Capitolo 8 - Andrea

Andrea

Che diavolo è successo?

Lei era ad un soffio da me, ed io, non riuscivo a staccarmi da quegli occhi che, come al solito, mi sfidavano, esattamente come il primo giorno, ma che poi, ad un tratto, sembravano persi nei miei, e le sue labbra...

Oh mio dio, ma che sto dicendo, sono uscito completamente pazzo.

Il mio secondo telefono squilla e per fortuna mi costringe a scacciare dalla testa queste stupidaggini, rispondo subito, è il mio informatore che mi aggiorna sugli ultimi dettagli del cliente che ho in comune con mio padre dandomi informazioni utili, una chiacchierata breve ma interessante.

Chiamo Davide, ho bisogno di distrarmi e ritornare in me perché di sicuro stasera non lo sono.
« Ehi fratello, che ne dici di una nuotata e poi ordiniamo qualcosa da mangiare da me stasera? »
Sento dall'altra parte del telefono sbuffare, quindi, immagino già la risposta.
«Porto direttamente da te due pizze, ma prima non posso muovermi da qui oggi, devo concludere con queste scartoffie.»
Non lo invidio per niente, fa un caldo assurdo e non vedo l'ora di buttarmi fra le onde, lo saluto e non perdo tempo, nel giro di pochi minuti sono già nella mia auto diretto verso casa.
Il traffico di Brooklyn è irritante ma sono fortunato a lavorare qui, in fondo non è molto lontano da casa.

Parcheggio nel garage sotterraneo del palazzo e corro nel mio appartamento, non voglio perdere tempo.
entro in casa e vado dritto in camera, mi spoglio lasciando i vestiti sul letto e metto il costume verde che arriva fino al ginocchio, amo il mio appartamento perché mi basta attraversare la strada e sono in spiaggia, questo angolo di paradiso è sempre leggermente meno affollato rispetto alle altre spiagge che sono più gettonate e ne sono felice.
non mi preoccupo di scendere a pieni nudi e li immergo direttamente nella sabbia ancora calda nonostante il sole non sia più alto, mi avvio verso l'acqua e ad ogni passo sembro lasciare dietro di me tutti i problemi, il lavoro, mio padre, la nuova campagna pubblicitaria, le tattiche che dovrò mettere in atto domani sera per conquistare Caroline, Chloe.

Mi blocco.
Che diavolo centra lei ora?

Scuoto la testa e mi tuffo in acqua, inizio a nuotare, nuotare e nuotare lasciando il mondo fuori, l'unica cosa che sento sono i muscoli che bruciano.
Dopo un tempo infinito esco e con il fiatone mi dirigo verso casa, vedo fin da qui le luci accese, deve già essere arrivato Davide, è l'unico ad avere le chiavi di riserva per ogni evenienza.
Appena entro una puzza di pizza con cipolla mi investe, segno che è arrivato, e poi devo tenere aperto tutto per ore per far andare via l'odore.
«Hey fratello, ti sto aspettando mangiando, avevo troppa fame.»
Lo trovo mentre è stravaccato sul divano e mastica un trancio della sua pizza.
« Lo sai che odio quando mangi sul divano, se lo sporchi poi trovi il modo di pulirlo.»
Lo rimprovero mentre mi chiudo in bagno per una doccia veloce, mentre lui mi urla che sembro sua madre.

«Domani esco con Caroline.»
Dico riempiendomi finalmente anche io lo stomaco.
«Ti sei deciso ad invitarla, bene.»
Mi da una pacca sulla spalla.
«Ha invitato me e Chloe ad una mostra di una sua amica, e sfodererò le mie armi segrete per conquistarla.»
Sfrego le mani fra loro entusiasta.
«Allora, domani farai un fiasco clamoroso.»
Mi deride lo stronzo.
«Andresti d'accordo con Chloe secondo me, ma vi farò ricredere, a te e a quella morettina impertinente.»
Mi soffermo un attimo a pensare all'uscita di domani sera, al fatto che lei sia qui solo da pochi mesi, oggi mi ha chiesto informazioni su alcuni posti, non sapendosi bene orientare.
«Magari la passerò a prendere, non credo sappia dove si trovi la mostra.»
Rifletto ad alta voce, prendo il telefono e le scrivo un messaggio con la mia proposta.
«Come mai ti preoccupi per la tua nuova collega? Se avesse avuto difficoltà te lo avrebbe detto.»
Quello sguardo lo conosco, so cosa sta pensando.
«No, non è come credi, non guardarmi così, non sono interessato a lei, anzi mi fa uscire di testa quella ragazza, probabilmente mi manderà al manicomio.»
L'idea di me e Chloe è assolutamente ridicola, dovrebbe vederci insieme e lo capirebbe, non passano dieci minuti senza punzecchiarci.
«E poi io sono interessato a Caroline, lo sai che lei è perfetta per me, mentre Chloe fantastica su lei e Mark.»
Provo ad immaginare quell'uragano con il mio collega.
«Non capisco questa sua fissazione sinceramente, e poi non credo durerebbero, lei è troppo esuberante per lui, Mark mi sembra un tipo tranquillo.»
«Oh oh.»
Alzo gli occhi verso Davide che mi fissa con la bocca semi aperta.
«Cosa?»
Non capisco sinceramente questa sua espressione.
«Niente, te lo spiego quando diventerai adulto.»
Gli alzo il dito medio.
Guardiamo la partita di basket e poi ci salutiamo e mi butto sul letto, il sonno non tarda ad arrivare.

