capitolo 79 - Andrea
Andrea
Andrea
L'aria è ghiacciata, ma stranamente Chloe non si lamenta di essere al gelo, proprio lei che non sopporta il freddo, la vedo infilare però i guanti e, sono proprio quelli che le ho regalato io.
Ricordo di averglieli comprati l'ultima volta che mi ha trascinato con mia sorella in giro per negozi contro la mia volontà, mi viene da sorridere se ripenso a quella giornata.
Se non avessi rovinato tutto, ora la abbraccerei, per tenerla al caldo, terrei le sue mani fredde fra le mie, così da riscaldarle, ma ho perso questo diritto, quindi mantengo queste distanze come continua a chiedermi di fare ogni volta che mi avvicino di un passo in più.
«Guarda il cielo, è troppo luminoso, credo proprio che presto nevicherà, sarai contenta?»
Porta il suo viso all'insù, intenta a fissare questo manto che ci ricopre, ma non dice nulla.
«Hai sempre voluto vedere New York innevata, sarà uno spettacolo.»
Inizio a descriverle alcuni posti da evitare ed altri assolutamente da non perdere, mi sembra di essere riuscito a riportare il tempo indietro, come se fossimo ancora noi e torno a ripercorrere vecchi discorsi già fatti.
Pochi altri passi e qualcosa bagna leggermente il mio viso, alzo il capo, istintivamente, un'altra goccia di pioggia cade sulla mia guancia, subito mi affretto a porgere l'ombrello a Chloe e ad aprire il mio, così da ripararci.
« Torniamo.»
Si affretta lei a dire, ma io, per cercare il più possibile di prolungare il tempo che le sto rubando, propongo almeno di fare un'altra strada, così da allungare un po' il percorso, ma evito di specificare quest'ultima parte.
Continuiamo a camminare su questo sentiero alberato, pieno di foglie cadute, ed io, proseguo ad esporre a questo punto, addirittura, alcune proposte che comprendono il sottoscritto.
Perché, a quei progetti fatti insieme ci credevo, li sognavo, ed ora, come allora, li desidero, non ho mai smesso di farlo.
« Potremmo andare insieme a pattinare sul ghiaccio, senza di me cadresti ogni due secondi, considerando che non lo hai mai fatto e...»
Il suo passo si blocca, quindi arresto la mia marcia e anche le mie parole, mi volto verso Chloe che resta ferma, il suo volto è nascosto dall'ombrello pieno di colori che ricordano l'arcobaleno, come lei, in così netto contrasto con me, che sono sempre stato acromatico dentro.
Incapace di vedere ogni piccola sfumatura, prima che lei me le mostrasse, intollerante persino alla luce, prima di essere abbagliato dalla sua.
Questo suo atteggiamento, però, non promette nulla di buono.
Una folata di vento gelido mi fa tornare alla cruda realtà, quella in cui non ho il diritto di sperare di condividere più qualcosa con questa ragazza.
« Che stai facendo? Che stai dicendo?»
I suoi occhi ad un tratto, tornano nella mia visuale, mi sembrano solo pieni di rancore e non posso biasimarla per questo, ha il diritto di provare ciò che sta sentendo ora.
« Ho solo proposto di...»
«No, stai facendo progetti, come un tempo, come se non mi avessi lasciata.»
Si volta e inizia a camminare lungo la strada per andarsene via, via da me.
Corro, non ho neanche coscienza di aver dato il comando alle mie gambe di muoversi nella sua direzione, lo hanno fatto e basta, proprio come la mano che ha afferrato il suo braccio per poterla bloccare.
Con un colpo improvviso mi costringe a mollare la presa, stizzita si allontana e mi fissa con astio, posso vedere solo dolore in quelle iridi e mi sento spezzare dalle sue parole urlate con rabbia.
« Volevo vedere questa città sotto la neve con te, brutto idiota, e fare tante altre cose, ma farle con te.»
L'inquietudine che leggo in quelle gemme color cioccolato, trapassa ogni lembo della mia carne fino a raggiungere la mia anima.
«Lo volevo anche io, e lo vorrei ancora, non immagini quanto, ma so che ti ho persa quando ho deciso scioccamente di rinunciare a te.»
