28. Epilogue: the world is yours
"Non posso credere che tu sia riuscito a trascinarmi qui". Robin sputa, chiaramente disgustata, stropicciandosi il naso per puro fastidio. Steve si lascia scappare una piccola risata; non ha tutti i torti. Non avrebbe mai, mai pensato di trovarsi di nuovo sul campo da basket del liceo Hawkins in vita sua. E tanto meno di essere lì con Robin Buckley. Ma, beh, a parte accompagnarlo come una vera amica, ha un buon motivo per essere qui, visto che anche Liz è in campo... come cheerleader. Sembra che oggi sia importante per entrambi i loro partner, ironicamente.
"Lo so, vero? Succedono tante cose strane a Hawkins". Steve scherza, spostando di nuovo lo sguardo dalla sua amica al campo, guardando un certo biondino che ruba la palla all'avversario, subdolo e veloce. Chiaramente, Billy è la stella assoluta della squadra, forse dell'intera situazione, lì. Figurati.
Niente di nuovo, no? Dopo tutto, è davvero un grande giocatore, niente da obiettare su questo.
"Non capisco nemmeno le regole di questo stupido gioco! Chi sta vincendo?" Robin geme ad alta voce, coprendo le grida della folla di persone sedute sulle gradinate accanto a loro. "In pratica...gli stanno facendo il culo. La nostra squadra". È la risposta onesta e sincera di Steve. Robin annuisce, lasciando uscire un piccolo 'oh' di sorpresa.
È un po' strano guardare la squadra dalle gradinate, vedendo Billy giocare da questa distanza. Anche lui una volta faceva parte di quella squadra, quando Billy lo infastidiva da morire. Essere lì, come spettatore, è quasi comico.
"Ho visto male, o ho appena visto Billy dare il cinque a Robinson?". Robin sussulta, facendo ridere Steve in risposta. "Sì. Si disprezzano ancora, ma ora sono in buoni rapporti". spiega brevemente. La sua amica geme di nuovo, sembrando ancora più disgustata di prima. "Accidenti! Che schifo". "Sono con te" Steve interviene, perché, diavolo, quel ragazzo è ancora odioso per lui ed è ancora un mistero come Billy sia riuscito a tornare ad essere amichevole con gli stessi compagni di squadra che lo avevano bullizzato solo pochi mesi fa.
"Ma vederli collaborare, come una squadra, in campo..." Steve riflette, guardando la partita distrattamente. "Beh, devo dire che sono un gran bel duo. Stanno davvero andando alla grande laggiù". Robin ha quasi un conato di vomito a queste parole. "Sì, penso di aver visto abbastanza esibizioni di mascolinità tossica per il resto della mia vita, oggi".
Beh, di nuovo. Ha ragione. Come al solito.
Quando Billy segna l'ultimo punto, tutta la folla esplode in urla e applausi, saltando in piedi mentre batte le mani. Steve fa lo stesso, sorridendo con orgoglio al suo talentuoso ragazzo che ora è abbracciato e salutato dai suoi compagni di squadra. Tutti iniziano a gridare all'unisono il suo nome, mentre Robin fa una smorfia alla vista della scena.
"Oh mio Dio! Guardatelo! Si gode la sua gloria!" ringhia, ora anche lei in piedi, ma solo per vedere meglio lo spettacolo. Anche le cheerleader si sono unite al campo in uno spettacolo di pura e stereotipata cultura jock. Steve si sente strano all'idea di averne fatto parte in passato, sembra lontano anni luce dalla persona che è ora.
"Come un maledetto pavone". Conclude, ridendo all'affermazione dell'amica ma senza smettere di battere le mani tra la folla. Robin, dal nulla, gli afferra il bicipite e indica Billy, ora affiancato da una cheerleader bionda che cinge la vita del ragazzo con il braccio.
"Steve... credo che quella cheerleader lo abbia appena baciato. Un bacetto sulle labbra". Dichiara Robin, leggermente allarmata. Steve si limita ad alzare le spalle. "Chi? Quella? La ragazza bionda?" chiede vagamente, non sembrando affatto interessato alla notizia. Robin strizza gli occhi, confusa. "Non sei... geloso?" chiede.
Steve non può fare a meno di schernire in risposta. "Naaah... sta solo facendo scena. Probabilmente sta cercando di far incazzare anche me". Robin fissa il suo amico ammutolito. Sì, da fuori può sembrare strano, Steve se ne accorge. Ma ormai conosce troppo bene Billy, dopo tutto, sono stati insieme per un po' e può riconoscere i suoi stupidi trucchi mentali.
"Non preoccuparti, Rob. È solo il suo gioco per farmi arrabbiare. Ma sta fallendo miseramente". Steve rassicura, sorridendo. "Sai, mi ha anche detto che ti ha baciato, quando facevate finta di stare insieme, a casa sua...". Robin ricorda, Steve se ne accorge. La sua reazione è divertente: sussulta e allarga gli occhi, con un'aria puramente agitata.
