Capitolo 6 - Andrea
La riunione è finita, ho presentato a grandi linee il cliente, la sua azienda, cosa vorrebbe e cosa si aspetta, nonché le tempistiche, direi abbastanza brevi, per mettere in piedi una presentazione.
Per ora non ho detto a nessuno che non saremo gli unici a concorrere per questo cliente, non lo sa neanche il capo, dovrò farmi venire qualche idea geniale per vincere questa sfida.
La novellina è arrivata in ritardo, ho notato il suo strano silenzio durante la riunione, occhi fissi sui fogli davanti a sé per tutto il tempo, ha alzato lo sguardo e sorriso solo quando l'ho presentata al resto del team, ai colleghi della grafica, della stampa, altri che comunque vedremo poco considerato che la maggior parte del lavoro iniziale toccherà a noi.
Escono tutti eccetto lei, la seguo con lo sguardo andare a chiudere la porta della sala riunioni che è prenotata a mio nome ancora per un po', si volta e mi sembra sorpresa nel vedermi a scrutarla, ma si riprende subito.
Difficile non avere gli occhi fissi su di lei con questo top rosso che fa risaltare la sua pelle abbronzata.
Si avvicina al sottoscritto come se fosse una leonessa e volesse marcare il proprio territorio, ma qui, io sono il leone, e lui è il re della giungla, si sa.
Entrambi in piedi davanti questo enorme tavolo ciliegio, l'uno di fronte all'altra, ci fissiamo come se aspettassimo la mossa dell'avversario, infilo le mani in tasca e lei incrocia le braccia sotto il seno.
<<Sarà così per tutta la durata del tuo progetto? Perché la segretaria ha ben specificato che la riunione era per il tuo progetto, non il nostro. >>
Marca bene questi pronomi.
Mi fa sorridere, anche se è alquanto irritante apprezzo questa sua sfacciataggine che ostenta nel voler combattere per farsi valere.
<< È il nostro progetto Chloe, ma io sono l'agente senior. >>
Cerco di mantenere la pazienza anche se in genere ne ho poca.
<< Ascolta Andrea, non siamo partiti col piede giusto, io... >>
Mi scappa una risata sarcastica interrompendola.
<< Cara ragazza, è dall'aereo che abbiamo iniziato male.>>
Ha la faccia tosta di sbuffare.
<< Ancora con questa storia? Non ti conviene riprendere quel discorso.>>
Apro bocca per controbattere ma mi anticipa.
<< Mi serve cantare per calmarmi, solo per il decollo e l'atterraggio. >>
Riapro la bocca ma lei continua a parlare e sono costretto a richiuderla.
<< Oltretutto a bassa voce, non ti avrei disturbato se non fossi stato così antipatico e avessi dimostrato sensibilità e pazienza per cinque minuti, ma evidentemente devi cercare sul vocabolario entrambi i termini per capirne il significato. >>
Alzo gli occhi al cielo mettendo le mani sui fianchi cercando di ricordare le pratiche di meditazione che ho visto un giorno in tv, forse dovrei frequentare un corso considerato che dovrò lavorare con lei, magari potrebbe essere utile.
Punta il dito verso il mio petto assottigliando gli occhi.
<< Se credi che me ne starò zitta solo perché sono una stagista e tu potrai fare e dire ciò che vorrai, ti sbagli di grosso. >>
Vuole farmi impazzire, questo è sicuro, ma non le darò questa soddisfazione, mi butto sulla sedia dietro di me e faccio un bel respiro ad occhi chiusi per calmarmi poggiando schiena e testa, inspiro ed espiro.
<< Andrea, dobbiamo lavorare insieme, anche le mie idee e le mie proposte dovranno essere valutate, anche io dovrò avere voce in capitolo. >>
Crede che sia uno stronzo, è palese, ma non capisco proprio perché lo pensi dal nulla.
<< Avrò l'opportunità di imparare da te, e non lo ripeterò più, ma so che sei bravo e ne sono onorata.>>
Sbaglio o mi ha fatto un complimento?
Apro prima un occhio per essere sicuro, controllo che non sia una tattica per farmi abbassare la guardia e sia pronta per un agguato, poi apro l'altro, lei è davanti a me e sembra seria.
La guardo scettico, mentre punta i suoi occhioni scuri nei miei, che sono completamente l'opposto, mostrando decisione.
<< Non voglio farti nessuna guerra. >>
Le sue labbra carnose si allargano in un sorriso furbo, avvicina il viso al mio abbassandosi su di me, i capelli ricadono dalla sua spalla ondeggiando e sento di nuovo quel profumo di quel fiore che non so decifrare, lo stesso che è ancora sulla mia maglietta dal giorno del volo.
<<Anche perché, perderesti già in partenza con me. >>
Ingoio il groppo in gola che mi si è formato mentre era talmente vicina da sentire il suo respiro caldo sulla pelle, la vedo allontanarsi sogghignando e facendo ridacchiare anche me.
Questa donna è il diavolo.
