capitolo 26 - Chloe
Chloe
Cerco di non farmi distrarre dalla sua vicinanza, dall'effetto che mi provoca averlo davanti seminudo, provo a regolare il battito impazzito del mio cuore nel ritrovarmi di nuovo quelle labbra così vicine.
Come faccio a non desiderarle?
Sarò impazzita, ma dopo ieri sera niente ha più senso, perché io e lui insieme non lo abbiamo di certo, queste fantasie improvvise non ne hanno, eppure sono così reali.
Reale è ciò che ho provato fra le sue braccia, reali erano le sue labbra, reale è la stretta allo stomaco che sento anche ora.
Tento di non seguire con lo sguardo le gocce d'acqua che scendono dai capelli fradici e poi lungo il collo, sulla scapola, accarezzando il pettorale scolpito e continuare la corsa verso gli addominali appena accennati.
Accidenti.
Ingoio il groppo in gola e mi volto di spalle pensando di aver fatto un enorme errore a venire qui, avrei dovuto aspettare di essere pronta per affrontare lui e qualsiasi verità ci sia ad attendermi, ed evidentemente non lo sono dato lo scompiglio che sento nello stomaco.
Inizio ad allontanarmi di pochi passi per riacquistare la padronanza di me, porto entrambe le mani al viso e prendo un enorme respiro per darmi coraggio, ma la sua voce dura, rovina i miei piani.
«Sì, brava, vattene di nuovo, è la tua specialità.»
«Come?»
Lo fisso all'improvviso e noto le sue iridi diventare quasi più scure.
« Che ci fai qui Chloe, torna dal tuo fidanzato.»
Afferra la sua maglietta abbandonata sulla sabbia, poco distante da noi, ed inizia a camminare verso casa sua.
Come una stupida, resto in un primo momento immobile ad osservare le sue larghe spalle chiare allontanarsi, ma poi, il bisogno di capire il motivo del suo comportamento e di ciò che bizzarramente provo, mi ridesta.
«Andrea, dove stai andando?»
Gli chiedo quasi urlando a causa della distanza, ma non ricevo risposta e inizio a correre a fatica sulla sabbia dorata, intenzionata a far scontrare quella testolina rossastra ad un muro, se necessario, ma avrò una spiegazione.
Lui sembra non voler arrestare la sua corsa, ed io non voglio rinunciare a quello per cui sono venuta, a tutti i costi.
Lo raggiungo e afferro la sua spalla costringendolo a voltarsi, i nostri occhi si sfidano, e le mie domande continuano ad aumentare esponenzialmente nella mia testa, vorrei capire l'origine di questo improvviso astio.
« Che diavolo significa ciò che hai detto?»
Sono sempre più confusa nel vedere la smorfia che anima il suo volto.
«Non capisco perché tu sia qui, vuoi solo farmi impazzire, è questo il tuo intento.»
Porta la mano sinistra alla fronte.
«Sei la coerenza fatta a persona, mia cara, il tuo fidanzatino che ne pensa che tu sia venuta da me?»
Dinnanzi a me vedo uno scudo gelido, i miei timori si sono avverati, lui è un ragazzo freddo e scostante che vuole tenermi lontano, perché?
« Non è il mio ragazzo, e lo sai benissimo, perché te ne esci con queste sciocchezze ora?»
Più passano i minuti più mi chiedo chi io abbia di fronte, quanti Andrea ci siano in realtà, perché l'uomo qui davanti non lo riconosco.
« Andiamo, appena lo hai visto ti sei allontana da me, facendo la tua scelta, ma devo ringraziarti, altrimenti cosa avrebbe pensato la mia Caroline?»
Noto perfettamente quell'aggettivo, proprio come noto un rumore sordo di qualcosa che si spezza.
Che diavolo era?
Mi precipito a spiegare come sono andati i fatti, ovviamente ha frainteso le mie intenzioni in buona fede.
«È ovvio che io mi sia allontanata, non sapevo come volessi affrontare la situazione, neanche io sapevo, dal mio canto, come affrontarla.»
Accenna una risata sarcastica e mi volta le spalle, gli sbarro la strada facilmente con pochi passi.
«Perché non mi credi?»
Punto i miei occhi nei suoi, non ho nulla da nascondere e di certo non sono una bugiarda, non lo sono mai stata e non inizierei oggi, su qualcosa che, solo ora, capisco quanto mi stia a cuore.
«Sei scappata alla vista del tuo caro Mark, è ciò che volevi fin dall'inizio, lui.»
È davvero testardo.
« Era corretto affrontarlo in privato, visto che ero uscita con lui, e ti ricordo che tu eri uscito con Caroline, ed in primis, avrei voluto parlare con te di quello che era appena successo.»
