capitolo 86 - Andrea
Andrea
Chloe mi fissa con occhi di sfida, il suo atteggiamento è cambiato nel momento in cui ha sentito quello stramaledetto telefono squillare, ho subito notato la sua espressione indurirsi mentre gli occhi erano puntati verso l'origine di quel suono.
Quella frase pronunciata con risolutezza risuona come una minaccia e non posso permettere che sia così, non posso permettere che esca da questa casa e dalla mia vita, anche se sono cosciente del fatto che dopo questa sera, lei conoscerà a fondo chi è davvero Andrea Milani, tutto ciò che ero disposto a fare e probabilmente le farò schifo.
Sono pronto a tutto pur di non perderla, anche ad aspettare che si fidi di nuovo di me, restando in disparte, dandole il tempo che le serve, ma non rinunciero' ancora a noi.
Finalmente il telefono smette di squillare ed io so che è arrivato il momento della verità, faccio un respiro profondo e le faccio cenno con la mano verso il divano, chiedendole di sedersi, probabilmente non riesco a nascondere l'ansia che provo perché stranamente Chloe si accomoda senza replicare, la raggiungo e inizio il mio racconto.
« Ho dei piani di vendetta contro mio padre, escogitati da tempo, che puntano per lo più alla sua azienda, al suo denaro, non perché mi importi dei soldi o del potere, ma perchè sono la cosa a cui tiene di più al mondo, lo sapevi questo.»
Fa semplicemente cenno di sì col capo restando in silenzio, attenta alle mie parole.
«Una vendetta che coinvolge altre persone, perché lui non ha fatto del male solo a mia madre, tradendola più volte, uccidendola di dolore, o ai suoi figli, essendo un padre fantasma per me e Grace, facendo poi fuggire quest'ultima in Italia.»
Resto un attimo in silenzio per riordinare le idee prima di sputarle addosso tutto questo schifo che è la mia vita a causa di quell'uomo, ma lei non ha pazienza e mi chiede di continuare.
« Due anni fa è cambiato tutto, un'occasione si è presentata e ha dato il via ai nostri piani che, da stupide fantasie, sarebbero potute diventare realtà.»
È arrivato il momento che temevo e per quanto vorrei soppesare bene le parole da usare, non credo serva a molto.
«Di cosa parli? Perché usi il plurale?»
Chloe, si sistema meglio sul divano girandosi dalla mia parte, i suoi occhi sono come fari abbaglianti e vogliono fare una sola cosa, avere la verità, nonostante sia scomoda.
«Io lavoravo già da John, volevo solo farmi un nome tutto mio, lontano da quello dell'impero di Vincenzo Milani, mi bastava portargli via i clienti, quando è subentrata la persona che di nascosto mi passa tutt'ora nomi e informazioni per aiutarmi in questo con quel telefono."
Non credo ci sia bisogno di specificare che, anche se è da un po' di tempo che sto giocando sporco, ma è comunque grazie al mio talento se alla fine riuscivo e riesco ad accaparrarmi le migliori campagne pubblicitarie, portandogliele via.
«Se lui si fosse accorto di qualcosa e avesse indagato, avrebbe trovato solo un telefono usa e getta non riconducibile al proprietario."
Spiego brevemente per spiegarle a cosa serve quel misterioso secondo telefono, conoscendolo avrebbe fatto di tutto per acciuffare una talpa e non potevo mettere nei guai lei.
«Ma due anni fa, ad una festa di beneficenza, dove parteciparono diverse aziende, alla quale andai per caso per far contento John, finii a letto con una donna.»
Osservo la figura accanto a me irrigidirsi, allontanandosi quel che basta, sapevo che questo particolare le avrebbe dato fastidio, e mi preoccupa il resto.
«Solo dopo scoprii che quella donna in questione era potente, e soprattutto appena diventata socia di mio padre, possedendo una parte di azioni della sua società.»
Fu una vera sorpresa e devo dire che leggo stupore anche sul bel volto della donna al mio fianco.
