I'm here for you.

Passavano i giorni e le settimane, Natale era sempre più vicino.

Da anni ormai lo passavo con gli amici, era triste, perchè da piccola lo trascorrevo con tutta la mia famiglia, ero sempre la prima a svegliarmi e a correre sotto l'albero a scartare i regali.

Da una settimana erano iniziate le mie ferie natalizie, passavo tutto il tempo in pigiama in casa, a dormire, a mangiare, semplicemente a fare niente.

Sentii il telefono squillare sopra al comodino, allungai un braccio e lo presi.

-pronto?- dissi con voce assonnata.

-Elizabeth Drewing!-

-Michael.- risposi.

-hai qualche virus letale, malattia infettiva o cosa?-

-sono sana come un pesce.-

-allora esci di casa!- urlò.

Sbuffai.

-sto tanto bene qui.-

-perchè non vieni con me e Daniel al parco?-

-non vale mettere di mezzo i bambini.- risposi ridendo.

Lui rise a sua volta.

-vabene dai, ci vediamo lí.- terminai.

Lui acconsentì e attaccò.

Mi alzai svogliatamente dal letto, dall'aspetto che avevo, sembrava davvero che avessi qualche strana malattia, capelli arruffati, pallida fino alle ossa.

La verità era che l'avevo presa molto male la questione di Philip, non avrei mai scordato il suo tono di voce con cui mi disse che "almeno mi avrebbe rivista" prima di uscire di casa mia.

Non lo avevo ancora denunciato, e forse non avrei mai trovato il coraggio di farlo.

- - -

-com'è cresciuto.- dissi malinconicamente.

-già, più passa il tempo più vedo in lui una somiglianza spaventosa a me.-

-speriamo sia più intelligente.- dissi ridendo.

Michael mi diede una pacca sulla spalla e fece uno sguardo serio.

-senti, come va con Calum?-

Il mio sorriso sparí.

-come dovrebbe andare?-

-tra due giorni è Natale Liz, ci sarà anche lui, ci saremo tutti, non potete continuare così.-

-ma così come? siamo amici, siamo esattamente come tutti voi, e per quanto riguarda Natale, non vi creeremo problemi.-

-ti ha fatto tanto male ma da lui ci sei sempre tornata.- mi fece notare.

-non serve più, siamo grandi ormai, non siamo più due ragazzini alle loro prime storie, non possiamo più permetterci di storielle, capisci?-

-ma la vostra non è una storiella.-

-e cos'è? spiegamelo perchè io davvero non lo so.- sussurrai.

-è un rapporto di amore ed odio stupendo, anche se non vi odiate mai davvero, ve le mandate a dire di santa ragione ma basta guardarvi negli occhi per capire che vi amate come il primo giorno.-

-ti sbagli.-

-non mi sbaglio e lo sai.-

-non so cosa mi prende, so che lo sento così distante, ma io ce l'ho dentro, sento tutto ciò che abbiamo passato dentro di me e fa un male cane, non riesco a dimenticare tutto il bene che mi ha fatto.-

-non devi farlo.-

-io lo odio per essersene andato quel giorno, ma odio di più me stessa, perchè se solo fossi stata più importante per lui, non lo avrebbe fatto.-

Lui mi guardò quasi intenerito.

-tutto andrà per il meglio.-

Con fatica sforzai un sorriso, cercai di crederci, tutto sarebbe migliorato.

- - -

-Luke, quante volte ti ho detto che non voglio nessun regalo!- sbraitai.

-impossibile.- affermò.

-Entriamo qua dentro, forza.-

In un attimo venni trascinata in un negozio d'abbigliamento, il sabato pomeriggio era così caotico, per non pensare che due giorni dopo sarebbe stato Natale.

Luke prese un paio di magliette diverse e me le porse.

-queste!- urlò.

Scossi la testa.

Si allontanò velocemente tra i vari settori fin quando non sparì dalla mia vista.

Iniziai a guardarmi intorno, quando l'occhio mi cadde su due converse nere sul pavimento.

-Ca-Calum?- balbettai.

Il ragazzo di fronte a me si girò e fece una smorfia sorpresa.

-ciao Liz.- sibilò.

-pensavo che non ti avrei visto in un negozio del genere in vita mia.- dissi.

-non pensavo che ci sarei mai entrato.- rispose sorridente.

-in realtà sono qui per te.- continuò.

Feci un'espressione confusa.

-Natale.- mi ricordò.

-non devi disturbarti, davvero.- commentai.

-ma quale disturbo.-

Abbassò lo sguardo verso il pavimento e iniziò a mordicchiarsi le unghie.

-ecco, io...-

-Elizabeth! Ce l'ho fatta!- sentii mugugnare alle mie spalle.

Mi girai e vidi Luke ricoperto da giacche, magliette, maglioni e vestiti.

Non potei far altro che ridere alla scena.

-scusate.- disse schiarendosi la voce.

-ci stavamo salutando, tranquillo.- disse Calum.

Io annuii e gli feci un cenno, allontanandomi con Luke.

Mi girai e lo vidi cercare scocciato qualcosa da comprare, sorrisi in lontananza.

Se lo ami, lo lasci sempre tornare.

HEY

Questo è un capitolo di passaggio, dal prossimo le cose si faranno più interessanti.

Ho comprato il libro dei ragazzi, è favoloso awwww

Commentate come sempre :)

Bye bye xx

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