capitolo 91 - doppio

Doppio

Chloe

Sono in balia di una tempesta, scossa da emozioni che mi travolgono come onde violente, acque cristalline che imprigionano il mio cuore, lui è tutto questo, lui mi fa provare tutto questo.

Paure, speranze, amore, desiderio, fragilità e forza.

Mi sembra di vivere alla deriva, naufragata a causa di sentimenti contrastanti, lui è l'isola che vedo se guardo l'orizzonte, Andrea è l'unica salvezza, l'unica scelta da fare.

Dovrei mantenere le distanze, dovrei essere più forte, dovrei proteggermi, ma è troppo tardi, non posso più farlo, non voglio più farlo, soccombo a questi sentimenti che sono veri, più forte di me, consapevole di non poter più mentire a me stessa.
Che importa se le paure torneranno, se ci sarà ancora da lottare per raggiungere la felicità, per potermi fidare di lui come un tempo, per ora mi fido di questo, della magia che si crea quando siamo insieme.
Sento il battito del suo cuore, prorompente, sotto il palmo della mia mano, leggo emozioni vere in quell'oceano che mi guarda come un tesoro inestimabile, sento la passione pura nel modo in cui mi bacia, la sua urgenza di fondere i nostri corpi, i nostri cuori, da come mi stringe a sé.

Andrea è la mia perdizione, ed io, voglio viverla.

Le sue labbra sono il mio peccato, ma voglio peccare gustandole, anzi assaggiando ogni centimetro del suo corpo muscoloso, ed è ciò che faccio.
La mia lingua traccia una linea dall'incavo del suo collo fino al lobo dell'orecchio, che intrappolo fra i denti, subito le sue mani possenti stringono i miei glutei e non posso ignorare il fremito che provo nel sentire il suono gutturale che emette involontariamente.
Apro la camicia blu scuro che indossa, bottone dopo bottone, pregustando ciò che le sue iridi stanno immaginando, un film vietato ai minori.

Niente e nessuno potrà dividere ciò che il destino unisce, neanche i nostri errori o le nostre paure, ora lo so, io sono sua e lui è mio.

Faccio scivolare lungo le sue braccia il tessuto morbido che si posa sul pavimento provocando un rumore sordo, ammiro la sua pelle e accarezzo, dapprima con lo sguardo e poi con la mano, i pettorali e l'accenno di addominali.
Sogno di percorrere con la mia lingua ogni quadratino che ho davanti gli occhi, e lui, come se mi stesse leggendo nel pensiero ridacchia per la mia espressione.

Inizio a baciare il suo collo, poi scendo lentamente sulla clavicola, arrivo al pettorale, continuo il mio assalto e quando arrivo alla sua cintura, che blocca i miei baci umidi, alzo gli occhi verso i suoi, velati di eccitazione.
Continuo a mantenere questo incastro fra le nostre iridi, ma le mie mani, determinate e ansiose, armeggiano con i bottoni dei suoi pantaloni.
Ancora accovacciata lo osservo dal basso, mentre trascino i suoi jeans e l'intimo fino alle sue caviglie.
Morde il labbro, e vorrei farlo io, però al momento ho altro in mente.
Afferro la sua erezione ed inizio a torturarlo, il movimento è lento dapprima, per poi aumentare l'intensità, poco alla volta.
Mi godo la visione dell'uomo che amo in balia delle emozioni che io gli sto provocando, e questo mi spinge a osare, senza vergogna l'assaggio.
Andrea inizia a guardarmi sorpreso ed io, voglio liberarmi da ogni tabù, e questa mossa sembra essere molto apprezzata dall'uomo che ora inclina la testa portandola indietro.
«Mi stai facendo impazzire.»
Quasi non riconosco la sua voce, e mi piace che sia io a mandarlo in tilt.
«Ora basta, tocca a me.»
Il suo sguardo peccaminoso prospetta cose interessanti, mi lascio travolgere da fantasie che so stanno per diventare realtà, travolgere da emozioni mai provate prima che quest'uomo piombasse nella mia vita per sconvolgerla.

