capitolo 40- Andrea

Andrea

Andrea

Dovrò agire adesso prima che mi sfugga tutto dalle mani, prima che lei lo faccia.

La voglio questa occasione di essere felice, forse per una volta potrei meritarla, per una volta dovrei combattere, solo per questa volta potrebbe andare tutto bene nella mia vita.

La vedo entrare nel portone del suo palazzo, l'ho seguita fin qui e non so bene come andrà, però in qualche modo devo pur impedirle di andare all'appuntamento con quel cretino di Mark.
Cosa fondamentale, devo fare in modo che mi ascolti, non sono riuscito a dirle che fra me e Caroline non c'è assolutamente nulla, ogni volta che tentavo di aprire bocca su qualunque argomento al di fuori del progetto, mi zittiva malamente.

Quanto è cocciuta questa donna, mi chiedo se è una prerogativa delle italiane e tutte siano così.
Ma a pensarci bene, anche la nonna e mia sorella hanno un bel caratterino.

Mi sta venendo un gran mal di testa a furia di immaginare mille scenari della sua serata, di lei fra le braccia di quel cretino, ma anche di un suo rifiuto al sottoscritto non appena mi vedrà.

Esco dalla macchina e a passo spedito, senza un piano ben preciso, mi dirigo verso il suo appartamento, se non vorrà ascoltarmi la obbligherò in qualche modo.
Ne approfitto per entrare nel palazzo tenendo il portone ad una vecchina con un cane che sembra un topo in realtà, ma non fa altro che ringhiarmi contro e purtroppo è così per tutto il tempo in ascensore.
Davanti la porta di casa sua faccio un bel respiro perché mi aspetto che me la sbatti in faccia senza farmi entrare, nel giro di pochi istanti, ma suono comunque coraggiosamente.
Con grande sorpresa due occhi allegri e sognanti, seguiti da una boccuccia spalancata, mi accolgono, inutile precisare che si tratti dell'amica.

«Ciao, sono Andrea, ci siamo già conosciuti, ricordi?»
Sul suo volto si forma un enorme sorriso e sussurra un 'sì' quasi sospirato, questa ragazza è un po' strana, soprattutto considerando che mi trascina letteralmente dentro casa non appena chiedo di Chloe.
Quasi cado a peso morto sul divano, spinto poco dolcemente da Sofi, lei si siede accanto a me, a gambe accavallate e col busto rivolto verso il sottoscritto, occhi chiusi a fessura, inizia l'interrogatorio.
«Sei passato per parlare di lavoro?»
Il suo sguardo indagatore è alquanto serio.

«Non proprio.»
Non posso di certo espormi con una estranea, soprattutto se prima non lo faccio con Chloe, ma questa risposta vaga sembra non bastarle.

«Tu stai con Caroline?»
Va dritta al punto.

«No.»
Mi sento quasi come in commissariato, ci manca una lampada puntata in faccia come si vede nei vecchi film.

« Cosa c'è stato fra di voi, perché invece so che stavate insieme?»
Non si arrende.

« Siamo usciti qualche volta, Chloe ha visto un bacio che Caroline mi ha dato nel parcheggio, ma io ho chiuso tutto subito.»
Voglio essere chiaro anche con lei.
Sofi si avvicina, si guarda intorno come per assicurarsi che non ci siano orecchie indiscrete e mi chiede il perché.
« Sono qui per dire il perché alla tua amica, se solo mi ascoltasse.»
Lancio un'occhiata alla porta centrale, quella che so essere la sua stanza.

Vengo distratto da Sofi che si alza e si posiziona davanti a me, con forza afferra entrambe le mie spalle chinandosi, credo cerchi di avere un'aria minacciosa, e forse ne è anche convinta, ma in realtà con il suo viso leggermente tondo e quegli occhietti, mi ispira solo simpatia, è più forte di me.
«Ascoltami bene, non mi importa se sei un figo pazzesco, e neanche che sei il suo quasi capo, hai fatto lo stronzo con lei già una volta, dovrei sbatterti fuori a calci.»
Capisco il suo discorso e che voglia difendere l'amica, ha ragione, ho ferito Chloe, ma ciò che nessuna delle due sa, è che ho ferito anche me stesso.
«Quindi mio caro, se lo farai ancora, sappi che andrò a scuola di karate e poi verrò a cercarti.»
Sto quasi per ridere di questa sua minaccia, che detta da lei diventa carina in realtà, ma annuisco fingendo di prenderla sul serio.

«Lo sai che deve uscire con Mark, che farai al riguardo.»
Si informa tornando al suo posto.

« Voglio impedirglielo.»
Fisso i miei occhi nei suoi determinato, perché lo sono stavolta e non rinuncierò a questa occasione, a lei.

