capitolo 25- Andrea

Andrea

La tensione la sento tutta addosso, la notte appena trascorsa è stata un vero schifo, restare in quel letto è stato difficile, mi giravo e rigiravo, i pensieri non hanno fatto altro che affollare la mia testa.
Ho dormito poco a causa di una donna e questo mi irrita, non mi era mai successo prima, e non dovrà succedere più, è assurdo dare tutto questo potere a qualcuna che, tra l'altro, non è neanche mia.
Una donna che mi ha regalato emozioni mai sentite prima, inaspettatamente, battiti che non credevo di poter provare all'improvviso, ma che ti fanno abbassare la guardia rendendoti fragile, ed è ciò che è accaduto dopo pochi istanti.
Mi ha colpito a sangue freddo.

È da tutto il giorno che sono nervoso, tento di scacciare le immagini che la mente, fuori dal mio controllo, continua a ripropormi.
I suoi occhi scuri che sembravano racchiudere qualche tipo di sentimento mentre mi fissavano nella penombra di quello stanzino, poi, mentre sembravano trasmettere gioia avvolta nel mio abbraccio.
Eppure, non credevo potesse fingere così bene.

Mi dirigo verso la spiaggia, il mio amico già mi aspetta, l'ho chiamato per una nuotata o una corsetta o qualsiasi altra cosa, basta non restare solo, basta sovrastare il rumore dei ricordi di quei battiti impazziti.
«Fratello, hai una pessima cera.»
Davide mi scruta con i suoi occhi neri come la pece e sul volto appare una smorfia preoccupata.
«Cos'è successo?»
Mi conosce fin troppo bene ma non saprei cosa dirgli, magari la frase, "sono un coglione per essermi fatto abbindolare da emozioni improvvise, suscitate da occhi magnetici che mai avrei immaginato mi coinvolgessero", potrebbe essere esaustiva.
Certo, dovrei poi specificare che il dolore al petto che sento da ieri sera è dato dalla pugnalata che ho ricevuto, quando lei si è allontanata alla vista di quell'idiota.

Preferisco non pensare a quel momento, o forse è proprio quello il punto su cui devo focalizzare la mia attenzione, a quando non ho trovato i suoi occhi, e si sono frantumate le illusioni stupide da liceale che si erano costruite nell'arco di tempo di un bacio.

« Sto bene, non ho dormito molto stanotte, tutto qui, questo mi rende un po' nervoso.»
Cerco di sviare il discorso, forse è meglio non parlarne per non farmi deridere dal mio amico, ma lui non molla.
«Sputa il rospo, cosa ti ha tenuto sveglio, non puoi prendermi per il culo ancora per molto, potrei fingere di crederti, ma sono sicuro che sarebbe meglio sfogarsi.»

Immergo i piedi nella sabbia tiepida e inizio a camminare verso l'unica cosa che in realtà mi darebbe davvero sollievo, sfogarsi non mi darebbe pace quanto scaricare tutta questa tensione fra le onde facendo surf o meglio, una nuotata fin quando i muscoli non chiedono pietà.
Il mio fidato fratello mi segue cercando di spronarmi a parlare, a buttar fuori i pensieri, questo peso che mi schiaccia la gabbia toracica impedendo ai polmoni di respirare fino in fondo se ripercorro i momenti in cui sfioravo le sue labbra.
Mi sembra di impazzire ed è così stupido per qualcosa che non esiste.

« Non è successo nulla, ieri sera ho baciato Chloe.»
Sospiro non potendone fare a meno e tiro un calcio alla sabbia frustrato.
«Wow, è un'ottima notizia fratello.»
Guardo il mio amico che mi sembra inspiegabilmente entusiasta, incredibile come già faccia il tifo per quella ragazza, lo ha ammaliato senza neanche conoscerlo, per un mezzo incontro.
« No, Davide, non capisci, io ero a quello stupido spettacolo con Caroline, lei era lì con Mark, ma poi...poi...»

Nervosamente tiro un'altro calcio alzando un'altro polverone e iniziando di nuovo a camminare, stavolta a passo più svelto perché la rabbia torna a farsi sentire.
« Andrea, aspettami, ma che ti prende?»
Davide cerca di raggiungermi e tenere il passo.
« Non ti ho mai visto così, questo vorrà dire qualcosa, renditene conto.»