Andrea

La donna che mi ha sorpreso e stordito i sensi, con il suo erotismo, facendomi temere di poter avere un orgasmo ancor prima di iniziare, grazie al gesto appena fatto, si alza dalla sua posizione fatale continuando a fissarmi con lussuria.
Non le do modo neanche di respirare, spezzando ogni battito incontrollato che risuona nel suo petto, riesco a sentirlo fin da qui, come tamburi in una canzone rock.
Strappo con un movimento deciso e potente i bottoni della sua camicia bianca, li vedo volare in aria provocando subito dopo piccoli suoni sparsi, una volta arrivati a terra.
Lecco le mie labbra mentre fisso il suo seno intrappolato in questo pizzo bianco, totalmente eccitato.
Mi prudono le mani se non la tocco immediatamente.

La tiro verso di me facendo scontrare i nostri corpi, la sento trattenere il respiro mentre il suo seno, che si alza e abbassa ritmicamente, è alla mia mercé.
La mia lingua traccia tutta la pelle esposta, ma non mi basta, abbasso una spallina e lo strato di pizzo che mi separa da quel bottoncino turgido che dopo pochi istanti mi diverto a torturare con i denti, piccole compressioni per poi lenire il tutto con baci umidi.
Chloe, getta la testa indietro ed intrufola le mani fra i miei capelli aggrappandosi, i suoi sospiri spezzati mi spingono a continuare, anzi ad osare di più.
Mi stacco dal mio nuovo dolce preferito e la sollevo, Chloe aggancia le sue gambe ai miei fianchi.
«Ti amo, piccolo koala.»
Il suo sorriso è abbagliante, si stringe a me e dirige le sue labbra sulle mie.

Indirizzo i miei passi lungo il corridoio, fino ad arrivare alla mia stanza da letto, la adagio sulle lenzuola azzurre piene di nuvole che aveva comprato proprio lei.
Ed è lì, su questo cielo che lei rappresenta l'arcobaleno, ovunque, in questa stanza asettica, nei giorni grigi, nella mia vita buia.
Le sfilo i jeans e le calze, amo ammirarla solo con l'intimo, ma la cosa che più amo è toglierglielo.

La pelle delle gambe, sotto il mio tocco reagisce e vedere i brividi che le causo mi fa venir voglia di morderla per assaporare ogni parte di lei.
La morbidezza del suo corpo, sotto le mie labbra e i suoi occhi puntati nei miei, mi rendono difficile frenare i miei istinti, vorrei entrare in lei e sentirmi un tutt'uno con ogni parte che la compone, ma prima ho in mente altro.
Lascio una scia di piccoli morsi lungo la parte interna delle sue cosce, fino ad arrivare al suo punto più sensibile, scosto il tanga e la cena è servita.

Sentire i suoi gemiti è come ascoltare una melodia, vederla con quella bocca carnosa stretta fra i denti e gli occhi puntati su di me, mi fa perdere il controllo.
La mia erezione fa davvero male e devo lenire questo dolore, posso farlo solo congiungendomi a questa meravigliosa donna.
Non perdo altro tempo, il momento in cui ero capace a gestire questa voglia smisurata di arrivare al dunque, preferendo i preliminari, è finito.

Sfilo la sua mutandina e il mio corpo è già stretto fra le sue gambe mordide come seta, con un movimento deciso sono in paradiso.
Il ritmo è frenetico, per il prossimo match magari potrei prendermela più comoda, ma adesso sono già al limite.
La spingo fino al limite, fermandomi, per poi iniziare da capo e quando entrambi siamo prossimi a toccare le vette del piacere, ci lasciamo andare, insieme.
Cado sul suo corpo nudo, i nostri respiri si rincorrono, le labbra si cercano, poi afferra la mia mano e intreccia le nostre dita e, le sue parole portano come sempre la luce.
«Ti amo, Andrea.»

Mi posiziono meglio sul letto e la porto sul mio corpo, si accoccola fra le mie braccia e questo è il paradiso.
Mentre la stringo a me e gioco con le nostre mani, unite, giuro a me stesso di essere finalmente felice.

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