Il suo sguardo si perde fra gli alberi vicini, che iniziano a bagnarsi e, inizia a muovere la testa a destra e sinistra, come se volesse rinnegare le mie parole.
« So che non ti merito dopo il dolore che ti ho inflitto, ma era giusto che tu sapessi una cosa fondamentale.»
Continuo con la mia arringa perché stavolta dovrà ascoltarmi, non le darò modo di scappare via.
«Non voglio che tu creda di non essere stata importante, o di non avermi guarito, come hai detto al locale.»
Disillusa dalle mie parole fa una smorfia e non mi piace che non mi creda, so che le mie azioni l'abbiano portata a pensare ciò, ma deve avere fiducia almeno in questo e il fatto che non ne abbia mi manda in bestia.
«Cazzo Chloe, io senza di te sono solo un involucro di un uomo pieno di crepe, avvolto dalle tenebre del dolore di una perdita che mi ha segnato, caduto nell'oscurità della rabbia che è stata l'unico motore ad alimentare i brandelli di una vita a metà.»
Alzo un po' il tono della voce, non volendo farlo, ma sto mettendo a nudo il mio dolore, deve percepirlo, non può, proprio lei, non farlo.
«Ma da quando sei entrata nella mia vita, hai riempito le crepe facendo fuoriuscire luce, cambiando le mie prospettive, le mie priorità.»
I suoi occhi mi scrutano attenti, da sotto questo strato di colori che la ripara dalla pioggia che continua, cercano di scavarmi dentro, con diffidenza.
«Magari questo fa paura, e dovrebbe,per chi, come me, ha vissuto anni a covare piani di vendetta, da solo.»
Con determinazione aggancio i nostri occhi sperando di trasmetterle la verità, la mia.
«Invece è stato così naturale trovarti nei miei giorni, nei miei domani, fra tutti i miei vorrei.»
Per alcuni secondi regna il silenzio, solo il rumore della pioggia che cade e la speranza che mi creda, almeno fino a quando lei non abbassa lo sguardo.
« Non abbastanza Andrea.»
Ingoio la bile che risale ogni volta che me lo rinfaccia e cerco il coraggio per continuare.
«So di aver scelto la vendetta all'amore, ma questa faccenda coinvolge altre persone e non potevo pensare solo a me.»
Stringo la mascella ripensando al ricatto che mio padre ha fatto a mia sorella, alla casa che potrebbero perdere i miei nonni, a Niva che conta su di me.
Poi guardo lei e non posso non pensare che forse tutto il resto avrei potuto mandarlo al diavolo.
«Me ne sono pentito ogni istante, perché io ti amo Chloe.»
I suoi occhi si sgranano diventando enormi e sento che trattiene il respiro, anche io, vorrei dirle, per consolarla, non sto respirando più.
« Non ho avuto il coraggio quando eri mia di espormi fino a questo punto e dirtelo, perché ero un idiota, ma dovevi saperlo.»
I battiti impazziti si rincorrono e mi fanno sentire vivo, lei ci è sempre riuscita, magicamente.
Sarebbe dovuto essere tutto diverso, avrei dovuto dirglielo molto tempo fa, avrei dovuto dirglielo ogni giorno, ora, non ne ho più la possibilità.
Scioccamente non abbiamo mai il coraggio di esprimere le nostre emozioni credendo possano essere debolezze, invece sono la nostra forza.
Resta a guardarmi, in silenzio, mentre la notte ci avvolge, la pioggia sembra cessare all'improvviso, forse ho scioccato anche madre natura con la mia confessione, l'unica cosa che so, è che vorrei solo accarezzare il suo viso.
Lo faccio, poso la mano sulla sua guancia, lei, come me, chiude gli occhi per bearsi di questo tocco,avvicino la mia fronte alla sua, e la imito.
I nostri respiri si mescolano e, siamo di nuovo così vicini dopo tanto tempo.
Sento sulla mia pelle il tessuto del guanto di Chloe, apro gli occhi, per guardarla meglio mi allontano di poco, sulla guancia della donna che amo vedo scendere una lacrima che asciugo subito, lei china il capo verso il basso e continua a restare con gli occhi chiusi, ma non mi respinge.
Ma tutto questo cosa significa?
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