"Non ero- non eravamo... non è vero! Era un bacetto innocente per provare la nostra finta relazione!" piagnucola, con voce acuta. Steve ride e le getta un braccio sulle spalle in segno di cameratismo.
"Ehi, lo so, ok? Non ti preoccupare". Riceve in risposta un ronzio non impegnativo dalla sua amica bionda, chiaramente incapace di fare commenti saccenti.
Infine, la folla si sta gradualmente dissipando, salendo dai loro posti e vagando verso l'uscita. Anche i giocatori stanno andando alle docce, senza fermarsi a scambiare battute e pacche troppo virili sulle spalle in puro atteggiamento machista.
"Dovremmo aspettarli fuori". Dichiara Steve, pratico, trovando l'approvazione di Robin.
La prima ad arrivare è Liz. Condividono tutti un grande abbraccio da orso, ma chiaramente, Robin e lei non fanno nulla di lontanamente 'sospetto', visto che sono nel parcheggio della scuola, sotto il rischio di occhi indiscreti.
Billy non si vede da nessuna parte, probabilmente è ancora nello spogliatoio con i suoi compagni di squadra a fare Dio sa cosa, forse a schiaffeggiarsi e a condividere battute sessuali maschili. Figurati.
È un po' triste che Billy non possa essere chi vuole essere di fronte ad altre persone, ma non è che Steve possa biasimarlo. Hawkins è davvero una città di merda, e suo padre è uno psicopatico di prima categoria, anche se Billy gli aveva detto che il suo vecchio aveva smesso di tormentarlo dal loro confronto nella cella fredda e umida della stazione di polizia di Hawkins, per qualche strano motivo.
Forse Billy è riuscito a smuovere qualcosa nelle viscere dell'uomo, almeno così ha interpretato Steve, perché altrimenti non c'è spiegazione possibile che Neil abbia smesso di essere uno stronzo all'improvviso. Neil Hargrove... che si sente in colpa. Billy è in totale negazione su questo; pensa che suo padre non sia capace di provare qualcosa del genere, perché questo proverebbe che lui, in fondo, ha interesse di suo figlio e Billy non può accettarlo, nemmeno lontanamente. La possibilità che suo padre tenga a lui, anche in un modo contorto e malato, lo distruggerebbe completamente. Steve può capire. Dannazione, se ci riesce!
A volte è più facile odiare, vedere i nostri genitori morti che umanizzarli. La verità è che alcuni genitori credono di poter dettare la vita dei loro figli a loro piacimento, solo perché sentono che essere genitori è sufficiente per ottenere il controllo completo su un essere umano. Vogliono creare piccole marionette, cloni delle loro persone, del loro stile di vita, del loro modo di pensare. In questo, Steve e Billy hanno davvero molto in comune, quando si tratta di famiglia.
Ma anche Steve sa che l'odio non è mai la risposta giusta. Vuole imparare a smettere di essere arrabbiato con i suoi genitori, anche se non è sicuro che meritino il perdono, e vorrebbe che Billy potesse fare lo stesso. Sono solo umani, dopo tutto.
Questo profondo e triste treno di pensieri viene interrotto dall'improvviso arrivo della squadra, che si aggira fuori dal parcheggio tutta allegra ed eccitata. Billy ha un sorriso da lupo stampato in faccia, i suoi capelli sono ancora umidi dalla doccia e ha un borsone sulle spalle. Quando vede Steve, a una distanza considerevole, il mondo si blocca per un momento. Gli sorride, non un sorriso, ma un sorriso gentile e puro. Quasi timido. Steve ricambia il sorriso, incrociando il braccio sul petto e appoggiandosi alla BMW, mentre i loro occhi rimangono impigliati in uno sguardo pesante e intenso.
Vede Billy dire qualcosa agli altri, poi, il ragazzo cammina verso di loro con un'andatura ferma, un pollice agganciato alla cintura, con l'aria presuntuosa e compiaciuta come al solito.
"Ehi ragazze!" cinguetta a Steve, Robin e Liz, mettendosi di fronte a loro. Steve può vedere gli altri compagni di squadra che scrutano la scena a una distanza considerevole; quindi, chiaramente, non possono permettersi di comportarsi in modo sospetto. Forse è per questo che Billy sembra lo stesso vecchio cazzone arrogante che Steve ha incontrato due anni prima, in quel momento. Ma ora Steve sa che è solo uno spettacolo inventato.
"Bella giocata, Hargrove". Dice Steve, sorridendo, mantenendo l'atteggiamento da lupo alfa di Billy. "Sì, Billy! Sei stato grande!" Liz si congeda, questa volta più dolce e gentile rispetto al tono di Steve. Billy tira su col naso e alza le spalle con disinvoltura. "Grazie, guance dolci". Dice alla ragazza, poi, sposta gli occhi su Steve, sorridendogli ferino. "E, a proposito, è stata una partita maestosa, Harrington. Chiaramente non avremmo potuto fare lo stesso con te in squadra".
