Capitolo 2
Le guardiamo tutti spaventati.
Ellen è a mezz'aria sollevata dai poteri di Undici.
Non si accorgono di noi.
"Und- ehmm Jane! Lasciala subito andare!" Urlo.
Loro si girano verso di noi.
Udici spaventata la lascia cadere.
"Che succede?" Dice Max preoccupata.
Lucas le mette una mano sulla spalla e lei subito capisce.
"Come puoi farle una cosa del genere? Che ti ha fatto?" Urlo avvicinandomi ad Undi.
"Io-"
"Non dire niente! Sei un mostro!" Le urlo.
Ellen si alza.
"Fermo Mike! Non è come sembra! Io so tutto su Undici!" Urla Ellen mettendosi davanti a lei.
"Cosa? Avevamo detto che non doveva sapere niente!" Dice Dustin.
Guardiamo tutti Undici.
"Aspettate! E meglio che vi racconti tutto." Dice Ellen.
Ci sediamo tutti a terra.
"Allora?" Dico.
"Dunque... Come sapete io sono sua 'cugina'. Io vengo dalla California. Abitavo li insieme alla mia famiglia. Hopper è da sempre molto legato a noi, e ogni volta che poteva si prendeva giorni liberi dal lavoro e veniva a trovarci. Quando era qui ad Hawkins ci telefonava tutti i giorni e ci raccontava cosa succedeva. Quando è scomparso Will ce lo ha detto, ed eravamo tutti preoccupari per questo ragazzino, anche se non lo conoscevamo ancora. Quando iniziarono ad accadere cose strane, lo zio non ci disse più nulla su questo caso. Noi insistevamo per sapere perché eravamo tutti preoccupati, e alla fine lo abbiamo convinto. Ci ha raccontato ogni cosa nei minimi dettagli, e noi abbiamo giurato di non dirlo mai a nessuno, e così abbiamo fatto. Quando ha trovato Undi nel bosco ci ha raccontato tutto, che l'ha portata a casa, che le ha insegnato altre parole, che sono stati insieme per un anno... tutto. Ha raccontato tutto anche del mostro ombra, del mind flyer, di Vecna. Io so tutto, e so le cose da più tempo di voi. E... Will... mi dispiace tanto per ogni cosa che ti è accaduta. Noi ti pensiamo dal 8 novembre del 1983, quando lo zio ci ha raccontato di te." Dice Ellen.
Will è accanto a me.
Lo vedo arrossire a quelle parole.
Si commuove facilmente lui.
Se non gli piacessero i ragazzi penserei che si è preso una cotta.
"Quindi... sai tutto? E hai fatto finta di non sapere niente, invece?" Chiede Lucas.
Annuisce.
"Oh, scusa Max. Intendevo, si so tutto." Dice Ellen ricordandosi che Max è ceca.
L'abbiamo giudicata troppo in fretta.
"Posso confessarti una cosa?" Le chiedo.
"Sì Mike." Risponde.
"Quando sei arrivata, stamattina, non, ecco, non ci stavi molto simpatica. Quindi abbiamo deciso di escluderti un po'." Dico
"Me ne sono accorta." Ride.
"E non ti da fastidio?"
"No. Perché dovrebbe?"
"Bhe, abbiamo detto cose brutte su di te, e..."
"Tranquilli ragazzi. È normale dare conclusioni affrettate. Non preoccupatevi, non sono arrabbiata."
"Sul serio?"
"Si. Ma... ora avere cambiato idea, vero?" Dice con una vocina dolce.
Vedo con la coda dell'occhio Will fare un piccolo sorriso.
A lui piacciono le cose 'carine', come la voce che ha fatto.
"Certo! Sei nel gruppo ora! Vero ragazzi?"
"Si" dicono tutti.
"Ottimo." Ride ancora.
"Ma quindi... cosa faceva Undici prima?" Chiede Dustin.
Sento un rumore dietro la porta.
Non ci faccio molto caso.
"Bhe, Hopper ha continuato a prendersi giorni liberi per venire da noi in California anche dopo l'arrivo di Undici, soprattutto nell'anno in cui ve l'ha tenuta nascosta. Quindi quando veniva da noi, portava anche lei. Ho scoperto i suoi poteri, prima non ci credevo molto. Per mostrarmeli lei mi ha sollevato in aria con i suoi poteri, e mi è piaciuto troppo! Quindi lo facciamo sempre quando siamo insieme."
