4. Silver Chariot (Seconda parte)

-Sei davvero un formidabile spadaccino...- Disse Avdol, senza perdere fiducia nelle sue capacità. -Ma prima di minacciarci, non dovresti almeno presentarti, Signor...?- il ragazzo albino poggiò una mano sul fianco, raddrizzando la schiena. -Mi chiamo Polnareff. Jean Pierre Polnareff.- Sul suo volto si stampò un ghigno beffardo.

Con un cenno dell'egiziano, le fiamme divorarono per metà il tavolino. -Vedi, mio caro Polnareff... Le mie fiamme non bruciano come il fuoco naturale. Obbediscono alla mia volontà; anche per questo il mio stand si chiama Magician Red.- Polnareff sbuffò, e per dimostrare le sue abilità per controbilanciare, lanciò in aria cinque monete, infilzandole una dopo l'altra, intervallandole a delle piccole fiamme.

Thatiana si avvicinò non curante al suo fianco, guardando il vuoto. -Come ti chiami ragazza?- Chiese, aspettando poi una risposta dall'aria. E per lei, l'aria rispose. Fece per allontanarsi di nuovo, sotto lo sguardo stranito degli altri. Lo spadaccino quasi ringhiò, poggiando la punta della spada sulla schiena della ragazza. -Cosa credi, che ti lascerò andare così facilmente?- Thatiana girò la testa leggermente, lo sguardo posato sul suo petto, sul suo cuore. -Cosa penserebbe la piccola Cherie, se ammazzassi una povera ragazzina cieca senza difese?-

Il fioretto tremò, l'altro la guardò incredulo e con il cuore a mille, il respiro fermo. Lei si allontanò canticchiando verso la porta, seguendo le anime degli altri clienti che, ignari di tutto, avendo visto il fuoco si erano precipitati all'esterno. -Andiamo, conosco un posto dove potreste sfidarvi alla pari!- Disse lei, allegra, tenendosi alla manica di Kakyoin appena lui uscì.

Arrivarono lentamente al Giardino del Balsamo della Tigre, spazioso, quasi surreale con le sue statue di animali che animavano il luogo. I due iniziarono a combattere, le stoccate di Silver Chariot che sembravano una più veloce e potente dell'altra. Forse le parole di Thatiana l'avevano solo fatto infervorare di più. D'altra parte, Magician Red non accennava ad usare le sue fiamme, fino a che gli attacchi non si fecero davvero insostenibili, ma esse vennero deviate e dirette contro un altro masso, che prese le forme dello stand di Avdol.

Il suo stand si preparò a sferrare il suo attacco più potente, "Cross Fire Hurricane", ma le fiamme si rivoltarono contro lo stesso utilizzatore alla prima mossa di Polnareff, bruciandolo tanto le fiamme erano potenti. Il fioretto fece il resto, tagliandolo in più pezzi, ma essi si scoprirono essere solo della statua scolpita poco prima, a cui Avdol aveva fuso le giunture per renderla mobile, anche se per poco tempo. In quell'attimo di contatto le fiamme hanno avvolto Silver Chariot, finendo per farlo bruciare insieme al suo portatore.

L'intera armatura di Silver Chariot saltò via, lasciando solo un'esile, ma veloce, scheletro. Polnareff venne sorretto in aria da esso, e sembrava quasi volasse tanta la sua velocità. Era così veloce che Avdol non riusciva a stargli dietro in nessun modo, nessuno riusciva a distinguerlo distintamente, e non riuscivano a capire qual'era lo stand corporeo e quali le immagini residue.

Nessuno ci riusciva, tranne Thatiana, perché per quanto il corpo possa apparire sdoppiato, la sua anima non può moltiplicarsi. Polnareff in poco tempo puntò il fioretto alla gola dell'egiziano, premendo la punta sulla sottile pelle che copriva la giugulare, poi l'aria sembrò mancare, spostarsi, addensarsi verso la ragazza. Essa si condensò in una figura eterea dalle tonalità azzurre, i lunghi capelli scuri, l'unica cosa che aveva una tonalità differente erano gli occhi, di una sfumatura d'argento.

La figura sbattè le palpebre poche volte, era una ragazza carina, sui quindic'anni, ed aveva un sorriso gentile stampato sul volto. Polnareff lanciò un urlo, cercando di allontanarsi dalla ragazza. Inciampò sui suoi stessi piedi, senza riuscire a staccare il suo sguardo dalla figura, che sembrava fondersi con Thatiana. Essa aprì la bocca, sorridendo gentilmente all'uomo coi capelli bianchi: -Fratellone...- Sussurrò. La voce candida come la neve, ma con un leggero eco, come se fosse lontana.

Polnareff si rialzò a fatica, tremava. L'atmosfera circostante si era fatta pesante, e quasi buia, come se il Sole avesse abbassato la sua luce per permettere a tutti di distinguere bene la figura della ragazza. -C-Cherie...- Balbettò lui, cadendo in ginocchio davanti a lei. Cercò di afferrarle una mano, ma essa la attraversò. Era incorporea. -Fratellone mio... Cosa ti ha fatto quell'uomo...? Perché agisci così?- Raccontò tutta la storia. Lei c'era. Lei aveva visto tutto, quando Dio aveva innestato il germoglio di carne nella fronte di suo fratello. -Vi prego!- Esclamò. Persino le lacrime erano di una tonalità azzurra. -Vi prego perché lo liberiate dalla sua prigionia, da quel momento ha smesso di essere mio fratello! Quello che avete davanti è solo un ammasso di muta ed incontrollabile rabbia e sete di vendetta... E mio fratello ne è intrappolato all'interno!-

L'uomo coi capelli d'argento balbettava, parlava a monosillabi, non riusciva a mettere insieme un solo pensiero. Poi la figura azzurra scomparì, la luce sembrò colmare di nuovo quello spazio vuoto, e Thatiana cadde a terra, stordita.

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