capitolo 24 - Chloe

Chloe

Affondo il cucchiaio nel barattolo di Nutella, lo estraggo stracolmo di questa delizia scura, lo porto alla bocca e ripeto, tutto questo sotto gli occhi di Sofi, che mi fissa stranita, so che l'interrogatorio partirà fra tre, due, uno...
« È tutto il giorno che stai facendo così, vuoi deciderti a parlare? Voglio sapere di ieri sera o dovrò chiamare Mark per capirci qualcosa?»
Alzo per l'ennesima volta le spalle, mi avrà fatto questa domanda cento volte vedendo il mio muso lungo, è arrivata a preoccuparsi soprattutto quando il mio pranzo è stato un semplice toast.
«Ti stai strafocando di Nutella da questa mattina, ora basta.»
Mi strappa dalle mani l'enorme barattolo che stringevo come un tesoro, gli zuccheri erano l'unica cosa che al momento mi davano sollievo dai miei stupidi ricordi della serata appena trascorsa.

Sofi si siede sul divano accanto a me e mi fissa ansiosa, direi anche un tantino minacciosa, i suoi occhi sono piccoli e il suo viso paffutello, inspira sempre simpatia, ma in questi casi, riesce a farmi quasi paura.
Avvicina il busto verso di me e con voce bassa da film horror mi ordina di dirle tutto, le manca solo un coltellaccio in una mano e un'atmosfera un po' lugubre come un bel temporale, sarebbe uno scenario perfetto.

« Mi ha baciata.»
Sgancio la bomba, ma non mi sembra di cogliere entusiasmo sul suo volto, si tira col busto indietro e si sistema composta.
«Ah. Bhe, era ciò che volevi da mesi.»
Inizia a giocare con il telefono ad uno stupido gioco di carte.

«Certo che sprizzi felicità da tutti i pori.»
Le faccio notare offesa incrociando le braccia al petto.

«Se tu sei felice, lo sono anche io, ma non mi sembra affatto, e poi devo dirtelo, da quando ti ho vista con Andrea, è tutto un'altro film, altro che Mark.»
Neanche mi guarda e pronuncia quest'ultimo nome con una smorfia, ed è assurdo come abbia cambiato idea su questo ragazzo, prima faceva il tifo per lui, per noi.
«Sofi, vorrei comunque farti notare che questa cotta che hai preso per Andrea è ridicola, lo hai troppo idolatrato senza motivo, soprattutto visto che non lo conosci affatto.»
È troppo volubile il cuore della mia cara amica.
«A volte non c'è bisogno di conoscere qualcuno, bastano le sensazioni che ti trasmette, mia cara.»

Potrei darle ragione, perché con lui è stato così, un legame strano di finto odio che si è trasformato in altro, sensazioni improvvise, fuori controllo, che mi spingevano nel bene o nel male sempre verso di lui, ora che ci penso, anche quando litigavamo.

«Cara Chloe, quella mattina, quando ha dormito qui, secondo me, nell'aria c'era amore, dammi retta, me ne intendo.»
Mi fa l'occhiolino convinta della sua tesi, per un attimo mi dispiace distruggere i suoi sogni ad occhi aperti, mi aspetto fuoco e fiamme ora che le dirò come si è comportato subito dopo.

« Non c'era un bel niente, si è tirato indietro e non capisco perché lo abbia fatto, prima mi bacia e poi dice a Mark che sono tutta sua e va via.»
Nel ricordare quel preciso momento sento stupidamente un pugno allo stomaco, è un dolore che non mi sarei mai aspettata di provare per lui, e non lo merito.

« Andrea ti ha baciata?»
Sofi inizia ad urlare felice e sbattere le mani, sembra una bambina come se avesse ricevuto un regalo.

« E poi scusa, come si permette, io decido per me, nessuno dei due può parlare della sottoscritta come un oggetto che possono scambiarsi.»
Insieme al dolore e all'umiliazione per essermi illusa di momenti che solo io credevo significassero qualcosa, arriva anche la rabbia.

« Ma hai baciato tutti e due?»
Sofi confusa, ha stampato in faccia un enorme punto interrogativo, ma la ignoro, troppo presa dal flusso dei miei pensieri.

« Mark, se ne esce con frasi possessive chiamandomi direttamente la sua ragazza?»
Inizio a fare avanti e indietro in questo minuscolo salottino e porto le dita alle tempie massaggiandole.

« Ti sei fidanzata con Mark?»
La voce squillante della mia amica quasi mi trapana i timpani.

« Io volevo solo parlarne in privato, non sapevo come comportarmi, lui è uscito con Caroline, non mi sembrava il caso affrontare un discorso a quattro.»
Continuo a piagnucolare.

«Chi sta con Caroline?»
Gli occhi di Sofi sono spalancati quasi quanto la sua boccuccia.

Mi blocco e la guardo fissa negli occhi in cerca di un consiglio, perché ne ho davvero bisogno.
« Devo andare a parlare con lui? Ma non voglio elemosinare una spiegazione e sembrare disperata.»
Mi siedo accanto alla mia migliore amica e abbasso lo sguardo ripensando alla miriade di emozioni in cui sono stata catapultata con un semplice bacio, e se valga la pena far vincere l'orgoglio.
«Ciò che ho provato non può essere stato a senso unico, e non voglio farmelo sfuggire di mano solo per un fraintendimento.»

Sofi afferra entrambe le mie spalle facendomi voltare verso di lei.
« Chloe, io non ho capito una mazza, di chi ti sei innamorata?»