Mi fa un po' arrabbiare con Hop il fatto che ha noi lo ha tenuto nascosto il fatto che Undi era a casa sua, e invece a loro lo ha detto.
Si apre la porta.
Cristo!
Entra la madre di Ellen.
"Mamma! Mi hai spaventata." Dice Ellen.
"Di cosa stavate parlando?" Chiede.
"Di Undi. Loro sono i ragazzi che sanno dei loro poteri come ha detto lo zio, e lui è Will." Dice indicandolo.
"Ciao ragazzi. Ciao Will, mi dispiace ciò che hai passato." Dice la signora.
"Ellen, non devi più parlare di Undici in questa casa! E chiamala Jane, mi raccomando." Continua la signora.
"Cosa? Perché mamma? Non mi hai mi chiesto di fare una cosa del genere!"
"Dovrai farlo da ora."
"Ma perché?"
"Per proteggerti-... io... ora basta Ellen. Non ne parlare mai più. Ora andate a casa ragazzi. Anche tu, Jane." Ci dice sottolineando 'Jane'.
Ci alziamo e usciamo dalla porta.
Iniziamo a scendere le scale.
"Will, posso parlarti un attimo?" Chiede la madre di Ellen.
Lui annuisce.
Vedo Ellen stringere i pugni.
Sua madre la vede.
"Ellen, ti vedo stressata perché non vai-" Dice sua madre.
"Oh si! Vado subito a fare una passeggiata" Dice correndo fuori di casa.
Sua madre sospira.
Noi usciamo di casa.
Will Pov.
La madre di Ellen mi sta parlando.
Si chiama Carrie.
"Will, mi dispiace per quello che hai passato questi ultimi 4 anni, ma non ne devi più parlare in presenza di mia figlia, soprattutto in questa casa."
"Va bene signora Carrie. La saluto." Dico correndo fuori di casa.
Per fortuna mi ha tenuto poco.
Devo trovare Ellen.
Non voglio che vaghi da sola per Hawkins.
Può essere pericoloso, e poi lei non conosce la città.
Non è molto lontana da casa, ne sono sicuro.
La vedo.
Corro verso di lei.
"Ellen!" Dico raggiungendola.
"Will? Che ci fai qui?" Dice girandosi verso di me.
"Ho visto che eri arrabbiata, e... volevo vedere come stavi, vuoi parlarne?"
"Bhe, ero solo arrabbiata da quello che ha detto mia madre, e sono venuta a camminare. Solo le passeggiate mi calmano."
Sorrido.
"Hey, la sai una cosa?" Dice.
"Cosa?" Chiedo.
"Da quando sono arrivata tu non hai detto una parola. È la prima volta che sento la tua voce." Dice.
Rido.
"Mi... vuoi parlare un po' di te?" Chiedo.
"Vi ho già raccontato in casa."
"Come si sono conosciuti i tuoi?"
"È una storia un po' strana. Prima di tutto volevo dirti che i miei conoscono tua madre."
"Sul serio?"
"Sì. Ora ti racconto tutto. Era il lontano 1958. Mio padre non si trovava bene nella sua scuola, così, a sedici anni, si iscrisse in un altro liceo. Finí negli stessi corsi di Jim Hopper e di Joyce, tua madre. I tre divennero migliori amici."
"Quindi tuo padre e Hopper non sono fratelli?" La interrompo.
"È proprio questo il punto. Mio padre, Andrew, si accorse di una cosa strana con i suoi nuovi compagni. Aveva un compagno che aveva il suo stesso cognome. Indovina chi?"
"Jim?"
"Esatto. Nonappena lo seppero, strinsero una profonda amicizia. Erano migliori amici, e spesso uscivano insieme a divertirsi. Altre volte andavano l'uno a casa dell'altro. La prima volta in cui mio padre venne invitato a casa di mio zio, successe una cosa che non immaginava. Jim aveva una sorella più piccola di due anni."
"Carrie!" La interrompo di nuovo.
"Esatto. Per farla breve, i miei si sono conosciuti, hanno iniziato ad uscire insieme e si sono fidanzati. Mio zio era geloso, quindi quando hanno deciso di sposarsi hanno trovato lavoro in California per andare via da qui. Quando Jim lo ha scoperto ci è rimasto male. Ha chiarito con entrambi, e li ha pregati di stare qui, ma loro ormai dovevano partire. Però mio zio era davvero dispiaciuto, e non si è mai staccato da noi."
