capitolo 30 - Andrea
Andrea
Infilo i guantoni da boxe mentre mi guardo intorno, Davide mi ha trascinato in palestra non potendone più del mio muso lungo, semplicemente sono nervoso all'idea della serata che mi attende e alla quale non ho potuto sottrarmi.
Non mi entusiasma affatto passare altro tempo con Chloe e Mark, devo già sorbirmeli purtroppo ogni giorno in ufficio, ma lì almeno è un ambiente lavorativo, per quanto lui faccia l'idiota nel richiamare la sua attenzione, mantiene le distanze, ma stasera non so cosa aspettarmi.
In questi ultimi giorni l'aria in azienda è stata soffocante per me, ho rischiato di perdere le staffe in più di un'occasione nel vedere il mio collega proporre uscite o comunque avvicinarsi troppo a lei.
Ho persino pensato di chiedere a John di farmi lavorare da casa per qualche giorno, anche se so che questo non avrebbe risolto il mio problema, perché la verità è questa, lei è diventata un problema per me.
Continuo a pensare sempre a quella ragazza, sta diventando un'ossessione, un incubo dal quale voglio svegliarmi, e non sopporto avere questa rabbia che mi divora le viscere in profondità se la vedo regalare sorrisi a quello stupido di Mark.
« Forza amico, parlamene, così ti sfogherai un po'.»
Davide si posiziona davanti il suo sacco e inizia a scagliare qualche destro, mi alzo dalla panca grigia e mi avvicino al mio sacco verde scuro per seguire il suo esempio.
« Non c'è molto da dire.»
Vorrei chiudere come al solito il discorso qui, ma conoscendolo, lui non lo farà, a parti inverse sarebbe così, quindi non me la prendo, in fondo ha ragione, ho bisogno di parlarne.
« Va bene zuccone, allora ti caverò io le parole di bocca, dimmi di questa serata.»
Una smorfia involontaria anima il mio viso, me ne rendo conto da solo, come mi rendo conto di molte altre cose che non vorrei, che faccio finta di non sentire.
« Sarà un disastro, io e Caroline saremmo dovuti uscire da soli, non con quei due.»
È inutile, il fastidio cresce a dismisura al centro del mio petto nell'immaginarla con lui, e sono sentimenti inaccettabili perché non è mia.
«Chloe e Mark sono una coppia?»
Sferro un altro pugno accelerando la respirazione, i muscoli sono sempre più tesi e di certo questa domanda non mi aiuta.
« No, non credo, non ancora.»
Tiro un sinistro.
«Lui si è risvegliato e si è finalmente accorto delle qualità di Chloe, ed ora ci prova in tutti i modi.»
Ne tiro un'altro con violenza e vedo il sacco davanti a me oscillare con forza.
« E tu, stai a guardare?»
Mi fermo e mi ritrovo le iridi nere del mio migliore amico puntate addosso con determinazione, mi conosce fin troppo bene.
«Io sono interessato a Caroline, mi vedrò con lei e sono sicuro che potrebbe nascere qualcosa.»
Dico abbassando lo sguardo.
«Andrea, cosa ti stai ostinando a fare?»
Il tono preoccupato del ragazzone qui davanti quasi mi provoca una risata, mi dispiace farlo sempre preoccupare.
«Sei un idiota patentato, perché non ammetti a te stesso che sei preso da quella ragazza?»
Lo spintono con il guantone sulla spalla smuovendolo solo di poco, ma giusto per avere la sua attenzione.
«Ma se te lo dico da mesi?»
Allargo le braccia per sottolineare l'ovvio.
«Sai a chi mi riferisco.»
Scuote la testa come se fosse rassegnato, poi continua.
«Fratello, tu hai paura di innamorarti, ecco perché ti butti sempre in queste storielle che non avranno futuro, e tieni lontana chi potrebbe rappresentare altro.»
Il mio amico mi fissa serio ed io distolgo lo sguardo,non voglio ascoltare, so perfettamente di essere rotto dentro, ma si sbaglia, non lo sono fino a questo punto.
«Non è così, sei tu che ti sei fissato con quest'idea di me e Chloe insieme.»
Da quando gli ho raccontato di quello che c'è stato quella sera fra noi due, si è fatto strane idee.
«Io e Caroline siamo una coppia perfetta, lei lo è per me, l'ho sempre pensato e di sicuro conoscendola meglio me ne darà conferma.»
Sono convinto di questo, anche io cerco l'amore e di sicuro lei potrebbe esserlo.
