[2019] - Salverai il Mondo - Rose

Ahh, Palazzo Mistero: casa dolce casa.
Rose si è finalmente lasciata andare sulla sua poltrona preferita, rosso fuoco, dietro un grazioso tavolino a mezzaluna dipinto dei colori più incantevoli del pianeta. Ha guardato stancamente fuori dalla grossa bifora, sul giardino di sua proprietà, ove aveva piantato col passare del tempo le piante che più le piacevano, e per ognuna delle quali aveva sistemato qualche aspetto. Un ruscello scivolava pigramente ai piedi del salice piangente, arrivava sotto un ponticello per uscire oltre la cancellata di fianco ad un pioppo rigoglioso, in direzione del mare.
Poteva vedere anche quest'ultimo dalla finestra, ma non udiva il rumore delle sue onde: i doppi vetri erano chiusi e attorno a lei aleggiava un silenzio totale.
Ha rilassato le spalle ed allungato le gambe sul tavolino. Tornava da un viaggio lunghissimo, spossante, e in più erano settimane che faticava a dormire; qualcosa la perseguitava, qualcosa che non sapeva identificare ma che la infastidiva davvero molto.
Non era ancora riuscita a concludere neppure una lettura di carte. Anche questo aveva alimentato la sua inquietudine; stava aspettando di ritrovare qualche forza per tentare nuovamente.
Ha accettato il caffè che un cameriere le ha offerto, e ha aperto un libro mentre sorseggiava, rimanendo immobile dov'era. Chissà da quanto era là; era uno dei tanti manuali di divinazione che teneva sia per sé che per eventuali discepoli a cui insegnare la sua arte, un giorno.
Non aveva idea del loro luogo di origine o della modalità con la quale erano giunti a Palazzo Mistero; c'erano e basta, ed erano tutti utili e molto seri.
Ha guardato le descrizioni di tutti gli Arcani senza leggerle, poiché le conosceva a memoria, e poi ha richiuso il volume rilegato in pelle rossastra.
Basta, era pronta. Si sentiva quasi sicura che stavolta sarebbe andato tutto bene, e la divinazione sarebbe riuscita.
Nessun inserviente ha osato disturbarla mentre attraversava i corridoi blu e azzurri tempestati di stelle in foglia d'oro sulle volte, saliva innumerevoli gradini strisciando la mano destra sul corrimano bronzeo, e infine si rinchiudeva con un gran frastuono nella sua Sala Studio.
Solo Miriam, la sua serva più fidata, aveva accesso là ed era suo compito specifico tenere pulita ogni superficie orizzontale esposta, tralasciando il minimo contatto con qualsiasi altra cosa.
Quindi si è seduta al tavolone marmoreo che dominava la stanza col suo colore chiaro e la sua lucentezza, e ci ha poggiato sopra il suo mazzo.
Ci ha messo quasi quaranta minuti, soprattutto per l'esitazione che sovrastava ogni altra emozione in lei; ma è riuscita a carpire un messaggio da tutte le figure che l'osservavano, gravemente, dal tavolo.
«C'è una sola via per agire.» Aveva quest'abitudine di mormorare quanto leggeva nei Tarocchi, come se lei stessa avesse bisogno di sentirselo dire, come se non lo stesse leggendo per sé, e tantomeno lo stesse leggendo lei. Si sdoppiava per non lasciar sfuggire neanche un senso possibile. «Non puoi aspettare oltre. La Morte, aspra, è fuori dalla tua porta, la Stella è capovolta: ti attendono tribolazioni. Ma se riesci a proteggere colui che combatte il diavolo...»
Ha voltato l'ultima carta e portato una mano alle labbra, in un gesto di estrema incredulità e fors'anche di paura.
«Salverai il mondo...» Ha concluso, poggiando la schiena alla sedia e sospirando. Sapeva perfettamente chi era intento a combattere il Diavolo, ovvero la tentazione: Ryu.
Ma sapeva anche molto bene che la Vittoria vicina alla Ruota della Fortuna e alla Morte non aveva un buon significato. Era sinonimo di sacrificio e di sofferenza, prima che di vittoria in senso stretto.
Il messaggio era chiaro; non poteva aver sbagliato alcunché. Era giunto il momento dell'azione - della vera azione. Addio, Palazzo Mistero: trovare Ryu non sarebbe stato facile - questa era una delle sue caratteristiche principali - e ancor meno convincerlo del messaggio che aveva ricevuto; quindi l'attendeva un altro periodo di assenza da casa. E chissà se sarebbe tornata.
Addio: non c'era tempo per rimandare. Non c'era scelta.
Così ha indossato la sciarpa gialla, e se ne è di nuovo andata per le strade del mondo. Semplicemente. Come soltanto lei poteva pensare di fare.

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