Steve fa un ghigno e getta le braccia in aria, in beffarda esasperazione. "Accidenti! Ascoltatelo..." borbotta tra sé e sé. Robin rotea gli occhi mentre non potrebbe sembrare più disgustata. "Davvero?! È stata una così rara dimostrazione di stronzate da macho che stavo per vomitare!".
A questa osservazione velenosa, Billy non protesta o nega. Ride, in realtà, come se fosse d'accordo con le parole di Robin in modo sottinteso.
"Cosa farai adesso...?" Steve chiede al suo ragazzo. Sembra perdere un po' di fiducia a questa domanda. Il suo sorriso scompare e per un momento sembra intimorito. Steve si rallegra internamente: sì, quell'espressione è fottutamente carina.
Billy gira la testa verso i compagni di squadra con curiosità, solo per rendersi conto che ora stanno parlando tra di loro senza prestare attenzione a lui. Così, può rilassarsi un po' e allenta quella facciata da cazzone.
"Uhm... stiamo andando a casa di Robinson a bere qualcosa". Spiega, ed è chiaro come si senta totalmente a disagio per questo. Non è nemmeno la prima volta: Billy a volte esce con i suoi compagni di squadra dopo gli allenamenti, Dio solo sa perché, visto che sono dei coglioni insopportabili. Ma Steve non vuole essere il fidanzato maniaco del controllo che gli dice cosa può fare e cosa no; non vuole nemmeno essere appiccicoso. Quindi rispetta le scelte estremamente discutibili di Billy.
Billy si sposta in piedi e parla con incertezza. "Vuoi... unirti a noi?" ma è chiaro come la domanda sia stata fatta solo per cortesia. Robin fa una smorfia, mentre Steve si strofina goffamente la nuca.
"Uhm... no grazie. Quello non è il mio pubblico" Spiega brevemente, anche se non ne ha bisogno: Billy lo sa già. Il ragazzo annuisce, e per un momento c'è qualcosa di simile alla preoccupazione nel suo sguardo.
"Ci vediamo dopo?" chiede timidamente, con le sopracciglia aggrottate. Il cuore di Steve quasi si contrae a questa vista. Fa una piccola risata. "Certo! Ci vediamo dopo".
L'espressione di Billy cambia di nuovo, mentre gli angoli della sua bocca si increspano in un piccolo sorriso. Ora sembra quasi sollevato, e Steve vorrebbe davvero baciarlo a sangue. Accidenti! Come può essere così carino?
Ma, sì, sono ancora nel parcheggio della scuola, e, sì, i compagni di squadra di Billy sono ancora nelle vicinanze, a guardarli con la coda dell'occhio, quindi, meglio comportarsi bene.
Billy rimane immobile di fronte a loro, fissando Steve come se stesse pensando la stessa cosa di lui, così Steve decide di incoraggiarlo ad andare avanti.
"Ora vai! Chop, chop, i tuoi amici gorilla attendono. Divertiti, e non bere troppo". Scherza, agitando la mano per 'mandare' Billy dai suoi compagni di squadra. Il ragazzo ridacchia leggermente e recupera la sua facciata presuntuosa.
"Va bene, mamma!" sbotta, sorridendo in modo lupesco al suo ragazzo. "Adios, hombre!" li saluta allora, iniziando a camminare di nuovo verso gli altri. Steve vede lo sguardo indagatore di Robinson su di loro. Il ragazzo fa anche un cenno nella loro direzione, e Steve si ritrova ad annuire a sua volta, solo per cortesia.
È ancora un tipo disgustoso, ma, dopo tutto, è un bene che Billy sia riuscito a sistemare le cose.
Casa Harrington tace senza Billy o i suoi amici e i marmocchi.
È strano, dopo i mesi di completa solitudine e decadenza che erano stati la conseguenza della rottura di Nancy, Steve si è ritrovato di nuovo circondato da persone come non gli capitava da tanto tempo. Questa volta non era una stupida folla di coetanei superficiali che gli giravano intorno solo per le feste che organizzava a casa sua. No, ora ha degli amici, dei veri amici che si preoccupano davvero per lui.
Così ora che non c'era nessuno, si ritrova a soffrire ancora di più la solitudine. Ogni volta che Billy non può rimanere per la notte, entra in questo stato ottuso di malinconia e di vuoto. È quasi una sensazione fisica; come se ci fosse qualcosa che manca nel suo stesso corpo.
Ecco il problema dell'essere profondamente e totalmente innamorati: la dipendenza psicologica. L'amore è solo una follia socialmente accettata, dopo tutto. Unisce due persone che diventano dipendenti l'una dall'altra, e, come ogni dipendenza, accanto alla gioia c'è la lotta delle voglie, l'astinenza.
Steve lo pensa mentre è disteso sul divano, guardando distrattamente un programma televisivo trash mentre beve piccoli sorsi dalla sua birra.
