13. The Lovers

Lo scontro con Steely Dan forse sarebbe stato più emozionante, se quest'ultimo avesse ascoltato l'avvertimento di Thatiana.

Iniziò tutto quando il Signor Joestar volle fermarsi per prendere dei kebab lungo la strada. Hol Horse era addormentato con il cappello sugli occhi, lui e Polnareff non erano riusciti a chiudere occhio, anche se per motivi diversi. Il francese non dormiva nemmeno in quel momento, troppo concentrato a fissare il nulla. Lui, la vecchia Enya e quel cowboy da strapazzo erano stati messi vicini, e Polnareff gli avrebbe volentieri tranciato la gola senza dire niente a nessuno, se non avesse dovuto fare una promessa a Thatiana sotto tortura -gli stava per strappare i capelli a mani nude, insomma!-, mentre Jotaro e Kakyoin erano seduti tranquillamente davanti e lei era addirittura affianco al signor Joestar alla guida con la scusa che stava male nelle curve.

Poi ad un certo punto la vecchia Enya aveva iniziato a dimenarsi, spaventata, ed a farneticare qualcosa puntando lo sguardo all'uomo dei kebab, quando all'improvviso dei tentacoli avevano iniziato a possederla e l'avevano uccisa. Hol Horse non era stato preso a sua volta solo perchè non lo aveva riconosciuto il possessore di stand che si rivelò poco dopo. Si sentì una leggera risata, ed il turbante del venditore di poco prima cadde. Ci fu una baraonda enorme, ed alla fine, non avendo informazioni sulla ragazza e pensando fosse solo una cieca indifesa (ormai era d'abitudine pensarlo per gli scagnozzi di Dio), inserì il suo stand dentro di lei. Non lo avesse mai fatto.

Thatiana, una volta che lui finì di parlare (non che non sapesse già come funzionasse, ma per cortesia lo ha lasciato finire), andò verso un'idrante e vi sbattè con tanta forza la gamba da lasciarvi l'impronta. Si sentirono diversi crack ed un urlo da parte di Steely Dan, che stava a terra, dolorante. La ragazzina andò verso di lui senza problemi, iniziando a rompersi le ossa delle braccia con dei semplici pugni.

Joseph non sapeva se essere ammirato o disgustato, soprattutto quando lei si diede un pugno talmente forte alla pancia da far vomitare il portatore di Stand, che terrorizzato ritirò il suo stand e si trascinò via. Thatiana si girò verso di loro e scrollò le spalle con nonchalance, mentre le sue ossa si riaggiustavano lentamente.

Il prossimo sarebbe stato l'ultimo hotel prima del deserto, e Joseph e Thatiana stavano discutendo sulle camere.
-Sicura che sia una buona idea?-
-Oh certo. Jotaro e Kakyoin sono coetanei, quindi sono adatti a stare insieme in camera, mentre io e te dobbiamo discutere delle prossime tappe. Hol Horse è sotto la mia promessa, e lo stesso Polnareff. Andrà tutto bene, vedrai.-

Non andò tutto bene. Polnareff protestò con tutte le sue forze, servì Jotaro per tenerlo a bada come si doveva, ma alla fine fu costretto anche lui a collaborare, tutto per vendicarsi di Dio.

Appena entrò nella camera, Hol Horse era già lì, sul letto, a rattoppare con ago e filo un vecchio buco nel cappello. Polnareff si chiese perché non lo buttava direttamente mentre si sedeva sul suo letto, dandogli le spalle. Il cuore gli batteva a mille al solo pensiero che al suo posto poteva esserci Avdol, ed i suoi occhi bruciavano di lacrime di rabbia e rimpianto.

Hol Horse aveva visto la sua scenata prima, ed aveva preferito stare in silenzio, con l'aria cupa, sebbene sentisse una vecchia cimice che lo rosicchiava dall'interno. Eccola lì, la rappresentazione di tutti quelli di cui ti fidavi. La mise a tacere con un brusco movimento del braccio che teneva l'ago, causandogli non solo una ferita, ma un'altra scucitura sul cappello, che gli fece sfuggire una sonora imprecazione.

Polnareff lo fulminò con lo sguardo, per poi ridacchiare.
-Sai, spero davvero che i tuoi amichetti vengano a prenderti mentre dormo. Non potrebbero dirmi niente, ed il mondo avrebbe una merda in meno di cui liberarsi.- non ottenne nessuna risposta, nemmeno una frecciatina, o un occhiataccia, e questo non fece altro che farlo arrabbiare di più.
-Perché non rispondi? Dì qualcosa, maledizione!- La frustrazione che lo consumava.

-Non voglio, ecco perché.- Fu la sua risposta secca. Anche lui sentiva l'ansia di una giornata intera pesargli sulle spalle, e non vedeva l'ora che tutto quello finisse.
-Non vuoi. Non vuoi!- Polnareff si ritrovò ad urlare. -Non vuoi come non volevi uccidere Avdol?!-
-Cosa vuoi da me?!- Rispose infine l'altro, esasperato e sull'orlo dell'esaurimento nervoso.
-Voglio sapere perché.- Finalmente si era deciso a cavarsi quel tarlo dalla testa. -Perché da Enyaba mi hai avvisato e salvato?-

Hol Horse rimase spiazzato per un secondo. Non lo sapeva neanche lui con precisione, a dir la verità.
-Io non... Non lo so. Pe...pensavo che mi avresti tirato fuori da quella situazione...- Rifletté per un secondo, poi scosse la testa -senti, non so cosa sia successo fra te e J.Gail, ma io non ero suo amico. Mi sono immischiato in una cosa più grande di me e cercavo di sopravviverci, tutto qui.-
-Ha ucciso mia sorella!- l'urlo che ne venì fuori dopo non era alto, ma carico di rabbia, così carico che Hol Horse sentì come una spinta all'indietro, unito ad un moto di empatia.
-Mi ha portato via l'unica cosa che amavo dopo che i nostri genitori morirono!- Il tono di voce si era abbassato, ma lo sguardo di disgusto era più intenso. Polnareff sentì come se il suo corpo fosse trattenuto da qualcosa, e capì che gli effetti della promessa si erano attivati. Aveva persino richiamato lo stand, tanto era la voglia che aveva di sgozzarlo.

Senza dire altro, il cowboy si girò nel letto, dandogli le spalle e cercando di dormire. Il francese fece lo stesso, ma a differenza dell'altro, riuscì ad addormentarsi.

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