Capitolo Tre: Interaction
Le mie grida di protesta si persero nel buio della notte...
Sfrecciavamo tra gli alberi da quella che mi pareva un'eternità: l'aria umida e frizzante della notte mi scompigliava i capelli e sferzava l'esigua porzione di viso che non era premuta contro il petto di Eren.
Quel bestione d'un rapitore.
Quando capii che nessun calcio o pugno sarebbe mai stato abbastanza forte da farlo fermare, decisi che la scelta più saggia sarebbe stata ancorarmi come meglio potevo a quella montagna di muscoli - cosa mangiava quel tizio? Dubitavo fortemente che la frutta contenesse steroidi - e pregare che quella indesiderata crociera finisse presto.
Intanto, le mie imprecazioni contro Kenny, e tutta la sfilza di patenti rimasti, avevano raggiunto livelli di originalità mai toccati finora: seriamente, ero convinto che la causa di tutte le mie sventure fosse quel finto cowboy bastardo ( considerando che mi aveva tormentato fin da bambino, costringendomi ad indossare vestitini floreali di dubbio gusto e spacciandomi per Levina a tutto il vicinato, avevo le mie buone ragioni per crederlo. )
Comunque, tornando a noi e lasciando alle spalle ridicoli siparietti... Ah sì, ero ancora nelle grinfie di quel moccioso.
Moccioso che aveva senza dubbio una grande resistenza, considerando che si muoveva come se pesassi quanto un pulcino bagnato - sarò stato pure un fuscello rispetto a lui, ma ehi, i muscoli li avevo anch'io! - senza neppure il minimo accenno di stanchezza.
Intanto, con tutto quel saltellare da una parte all'altra, mi stava venendo la nausea.
Aggrottai la fronte e gonfiai le gote, emettendo un mugolìo sommesso.
"Eee-ren" Biascicai "Mettimi giù dai... Sto per vomitare!"
L'energumeno capì che le mie non erano lamentele infondate, infatti mi sentii improvvisamente sottosopra: sempre tenendomi saldamente, mi aveva afferrato per la vita, lasciando la mia testa penzoloni.
Da aggiungere: penzoloni da sopra un ramo all'altezza di qualcosa come cinque metri ( ve l'ho mai detto che soffro di vertigini? Sì, anche quello ) e nemmeno troppo stabile.
Vomitai quel poco cibo che avevo ingerito in un millisecondo, mentre Eren mi fissava apprensivo.
Mi pulii la bocca con la manica della camicia - evitai di pensarci troppo, il piccolo diavoletto dell'igiene che albergava dentro di me si era appena suicidato - e tentai di ignorare il saporaccio.
Non ebbi nemmeno il tempo di dire 'merda' che mister muscolo mi risistemò nuovamente nella sua presa, manco fossi una bambola di pezza, e continuò la sua folle corsa.
Tutto questo dopo avermi leccato la faccia.
Sì, avete capito bene: un attimo prima di venir trasportato ancora in stile sposina, una lingua umida aveva lambito l'intera linea della mia mascella, in una sorta di muta scusa.
O almeno, così sembrava, dato che quando rialzai il volto con disegnata quella che doveva essere una magistrale espressione di disgusto, incontrai lo sguardo da cucciolo di Eren che sembrava dire 'scusa per tutto il trambusto'
Sì, scusa un emerito cazzo, pensai, ma non ebbi il coraggio di dirglielo.
Maledetto lui e i suoi occhioni verdi.
***
Finalmente - e lì promisi di andare ad accendere un cero, non appena fossi tornato a casa ( perché io ci volevo tornare, a casa, tutto intero e il prima possibile) - dopo il millesimo balzo, toccammo terra.
Con la grazia di un mammut, Eren mollò la presa, lasciandomi cadere come un sacco di patate. Prima tutte premure e riguardi, ora mi getta come un ferro vecchio solo per un po' di vomito? Ma vaffanculo!
"Bè grazie, Eren." Sibilai stizzito.
Lui si abbassò e mi leccò un'altra volta, praticamente lavandomi la faccia: ma che ghiandole salivari aveva quel bruto?
Stavo per riversargli contro il mio miglior repertorio d'insulti ( da far invidia ai pescatori dei docks londinesi ) quando udii una voce.
O meglio, un grido.
"Leeeeevaaaaaaiiiii!!"
Hanji correva nella nostra direzione, trafelata, gli occhiali storti sul naso che brillavano illuminati dalle fiamme danzanti del piccolo fuocherello.
"Leeeeevaaaaaaiiiii sei quiiii!"
Aspetta.
Eren mi aveva riportato alla grotta. Come diamine faceva a saperlo? Pensai che probabilmente doveva aver fiutato la traccia che avevo lasciato poco prima di precipitare dal dirupo.
Ma se voleva semplicemente riportarmi da Hanji, perché non scalare la parete? Aveva voluto farmi fare il giro turistico dell'isolato o cosa?
