Capitolo Otto: Danger
"Andiamo."
Tum - tum
Le tenebre della notte erano sopraggiunte silenziose, letali: ovunque posassi lo sguardo, solo il buio più denso.
Era davvero la stessa foresta brulicante di vita e colori di quella mattina?
Tum - tum
Camminavo insicuro, le braccia tese in avanti, le gambe due stecche di legno tremanti: era quella, la strada giusta?
Tum - tum
Tesi l'orecchio: silenzio.
Tum - tum
In testa, un'unica domanda: e se fossero morti?
Il mio cuore perse ben più di un battito.
***
"Eren..."
"Fa' piano, Levi: quelle bestie hanno orecchie ovunque."
Zittito dal moccioso, questa proprio mi mancava.
Ma cazzo, avevo le mie buone ragioni, se mi stavo lamentando: brancolavamo nel buio da... un'ora, forse? E in tutto questo i miei occhi non si erano ancora abituati al nero pece tutt'attorno - cosa che mi fece inciampare minimo un centinaio di volte -, i piedi mi dolevano, le gambe si erano fatte instabili e rigide come due tronchi, e le mie orecchie fischiavano terribilmente.
Una meraviglia, insomma.
Come se non bastasse, Eren non mi cagava nemmeno per sbaglio - e quando lo faceva, era solo per intimarmi di chiudere la bocca.
Se in futuro sperava che l'avrei usata anche per altro, cascava male.
"Eren, dolce, caro Eren." Sibilai stizzito, ad un punto imprecisato dinanzi a me - "Hai idea di dove andare o stiamo girando a vuoto? Eh? Mi vuoi rispondere, piccola merda?"
Silenzio: solo il nostro scalpiccìo sul suolo umido e il rombo dei tuoni in lontananza.
Ora mi aveva proprio fracassato i coglioni - e no, perdonate il francesismo un bel niente.
"Senti un po', signorino nonrispondiamoalpoverostron--"
Poi fu tutta un'escalation di eventi: e ormai dovreste averne lette abbastanza, per intuire cosa mi successe un attimo dopo.
Inciampai, ancora.
Di riflesso, lanciai uno strillo acuto che riecheggiò ovunque, mentre con le braccia protese in avanti cercavo invano un qualsiasi appiglio - il quale, ovviamente, non trovai.
Finii invece con la faccia spiaccicata contro un enorme ragnatela, che mi si incollò ovunque e mi s'infilò su per una narice.
Per liberarmi da quello schifo, inciampai un'altra volta - fanculo radici, fanculo alberi, fanculo ambientalisti - e caddi rovinosamente in avanti, il terreno che si avvicinava sempre più come a rallentatore.
Un secondo prima di battere una craniata di tutto rispetto in terra e spargere le cervella ovunque, le mie mani disperate si aggrapparono con forza a qualcosa di strano, vivo e lungo: una liana, forse?
"AAAAAAAAAAH!"
L'attimo successivo, Eren cacciò un urlo disumano, e per un secondo credetti che uno di quei felini fosse sbucato dal nulla e lo avesse azzannato alla giugulare.
Solo dopo mi resi conto di esser stato quasi sul punto di castrarlo.
Mollai subito la presa, come scottato - sia mai che l'ottava meraviglia del mondo venisse deturpata - e mi spalmai sul suolo bagnato, imprecando contro gli ultimi parenti rimasti in vita.
"Levi! Mi hai fatto male!" Soffiò Eren, massaggiandosi dolorante i paesi bassi, e fissandomi accusatorio.
"Se tu mi avessi risposto fin da subito..." Iniziai, rialzandomi lentamente, mentre mi liberavo come meglio potevo da tutto quel ciarpame che avevo addosso - fango, foglie, la saliva di quelle bestiacce di Satana che sperai con tutto me stesso non mi fosse finita anche tra le chiappe - "Forse non avrei rischiato di strapparti il caz-"
"Shhhh!" M'implorò il quasi evirato, tappandomi la bocca con la mano sporca - gliel'avrei azzannata molto volentieri, ma probabilmente sarei morto sul colpo di qualche malattia conosciuta.
"Mphf-mphf, mphf...MPHF!"
"Zitto!"
Mi afferrò la testa e mi fece voltare di scatto: mi ritrovai a fissare un altro spicchio di buio impenetrabile, senza capire.