Sofi sostiene il mio sguardo per qualche secondo, sembra riflettere su ciò che vi legge e sulle mie parole per poi saltare in piedi come una molla e un gran sorriso.
« Bene, vado a fare i pop corn.»
Mi lascia lì e si avvia in cucina canticchiando, per altro a pochi metri da me, questa ragazza è più fuori di testa di Chloe ed è ovvio che siano diventate amiche.

Nel mentre tamburello con le dita sulla mia gamba nervosamente, perché per quanto abbia palesemente capito che lei sia dalla mia parte, la diretta interessata, molto meno.

Questo appartamento è davvero piccolo, so che la mia spina nel fianco è dietro una di quelle porte a pochi metri da me, sono già stato qui una volta e so quale porta nasconde la sua camera e l'istinto di percorrere questi pochi passi che ci separano è quasi irrefrenabile.

Proprio quando sto per farlo, visto che la pazienza non è il mio forte, la sua porta alle mie spalle si apre e la voce di Chloe arriva squillante.
« Sofi, che ne dici, sto bene vestita così?»
Arriva in salotto con il capo chino verso sé stessa, intenta ad osservare qualche dettaglio di quel vestito blu con una sola spalla coperta che le arriva fin sopra il ginocchio, troppo aderente per i miei gusti, visto che non lo ha indossato per il sottoscritto.
Non si è accorta della mia presenza, almeno fin quando non le faccio notare che fuori inizia a far freschetto.
« Non credi che prenderai freddo vestita così scollata?»
Alza di scatto la testa spaventandosi appena, ovviamente non si aspettava di trovarmi nel suo salotto quindi è più che giustificata la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.

I miei invece continuano ad accarezzare il suo corpo avidamente e me ne frego se non siamo soli, se lo faccio senza pudore, ma più passano i giorni, più perdo il controllo di me quando c'è di mezzo questa donna.

«Tu che ci fai qui, come sei entrato?»
Indico Sofi già sul divano che mangiucchia una coppa di pop corn appena fatti, ci osserva come se fosse al cinema, spostando lo sguardo su entrambi in attesa della prossima scena.

Mi alzo ignorando le proteste della mora, concentrandomi solo sul tenere a bada i miei istinti di fiondarmi su quelle labbra carnose e assaporarla finalmente, poi caricarla in spalla, chiuderci in quella stanza e testare la resistenza del suo letto.

Mi ritrovo a stringere i pugni al solo pensiero per tentare di non fare sciocchezze.

«Devi andare via, grazie della visita, ma non è stato un piacere.»
Si dirige alla porta e la apre, gesto inequivocabile di ciò che vuole, ma oggi non sarà così facile liberarsi di me.

Con pochi passi sono al suo fianco, nei suoi occhioni il luccichio della sfida è ben visibile, nei miei, quello della lussuria temo sia ormai evidente, soprattutto perché non riesco a distogliere lo sguardo da quelle labbra succose tinte di un leggero colore più chiaro.
Mi ritrovo a fissarle mentre con la lingua sfioro le mie sognando di poter perdere il controllo una volta soli, e non assaporerò solo quella piccola parte di lei, ma ogni centimetro del suo corpo strappandole questo pezzo di stoffa.

Chloe mi schiocca le dita davanti gli occhi per farmi tornare nel mondo reale, una realtà alquanto scomoda al momento, a causa mia, mi prendo la responsabilità delle cazzate fatte che l'hanno allontanata da me.

«Dovrei parlarti di una cosa importante.»
Provo a spiegarle con calma e fermezza.

«Se si tratta di lavoro ti ascolto, altrimenti...»
Indica la porta, ma nei suoi occhi leggo altro, come se una parte di lei in questo momento stesse sperando che io sia qui per dimostrarle che la luce che ha scorto in me, non era un miraggio.

«Riguarda noi.»
Il mio tono deciso è pari al tonfo della porta che chiudo, non abbandono un attimo le sue iridi nella speranza di leggervi la mia stessa emozione, ma temo di trovare solo un muro di paura davanti a me che io stesso le ho fatto innalzare.

Come mi aspettavo non mi rende le cose facili, non lo ha mai fatto, ma non sa che nella vita io non ho affrontato nulla di facile, quindi è il mio pane quotidiano lottare, stavolta lo farò per lei.

«Devi andare via, ho un appuntamento con Mark.»
Si volta mentre mi ricorda a tradimento di quel cretino, ma dovrà essere più convincente di così se vorrà farmi credere che prova qualcosa per lui.

« Non andrai da nessuna parte se prima non mi ascolterai.»
La carico sulle spalle facendola urlare e a passo spedito vado in camera sua, Sofi urla 'vai così' lanciando pop corn in aria provocandomi una risata.

Rettifico, mi piace proprio quella ragazza.

Ed ora a noi due cara Chloe!

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