capitolo 61 - Andrea

Andrea

Provo a muovermi ma ho difficoltà a farlo, il mio braccio è atrofizzato, apro gli occhi e lei è accanto a me, addormentata, rannicchiata sotto il piumone grigio scuro, la testa sul mio bicipite e i capelli scuri sparsi sul cuscino.
Mi volto piano verso la donna che mi ha catturato il cuore, il suo faccino è così angelico, niente di così lontano dalla realtà, e questo mi strappa un sorriso.

Pur non avendone voglia, provo ad alzarmi facendo strisciare con molta lentezza il braccio da sotto il suo capo, il suo sonno viene disturbato da questo movimento facendola mugugnare e muovere, ma non si sveglia.
Mi alzo decidendo di lasciarla dormire altri cinque minuti, sapendo quanto sia pigrona verrò ricompensato e se le farò trovare la colazione pronta, lo farà doppiamente.
Sul comò trovo il suo rossetto e gli orecchini a forma di fiore, sulla panca ai piedi del letto c'è la sua vestaglia di pile bianca piena di cuori blu, nell'armadio qualche sua maglietta e due pantaloni, per ogni eventualità visto che spesso si ferma a dormire qui.
Cosa posso dire?
Ci sto prendendo gusto a passare le serate dopo il lavoro con lei, tornare a casa insieme, cucinare insieme, beh, non proprio visto che fin'ora la mia tipica cena era quella d'asporto perché sono una frana, e poi, stringerla sul divano, lottare per il telecomando, chiacchierare, farle il solletico.

Vado in bagno e sulla piccola mensola in vetro il suo spazzolino arancione risalta, insieme ad una serie di prodotti per i capelli, non capirò mai perché utilizza tutte queste cose.
Mi sciacquo con acqua fresca il viso, osservo la mia immagine al piccolo specchio davanti a me e sono sereno dopo tanto tempo, ed è tutto merito di una donna.

Sbadigliando vado in cucina, prendo un bicchiere d'acqua e mi poggio sul bancone, osservo il mio salotto da qui essendo un grande open space, sembra tutto uguale e triste, senza colore, asettico, se non fosse per gli oggetti di Chloe che trovo sparsi in giro che donano colore.
Come quel morbido plaid giallo, quasi fosforescente per me, buttato sul divano, oppure quella piantina che ha portato giusto ieri, lamentandosi che qui non ci fosse neanche un fiore.
Inizio a pensare che dovrei apportare qualche modifica al mio arredamento, ovviamente sarebbe lei a consigliarmi.
Sento dei leggeri passi, alzo lo sguardo verso il corridoio ed eccola, avvolta nella sua buffa vestaglia di pile, sempre infreddolita, con addirittura il cappuccio tirato su.
Non riesce proprio ad abituarsi a queste temperature che iniziano ad essere rigide visto che siamo a Novembre ed è prevista neve presto, e lei ne è entusiasta.
La porterò a visitare i luoghi incantevoli di una New York innevata appena accadrà.

Impossibile per me non sorridere, soprattutto quando arriva direttamente accanto e mi abbraccia dandomi un tenero bacio sulle labbra.
«Buongiorno, ho fame.»
Scoppio in una fragorosa risata, lei è questo nella mia vita, una giornata di sole e, ogni volta che non c'è, arrivano le nuvole, ma basta pensarla, per spazzarle via.

Mentre stiamo facendo colazione il mio telefono suona, è una videochiamata da parte della mia famiglia, felice rispondo senza pensarci.
«Buongiorno nonna.»
Il primo volto che vedo è proprio il suo, sorridente ma combattiva.
«Ciao figliolo, come stai?»
La sento chiamare gli altri a rapporto come fosse un comandante.
« Buon pomeriggio vorrai dire.»
Ecco che arriva il nonno e fa sempre la stessa battuta ridacchiando.
«Noi stiamo facendo colazione.»
Questo piccolo pronome, che può sembrare innocuo, mette tutti sull'attenti, Chloe resta con la mano a mezz'aria vicino la bocca spalancata, credo le stia cadendo la brioche, nel piccolo schermo tutti muti, ed ecco spuntare quella curiosa di mia sorella.