Ripresi a borbottare sonoramente da dietro le labbra serrate, sino a quando la luna - provvidenziale - fece capolino da dietro le nubi, rischiarando pallida attorno, e fu allora che ammutolii di colpo.
Pochi metri più avanti, sotto di noi, si apriva un profondo strapiombo , delimitato posteriormente da una ripida parete rocciosa: a racchiuderlo come a voler creare una radura su misura, filari di alberi nodosi.
Quando misi a fuoco chi vi albergava, fui scosso da un violento tremito che mi fece ballare le ginocchia e contorcere le budella: il sapore della bile m'inondò la bocca.
Saranno stati più di cinquanta.
Un'orda di leopardi giganteschi, dai lucidi manti maculati, le zampe possenti, ricurvi sotto il peso del loro corpo massiccio, ringhiava sommessamente, eccitata.
Affamata.
Sembravano brulicare in affanno alla stregua di insetti verso un punto specifico della parete retrostante, come se vi fosse qualcosa di particolarmente interessante a catalizzare la loro attenzione.
Peccato che quel qualcosa, in realtà, era qualcuno.
Il fiato mi si spezzò in gola (e per un attimo ebbi paura di morire asfissiato) quando i miei occhi - già sgranati fino all'inverosimile - si posarono sulle figure addossate l'un l'altra di Hanji, Erwin, Mike, Moblit e Nanaba.
Il gran casino che mi rimbombò nelle orecchie subito dopo era solo il chiasso del mio cuore che, improvvisamente, si frantumava sotto il peso crescente della paura.
"Ci serve un piano." Constatò flebile Eren, dopo quella che mi parve un'eternità.
Non mi resi conto di star tremando come una foglia al vento fino a che egli non mi toccò lievemente una spalla - in realtà non mi stavo rendendo conto di un bel niente: i volti contorti dalla paura dei miei amici erano l'unica cosa chiara nella mia testa, il resto non contava.
"Levi..."
Cazzo, erano - eravamo spacciati!
"LEVI, GUARDAMI!" Eren ritirò rapidamente la mano che mi stava accarezzando la schiena, per tirarmi un ceffone di tutto rispetto che mi fece squittire come una donnetta.
"Ahia! Ma dico, sei impazzito?!?" Sibilai acido, accarezzandomi la guancia offesa - dove ero sicuro vi fosse stampata la sagoma rossa delle sue ditacce del cazzo.
"Non eri qui..." Si scusò lui, osservandomi preoccupato con i suoi occhioni: era vero. Il terrore si era impossessato di me così tanto, che avevo perso persino il controllo della mia mente, oltre che del corpo: un limbo senza apparente uscita.
"So che sei preoccupato per loro, lo sono anch'io, ma mi servi lucido, se vogliamo avere almeno qualche speranza di uscire vivi di qui. Tutti."
Sospirai: aveva ragione.
Dov'era finita tutta la mia tempra Ackerman? Avevo perso la spina dorsale tutto d'un colpo? Stavo dando ragione a Kenny, quando mi apostrofava come mammoletta e mi diceva che ero un cacasotto senza palle?
"Per favore, Levi."
Mai.
Assicurai la presa sul coltellino svizzero che quieto, se ne stava nella mia tasca: sentii la rabbia che mi ribolliva nelle vene, fuoco indomabile.
'Nous, les Ackerman, avons quelque chose de magique, quelque chose qui les autres n'ont pas. Un jour, tu le decouvrirais, mon petit gentilhomme.'
Mi ritornarono a mente le parole che mia madre era solita rivolgermi, quando ero un bambino.
Che il mio spirito da Ackerman si stesse risvegliando proprio in quel momento così critico?
Agganciai lo sguardo alle iridi verdi di Eren, per poi rivolgerlo nuovamente a quella prigione infernale, mentre il mio cervello lavorava veloce, spronato dai singhiozzi che di tanto in tanto si levavano sconsolati.
Poi seppi cosa fare.
"Ho un piano."
Quella notte, non eravamo noi, le prede: quella notte, agivamo da cacciatori.
***
Per farla breve, il suddetto piano si basava essenzialmente su un diversivo, che aveva l'unico scopo di distrarre i leopardi giusto il tempo necessario per far scappare gli altri, e metterli al sicuro: la vendetta di Eren contro il capobranco avrebbe dovuto attendere un altro po'.
