capitolo 14 - Chloe

Chloe

Rivediamo la presentazione giusto per scrupolo, domani avremo l'incontro con il cliente e deciderà se affidarci la campagna pubblicitaria del suo prodotto, sì tratta di una grossa azienda e ho notato come Andrea sia alquanto meticoloso nei dettagli e un po' nervoso.
Non fa altro che scambiarsi messaggi con qualcuno attraverso un altro telefono che tiene chiuso nel suo cassetto, tamburella le dita sul ginocchio mentre serio osserva ogni immagine e parola sullo schermo davanti a sé.
« Ok, mi sembra tutto perfetto, vinceremo noi.»
Si alza dalla poltroncina di pelle nera e afferra i rayban, cellulare e chiavi.
«Spegni il computer e andiamo, domani sarà una giornata stressante, ho bisogno di staccare.»

Porta due dita a massaggiare gli occhi chiusi per un attimo.
Mi affretto a prendere le mie cose, anche oggi si è offerto di accompagnarmi a casa, nonostante questo significhi fargli fare molta strada in più rispetto al suo appartamento, che si trova da tutt'altra parte.
Salgo in macchina e accendo come al solito la radio, stranamente non sento alcun borbottìo arrivare dal guidatore, nessun lamento, neanche quando inizio a cantare, anzi, girandomi verso di lui scopro un piccolo sorriso sulle sue labbra.
Credo si sia arreso ormai a me.
« Allora, ho fatto una bella chiacchierata con Caroline durante il pranzo, venerdì sera andrà a vedere il musical di Dirty Dancing e approfondendo il discorso ha esplicitamente detto che ama un uomo come Patrick Swayze e, tutti gli uomini dovrebbero vedere quel film per ispirarsi a lui.»
Il suo mutismo è sospetto, dopo qualche minuto parcheggia davanti il mio palazzo, si volta con tutto il busto verso di me e la fronte aggrottata, nei suoi occhi chiari è disegnato un enorme punto interrogativo.
« Non so proprio di cosa tu stia parlando.»
La mia bocca quasi si spalanca, non credevo di avere un'apertura mandibolare così grande, quante cose si scoprono dell'anatomia umana.
«Nessuno può mettere baby in un angolo.»
Visto che continuo a non avere nessuna reazione da parte sua, neanche con la citazione più famosa del film, capisco che è proprio una causa persa.
« Avanti sali, te lo farò vedere io, perché c'è la possibilità che abbia detto a Caroline che tu abbia visto diverse volte quel film.»
Scendo dall'auto nell'esatto momento in cui lui urla un 'che cosa?' invece di ringraziarmi.
« Sei un ingrato, era molto colpita invece, secondo me dovresti acquistare il biglietto, farti trovare lì davanti e appena la vedi, attaccare bottone e sederti vicino.»
Inizia palesemente a ponderare la mia proposta, con un click chiude l'auto e mi segue con la testa china sul telefono.
Entriamo in casa ed ordino subito una maxi pizza con peperoni e cipolla mentre lui avanza nel mio piccolo salottino modesto ancora con gli occhi puntati sul display che stringe fra le mani, quando li alza esulta.
«Fatto, ho preso il biglietto, sono posti non numerati per fortuna.»
Solo in quel momento si guarda intorno ispezionando questo mini open space, la piccola cucina beige e marrone, il tavolo rettangolare di fronte, il divano tre posti blu davanti il balcone, la credenza subito dietro.
« La mia piccola casetta, poi di là ci sono due stanze e un bagno, in realtà è della zia di Sofi questa casa.»
Allargo le braccia per indicare verso le tre porte alle nostre spalle.
« Molto carina.»
Andrea inizia ad avvicinarsi verso una delle porte e solo in quel momento mi rendo conto che non è stata affatto una buona idea invitarlo, come al solito agisco senza pensare, soprattutto considerato il fatto che ho Netflix solo in camera mia.
« Questa è la tua stanza?»
Apre la porta prima che io possa rispondere, devo portare entrambe le mani sulla bocca per evitare di ridere nel vedere la sua faccia, entra e dopo pochissimi istanti esce con in mano un cuscino a forma di arcobaleno ed un peluche ad unicorno.
«Quella è la stanza di Sofi.»
Non riesco più a trattenermi e rido nel vederlo fissare quell'unicorno in modo serio, ripone al proprio posto ciò che ha in mano e guardandomi furbo, ridacchiando, apre la porta accanto.
Con passo svelto lo raggiungo, ed è bizzarro, ma non è per niente strano trovarlo fra le mie cose, mentre gironzola nella mia stanza, mentre sbircia nella libreria ciò che amo leggere, lo vedo osservare alcune foto e avere uno sguardo tenero.
Arriva la pizza e nel rientrare in camera lo trovo già sistemato comodamente sul grande tappeto morbido posto davanti la TV, la schiena poggiata ai piedi del letto, i suoi occhi puntano ciò che ho in mano e poi si spalancano.