Si sta facendo tardi, e le sue palpebre cominciano a sentirsi pesanti. Quando sente il suono della porta principale che si apre. Si sveglia dal suo stato quasi addormentato con una speranza. Billy è tornato, è entrato in casa con le sue chiavi, visto che è da un po' che condividono praticamente lo stesso spazio.
Steve alza la testa verso l'entrata del soggiorno per vedere il suo ragazzo che appare con un'andatura non troppo stabile e un sorriso pigro sul viso. I suoi occhi hanno qualcosa di languido nel modo in cui sono socchiusi, e Steve può dirlo: è sicuramente ubriaco e strafatto. Riconoscerebbe quella faccia carina e assonnata tra tante.
Il bruno non vuole mostrare quanto sia colpito dall'arrivo di Billy; è sempre preoccupato di sembrare patetico o disperato con il suo ragazzo, quindi recita il ruolo da figo, come al solito.
"Ehi, pretty boy". Billy borbotta, appoggiandosi liberamente con la schiena allo stipite della porta e mandando quello che dovrebbe fare uno sguardo malizioso a Steve che ride in risposta.
"Sei distrutto". Steve commenta, ma non c'è rimprovero nella sua voce, più una debole traccia di divertimento. Billy sospira e si sposta infantilmente in piedi. "Non lo sono". Brontola, petulante. Steve beve un altro sorso della sua birra e ridacchia leggermente. "Certo che no".
Billy si dirige barcollando verso la poltrona, gettandosi liberamente su di essa, facendola scricchiolare con la caduta. Allunga le braccia sullo schienale e incrocia la gamba, non preoccupandosi nemmeno di togliersi gli stivali come comandano le regole della casa. Figurati. Animale.
Puzza di alcol ed erba; Steve non può fare a meno di notarlo.
"Non dovresti guidare in queste condizioni". Steve lo rimprovera, spostando di nuovo gli occhi sul televisore, anche se non sta affatto prestando attenzione al programma. Billy geme e rotea gli occhi. "Cosa sei, la mia cazzo di mamma? Rilassati, principessa. Non c'è nessuno in giro a quest'ora". Beh... questo non giustifica la guida ubriaca e fatta. Ma Steve decide di lasciar perdere l'argomento, visto che è inutile discuterne con Billy, il ragazzo è dannatamente testardo e ha questa fissazione infantile di 'infrangere le regole' ed essere il 'ribelle cazzuto'.
"Allora..." Steve inizia, dopo un intero minuto di silenzio, rotto solo dallo stupido spettacolo che scorre in TV. "Com'è stato?" Billy non sposta lo sguardo dallo schermo. Alza le spalle, con disinvoltura, il volto illeggibile. "Non male, credo. La casa di Robinson è ancora più grande della tua, King Steve. Immagino che i suoi genitori siano ricchi sfondati. Questo buco di merda è davvero una città per i figli di papà".
Steve si fa beffe di questo.
Dopo una piccola pausa, Billy continua la storia.
"Quella ragazza... Sarah. Gesù! Mi stava appiccicata tutto il tempo. Fottutamente fastidiosa. Non sopporto la sua voce!"
Sarah. La stessa cheerleader che ha baciato Billy in campo, solo poche ore prima. Steve ridacchia e finisce la sua birra. "Le hai dato false speranze, Hargrove". Prende in giro, spostando gli occhi sul suo bellissimo ragazzo ubriaco. Billy fa una smorfia e poi, senza dire nulla, cambia posizione sul divano, sdraiandosi sulla schiena e appoggiando la testa sul grembo di Steve. Almeno, ha l'accortezza di lasciare i piedi sul bracciolo, con gli stivali sporchi fuori dal tessuto del mobile.
Steve comincia ad accarezzare i riccioli biondi, trovando Billy piacevolmente docile al tocco. Chiude gli occhi e inclina la testa come un gatto.
"Sorry not sorry. Questo ragazzone è già preso". Scherza, dopo un po'. Steve ride di rimando, senza smettere di accarezzare i capelli del suo ragazzo. "Allora? Che altro?" lo incoraggia. Billy gli lancia uno sguardo confuso, poi, sembra ricordarsi che Steve sta ancora parlando della sua serata. Sospira, sembrando improvvisamente stanco.
"Abbiamo bevuto, fumato e fatto giochi stupidi. Come al solito. Terry Jackson è terrorizzato da me, lo sai?"
Terry Jackson. Già, come poteva Steve non ricordare il pazzoide che si era fatto convincere a testimoniare in favore di Billy?
"...Pensa che io sia un satanista o qualcosa del genere. Cazzo se lo sono. È strano, però... Sono abituato alla gente spaventata da me, ma non era mai, mai successo per una cosa del genere. E' esilarante".
Steve può concederglielo. È piuttosto divertente, non può negarlo.
