your person.
Guardai fuori dal finestrino mentre il vento scompigliava i miei capelli biondi. Mi soffermai sui contorni delle casette colorate di Adelaide, il cielo limpido senza una nuvola, sorrisi spontaneamente quando la macchina si fermò di fronte a casa.
-grazie.- affermai.
Luke mi guardò complice mentre con un cenno di mano mi salutava.
Scesi e presi la mia valigia, tornando dentro la mia vecchia casa, e dentro la mia vecchia vita.
- - -
La sera successiva l'appuntamento era davanti il vecchio Modbury High School. Sorrisi quando lo vidi in lontananza, tanti ricordi mi legavano a quel posto.
Da lontano scovai i suoi occhi neri. Lo vidi alzarsi e avvicinarsi a me.
-come stai?- mi chiese.
-tutto bene Cal.-
Lui sorrise e mi prese a braccetto, trascinandomi sulla scalinata di fronte all'entrata principale della scuola.
Io lo guardai confusa.
-proprio qui.- disse indicandomi un gradino.
Si allontanò di qualche passo sotto il mio sguardo ancora interrogativo.
-eri proprio lì quando ti ho vista la prima volta.- affermò.
Sorrisi timidamente mentre lo vedevo avvicinarsi con le mani in tasca.
-sembra ieri, vero?-
Annuii.
-magari lo fosse.-
-perchè alla fine hai deciso di tornare?- mi chiese riprendendomi sotto braccio e iniziando a camminare.
-forse più per le persone a cui voglio bene che per me stessa.-
Lui sospirò.
-non permetterò più a niente e a nessuno di farti del male, lo sai vero?-
Io quasi tremai a quella domanda.
-e se a farmi male fossi soltanto tu?-
Il nostro era un'amore malato, davvero, ci guardavano con gli occhi di due pazzi, occhi che volevano amore, lo volevano addosso, lo volevano sentire. Due pazzi che si ferivano a vicenda e poi piangevano sopra alle cicatrici dell'altro. Il nostro amore era così fragile, così violento, così disperato.
Eravamo sempre lì per l'altro, ci volevamo a tutti i costi, era quella la nostra condanna.
Strinse le sue mani intorno alla mia vita, appoggiandosi con il mento sulla mia testa.
Non parlò, trattenne il respiro mentre mi sfiorava i capelli con il naso, per poi baciarmi la fronte.
Indietreggiò di poco e mi scrutò il viso, quello sguardo mi metteva quasi in soggezione.
Vidi una luce particolare nei suoi occhi.
-Io voglio che tu stia bene, ecco perchè lascio che tutto questo mi uccida, che tu mi uccida. Finché sorridi, andrà tutto bene.- sibilò.
- - -
I pensieri mi consumavano la testa, mentre il mondo continuava a girare tranquillo. La vita se ne frega se tu piangi di notte, la vita se ne frega di te in generale. Non basta sfogarsi, piangere, aspettare, provare a sostituire. Se una persona ce l'hai dentro, non c'è via d'uscita.
-senti Liz, pensala così.- affermò Michael mordendo l'enorme hamburger che aveva di fronte.
-hai una persona che ti ama con tutto quello che ha, e ti sembra poco?-
-sai quanta gente vorrebbe l'amore ma se lo può solo immaginare da lontano?-
Sospirò.
-tu ce l'hai, la tua persona.-
-sarà meglio che te la tieni stretta.- terminò.
Io annuii malinconicamente.
Lo avevo letto in un libro.
"Se non puoi trovare una cosa per vivere, trovane almeno una per cui morire "
E di quello ero certa, per Calum, avrei dato tutto, anche la vita se ce ne fosse stato bisogno.
HEY
raga non capite quanto sto schizzata. Ho scritto l'epilogo di strangers, mi si è cancellato per DUE volte. Quindi scusate se questo capitolo è super corto e fa abbastanza pena, è solo perchè l'epilogo sarà luuungo e 'commovente' eheh. No scherzo, è perchè neanche ci vedo più da quanto ho scritto in questi due giorni.😶
Vi informo che manca un solo capitolo, poi ci sarà la fine, quindi questo sudato epilogo. Piango.
Ciao ciao
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