Scuoto la testa per rinnegare qualcosa che purtroppo già so e voglio cambiare assolutamente.
« Tu non capisci, lei ha fatto marcia indietro, mi ha pugnalato, come al solito posso fidarmi solo di poche persone, e sinceramente mi ha ricordato che ho cose più importanti su cui focalizzare le mie energie.»
Meglio tornare ad avere il cuore gelido, forse hanno proprio ragione le mie ex su questo, ma non importa, mi scioglierò con chi se lo merita, e quando sarà il momento.

« Parli della tua vendetta?»
Il volto mulatto di Davide, come al solito, si trasforma in una maschera di rabbia quando si parla di questo.
« Invece hai proprio bisogno di questo, di un sentimento puro che ti travolga e ti salvi da tutto il marciume che ti sta divorando.»

Bagno i piedi nell'acqua limpida e fresca, ignorando le sue parole, l'amore non ha salvato lei, non salverà nemmeno me, quella notte si è spezzata la mia famiglia, spezzando il mio essere, cambiandomi per sempre, ma evito di dirlo.

«Lei non lo avrebbe voluto fratello, tua madre avrebbe voluto che tu fossi felice, non così arrabbiato col mondo e schivo con tutti, soprattutto gli affetti.»
Sfilo la t-shirt gialla sotto il suo sguardo e la butto più in là, la leggera brezza che di tanto in tanto si alza, accarezza la mia pelle.
« Io sono molto socievole, e ho avuto un mucchio di fidanzate, sono alla ricerca costante della futura signora Milani...»
Mi interrompe severo.
«Stronzate, parlo di rapporti veri, parlo di amici, parlo di amore, parlo di aprire il tuo cuore, di costruire qualcosa.»
Non si arrenderà mai con me e questo fa nascere sul mio viso un sorrisetto.

« A cosa mi è servito? Ciò che ho provato baciandola, le emozioni che inspiegabilmente mi hanno travolto... sono crollate le mie difese, ed io, mi sono trovato alla deriva amico.»
Mi confesso lasciandomi andare, solo con lui mi capita, mi da una pacca sulla spalla prima di sedersi sulla spiagga.
«Sei nei guai amico, te ne rendi conto? Non far vincere le paure, non puoi decidere di chi innamorarti, bisogna buttarsi e rischiare.»
Deve essere impazzito, non ci si può innamorare di una sconosciuta, di una ragazza che mi ha fatto uscire di testa dal primo momento, che mi attira a sé come una calamita, ronzandomi in testa come un pensiero fisso.

Chissà cosa ci attira di una donna rispetto ad un'altra, forse la sua innocenza, la sua determinazione, il suo pudore, la sua caparbietà, la sua dolcezza, quell'assurdo modo di sfidarti, quegli occhi scuri che sembrano scavarti e volerti leggere dentro.
Merda.

Inizio ad addentrarmi fra le leggere onde e l'acqua fresca mi rigenera per un attimo, congelando tutti i miei pensieri, inizio a nuotare, avanti e indietro, dopo un pò i muscoli iniziano a bruciarmi e l'ossigeno scarseggiare.
Mi fermo per riprendere fiato e mi trovo ad osservare la spiaggia poco lontana, non mi sarei mai aspettato di vedere lei, mi si contorce lo stomaco e non capisco perché sia venuta dopo ciò che è successo e soprattutto, perché io non riesca a non provare questa irrefrenabile speranza nascere.
Non so se voglio parlarle proprio oggi, proprio adesso, non ero pronto, ma non sono un codardo e vado verso la riva, esco dall'acqua con i suoi occhi che accarezzano il mio corpo e sento quasi un fremito sulla mia pelle.

Passo una mano fra i capelli portandoli indietro e poi sul viso per togliere l'acqua dagli occhi, lei si avvicina con passo malfermo, un po' imbarazzata e non so quale Chloe io abbia davanti.
«Chloe, che ci fai qui?»

Forse non conosco la vera Chloe.
Eppure nei suoi occhi ho sempre visto verità, che idiota.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top