<<Tregua? >>
Mi porge la mano, per un attimo la osservo titubante come se mi aspettassi che afferrandola potessi prendere la scossa o roba simile, perché continuo a pensare che possa essere bipolare, ma alla fine mi alzo dalla mia postazione e gliela stringo.
<< Andiamo a prendere un caffè, dai. >>
Mi incita sorridente praticamente già vicino la porta.
<< Ma allora anche io sono degno di un misero caffè, credevo lo fosse solo il tuo bel Mark.>>
Non ho resistito, lo so, abbiamo appena trovato un equilibrio, chiamiamolo così, e dopo soli tre secondi ho colpito, ma fare lo stronzo è la mia passione.
Chloe si volta verso di me come una molla tutta rossa in viso.
<< Ma che stai dicendo? >>
Cerco in tutti i modi di trattenere una risata e giuro che è difficile.
La oltrepasso ignorando i suoi richiami a bassa voce, mentre cerca di attirare il meno possibile l'attenzione su di noi quando attraversiamo la sala comune, saluta qualche collega frettolosamente e cerca di starmi dietro.
Arrivati alla macchinetta mi afferra per il braccio e mi trascina letteralmente agli ascensori poco più in là, spingendomi a fatica.
Ecco il bipolarismo che torna.
<< Che diavolo stai facendo?>>
La guardo preoccupato, chissà se ha preso le sue medicine oggi?
<<Andiamo alla caffetteria qua sotto.>>
Poteva anche chiederlo, sbuffo ma non controbatto, la vedo richiamare l'ascensore freneticamente pigiando sul pulsante, le si staccherà il dito tra poco.
Le porte metalliche si aprono e con mia grande sorpresa ecco una fantastica visione, Caroline in tutto il suo splendore, alza i suoi occhi verdi chiarissimi su di noi e sorride salutandoci.
Questa donna è l'emblema della perfezione.
Chloe si fionda dentro e inizia a chiacchierare con entusiasmo, devono aver legato durante quei due mesi, e tutto questo può essere un vantaggio per me.
Quelle labbra rosso rubino sono un invito che vorrei tanto...
<< Andrea...>>
<< Si?>>
Questa ragazza deve sempre farmi fare figuracce, ero assorto a fantasticare sulla perfezione della mia futura moglie, farei felice la nonna finalmente.
<<Caroline ci ha invitati ad una mostra di quadri di una sua amica sabato sera per sostenerla.>>
Non ci credo, è la mia occasione.
<<Ci sarò sicuramente, sono un grande appassionato d'arte, non me ne perdo una in città.>>
Noto come ne resta sorpresa e ignoro la faccia di Chloe che palesemente non ha creduto ad una parola e non ne capisco il motivo, non mi conosce, potrebbe essere vero.
<<Allora ti piacerà sicuramente, ci vedremo lì, questo è l'invito, portate più gente possibile.>>
La mia futura moglie mi sorride illuminando la stanza, bhe è un ascensore quindi non c'è molto da illuminare, ma si è capito cosa voglio dire, le porte si aprono e la guardo allontanarsi ondeggiando, ha un culo perfetto.
La mia nuova collega, con la delicatezza di un elefante mi da uno spintone smuovendomi solo di poco, non ha per niente forza in quelle braccine magre.
<<Sei un porco, smettila di guardarla così.>>
Alza gli occhi al cielo e si incammina verso la famosa caffetteria in questione.
Ci accomodiamo su un divanetto in pelle nera, rileggo l'invito e constato di conoscere il luogo della mostra.
<<Adoro l'arte, non mi perdo una mostra in città. >>
Chloe mi fa il verso, la fisso male senza però intimidirla affatto, si prende troppa confidenza, non siamo amici.
<<Quando vuoi conquistare una donna, non spararle così grosse, a meno ché, non sia la verità o comunque non sia informato sull'argomento.>>
Si sente in dovere di darmi qualche dritta.
Come se avessi bisogno dei suoi consigli per conquistare Caroline o qualunque altra donna.
<< E tu, quando vuoi conquistare un uomo, come Mark, non sbavargli addosso come hai fatto questa mattina.>>
Restituisco il consiglio gratuito.
Subito si irrigidisce e assottiglia gli occhi offesa.
<<Io non sbavo dietro Mark.>>
Rido di gusto non potendo più trattenermi.
<<Certo, se non gli sbavi dietro allora io e te finiremo per innamorarci pazzamente.>>
Dopo la sciocchezza che nemmeno io so da dove mi sia uscita, entrambi ci guardiamo schifati incrociando gli sguardi e contorcendo le bocche in smorfie e poi scoppiamo a ridere.
<<Caro Andreuccio, è più probabile che incontri un divo del cinema e mi sposi con lui.>>
Dice altezzosa sbattendo le lunghe ciglia.
<<Ed io è più probabile che invece diventi prete.>>
Ridiamo ancora sorseggiando i nostri caffè.
Forse non è poi così male la compagnia di questa ragazza.
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