"Dannato bastardello..." Mi sfuggì a denti stretti.
Poi Hanji mi fu addosso e credetti di soffocare da un momento all'altro.
"Piccolo omino burlone!" Iniziò lei, sottolineando ogni parola con un colpetto alla testa.
"Mi addormento per due minuti e tu cosa fai? Sparisci e torni con un uomo."
A questo punto sciolse l'abbraccio e iniziò a studiare Eren - che fino a quel momento era rimasto in disparte, incerto sul da farsi - da dietro le lenti spesse.
"E che uomo! Dimmi un po', come ha fatto un vecchietto acido come un limone ad accaparrarsi questo baldo giovane qua? Non sapevo ci fossero colonie di nativi qui, la zona dovrebbe essere totalmente disabitata..."
Con un ringhio stizzito mi misi seduto, iniziando a massaggiarmi di riflesso la caviglia malandata.
"Però non è davvero niente male! Considerando i tuoi gusti, intendo... come si chiamava la tua ultima fiamma? Quel poliziotto con la barbetta incolta e la pancia da alcolista? Nile?"
"Hanji..." La richiamai irritato. Seriamente quella donna aveva il potere di farmi andare il sangue al cervello con tre frasi. O forse anche due.
"Ah sì, Nile Dawk! Dio com'era brutto... non so cosa diamine tu ci trovassi in lui! E dire che è stato il primo a deflorarti - e menomale aggiungerei"
Poi si rivolse direttamente a Eren, che la fissava con gli occhi enormi sgranati, inebetito da tutto quel blaterare.
"Sai, il tuo amico qui è rimasto vergine fino a venticinque anni! Un bel record, non credi? Ma so per certo che il mio Levi ora fa scintille a letto! Dì un po', ti ha già detto che ha un fetish per---"
"Hanji Zöe, tappati quella fogna o giuro che ti rispedisco a calci in culo in Inghilterra!"
"Via via Levi, più garbato, almeno non davanti al nostro-- com'è che ti chiami, dolcezza?"
"Si chiama Eren, ed è inutile che tu gli parli, Quattrocchi, non capisce la nostra lingua."
Lei mi guardò perplessa, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Eh? Come non parla? Levi, mi rendo conto che sia un bel pezzo di manzo e tutto, ma almeno potevi cercare qualcuno che possedesse il dono della parola, oltre che ad essere decisamente ben dotato. Quanto sarà? Più o meno di venti centim-"
"La vuoi piantare?" Sbraitai, colpendole uno stinco con il piede sano.
"Te lo dico solo una volta: io, con questo bestione, non ci ho fatto niente, è chiaro? Niente. Mentre tu russavi come un maiale, io sono caduto in uno strapiombo e stavo per essere scuoiato vivo da dei fottutissimi babbuini assassini."
Rabbrividii al ricordo di quegli occhietti rossi intrisi di cattiveria.
"Poi è arrivato questo...coso e mi ha salvato dandone di santa ragione al capobranco. Mi ha preso in braccio e riportato qui. Fine della storia.
Non sono andato a prostitute!"
Lei parve credermi, non solo perché ero terribilmente serio, ma anche perché il mio racconto era molto più credibile del suo, dove, in balia di ormoni adolescenziali ( E adolescente non lo ero più da un pezzo ) m'inoltravo nella giungla con l'intento di farmi aprire in due come una noce di cocco da chissà quale indigeno superdotato.
No, decisamente poco da Levi Ackerman.
"Ma allora, lui da dove salta fuori?" Chiese cauta lei "Sono più che certa che non vi siano insediamenti nelle vicinanze, non può vivere qui da solo."
Hanji si avvicinò a Eren, un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
"Ciao, ragazzone. Io sono Hanji Zöe, e sono l'amica del tizio basso che hai già conosciuto."
"Guarda che sono ancora qui."
"Puoi dirmi come ti chiami? E da dove vieni? Come mai sei qui tutto solo?"
Eren la guardò senza capire, poi rivolse il suo sguardo verso di me, che intanto stavo cercando di rialzarmi aggrappandomi al tronco di un albero.
"Avanti, dille il tuo nome, come hai fatto con me." Lo incoraggiai, sperando che quel l'assurdo teatrino finisse al più presto: Hanji era sovraeccitata, e fissava Eren con una luce folle negli occhi, vedendo probabilmente nell'energumeno cerebroleso l'esperimento del secolo.
Il suddetto energumeno annuì in fretta, e biascicò:
"Io Eee-ren. Lui, Leee-v-aiii."
E fin qui ci siamo.
Hanji emise un gridolino euforico, saltellando sul posto.
"Fai piano imbecille, o sveglierai tutte le bestie nel raggio di un chilometro!"
"Levi! Ma allora ci capisce! Cioè, almeno un minimo... Guarda, ha già imparato il nome del suo fidanzatino!"
