13. Lizzie

È notte fonda quando la suoneria del mio cellulare comincia a farsi sentire: mi rigiro sul letto innervosita, mi allungo verso il comodino e quando leggo il nome di Jacob nel display quasi mi metto ad urlare.

«Ma sei cretino?»

«Ciao Lizzie, sempre un piacere sentirti.»

«Sono le due di notte, santo cielo! Mi spieghi cosa ci fai sveglio a quest'ora? E soprattutto, cosa vuoi da me?»

«Ho ventisette anni, non sessanta, una serata fuori credo di meritarmela ogni tanto! Ragionando con degli amici, ho pensato ad una sfida.»

«E mi hai chiamata per dirmi questo?»

«Devi lasciarmi finire, Lizzie! Stavo dicendo: visto che le chiamate costano davvero troppo ho pensato a questa sfida... non sbuffare! Abbiamo quindici giorni per capire chi è l'altro, altrimenti non ci sentiremo più. Definitivamente.»

«Basterebbe chiamare con Whatsapp, genio.»

«Il traffico dati me lo paghi tu?»

«Comunque ci sto, almeno tra due settimane non mi disturberai più.»

«Non dire cazzate. So che ti stai già preoccupando, sirenetta mia.»

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