Billy esala un lungo, languido respiro, sciogliendosi nel tocco di Steve, poi, riapre gli occhi, anche se sembra che stia facendo uno sforzo discreto nel farlo. Si guardano per un po', senza dire nulla. Non è facile decifrare quello che Billy potrebbe pensare in questo momento, dato che sembra solo perso nel suo respiro, ma poi, quello che esce dalla sua bocca ha il potere di dare un brivido sulla spina dorsale di Steve in risposta.
"...potrei succhiartelo".
Steve sussulta, preso alla sprovvista. Billy non ha parlato maliziosamente e nemmeno con una voce che assomiglia a qualcosa di lontanamente stuzzicante, no, ha detto quella frase in modo piatto, come una semplice proposta.
Steve sospira e riprende ad accarezzare i riccioli biondi di Billy. "Sei ubriaco, amore".
Billy fa una faccia seccata a questo promemoria.
"Mh. E allora? Voglio ancora succhiarti il cazzo".
"Forse domani. Che ne pensi, eh?"
Billy geme, petulante, come un bambino a cui è stato rubato il gioco. Ma Steve sa riconoscere la stanchezza del suo sguardo, e forse il ragazzo lo ringrazierà il giorno dopo per la sua premura. Forse no, ma questo non è importante.
Steve sorride, continuando il suo trattamento sciatto sui capelli del suo ragazzo. "Andiamo a letto, va bene?" chiede, retoricamente, ma Billy ha già chiuso gli occhi e dalla sua bocca non esce nessuna risposta. Steve lo scruta con un cipiglio curioso, solo per rendersi conto dopo non molto che Billy sta già dormendo.
"Tesoro, credimi, la cosa migliore è fare la Route 66!". Robin obietta, cercando di non sembrare troppo petulante al riguardo. "Voglio dire, è iconica! Andiamo da Chicago a Los Angeles... viene comodo da dove partiamo". Liz, però, non sembra ancora convinta. Si stropiccia il naso e fa una pausa esitante. "Ma, piccola... voglio visitare New York! New York, dannazione... non possiamo perdercela!" si lamenta, facendo i suoi migliori occhi da cucciolo.
Robin sospira, non può farci niente: non può negare le suppliche della sua ragazza, anche se questo significa prolungare il loro cammino in quel modo. Dopo tutto, anche lei vuole vedere NY, ad essere onesti. Manhattan, un posto per hipster e artisti... non suona troppo male.
Stanno pianificando il loro viaggio usando mappe, guide turistiche e un mucchio di appunti, seduti nella sala da pranzo di Steve. I ragazzi? Non si vedono da nessuna parte. Hanno lasciato a loro tutta la pianificazione pesante. Figurati.
Robin torna a studiare le autostrade, pensierosa, scribacchiando note sul suo blocco. Non è che non le piaccia organizzare il viaggio... al contrario, è piuttosto eccitante. Ma dove diavolo sono Steve e Billy adesso? Sicuramente potrebbero mostrare più impegno nell'aiutarli, considerando che è stata una loro idea in primo luogo.
"Dove sono gli idioti?" si chiede, casualmente, con gli occhi incollati sulle mappe. Liz beve un sorso dalla sua soda e risponde con un tono pensieroso. "Sono usciti, tipo, due ore fa..." spiega brevemente.
Robin alza lo sguardo su di lei, sollevando un sopracciglio in segno di perplessità. Liz riprende a parlare, sorridendo teneramente come fa sempre. "A divertirsi".
A queste parole, Robin non può evitare di gemere per l'esasperazione. Ragazzi! Si stringe i capelli e sospira.
"Mi stai dicendo che sono usciti a giocare a basket mentre noi stiamo mettendo tutto il nostro impegno e il nostro tempo per organizzare il viaggio che ci terrà impegnati per il prossimo anno?!" Liz annuisce, senza smettere di sorridere, sembrando totalmente imperturbata dal fatto. Figuriamoci. Lei è una cosina dolce, che difficilmente si arrabbia o si rattrista. A differenza di Robin, che si è trovata profondamente nervosa in quei giorni, dato che sta per lasciare la sua casa verso l'ignoto e, indovinate un po'? Iniziare un grande viaggio come questo può essere piuttosto eccitante, certo, ma anche in modo inquietante.
E se qualcosa andasse storto? E se lei e Liz si lasciassero nel bel mezzo degli Stati Uniti, lontano da casa? E se lei avesse una grossa discussione con Billy (una possibilità che sembra anche molto realistica)?
Accidenti, c'è una variabile infinita di situazioni brutte che potrebbero accadere, e Robin non vuole arrivare impreparata ad affrontarle.
Sì, lo sa; sta pensando troppo. Ma non può farci niente!
In quel momento, sentono la porta principale aprirsi. Quello che segue ha il potere di far arrabbiare Robin ancora di più. Billy entra nella stanza palleggiando e ridacchiando come un idiota, affiancato da Steve che cerca di rubare la palla, ignorando totalmente la ragazza seduta al tavolo. Come se non esistessero nemmeno, per niente.
Puzzano di sudore, pesantemente, e stanno trascinando con le scarpe il fottuto fango dentro il pavimento pulito della casa, infrangendo la prima regola di Casa Harrington che è: niente scarpe del cazzo all'interno.