La giornata scorre tranquilla, oggi non si lavora e mi sono goduto un po' di relax e ovviamente diverse onde, con Davide abbiamo deciso di andare a fare surf in una spiaggia non molto lontano, dove le onde in genere sono più favorevoli, ed ora mi sto preparando per la mia futura moglie.
Mentre sono intento a mettere il profumo sulla mia pelle nuda, mi arriva una video chiamata da parte di Chloe, stranito rispondo nonostante sìa a petto nudo.
«Perché mi fai una video chiamata?»
Poggio il telefono allo specchio e indosso la camicia ghiaccio.
«E tu perché rispondi se sei mezzo nudo?»
La vedo cercare di distogliere lo sguardo ma comunque finire per sbirciare lo stesso e sorrido.

« Avrei fatto a meno di questa videochiamata, ma la mia amica l'ha fatta partire senza darmi scelta.»
Ad un tratto una voce femminile urla in lontananza e si fa sempre più vicina.
«Come mezzo nudo? Voglio vedere.»
Sullo schermo appare una ragazza dal viso tondo e simpatico con un sorriso fin troppo esuberante e gli occhi piccoli e vispi.
«Ma sei proprio un fustacchione, aveva ragione Chloe, sei molto sexy, complimenti.»
Mi fa l'occhiolino continuando a sorridere allegra.
Scoppio a ridere, è una situazione assurda e non mi sorprende che mi possa capitare visto che si tratta di Chloe e ho già capito che con lei nei paraggi tutto è possibile.
Proprio in quel momento la mora, con una viso rosso come un pomodoro, si riappropria del telefono.
«Quindi io sarei un fusto sexy.»
Credo che la torturerò diciamo in eterno con questa informazione.
«Non ho mai detto niente del genere, non devi mai badare a ciò che dice Sofi.»
Rido di nuovo.
Dopo mezz'ora eccomi davanti casa della mia nuova collega, ho seguito le sue indicazioni alla lettera e ho trovato il suo appartamento che divide con l'amica, le trovo entrambe ad aspettarmi vicino il portone, con un colpo di clacson mi faccio notare e si avvicinano.

«Ciao, io sono Sofi.»

Mi saluta l'amica.
Scendo dall'auto per educazione e mi presento.
«Peccato, hai la camicia, ma anche vestito sei figo.»
Scoppio a ridere, non posso credere che lo abbia detto sul serio e soprattutto che mi aspettasse senza vestiti.
«Sofi, per favore.»
Chloe, imbarazzatissima cerca di riprendere l'amica, inutilmente.
«Vieni con noi?»
Chiedo ingenuamente.
«No, sono scesa solo per vederti dal vivo, sbaverei se non avessi dignità, complimenti.»
Alza il pollice in su, ci augura una buona serata e va via, io quasi mi piego in due dalle risate, non posso credere che sia successo.
«Scusa la mia amica.»
Una timida Chloe sale in auto con guance porpora.
«È fantastica invece, simpaticissima, non ha assolutamente filtri, non mi sorprende che siate amiche.>>
Partiamo diretti alla mostra, considerato il traffico ci metteremo più di mezz'ora.
«Hai studiato qualche tattica, magari farai l'esperto d'arte per impressionarla?»
Mia cara vedrai il maestro all'opera, ma evito di dirlo.
«E tu come mai non hai sfoderato un vestito sexy, corto e scollato?»
Mi guarda di traverso.
«Il solito maiale, non sono un pezzo di carne in vendita.»
Sembra offesa, ma non volevo assolutamente intendere una cosa simile, per me la donna non è questo.
«Non volevo dire quello, è solo per il primo approccio che si punta all'estetica, è ovvio che poi ti conquista il carattere.»
Arrivati finalmente davanti il luogo della mostra, dopo una serenata lunga quattro canzoni che ho dovuto subire contro il mio volere, ci fissiamo sulla soglia dell'ingresso.
«Sei pronta a conquistare Mark?»
La guardo dritto in quegli occhi scuri.
«E tu sei pronto a conquistare Caroline?»
Ricambia il mio sguardo in modo combattivo.
Entrambi entriamo alla mostra in cerca dei nostri futuri partner, si spera, sicuri che la serata sarà un successo.

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