Convenimmo entrambi che la salvezza di Erwin ed il resto della squadra era da anteporre a qualsiasi altre cosa: per fargliela pagare, a quelle bestie sanguinarie, ne avremmo avuto, di tempo.
Sostanzialmente, dovevamo aggirare la voragine dall'alto, in modo da fronteggiarli, rimanendo comunque nascosti nell'oscurità: a quel punto, Eren sarebbe corso nella direzione opposta, attirando a sè i leopardi, mentre io avrei tratto in salvo i poveretti intrappolati.
Ci saremmo poi arrampicati su per lo strapiombo - dove lui ci avrebbe raggiunto successivamente, facendo leva sulla sua capacità di saltare di albero in albero come una cavalletta - per fuggire, infine, di filata verso il nostro rifugio.
Se c'era una cosa che quelle fottute bestie di sicuro non sapevano fare, era certo scalare improbabili altezze.
A dirla così, non era niente di estremamente complicato - insomma, sembrava un gioco da ragazzi: ma il problema, era metterlo in pratica.
Un solo passo falso, e saremmo diventati appetitosi croccantini.
Eravamo a pochi metri sopra le testoline tremanti dei miei sventurati compagni d'avventura - che se ne stavano spalmati spauriti contro la pietra dura - nascosti dai cespugli circostanti, mentre ci preparavamo psicologicamente all'avvio della missione di salvataggio.
"Ebbene, signori e signore, questo è il triste epilogo della centoquattresima spedizione nella Foresta Amazzonica, capitanata dal glorioso Erwin Smith-"
La vocetta di Hanji arrivò chiara e distinta alle mie orecchie, e per un attimo, credetti di mandare tutto a puttane ridendo.
"-Che nonostante finora avesse sempre potuto confidare nel potere supremo delle sue sopracciglia incantate, non è comunque riuscito nell'impresa di condurre sani e salvi i suoi compa-"
"Si-signorina Hanji, non le sembra di essere un tantino f-fuori luogo?"
Moblit, povera anima.
"Bè che c'è, Moblit? Non posso fare un discorso di addio? Vuoi morire senza neanche un riconoscimento? Diglielo un po', Erwin!"
"Hanji...Per favore...Fai silenzio, almeno adesso."
Non riuscivo a vederlo, ma immaginai che Erwin si stesse pizzicando il ponte del naso - viziaccio che mi aveva attaccato e che replicavo ogni volta che mi partiva l'embolo dal nervosismo.
"Certo che voi, musoni fin nella tomba! O meglio dire, fin negli stomaci di quei micioni, visto che è cristallino come l'acqua che finiremo tutti come combustibile per il metabolismo dei pelosetti in questione!"
"Hanji, la pianti per cortesia? Sennò mi porti a sperare che ti mangino per prima!"
Aspettate.
Nanaba incazzata? Mai avrei creduto potesse perdere le staffe! Ma al contempo, era pur vero che Hanji sarebbe stata in grado di far uscire di senno Gesù Cristo in persona.
"Peccato... Mi sarebbe piaciuto fare tante cose prima di morire: studiare un altro po' di entomologia, prendere la sesta laurea, assistere di persona ad Eren che si bomba Levi..."
Ma l'aveva detto sul serio, quella stronza senza pudore?
"Sento odore di manicomio e camicie di forza. Erwin, proprio non possiamo usarla come esca e darcela a gambe?" Udii sussurrare Mike.
"Ah, ma che sbadata! Voi non sapete nemmeno chi sia, l'aitante ragazzo scimmia che ha conquistato il cuore di ghiaccio del nostro nano malefico! Che testona sono! Volete per caso che vi racconti la storia di come - "
Feci cenno a Eren di scattare: avrei scommesso un rene che, se non fossimo intervenuti, uno di loro si sarebbe volutamente suicidato gettandosi a braccia aperte verso quelle belve a causa del ciarlare nonsense di Hanji.
"Ora."
Poi un paio di labbra vennero premute, inaspettate, contro le mie, ed un attimo dopo stavo ricambiando il bacio appassionato di Eren.
(Perchè mi sembrava sapesse di addio?
No, che idiozia.)