Accidenti! Steve di solito è più intelligente di così, ma Billy ha lo straordinario potere di tirare fuori la parte più idiota di lui. Soprattutto quando iniziano i loro stupidi giochi di competizione, come stanno facendo in questo esatto momento.
"La tua forma è pessima, Harrington. Ultimamente sei fuori forma, pretty boy". Billy lo prende in giro, mentre Steve sta praticamente macinando dietro di lui, lottando per raggiungere la palla. "Zitto! Abbiamo chiuso in parità, fine della storia!" Billy lo schernisce, velenoso. "Pareggio?! Sei fatto?! Non credo, principessa. Ti ho fatto il culo. E sai perché? Perché fai schifo". "Mi hai preso a calci in culo?! Stai delirando, amico!"
Robin, emanando un'aura di tempesta pura e imminente, si alza in piedi e cammina verso di loro con movimenti severi. Sono così impegnati a prendersi in giro e a scambiarsi battute che non si accorgono nemmeno del suo arrivo.
Con un semplice gesto secco, strappa la palla a Billy, mettendosela sotto l'ascella e fissando il ragazzo con uno sguardo omicida. Inizialmente, Billy sussulta e le lancia uno sguardo scioccato, chiaramente preso alla sprovvista. Sarebbe divertente se Robin non fosse sul punto di urlare contro quei babbuini impossibili e stupidi.
"Palla sequestrata!" annuncia, con un tono che non lascia traccia a proteste. Billy e Steve si limitano a sbattere le palpebre sotto shock, sembrando due completi idioti, poi, scoppiano in uno spettacolo lamentoso che li fa sembrare almeno dieci anni più giovani.
"Andiamo, ragazza! Non puoi fare questo!" Grida Steve, gettando le braccia in aria. "Davvero, Buckley, che cazzo di problema hai?" Aggiunge Billy, e le loro parole sono solo benzina sul fuoco.
Robin conta fino a dieci nella sua mente. Chiude gli occhi, fa un lungo respiro rilassante e si pizzica il naso. Poi parla cercando di recuperare un po' di calma.
"Partiamo tra due giorni. Due. giorni. E non abbiamo ancora deciso il percorso". Esala, quasi fumando di rabbia. "...Che è, tra l'altro, quello che io e Liz stavamo cercando di fare, poco fa. Quindi, ecco cosa farete: vi farete una doccia, perché, credetemi, puzzate entrambi, e poi verrete giù a sedervi con noi. Sono stato chiara?"
Passa un silenzio pesante. Billy e Steve sembrano improvvisamente seri, quasi diffidenti. Condividono un lungo sguardo, e per un momento Robin pensa che forse il suo rimprovero è stato efficace. Poi, paranormalmente coordinati come al solito, scoppiano entrambi in un ghigno e Robin può sentire il calore che le crepita sul collo.
Billy alza le mani in segno di resa e parla con un insopportabile tono beffardo al suo ragazzo idiota. "Credo che l'abbiamo fatta arrabbiare!" A questo, Robin geme ancora più forte e si stringe i capelli fino a quando non iniziano a pungere, sopprimendo l'impulso di cancellare quel cazzo di sorriso sulla faccia di Billy.
Steve è il primo a riportare un po' di buon senso; afferra la spalla del suo ragazzo e comincia a guidarlo verso le scale.
"Hai ragione, Rob, scusa per questo... andiamo a farci una doccia! Torniamo tra un minuto!" borbotta, un'espressione simile all'imbarazzo sul suo volto. Bene. Dovrebbe esserlo!
Spariscono al piano di sopra, lasciando Robin in piedi in mezzo alla stanza, con i pugni ancora stretti dalla rabbia. Dopo un lungo e liberatorio sospiro, alla fine torna al tavolo, trovando un sorrisetto divertito sul bel viso della sua ragazza. Arrossisce incontrollabilmente a quello.
"Cosa? Cosa c'è di così divertente?" chiede mentre cerca di nascondere il suo stato agitato. Liz alza le spalle con disinvoltura.
"Niente... solo... mi piace quando diventi prepotente". La prende in giro, giocosamente. Robin deve fare un vero sforzo per sopprimere l'impulso di alzare gli occhi al riguardo.
"Wow! Sembra più grande all'interno!" Max esclama, entrando nel furgone, sovraeccitata. El la segue e sembra che stia pensando la stessa cosa della sua amica, considerando quanto è largo il suo sorriso. "Bello!" cinguetta.
Billy, al posto di guida, sorride compiaciuto e dà una pacca al volante. "Hai maledettamente ragione su questo! Ho dovuto vendere la Camaro, ma mi sono innamorato di questa bambina".