"Wow. È una bella storia, molto romantica. Quindi... tecnicamente io ora sono tuo cugino?"
"Più o meno."
Detto questo si gira e mi sorride.
Sono affianco a lei.
È bassina.
Sarà alta un metro e sessanta.
Io sono circa venti centimetri più alto di lei.
Si, sono cresciuto un po' in questo anno.
"Ti chiedo ancora scusa se ti abbiamo escluso oggi..." Le dico dispiaciuto.
"Non fa niente. E poi, ho conosciuto una persona."
"Chi?"
"Si chiama Abel Lee. Lo conosci?"
"Se lo conosco? È uno dei ragazzi più popolari della scuola. Gioca a basket."
"Lo avevo intuito." Dice guardando davanti a sé.
Sono attaccato a lei.
Sono al suo fianco.
Rimango a guardarla.
Sarà un'ottima amica.
Chissà se gioca a D&D.
Sembra pensierosa.
"A cosa pensi?" Le chiedo sorridendo.
"Ad Abel."
"Ti piace?"
"Non lo so, forse un po'... ma è presto per dirlo, ora. Per capire se ti piace una persona devi passare molto tempo con lei, e, bhe, io lui abbiamo parlato si e no cinque minuti."
"A te invece piace qualcuno?" Aggiunge guardandomi.
"Sì... ma una volta. Ora non mi piace più."
"Consoco questa persona?"
"Sì..."
"Mia cugina?"
"Che? No."
"Allora Max?"
"Neppure lei."
"Allora non la conosco."
"Invece si, lo conosci."
Lo consci?
No! Ho parlato troppo.
"È un ragazzo?" Chiede lei.
E ora?
Sembra una brava ragazza. Voglio essere suo amico.
Non voglio che sappiate che io...
"Will? È un ragazzo?"
"Veramente io..."
"Mike?"
Cosa?!
"Come fai a..." Mi interrompo.
Ora inizierà a chiamarmi 'frocio'.
Come faceva mio padre...
"Tranquillo, non glielo dirò. E neanche a Jane. Non lo dirò a nessuno." Dice.
Eh?
"Ma come fai a sapere che non ti piace più?" Aggiunge.
"Semplicemente, quando lo guardavo non era più come le prime volte. Lo vedevo come un semplice amico."
Sto davvero parlando di questa cosa con lei?
Non la conosco nemmeno.
"Quindi a te piacciono i ragazzi?" Chiede.
"Sì e no."
"In che senso?"
"Nel senso che ho capito che mi piace una ragazza."
"Quindi ti piacciono sia i ragazzi che le ragazze?"
"Esatto."
"Oh! Sai, nella mia classe in California, anche una mia amica era così. Si chiamava... aspetta... bi- bisessuale, mi sembra."
Io faccio spallucce.
"Non lo so. Non ne parlo spesso di questo con la gente."
Non ho capito se le va bene o se ora mi odia.
"Quindi... a te va bene?"
"Eh?" Mi chiede.
"Nel senso, ti va bene che non mi piacciono solo le ragazze?"
"Certo! Cosa c'è di male, scusa?"
"N- niente." Dico.
"Esatto. Niente." Mi sorride.
Sorrido anch'io.
Le va bene?
Non avevo mai incontrato una persona a cui andasse bene questa cosa.
Inizio a piangere di gioia.
"Va tutto bene Will? Perché stai piangendo?" Mi chiede lei.
"Nulla. Ho solo pensato ad un cosa." Mento.
Lei annuisce.
La riaccompagno a casa.
"Grazie Will. Mi sarei persa se tu non fossi venuto."
Dopo che ha detto ciò mi sorride.
Si avvicina a me e mi abbraccia.
La abbraccio anch'io.
Si stacca e mi saluta con la mano.
Entra in casa.
Rimango li a guardarla.
Dopo che entra sorrido.
Mi giro e torno casa.
Mentre cammino non riesco a smettere di sorridere.
Sento le guance andare a fuoco.
Arrivo a casa ed entro.
Ci sono anche Hopper e Undi.
"Ciao amore. Com'è andata oggi?" Mi chiede mamma.
"Benissimo mamma." Dico andando da lei e le do un bacio sulla guancia.
"Cos'è quel sorrisino?" Chiede Undici.
"Niente."
Vado in camera mia.
Mi butto sul letto e metto la faccia sul cuscino.
Grido.
Tolgo il cuscino e sorrido guardando il soffitto.
Sto pensando ad Ellen.
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