«No, hai ordinato la pizza con la cipolla, la puzza non andrà mai via, io non la mangio per questo.»
Alzo gli occhi al cielo.
« Stasera farai un eccezione per me.»
Mi accomodo accanto a lui sul tappeto pronta a cercare il film e avviarlo.
Addenta una fetta di pizza un po' titubante, ma subito dopo emette un suono di apprezzamento e mi fa sorridere, cambia idea davvero molto velocemente, avvio il film e inizia lo spettacolo.
Ogni tanto lancio qualche pugno sul braccio a quell'idiota per tenerlo sveglio o per tappargli la bocca a causa di commenti stupidi, ma in linea di massima non è stato così male come compagno di film, poi ecco che arriva il finale.
«Nessuno può mettere Baby in un angolo.»
Ripeto insieme all'attore stringendo il cuscino fra le braccia, provocando una risata di Andrea, parte la canzone 'The Time of my Life' ed è sempre emozionante, quando poi c'è l'ultima scena in cui lui la stringe e le canta un verso dicendole 'Non mi sono mai sentito così, è la verità, e devo tutto questo a te', sospiro.
« Hai gli occhi a cuoricino.»
Mi prende in giro rovinando tutta l'atmosfera romantica che aleggia in questa stanza, tranne che intorno ad Andrea, sembra esserci uno scudo anti romanticismo.
« Sei solo geloso di un uomo così, non potresti competere fra salto, ballo e romanticismo.»
Il suo sopracciglio destro si inclina verso l'alto e nei suoi occhi sembra accendersi una luce.
Si alza, sfrega le mani fra loro, fa schioccare il collo e con tono fermo quasi mi ordina di raggiungerlo, stranamente lo faccio, più che altro perché sono davvero curiosa di capire cosa stavolta la sua mente diabolica abbia escogitato.
Afferra la mia mano non appena sono accanto a lui e mi porta quasi sull'uscio della stanza, poi torna davanti il letto.
«Avanti, prendi la rincorsa e salta.»
Sbarro gli occhi alla sua assurda richiesta, deve aver sbattuto la testa da piccolo.
« Tu non stai bene, vuoi farmi fuori per dimostrare ad entrambi che non sei Patrick Swayze, già lo so, devi solo convincertene tu.»
Non ho la minima intenzione di dare adito alla sua idiozia, ma poi qualcosa cambia.
« Se lo fai, domani farai tu la presentazione.»
La testa scatta verso l'alto, il suo sguardo sembra serio, non me lo sarei mai aspettata una possibilità simile.
« Mi prendi in giro.»
« Forza, corri e salta.»
Questa è la sua unica risposta, ed io presa dall'entusiasmo, senza pensarci, inizio a correre questi due metri che mi separano da lui e gli finisco praticamente addosso ed entrambi finiamo ridendo sul mio letto.
«Ma che fai? Sei una combina guai, dovevi saltare, non buttarti su di me come un sacco di patate!»
Continuiamo a ridere come matti, io ancora sul suo corpo muscoloso, le sue mani intorno alla mia vita, mi scosta i capelli dal viso e le risate iniziano a far posto ad altro, a quello che si fa spazio nei nostri occhi incatenati.
Perché non riesco a distogliere lo sguardo? Perché il cuore inizia a battere un po' di più e il respiro a diventare irregolare? Ma soprattutto, perché qui sto bene?
In quelle iridi miste che intensamente mi fissano, leggo il mio stesso sconcerto, le mie stesse domande, e questo non ha alcun senso.
Un suo movimento fa attivare il tasto play del telecomando, finito sotto la sua schiena, e ripartono i titoli di coda con la colonna sonora, faccio leva sul suo petto alzandomi, e lui fa lo stesso, ma quando cerco distanza fra i nostri corpi, Andrea non sembra d'accordo.
Afferra la mia mano e mi tira a sé, il suo braccio avvolge il mio busto e non ho la forza di guardarlo negli occhi.
« Vediamo se è meglio Swayze.»

Iniziamo a ballare, mi stringo a lui senza volerlo, senza averne controllo, inspiro un dolce profumo che mi ricorda tanto il mare e che stordisce i miei sensi, la sua presa su di me sembra essere un po' più salda e mi sembra rassicurante questa vicinanza.
Quando le note cambiano, inizia a farmi volteggiare facendomi ridere, la stessa serenità è racchiusa in quel sorriso che mi regala, che riempie la stanza e che mai avrei pensato di condividere con lui.
Le nostre mani continuano a stringersi, le labbra tese in sorrisi, i nostri occhi sembrano non volersi staccare, i nostri corpi continuano, grazie a queste note, a sfiorarsi, e tutta questa sintonia, questa semplice ed inaspettata serata, che inizia a colorarsi di noi, vorrei non finisse.

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