«In realtà lo scoprì questo mio complice, perché Gwenda non faceva altro che parlare, anche a distanza di mesi, di quel giovane con cui si era divertita alla festa.»
Tentenno, ma sono cosciente di essere arrivato al punto di svolta e, nonostante vorrei aggrapparmi al fatto che sia qui, alla mattinata trascorsa, al fastidio che trasuda nell'udire di quest'avventura, nulla è abbastanza.
« Lei stava per divorziare e i documenti per l'acquisizione delle azioni erano ancora in fase di stesura, quindi abbiamo deciso di aspettare il momento adatto.»
Ingoio la bile sentendo l'esofago bruciare e lo stomaco contorcersi, vorrei non andare avanti con questo racconto, ma lei non si arrenderà e si merita di sapere chi sono, anzi chi ero.
«Adatto per cosa? Aspettare tu e chi?»
La verità che mi chiede farà di me un uomo che non sono più, mostrerà il lato di me che lei ha ucciso e di cui mi vergogno ad oggi se ci ripenso con coscienza, ma nulla potrà salvarmi.
«Per sedurla e intavolare una falsa relazione, avere la sua fiducia, perché così facendo avrei potuto mettere le mani sulle sue azioni e averla dalla mia parte, passare allo step finale del nostro piano.»
La guardo dritta negli occhi e posso distinguere l'esatto momento in cui capisce chi ha avuto davanti per tutto questo tempo, sembrano spegnersi quelle gemme e fa un male cane.
«Ti saresti approfittato di lei fino a questo punto?»
Non so se sia davvero una domanda alla quale si aspetti una risposta, ma resto in silenzio, sostengo solo il suo sguardo.
«Ma tu chi sei?»
Eccolo, il disgusto di avermi vicino, forse di avermi amato perfino, è questo l'attimo in cui si rende conto del marciume che mi porto dentro.
«Sono l'uomo che ha rinunciato a tutto questo.»
Cerco di afferrarla mentre si alza dal divano, ma i suoi occhi mi penetrano come lame e devo mollare la presa.
«Non credo proprio.»
Continua a scuotere la testa rinnegando le mie parole, come se fosse certa che sia solo una bugia, sia tutta l'ennesima menzogna e lei volesse solo fuggire da tutto questo.
Si alza, diretta verso la porta e la inseguo, devo spiegarle, deve capire.
«Chloe devi credermi, io non ho potuto, ho addirittura confessato tutto a Gwenda.»
Riesco a farmi ascoltare nonostante siamo già all'ingresso, nonostante lei non riesca neanche a guardarmi.
Le mie mani afferrano le sue e le stringo, vorrei non lasciarla andare, questo mio gesto attira la sua attenzione, fissa questa unione e quando finalmente alza lo sguardo non lo rivolge a me, ma guarda dritta alle mie spalle, verso il corridoio.
Posso comunque intravedere i suoi occhi lucidi e la domanda che mi pone, avrà una risposta difficile da dare.
«Chi altro è coinvolto? Chi ti chiama?»
Si sporge leggermente verso di me e i suoi occhi sono molto più grandi del solito, affamati di risposte.
C'è un motivo perché quel telefono non fa altro che suonare da stamattina, la persona dall'altro capo non riesce ad accettare che io abbia rinunciato alla vendetta, e ha ragione ad essere ferita, credeva in me, ed io, le ho voltato le spalle.
Mi sento una merda nei suoi riguardi, lo giuro, e vorrei farle capire che questa strada la porterà solo verso la solitudine, quando invece può avere una nuova vita.
Anche lei è consumata dall'odio quanto me, anche lei ha sempre bramato vendetta verso mio padre, anche lei avrebbe bisogno di qualcuno che la salvi.
Ora lo so.
Io, sono stato salvato dalla mia Chloe.
«Si tratta di Niva, la mia sorellastra.»
La sua piccola bocca si schiude e lo shock che regna sul suo volto trasuda una sola cosa, si sente tradita ancora una volta da me, finisco per deludere sempre tutti.
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