Le ragazze ridacchiano mentre sono impegnate a frugare nel furgone. Tutto è pronto per la loro partenza; manca solo l'ultimo tocco finale e poi sarà pronto. Billy, Steve, Robin e Liz partiranno il giorno dopo, di mattina. Il percorso che faranno è ancora... incerto. Billy sa solo che andranno a est, fino a New York City. È sufficiente, non vuole pianificare troppo il viaggio. È più eccitante seguire la corrente.
"Eppure, è strano pensare di vivere in un piccolo spazio come questo". Max commenta, facendo scorrere un dito sulla superficie del piccolo tavolo da pranzo. "...Come farai a farti la doccia?" si informa, poi, spostando gli occhi sul fratellastro. "Tu non passi ore a farti bello per Steve".
Lei lo prende in giro, facendo ridacchiare timidamente El a queste parole. Tsks, quella piccola merda. Insolente come al solito.
Billy fa una smorfia e alza gli occhi al cielo. "Non è che non ci fermeremo nei motel o nei campeggi lungo la strada, se ne avremo bisogno. Non siamo nel mezzo della fottuta giungla, Maxine". Ripete, sembrando infastidito dalle domande stronze della sorella.
Sembra avventuroso. Ti invidio. La voce di El risuona nella mente di Billy. Lui le sorride. Lei ora è seduta al tavolo e guarda timidamente nella direzione di Billy.
"Avrai le tue avventure quando sarai grande, ragazzina". Dice alla bambina, facendo rotolare gli occhi di Max a queste parole. "Non si parla con la mente quando sono con te!" li sgrida, provocando la risata generale.
"Scusa, Max- viene... istinto... instint..."
"...Istintivo." Billy termina il povero balbettio di El. Non può biasimarla; la ragazza non ha mai avuto un'educazione adeguata. Lei annuisce, sorridendo leggermente.
"Sì."
"Inoltre". Billy lancia un'occhiata sprezzante alla sorellastra. "Sei solo gelosa perché noi abbiamo poteri soprannaturali e tu no" la prende in giro, facendola gemere in risposta. "Sì, Billy, tu hai il potere... di essere super irritante!"
Seguono altre risate e battute spensierate. Poi, si mettono al lavoro. El e Max lo aiutano a sistemare le ultime cose nel furgone, spostando la sua roba al suo interno, preparando tutto per la grande partenza.
È strano, Billy si sente un po' triste all'idea di lasciare Max da sola. Aveva promesso che l'avrebbe chiamata ogni volta che poteva, ma di sicuro non è abbastanza per cancellare le sue preoccupazioni sul suo benessere.
Neil... Neil non ha mai toccato lei, né Susan, ma non può fidarsi di quell'uomo. Le aveva fatto giurare, giurare di cercare di raggiungerlo se suo padre avesse fatto qualche passo falso.
Non preoccuparti. Mi prenderò cura di lei. È al sicuro con me. La voce di El nella sua mente lo rassicura. Sposta lo sguardo dallo scaffale che sta organizzando alla bambina, intenta a spostare i fornelli da una scatola a un armadio. Lei gli sorride.
Lui risponde con un finto sorriso fiducioso.
"Sei fuori di testa, marmocchio" scherza lui, facendola ridacchiare. Max guarda la scena e geme, gettando le braccia in aria. "Lo stai facendo di nuovo!" si lamenta, con voce acuta, sembrando quasi offesa.
El fa un sorriso sornione e fa spallucce. "Non so di cosa stai parlando". Billy non può evitare di ridacchiare a queste parole, alimentando l'indignazione furiosa di Max. Spara un'occhiataccia al fratellastro, poi, sposta lo sguardo sulla sua amica, incrociando le braccia al petto.
"Voi due!" sospira, dopo un po'.
Passano tutto il pomeriggio a preparare il furgone. Verso le cinque del pomeriggio, Billy dà un passaggio a El dai Byers. Una volta arrivati, scendono al furgone per salutarli, anche se Billy è pessimo con "questo genere di cose". Gli addii non sono esattamente la sua specialità. Joyce, Jon e Will li raggiungono, un ampio sorriso sui loro volti alla vista del veicolo nuovo di zecca. Joyce lo abbraccia con forza, mentre Jonathan osserva la scena da parte, con le mani agganciate alla tasca nella sua solita postura da 'stramboide', affiancato dal fratellino.
"È così bello che tu possa passare il tempo viaggiando... scoprire il paese, essere libero!" Joyce espira con voce sognante. Billy ridacchia leggermente a questo. "Sì... le responsabilità degli adulti possono venire dopo, giusto?"
Joyce gli piace molto, è come il prototipo ideale della mamma.
Il fatto è che lui non conosce la donna così tanto, ma si sente molto grato nei suoi confronti. È solo che non è bravo a mostrare questo tipo di cose, ma ha la sensazione che Joyce sappia e capisca.
"Mamma..." Will reclama timidamente l'attenzione di sua madre. "Steve farà una festa questa sera, possiamo andare anche noi?" indica se stesso e poi El, che sbatte le ciglia, sembrando una cerva.
Joyce sorride tutta dolce come al solito. "Certo che puoi, tesoro!".