«Tu e Davide?»
Iniziano a salutarlo dando per scontato che ci sia lui qui, ma li blocco.

«No, non c'è lui con me.»
Il silenzio regna, sia in Italia, che qui in America, la nonna avvicina talmente tanto il telefono al suo volto che ho un primo piano del suo naso perfetto, forse crede di riuscire a spiare casa mia così facendo.

«Io e la mia fidanzata.»
Sorrido a Chloe che sgrana gli occhi, mentre mia nonna continua a ripetere 'ha detto fidanzata', ne è quasi commossa, non so se ridere per lo shock della mia famiglia o della donna di fronte.
Chloe porta le mani al viso nascondendosi e poi, come se mi stesse leggendo nel pensiero, inizia direttamente a pettinarsi con le mani i capelli, come se si aspettasse la mia prossima mossa.

«Faccela conoscere, altrimenti non ti crediamo.»
Appunto.

Mia sorella è la solita, non si fida mai di nessuno, purtroppo credo che questa diffidenza innata nel prossimo sia la conseguenza a tutto ciò che abbiamo vissuto.
«Mal fidata, eccola.»
Volto il telefono e li presento, Chloe è ancora intenta a cercare di sistemarsi ma non c'è bisogno, è bellissima come sempre.
«Buon pomeriggio, è un piacere conoscervi, io sono Chloe.»
In evidente imbarazzo, con guance più rosse della sua borsetta portafortuna abbandonata sul divano dietro di lei, inizia a rispondere all'interrogatorio a cui viene sottoposta svelando le sue origini italiane e provocando un urlo di gioia da parte della nonna.
«Grazie signore, finalmente ha messo la testa apposto, ha trovato una bella ragazza che sembra una brava persona, ed è anche italiana.»
Guarda il cielo, conoscendo quanto sia religiosa ora andrà probabilmente in chiesa a pregare.

Inutile dire che non appena ho chiuso la telefonata Chloe, infuriata, ha iniziato a chiamarmi con ogni epiteto poco carino che le passasse per la testa, mentre borbottando andava dalla camera al bagno.
«Ti rendi conto che il primo incontro è stato in vestaglia? Cosa devono pensare?»
Fa una coda nervosamente con i suoi lunghi capelli, la disfa, la rifà, è troppo agitata.
« Penseranno solo che siamo due adulti, e poi la nonna hai visto come era felice? Come suo nipote!»
Quest'affermazione non ottiene l'effetto sperato, allora afferro il suo telefono e faccio partire una videochiamata.
«Che stai facendo?»
Chiede preoccupata venendo verso di me.
« Per correttezza ora chiamo anche i tuoi, per conoscerli.»
Non ho la possibilità di finire la frase, Chloe si è letteralmente lanciata su di me per acciuffare il suo telefono dalle mie mani, l'apparecchio cade sul letto insieme a noi, ma troppo tardi, qualcuno ha risposto.

«Chloe? Ma che succede?»
Nel panico lei non riesce subito a riconoscere la voce dall'altro lato del telefono, mi fissa con paura, poi guarda il telefono con occhi sgranati.
Sguscia sopra il mio corpo e si avvicina al display dove c'è il bel faccione confuso di Sofy, in quel momento la mia ragazza si volta verso di me con sguardo assassino e inizia a schiaffeggiare il mio braccio mentre me la rido di gusto.

Offesa, snobba con due parole l'amica e torna a prepararsi ignorandomi, la raggiungo davanti lo specchio enorme accanto al letto, avvolgo le mie braccia sulla sua pancia, mentre la sua schiena poggia sul mio petto, abbandono il mento sulla sua spalla e osservo la nostra immagine.
«Guarda come siamo belli insieme, proprio da copertina.»
Le sfugge una risata.

La scelta migliore che io abbia mai potuto fare un mese fa quando ho comunicato a Niva la mia scelta definitiva, quella di abbandonare i nostri piani e, non tornerei mai e poi mai indietro.

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