Questa domanda, queste parole, sono uno schiaffo, non avevo di certo messo in conto che potessi provare un sentimento così forte.

« Oh mio Dio, dici che sono innamorata? Ma come è possibile? »
Scuoto la testa per scacciare un pensiero tanto sciocco, solo la mia folle amica con la testa fra le nuvole può pensare che l'amore nasca per magia.
Oppure potrebbe succedere?

Questo è un parolone, non ha parlato di cotta, infatuazione, attrazione, ha proprio detto amore, é un sentimento importante che non si incontra tutti i giorni, non si prova tutti i giorni, soprattutto non con chiunque.
Ma il battito che mi ha travolta ieri sera, neanche.

Corro in camera mia e apro l'armadio, afferro la gonna di jeans e la camicetta bianca, infilo le scarpe da tennis e la mia immancabile borsa rossa portafortuna.
Mentre mi dirigo verso la porta d'ingresso, mi soffermo allo specchio davanti l'entrata per fare una coda.

«Dove stai andando?»
Sofi, dal divano ha l'aria stralunata, ma ora non ho tempo per spiegarle, sono determinata a dare un nome a ciò che è successo ieri sera nel mio cuore.
« A scoprire se hai ragione?»

Esco di casa quasi correndo diretta alla fermata dell'autobus che dista un centinaio di metri, voglio arrivare a casa sua il prima possibile, dovrà dirmi guardandomi dritta negli occhi cosa ha provato stringendomi, baciandomi.
Sono inspiegabilmente in fermento, in realtà ho sentimenti contrastanti che combattono fra loro, scontrandosi per avere la meglio, ma nessuno riesce a vincere.
Una parte di me è terrorizzata che si ripresenti il gelido Andrea che ho visto ieri sera, poco prima di salutare e fuggire, un'altra ha la speranza che mi dica solo che quel comportamento fosse scena.
Di sicuro voglio una spiegazione.

Il tragitto con l'autobus sembra lunghissimo, sarà la mia impazienza, come una stupida penso solo adesso che potrei benissimo non trovarlo in casa, afferro istintivamente il telefono pronta a chiamarlo, ma cosa dovrei dirgli?
E quando sarò davanti a lui, cosa gli dirò?

Solo scendendo finalmente vicino il suo appartamento capisco quale emozione ha avuto alla fine la meglio dentro di me, la paura.
Ho davvero il timore che nei suoi occhi io non legga nulla di ciò che vi ho trovato mentre mi teneva stretta al suo corpo, mentre il suo respiro si mescolava col mio nel semibuio di quella piccola stanza, mentre i nostri cuori battevano impazziti.

Non sono comunque una fifona e ho bisogno di sapere, perché sono convinta che sia meglio una cruda verità, quindi dirigo i miei passi verso il suo appartamento, poco distante.
Mi godo la vista di questa distesa azzurra che si confonde quasi con il cielo cercando un po' di coraggio, inspiro a pieni polmoni questo odore di salsedine e come al solito, riesce sempre a infondermi un senso di pace.
La mia attenzione viene catturata da un ragazzo moro che mi osserva dalla spiaggia e mi viene incontro con un gran sorriso stampato in volto.

« Ciao, tu sei Chloe, io sono Davide, ricordi?»
Sono una frana in questi casi facendo sempre figuracce, non mi sono assolutamente ricordata di lui, forse perché il mio cervello tende a cancellare tutti quelli con cui faccio figure di cacca, e quel giorno lui ci sorprese in acqua facendosi strani film e soprattutto, io ero fradicia.
« Quel testone è in acqua a scaricare un po' di tensione, hai fatto bene a passare, credo ci voglia un chiarimento fra voi.»
Mi fa l'occhiolino e va via lasciandomi di stucco, non mi aspettavo tutto questo.
«Chloe, spero tu abbia un po' di pazienza con lui, non è facile aprire il proprio cuore a volte, soprattutto se lo hai chiuso in una cassaforte per proteggerlo.»
Queste parole mi colpiscono, si evince che Andrea abbia parlato di me al suo caro amico e questo credo sia un bene, credo significhi che non sono la sola ad essere in crisi.

Osservo la sua figura fra le onde, apparire e scomparire nell'acqua limpida e fra i suoi bagliori, sembra appartenere a quel mondo, i suoi movimenti sinuosi quasi mi incantano.
Quando si ferma per riprendere fiato, finalmente si accorge di me, resta per qualche secondo di troppo fermo a fissarmi dalla sua postazione, come se non volesse avvicinarsi o anche lui, come me, fosse alla ricerca del coraggio per farlo.
Esce dall'acqua mostrandosi a me con i suoi muscoli e il suo bel fisico facendomi sospirare, maledizione, e mi chiedo quando io mi sia ridotta così.
La pelle grondante di gocce che percorrono il suo corpo muscoloso attira la mia attenzione più di quanto io vorrei, e più di quanto sono pronta ad ammettere, ma distogliere lo sguardo è difficile.
« Chloe, che ci fai qui?»

Gli ultimi raggi disole, prima del tramonto, colpiscono proprio il suo viso colorando i suoicapelli chiari dalle sfumature rossicce, e soprattutto i suoi occhi misti chemi scrutano sorpresi, ed io, faccio un sospiro e non so davvero come e dovetrovare il coraggio di affrontarlo e rispondere con sincerità alla sua domanda.

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