«L'amore si nasconde dietro altro, di certo non dietro la perfezione, e poi, non vorrei deluderti, ma dubito che Caroline sia così perfetta come credi.»
Sbuffo, è ovvio che la perfezione non esista, non volevo dire quello, ma solo che quando trovi la persona giusta diventa perfetta per te, nonostante i difetti.
Contro il mio volere ripenso, ahimè, sempre a quella mora impertinente quando penso a questo sentimento.
«C'è stato un momento in cui ho creduto che con Chloe fosse scattato qualcosa, perché ciò che ho sentito era come una scintilla che divampava in un incendio.»
Mi perdo per un attimo nelle emozioni che ho vissuto quella sera, emozioni che, purtroppo, sembrano non avermi abbandonato del tutto ancora oggi, nonostante io mi impegni a scacciarle.
«Un senso di appartenenza, di felicità, mai provate prima.»
E non me lo spiego perché sia così debole, forse solo perché lei fa parte della mia quotidianità purtroppo.
«Coglione, si chiama amore.»
Le parole di mio fratello per un attimo mi colpiscono, come se avesse preso a pugni me e non il sacco davanti a lui, ma mi riprendo subito.
« Non dire stronzate, vedi troppe telenovelas con tua madre, già te l'ho detto.»
Questa volta finge di colpirmi ma mi scanso ridacchiando.
«Puoi scappare quanto vuoi, ormai sei fottuto caro Andreuccio, ammettilo che scappi da quella ragazza, da ciò che provi.»
Il suo sguardo sembra vittorioso, sicuro di ciò che dice, il mio vacilla nel vuoto.
«E anche se fosse?»
Mi sfugge ad un tratto attirando tutta la sua attenzione.
«L'amore ti distrugge, guarda che fine ha fatto mia madre, forse è meglio scappare.»
Non volendo rifletto ad alta voce, aprendo il mio cuore e dando voce alle mie paure più profonde.
«Andrea, idealizzare questo sentimento esclusivamente con il matrimonio dei tuoi, e ciò che è successo a lei, è sbagliato.»
Davide posa la mano intrappolata in questo guantone rosso e bianco sulla mia spalla, i nostri occhi si incontrano e in lui trovo rifugio, sospiro ritornando in me.
«Ma no, certo, guarda i tuoi, guarda i miei nonni, ma figurati, era per dire che può farti del male a volte.»
Mi allontano di un passo cercando di alleggerire l'atmosfera e abbozzando un sorriso.
«Può anche guarirti altre volte.»
Non sono molto convinto di questa sua affermazione, ma evito di dirlo ad alta voce, riprendo a scaricare un po' di frustrazione addosso a questo sacco fino a quando a quel cervellone non gli arriva una genialata delle sue.
«Bacia Caroline.»
Lo fisso bloccando al volo il sacco prima che mi venga addosso.
«Sì, ti servirà per capire se proverai ciò che hai provato con Chloe.»
«Io non credo proprio.»
Sentenzia in fine convinto, e torna a tirare pugni al suo sacco.
Io?
Io resto lì a fissare il mio come se avesse delle risposte alle mille domande che affollano la mia testa e non trovo pace.
Torno a casa e mi butto direttamente sotto la doccia, nella mia testa la frase di Davide risuona e sembra entrare in loop la mia mente.
'Bacia Caroline, ti servirà per capire se proverai ciò che hai provato con Chloe'.
Esco dalla doccia, tampono il mio corpo con un telo enorme, mentre continuo a riflettere sul da farsi.
Infilo l'intimo e un pantalone beige, cerco fra le decine di camicie quella marrone scuro di lino e prima di indossarla spruzzo sulla mia pelle del profumo.
Rimugino inevitabilmente sulla serata che dovrò affrontare, a quanto vorrei togliermi dalla testa quella mora che mi tormenta, a quanto vorrei scacciare questi assurdi pensieri e sensazioni ogni volta che mi è vicina, e non so come si fa.
Poi una illuminazione.
Forse non è un cattivo consiglio quello di Davide, anzi, potrebbe essere l'idea migliore in assoluto che lui abbia mai avuto.
Ha ragione, non posso provare le stesse emozioni con entrambe, baciando Caroline finalmente mi toglierò dalla testa quella combina guai impertinente che è diventata una spina nel fianco.
Mi risveglierò da questa specie di sortilegio che mi ha lanciato in quello stanzino quella assurda sera, o forse anche prima.
Stasera bacerò Caroline,così guarirò.
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