Per un attimo, non so se grazie alle mie parole, oppure alla determinazione nel mio sguardo, ma ho quasi avuto la speranza di avercela fatta a scalfire il muro eretto che mi sono trovata di fronte.
Abbassa lo sguardo sgretolando le mie false speranze, non ha il coraggio di guardarmi per ciò che sta per dirmi.
«Non c'è nulla di cui parlare, facciamo finta che non sia successo.»
Sbatto più volte le palpebre, inizio a guardarmi intorno alla ricerca di qualche telecamera e mi aspetto che qualcuno mi dica che si tratti di uno scherzo, ma non succede nulla.
«Sei serio?»
La mia domanda è un sibilo, non mi sono neanche resa conto di averla pronunciata, credevo fosse solo nella mia testa.
« Credo sia meglio così.»
Fissa ovunque tranne me, come se nemmeno lui credesse davvero a queste parole, o sono io che spero possa non credere davvero alle sue parole.
Forse è stato così anche ieri, ho immaginato io tutto, ogni carezza, ogni brivido sulla sua pelle, fantasticando come al solito come una stupida ragazzina, chissà quante risate si farà appena andrò via.
« Cosa sono stata? Che ha significato quel bacio? Sono stata un altro esercizio da usare poi con Caroline, come il ballo?»
Gli sputo addosso di getto con rabbia.
Le sue pupille nere ora non scappano, la mandibola è tesa e noto come stringe i pugni.
« Non devi mai pensarlo.»
Fa un passo avanti quasi minaccioso per quanto sia serio, ma io non so davvero cosa pensare, cosa provare, so solo che si è rivelato una delusione.
« Contano i fatti, conta che tu mi abbia baciata, che tu sia andato via dopo quelle parole, e che io sia qui.»
Inizio a spintonarlo presa da una furia per sentirmi presa in giro, per aver creduto a ciò che non è mai esistito.
« Conta che tu, ancora una volta, mi dica di andare via perché ieri sera non ha avuto alcun valore, la verità è che volevi solo divertirti.»
Una seconda spinta alla spalla, e mi maledico per avere un carattere troppo istintivo.
Afferra i miei polsi e avvicina il suo viso al mio abbassando la sua figura su di me, ora siamo di nuovo così vicini da riuscire a sentire il suo alito fresco sulle labbra.
«Non volevo divertirmi, non è stato un capriccio, è successo. È stato...tu sei...»
Arresta le sue parole e per un attimo i suoi occhi si focalizzano, come ore prima, sulle mie labbra e questo lo porta a lasciare la presa e fare qualche passo indietro, come se avesse bisogno di distanza.
Dovrei solo andare via, ma non ci riesco senza mettere le cose in chiaro.
« Forse hai ragione, è molto meglio continuare con i piani prefissati, e tu ed io, non eravamo nei piani.»
Il mio nocciola sfida il suo verde misto, mi volto e lo lascio lì, indietro, ed è lì che deve rimanere.
Ormai la sera inizia a scendere su New York, sdraiata dal divano di casa mia, proprio di fronte al balcone, osservo la luna piena risplendere nel cielo ed illuminare questa caotica città.
Mi chiedo come abbia fatto a sbagliarmi così tanto su di una persona, sbagliarmi così tanto su emozioni che mi hanno travolta come un fiume in piena, eppure, credevo di aver superato la fase adolescenziale dove non riesci a riconoscere gli idioti.
Per lui è stata solo attrazione, la foga del momento, molto probabilmente se lo avessi seguita, saremmo finiti a casa sua a concludere la serata in camera da letto.
Chissà quante volte gli sarà capitato.
Eppure, le sue parole non combaciano con i suoi sguardi, con i brividi che ho percepito sulla sua pelle, io ho sentito sotto il palmo della mia mano il suo cuore battere all'unisono col mio.
Come può aver finto?
Come può essere stato tutto frutto solo della chimica?
I suoi occhi erano sinceri, oppure voglio crederlo io?
Scuoto la testa per liberare la mente da questi pensieri, è stato fin troppo chiaro, non posso incolparmi di niente.
Il mio telefono suona avvisandomi di un messaggio, il mio cuore ha un fremito stupidamente, lo afferro e subito lo apro, ma i battiti rallentano immediatamente scoprendo il mittente.
Mark.
Forse ho sbagliato tutto credendo di voler rinunciare a lui, dovrei darmi un'occasione e non lasciarmi confondere da Andrea.
Ma come si fa a cancellare quei battiti?
Come si fa a dire al proprio cuore per chi battere?
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