capitolo 54 - Andrea
Andrea
La notte è scesa su questa città frenetica, dopo le foto sulla terrazza panoramica abbiamo smontato tutto e siamo rientrati in ufficio per darci appuntamento dopo cena per terminare con gli abiti di gala che Chloe indosserà nell'osservatorio.
Abbiamo cenato a casa sua con Sofy che l'ha riempita di domande e lei era entusiasta di raccontare le proprie emozioni a me e all'amica, per non parlare della videochiamata fatta con la madre, che è durata quasi un'ora.
Questo suo stato d'animo, in merito a questa nuova esperienza un po' mi preoccupa, devo ancora mandare giù l'idea di poterla vedere ovunque per la città, ma mi consola sapere che non succederà più e non vorrei invece che iniziasse a piacerle.
Anche se devo ammettere che era bellissima, di certo gli abiti e il luogo erano perfetti, ma lei è il vero spettacolo, ed io sono nei guai grossi per tutte le emozioni che mi travolgono dirompenti ogni volta che respiro la sua stessa aria, sembra avere il potere di calamitare su di sé ogni mia cellula.
Avrei tanto preferito raggiungerla quando ha comunicato che sarebbe andata a fare una doccia, mi sono anche alzato dal piccolo tavolo e l'ho seguita fino in camera, ma mi ha letteralmente sbattuto fuori quasi a calci balbettando che non eravamo soli e per giunta in ritardo.
Irritato, ho atteso la mia spina nel fianco seduto su quel divano scomodo, con Sofy che mi prendeva in giro girando il coltello nella piaga, dovrei proprio presentarla a Davide, formerebbero una coppia sensazionale quei due.
Ora, ammiro dalle vetrate di questo osservatorio le luci di questa bellissima città, i suoi grattacieli, la sua vita che non si spegne mai, mentre siamo tutti in attesa della nostra modella con l'ultimo abito e finalmente sarà finita.
«Wow.»
L'apprezzamento di Aiden mi fa voltare e resto abbagliato da una stella vera e propria, e l'unica cosa alla quale riesco a pensare è che sono maledettamente fortunato.
Chloe risplende in quel magnifico abito blu come questa notte che ci avvolge, con una scollatura che segue la forma perfetta del suo seno tondo, stretto su tutto il corpo, sinuoso, fino alle cosce, fin troppo corto purtroppo, ma ha uno strascico enorme e voluminoso, come se indossasse due abiti.
Non ci capisco niente di queste cose ma so soltanto che non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
La vedo sorridere timidamente quando nota che schiocco le dita infastidito davanti quel babbeo che si è incantato, invece di iniziare a scattare queste maledette foto che saranno la mia rovina.
«Scusa amico.»
Aiden si cala nella sua parte e completa il lavoro, e non vorrei ammetterlo ma ho dato un'occhiata oggi ai suoi scatti e, per quanto la maggior parte del merito va di certo alla modella, ma è bravino anche lui.
A lavoro terminato io resto nel mio angolino ad osservare la piccola troupe fare i complimenti a Chloe, a notare come gli ultimi visitatori del grattacielo inizino ad andar via, e delle mille occhiate che lei riceve.
Tutto questo mi fa impazzire.
«Potete andare ragazzi, aspetterò io Chloe mentre si cambia.»
Lei mi guarda stranita non sapendo dei miei piani.
«Ok, a domani, ci vediamo direttamente a Central Park per terminare il servizio fotografico.»
Aiden e gli altri scendono con l'ascensore insieme agli ultimi visitatori, ora finalmente siamo soli, è quasi l'una di notte e sta per chiudere l'osservatorio ma, ho pagato il consierge per darmi mezz'ora in più.
«Andrea, è l'ultimo ascensore, dobbiamo andare, devo fare in fretta.»
Mi avvicino a lei, ancora in quell'abito stupendo, bellissima come non mai, anzi, come sempre, e mi sembra di riuscire a toccare una stella stasera.