Non mi sarei mai voluto staccare: non con la sua lingua che lambiva dolcemente la mia, non con i suoi capelli a sollecitarmi la fronte, non quando il suo profumo mi offuscava i sensi, rendendomi schiavo.
Ma dovetti, sfortunatamente, e niente mi costò così tanto quanto come separarmi da lui.
"Fa' attenzione..." Gli sussurrai sulla pelle calda del collo, mentre una sua mano andava ad accarezzarmi la nuca, rassicurante.
"Torno presto."
In un battibaleno, Eren scattò in avanti come una molla, urlando a pieni polmoni e balzando giù dal dirupo con grazia e precisione, finendo faccia a... muso con il branco di belve.
Dopo, vi fu solo un grande parapiglia: queste rimasero attonite per una manciata di secondi, fissando Eren come un miraggio; poi, quando lui prese a correre, superandole e perdendosi tra la vegetazione, lo seguirono ululando furenti, lasciandomi campo libero.
"Siiii!!!" Sentii gridare Hanji, felice "Eren vai! Spaccagli il culo a quei quadrupedi zanne-muniti! Vedete, vedete? Quello è il mio ragazzone, il mio bambino!"
"Ma che diavolo..." Prima che Erwin potesse aggiungere altro, li chiamai a gran voce dalla mia postazione.
"Ehi! Muovete il culo e salite su, prima che quei gatti di merda tornino a farci la festa!"
"Levi?!?"
"S-signorino Levi, è proprio lei?"
"Sapevo che c'era qualcosa di strano nell'aria!"
"FOLLETTO DEL MIO CUORE! Sei venuto a salvarci!"
Lasciai che l'euforia generale ( fatta sostanzialmente di "Sei il nostro salvatore!" "Come hai fatto a trovarci?" "Eren ti ha già aperto in due?" ) si esaurisse, e riassunsi brevemente la situazione, davanti agli occhi strabuzzati di Erwin, Mike, Moblit e Nanaba, e quelli perversi di Hanji.
"Va bene, bando ai convenevoli." Fece poi, autorevole, Smith, mettendo a tacere tutti "Prima salgono Nanaba, Hanji e Moblit, per ultimi io e Mike. Muoviamoci!"
Calai la liana che poco prima io ed Eren avevamo ancorato ad un masso poco distante, e protesi la mano verso il basso, pronto ad afferrare quella di Nanaba, che fu la prima a venir issata.
"E una è andata. Hanji, sbrigati!"
"Aspetta Levi, ho perso il taccuino da qualche parte..."
"Te lo faccio mangiare, poi cagare, e ancora mangiare il tuo cazzo di taccuino, se non ti sbrighi!"
"E va bene va bene, Dio quanto sei mestruato..."
E anche la pazza era salva.
"Va prima tu, Erwin, ti copro le spalle." Disse Mike, rivolgendo ad Erwin uno sguardo pieno di...cos'era quello, affetto?
Bleah
"Andiamo, Erwin! Che c'è, ti pesano le sopracciglia?"
"Sempre spiritoso, Levi, felice di constatare che non hai perso il senso dell'umori--"
Poi successe tutto troppo in fretta: un leopardo, grande il doppio dei precedenti, sbucò fuori dal nulla e si diresse - ringhiando furibondo - dritto verso Mike, le fauci grondanti di saliva spalancate all'inversosimile.
"NOOOOO!"
Mi sembrava di star vivendo tutto a rallentatore:
Mike che rimaneva impietrito davanti all'avanzata implacabile della bestia,
Erwin che saltava nuovamente giù dalla parete come mosso da una volontà altra,
Erwin che si frapponeva tra Mike ed il leopardo..
Erwin che urlava, straziato dal dolore, quando l'animale chiuse le due file di denti acuminati sul suo braccio nudo.
Il crack! terribile che seguì poco dopo mi fece accapponare la pelle.
Senti Mike gridare, Nanaba gridare.
Anche Hanji e Moblit gridarono, mentre Erwin si accasciava al suolo, accartocciandosi sopra il braccio incriminato, che intanto pendeva inerte, come un'appendice estranea, dalla sua spalla.
Mike gli fu subito accanto, gettandosi per terra: vidi che gli prendeva il viso tra le mani, mentre lo chiamava disperato.