"Ooh ma ancora? Ma sei di coccio!"
"Dimmi Eren, dov'è la tua casa? Casa capisci? Ca-sa." Poi la donna indicò la grotta che si stagliava qualche metro più in là "Vedi? Tipo quella."
Eren seguì il gesto della donna con gli occhi, poi si illuminò.
"Ca-sa! Casa!"
"Si si, proprio così!" Lo lodò lei.
"Casa!" Poi, il mocciosetto prese a ... mimare una scimmia? Ma che cazzo, e io che pensavo stesse facendo progressi.
"Lascia stare Hanji, lo abbiamo perso."
"No no..." Vidi che Hanji tentava in ogni modo di partorire un'idea dal suo cervello bacato.
Intanto Eren continuava a dare di che stupirsi, scimmiottando e urlando dei "Casa!" scomposti.
"Ci sono!" M'informò la scienziata da strapazzo, perforandomi un timpano.
"Casa...quel verso... e ancora casa... Levi, Eren vive con le scimmie!"
"Eh?"
"Ma sì! Aspetta..." In un batter d'occhio sparì nella grotta: la vidi rovistare tra le sue cianfrusaglie.
"Sbrigati, non vorrei che il gorilla mi saltasse addosso..."
"Trovato!" Corse scomposta nuovamente verso la nostra direzione, sventolando una pagina di libro in aria.
Vi era raffigurato un gruppo di gorilla nel loro habitat.
"Eren! Vieni!" Richiamò la sua attenzione battendo le mani: Eren, come un cagnolino, si bloccò e si avvicinò incerto.
"Casa?" Chiese nuovamente Hanji, indicando l'immagine con un dito.
Eren fissò dapprima il foglio senza capire, poi si aprì in un gran sorriso ed annuì all'impazzata.
"Si! Casa casa casa!" E via di nuovo con lo scimmiottare.
"Visto? Avevo ragione! Complimenti Levi, hai appena acciuffato all'amo un ragazzo scimmia! Che, gonnellino e scarso lessico a parte, è sicuramente un partito migliore di Nile!"
"Si si va bene come vuoi tu. Ora salutiamo il ragazzo scimmia e rispediamolo al suo branco, e noi vediamo di tornarcene al nostro, prima che qualche altro strano ibrido ci allieti con la sua presenza..."
Afferrai Hanji per un polso e, con passo malfermo, mi avviai verso il rifugio di fortuna.
"Bè Eren, è stato un piacere! Puoi tornare dalle tue... scimmie e sparire dalla circolazione. Buonanotte!"
Pensavo di averlo liquidato, ma giunto in prossimità della caverna sentii un lamento provenire dal punto in cui lo avevo lasciato.
Mi voltai: riuscivo a vedere dei grossi lacrimoni rigargli le guance fin da qui.
"Oh dannazione..."
"Levi!" Mi rimproverò Hanji, che intanto si era liberata dalla mia presa ed era corsa a consolare Eren.
"Sei un bruto insensibile! Eren ti ha salvato la vita, ti ha riportato qui da me, e tu cosa fai, gli tiri un bidone? Non mi sorprende che tu sia single da un'eternità..."
"Qualcuno mi dia la forza..." Alzai gli occhi al cielo, sconsolato.
"Possiamo tenerlo?"
Ma che era, un animaletto da compagnia?
"Ti prego Levi. Ti preeeeego."
"'Leee-v-aiii P-prego!"
Molto bene, si erano coalizzati contro di me, e nemmeno un Ackerman avrebbe vinto davanti al binomio energumeno - quattrocchi.
Sospirai affranto.
"E sia. Gonnellino potrà dormire qui. Ma noi domani torniamo dritti all'accampamento, intesi?"
"Siiiii!"
Ve la faccio breve.
Finii con l'essere schiacciato come un sandwich tra Hanji, che mi russava sonoramente in un orecchio, ed Eren, che si era attaccato come una cozza sullo scoglio.
Sentivo il suo alito caldo infrangersi sulla mia guancia, ed i capelli solleticarmi il collo: rabbrividii involontariamente.
Come se non bastasse, muovendosi nel sonno, aveva schiaffato una delle sue manone sul mio pacco.
Dovetti mordermi la lingua per non gemere come una verginella ( che poi non era molto differente dal sottoscritto, ma dettagli. )
Sarebbe stata una lunga notte.
NdA: Questi capitoli diventano sempre più lunghi X'' ma ribadisco, amo scrivere questa storia! E spero che a voi piaccia altrettanto leggerla!
Capitolo dedicato interamente all'interazione tra questi due mondi così distanti, si dia inizio alla convivenza! E credetemi, ne vedremo delle belle!
Levi: *suda preoccupato"
Alla prossima! :3
Capitolo Quattro: "Waking Up"
P.s giusto per precisare: Levi ha i suoi canonici 34 anni, mentre Eren 25!
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