[2019] - Hai paura? - Charlie Nash
Ha preso un altro sorso di scotch, appoggiato il bicchiere sul tavolino, ricacciato il viso tra le pagine di quel libro che non stava affatto leggendo: così per una mezza dozzina di volte.
Quel sogno era venuto a disturbarlo di nuovo e non riusciva a sintonizzarsi su pensieri che non lo riguardassero: bel modo per sprecare il giorno libero.
Questa volta aveva però qualcosa di diverso, sconcertante, qualcosa che lo perseguitava profondamente.
Come sempre era in una base Shadaloo, in mezzo a mille ostacoli, correva senza motivo, e si trovava la strada sbarrata da un pezzo di ferro rovente. Un topos, ormai, per lui. Ma questa volta non ha udito l'orribile risata di Bison e non ha cercato di evitarla tappandosi le orecchie: la voce ch'era intervenuta non giungeva dall'aria tutta intorno a lui, ma da un punto ben preciso e soprattutto da labbra vere, di carne, forse fin troppo reali.
Era quel ragazzo che aveva salvato ad averlo "visitato".
«Hai paura?»
Ecco cosa gli aveva mormorato all'orecchio, domanda inappropriata, detta nel momento meno opportuno e in modo assolutamente fuori luogo. Aveva parlato con un timbro roco, quasi sensuale, e gli aveva fatto tale domanda innescando dentro la sua anima "disinibita" migliaia di dubbi. Piacevole e perturbante. Udendo nuovamente dentro sé la frase, detta nel medesimo modo, ha sentito un brivido scendere lungo la spina dorsale.
Ma che mi succede?!
Ha chiuso il libro con un colpo secco e ha fissato lo sguardo, attraverso le lenti degli occhiali da vista, al cielo vagamente nuvoloso. Non aveva alcun dubbio - non che ne avesse mai nutriti - sulla sua situazione; era consapevole di aver "perso la testa" per quel giovane. Era perdutamente innamorato di lui, dei capelli biondi che non aveva la prima volta che s'erano incontrati, del corpo che s'è riempito in poco tempo diventando il triplo di quel che era, di nuovo, quella volta.
Nondimeno, quell'occasione è stata l'unica. Nel senso, sì, che non si erano mai più incontrati.
Nash non aveva resistito all'impulso di informarsi sul suo conto, di tenerlo d'occhio di nascosto, e foto su foto gli avevano dato l'impressione di conoscerlo per davvero. Non aveva potuto evitare quest'effetto collaterale di fare il "bene".
Si vergognava tanto quanto si beava di questa sensazione che mai aveva avuto modo di provare prima. Il sentimento ch'era impossibilitato a dichiarare - questo sogno irrealizzabile, chimera, dolce illusione - riempiva ogni sua giornata come mai nulla prima.
Il sentimento d'odio per Master Bison, ha realizzato, s'era inasprito dopo il salvataggio di quel poveretto; si rendeva conto solo ora di essersi innamorato di Abel dal primo momento, ma forse sarebbe stato meglio non accorgersene mai.
Ha nascosto il viso tra le mani, sospirando. Come avrebbe mai potuto eguagliare il suo sottoposto e migliore amico, Guile? Lui viveva ogni cosa con razionalità, il suo animo sembrava organizzato matematicamente. Sembrava un mare - per quanto burrascoso in superficie, il livello dei suoi sentimenti rimaneva sempre identico. Non importava la profondità del fondale, del fondamento degli stessi; li sapeva equilibrare fino a dare ad ognuno di essi la medesima importanza. Stava crescendo una bimba splendida e beneducata, aveva una moglie intelligente e bella, e aveva una carriera in rapida ascesa, con ogni merito. Si impegnava sia a casa, sia al lavoro e dava sempre il meglio di sé: ma com'era possibile?!
Lo invidiava molto per queste abilità, eppure non trovava abbastanza forza di volontà per cambiare. Stava bene nella sua pelle. Un amore non corrisposto era probabilmente tutto quanto poteva permettersi - nonché il miglior incentivo possibile a impegnarsi, in ogni campo. Era dolce come miele ma al contempo doloroso come una scottatura; lo riempiva di melanconia e gioia, gli dava un valido motivo per il quale vivere e uno per il quale dare la vita.
Ma cosa dipendeva da lui, in tutto questo?
Ha preso di nuovo in mano quel bicchiere e l'ha svuotato in un sorso. Quasi sicuramente lui non aveva potere alcuno contro il processo di autodistruzione che questo sentimento aveva fatto iniziare dentro di lui; perché non sperare in un miracolo legato ai poteri dell'alcool..?
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