La bestia, intanto, aveva fatto un passo indietro, e si stava leccando estasiata la bocca sporca di sangue, fremendo eccitata.
Fece per caricare nuovamente, furente come un toro dinanzi ad un drappo rosso, quando Eren le fu addosso.
Solo qualche istante dopo, realizzai di star assistendo al consumarsi della vendetta personale del ragazzo al quale, venticinque anni prima, erano stati strappati i genitori, uccisi senza ritegno e lasciati spezzati come due bambole di pezza.
Quello era il riscatto di un'anima tormentata: quello era il compimento di un desiderio rimasto sopito per troppo tempo.
'Ma io li ucciderò, ucciderò tutti loro.'
E solo allora capii di aver iniziato a urlare, ad incitare colui che, nel giro di così poco, si era già ritagliato una nicchia enorme nel mio cuore.
"Vai Eren! Spaccagli il culo, a quel bastardo!" Gridai così tanto che temetti di perdere la voce, ma Eren stava avendo la meglio, Eren l'aveva immobilizzato contro uno spunzone di roccia, Eren aveva stretto le sue mani attorno alla gola dell'essere e stava per affondare il pugnale, Eren---
No.
No...
Sabor aveva ribaltato le posizioni: con uno scatto aveva fatto volare l'avversario dalla parte opposta, ed ora gli gravava sopra, le fauci aperte in un ghigno deforme e gli occhi piccoli iniettati di sangue; una zampa a premergli feroce contro la gola.
N-non stava respirando! Non stava respirando!
Poi qualcosa si ruppe, dentro di me: e qualcosa di nuovo, al contempo, nacque improvviso.
Sentivo il sangue che mi pompava a mille nelle vene, il tum tum incessante del cuore: vedevo solo il viso di Eren - contorto in uno spasmo di dolore - colorarsi di blu, sempre di più, sempre più intensamente...
'Lutte'
'Combatti'
La mia mano si strinse sul manico del coltellino dormiente nelle mia tasca, che venne estratto con un movimento veloce: lo impugnai sicuro, rafforzando la presa.
Ignorando le urla stupite, quanto terrorizzate dei miei compagni, saltai.
'Cours'
'Corri'
Veloce, fulmineo, una scheggia che fendeva l'aria: nemmeno mi accorsi di aver superato in una frazione di secondo la figura ritorta di Erwin e quella disperata di Mike, che fui immediatamente addosso alla bestia: sottrassi Eren dalle sue grinfie.
'Tue'
'Uccidi'
Affondai le mani nel suo pelo, e la scaraventai con tutta la forza che riuscii a trovare lontano dal lui, sfruttando l'effetto sorpresa dalla mia parte. Poi, mentre rotolavano sul terreno bagnato, tra il clamore e lo stupore generale, con unico, fluido gesto, conficcai la lama in profondità nel petto del felino.
'Meurs'
'Muori'
Sentii il suo sangue caldo scorrermi lungo il braccio: vidi i suoi occhi ambrati diventare vitrei, e fissarmi assenti, mentre la presa delle sue zampe veniva meno.
Tic tac - tic tac
Ton temps est arrivè.
Con un ultimo rantolo disperato, e la bestia spirò sotto di me.
L'avevo uccisa.
Io.
Avevo vendicato chi di dovere.
Salvi, eravamo salvi.
Ma quando mi sbrogliai da quel groviglio - mentre il liquido vermiglio mi imbrattava i vestiti a fiotti, l'adrenalina fluiva via dal mio corpo e la vista si appannava - e mi avvicinai barcollante ad Eren, mi accorsi che non respirava più.
To be continued...
NdA: I'M ALIVE!!! no davvero, non sono morta, semplicemente tra università e preparativi per il Lucca non ho avuto neanche un briciolo di tempo - e testa - per scrivere qualcosa di decente ;-; già che neanche mi piace com'è uscito il capitolo, ma se avessi aspettato dell'altro, sarebbe passato troppo tempo.
Il francese delle superiori mi viene in aiuto per dare voce all'inner self parigino di Levi X''
Ehhh sì, mi piace finire con le cliffhanger 😂😂😂
Spero a breve di postare il prossimo, ma non posso promettervi nulla di certo ;-; - 2 capitoli + epilogo e la mia prima long si conclude ❤
Un bacione, alla prossima!!!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top