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Desiderio di morire di libertà di spensieratezza di fuggire dai problemi trascinati li hanno tra queste fredde e gelide pareti occludenti sogni speranze e desideri anche di morte anche di libertà di redenzione e di sanità un giorno un mese un anno futuro che non arriverà mai occhi sognanti occhi desideranti bianchi neri azzurri o verdi ma tutti colmi di lacrime colmi del sole che fissano incuranti del danno loro provocato retine danneggiate bruciate oscurate distrutte polverizzate dal calore dal colore dall’energia della stella che domina il nostro cielo azzurro da cui sono stati privati sotterrati seppelliti dimenticati e mai liberati ma esclusi incatenati inangolati inglobati ingoiati nelle stanze nelle camere nei soffici cuscini bianchi riflettenti il giallo colore della vita della libertà il sapore delle nuvole dell’aria montanara dei pini che mai né mai assaggeranno o hanno assaggiato l’odore del fresco vento brezza marina corrente nella vallata che sposta le acque del torrente serpeggiante tra colline soavi e montagne imponenti quali totem del nostro mondo antico ormai morente malato ma libero non rinchiuso in bunker segreto lontano sussurrato e mai dichiarato per paura di essere disturbante sconvolgente non accomodante e probabilmente neanche troppo regolare ma minimale e bianco candido come panna zucchero latte vestito da sposa e margherite colta nel prato di fronte profumante camomilla calda d’estate o d’inverno nella neve ovattata che conosce le urla di terrore e di paura e di sofferenza e tormento dei malati grandi o piccoli o uomini o donne che siano sconvolgenti nella loro anormalità nella loro responsabile ordinata disordinata follia consapevole o inconsapevole ma tutti col nero in testa il marcio l’oscuro il rumore assordante della vita dell’infanzia della crescitaa sofferta mal curata maL contata mai ascoltata e assordata pazientata e dismessa o raccontata nero tremore rumore orrore vibrare tuonare picchiare morire o desiderare di poter volare lontano volare vicino semplicemente liberare donare l’anima al divino al buono al vicino o a un bambino dolce carino candido e puro senza suoni in testa senza tremori vibrori rumori o tempeste infuocate solo la voce di una madre amorevole accompagnante l’infanzia sana pulita senza conseguenze se non la felicità di esso e di essi con lui quindi loro e non noi loro con lui dopo di noi ma con noi la nostra anima dannata donata pulita e dimenticata dimenticante suoni rumori urla e fragori tensioni malori strazi senza valori

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