"Non sei l'unico. A me piace semplicemente per il suo profumo, ma esiste quasi un culto attorno alle sue proprietà"
"E pensa che non lo conoscevo! Come ho fatto a vivere senza? Il mio ristorante farà un salto di qualità! Grazie!!"
Il francese si è grattato la nuca, leggermente imbarazzato.
"Stai calmo, vedrai che troverai qualcosa di altrettanto interessante nel giro che faremo domani."
"Ahh, ne dubito! Ma voglio provare lo stesso"
"Già, ci avrei scommesso."
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