Accarezzo i suoi lunghi capelli pieni di onde morbide e i suoi occhioni sono più grandi e luminosi mentre mi guardano con un misto di curiosità ed eccitazione.
Sfioro la pelle nuda del suo braccio, risalgo fino all'incavo del collo per poi scendere e seguire con due dita il bordo del vestito lungo il suo prosperoso décolleté, questo magicamente inizia ad alzarsi ed abbassarsi freneticamente.
«È da tutto il giorno che mi stai facendo impazzire, e vederti con questo addosso non aiuta.»
I miei occhi sono ammaliati dal ritmo concitato del suo respiro e seguono le mie dita che si muovono avanti e indietro sulla sua pelle leggermente olivastra, così in contrasto con la mia.
«Andrea, che stai facendo, potrebbe venire qualcuno.»
Il suo è solo un sussurro, ma riesce a distrarmi, leggo sul suo volto lo stesso bisogno di abbandonarsi a me che sento io, la voglia di sentirci totalmente una cosa sola.
«Abbiamo l'intero osservatorio tutto per noi per mezz'ora, e questa vetrata è molto meglio di quella di casa mia.»
Non posso non accennare un sorrisetto lussurioso nel vedere la sua bocca carnosa finire intrappolata fra i denti, e voglio morderle io quelle labbra, mentre urla il mio nome.
Mi fiondo sulla sua bocca e la assaporo dopo troppo tempo, entrambi abbiamo un bisogno carnale dell'altro in questo momento, entrambi cerchiamo di fondere il proprio corpo con quello dell'altro, perché nessuna vicinanza sembra mai essere abbastanza.
«Sei un pazzo, non possiamo.»
Cerca di ritrovare la ragione staccandosi da me, ma glielo impedisco.
«Oh sì che faremo l'amore qui e ora, e con questo vestito.»
È chiaro il suo conflitto interiore su ciò che dovremmo e non dovremmo fare, ma basta solo che io afferri il suo viso e inizi a baciarla per scatenare la stessa passione sfrenata di poc'anzi.
La sua schiena sbatte alla vetrata mentre le nostre lingue lottano una guerra ad armi pari dove nessuno si arrenderà, afferro entrambe le sue mani e le intrappolo al di sopra della sua testa, nel mio palmo, e con l'altra inizio a farla mugulare di piacere.
La dolce tortura che sento al basso ventre inizia ad essere davvero dolorosa, ho bisogno di sentirmi parte di lei, e non posso attendere oltre, soprattutto nel vederla al limite del piacere e desiderosa di me.
«Aggrappati a me, piccolo koala.»
Le lascio un tenero bacio sulla punta del naso e mi scoppia il cuore nel vederla sorridere.
L'aiuto ad alzare meglio il vestito, toglie l'intimo ed a me basta solo abbassare quanto basta i miei jeans e i boxer, infilo un preservativo e alzo nuovamente la gamba di Chloe, che avvolge intorno a me, mentre la schiena è sempre poggiata alla grande vetrata.
Stiamo facendo l'amore sopra l'intera New York, testimone non di un atto di due corpi che si usano, ma di due anime che si guariscono, o per lo meno, lei sta guarendo la mia.
Nell'intera stanza riecheggiano solo i nostri sospiri completamente sincronizzati, e sono certo che lo siano anche i nostri cuori.
Ma all'improvviso qualcosa di straordinario accade, qualcosa che mi spiazza, iniziando a colorare il mio mondo, due semplici parole che possono salvarmi.
Non credevo fosse possibile incontrare qualcuno che potesse credere in me, all'infuori della mia famiglia, qualcuno che potesse risanare le crepe profonde della mia anima nera, e che potesse farmi pensare di non essere, forse, dannato.
«Ti amo Andrea.»
Il mio respiro si blocca, il battito cardiaco anche, il sangue non si muove più nelle vene e continuo a fissare stupito questa creatura senza riuscire a parlare, chiedendomi se tutto questo sia reale.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top