"Posso dargli un passaggio". Jonathan fa notare. "Più tardi sarei andato da Steve con Nancy. Lui ha invitato anche noi".
Billy deve reprimere l'impulso di fare un facepalm a questo. Quell'idiota! L'ultima fottuta notte che dormiranno in una stanza confortevole e lui invita il mondo per una festa d'addio?!
Dissimula i suoi veri pensieri e mette su il sorriso più finto sotto lo sguardo sprezzante di Max. "Va bene. Devo comunque andare a casa prima. Ci vediamo tra un paio d'ore, ok?", informa. Jon annuisce, borbottando qualcosa come "certo", mentre Max gli lancia un'occhiata indagatrice.
Una volta dentro il furgone, Billy spiega bruscamente: "C'è qualcosa che devo fare prima". La sorellastra non obietta, ma è evidente come stia cercando di trattenere la valanga di domande stronze che vorrebbe fare. Beh, tutto a tempo debito.
C'è ancora una scatola sotto il suo letto. Quella maledetta scatola che non ha ancora osato aprire e di cui non si è ancora sbarazzato. Non può andare avanti e lasciarla lì come se non fosse mai successo nulla. Ora sente di essere davvero pronto a rimettere a posto quei ricordi pungenti, una volta per tutte.
C'è un camino nel cortile della loro merdosa casa di Cherry Road. Billy è in piedi davanti il fuoco, la scatola in mano e la sorellastra accanto a lui, guardando le fiamme scoppiettanti.
"Non vuoi aprirla un'ultima volta prima di bruciarla?". Chiede Max, guardando vagamente apprensiva verso di lui. Billy alza le spalle e fa una smorfia. "So cosa c'è dentro". Sputa il rospo, sembrando quasi infastidito. Alla fine getta la scatola nel fuoco che divampa per reazione.
La fissano per un po'. È estate e il fuoco porta ulteriore calore. È strano che qualcuno stia accendendo un fuoco in quel momento, questo è certo. Forse il vicinato lo dirà a Neil, ma per lui non è più un problema.
Billy parla atono.
"...C'è un biglietto per il concerto dei Black Sabbath". Comincia a elencare. Max sbatte le palpebre, vagamente sorpresa. Non si aspettava che lo facesse, è evidente. Billy fa una pausa, prendendosi il suo tempo. Ricorda il giorno in cui Nathan gli aveva dato il biglietto, come regalo. Quello è stato uno dei migliori concerti della sua vita. Una delle notti migliori.
"...Ci sono alcune polaroid di noi ai concerti che ha organizzato". Continua, senza alcuna traccia di passione, la faccia vuota e senza emozioni. Si ricorda di quelle foto. Ce n'è una in cui poga con la folla. Non vuole tenerla. Un'altra di loro fuori dal club, mentre sorridono con la faccia di merda. Billy aveva un occhio nero in quella foto a causa di una rissa avvenuta la stessa notte. Un'altra foto di loro nell'appartamento di merda di Nathan. Nel letto, insieme.
Che si fottano tutti. Lui ha nuovi, grandi ricordi, ora. Ne sta creando di nuovi. Sta costruendo un solido presente, un nuovo passato, un futuro promettente.
"...C'è un libro che mi ha dato e che non ho mai letto. La solita vecchia merda sull'anarchia... cazzo se me ne è mai importato. C'è... c'è un orribile disegno di noi a Tijuana. Ha detto che ci saremmo trasferiti lì, e avremmo vissuto vicino all'oceano, fumando erba e bevendo rum tutto il giorno. Come... pirati". Max sbuffa una risata.
Non può evitare di sorridere anche lui, ed è stupido e strano. È la prima volta che un suo ricordo lo fa sorridere e non gli provoca una sensazione di dolore pungente al petto. È una specie di sensazione nuova... è come se la rabbia, il profondo senso di tradimento e dolore che aveva provato verso il ragazzo fosse ora svanito, lasciando un nuovo, agrodolce senso di malinconia, così strano e straniero per lui.
Ricorda quello che lui e Steve avevano detto sulle 'cose brutte che accadono per una ragione', sul perdonare le persone che ti hanno trattato di merda per te stesso, per sentirsi meglio. Pensa che forse lo sta capendo, ora. Non prova rabbia verso il suo ex... e si sente meglio. Gesù, se è così! E' come liberarsi di un enorme peso. Liberatorio, cazzo.
"Non credo di odiarlo più." Billy ammette, dopo un po'. C'è un odore acre di plastica bruciata nell'aria, e il fumo nero che esce a spirale dalle fiamme sembra troppo tossico. "Non credo nemmeno di amarlo. Ho smesso di fare entrambe le cose".
Sì, ed è fottutamente incredibile come si possa odiare qualcuno con tutto il cuore perché non si può smettere di amare quella persona, cazzo. Un paradosso complicato e di merda.
"L'hai perdonato?" Chiede Max, guardandolo, sinceramente curiosa. Billy risponde con un'alzata di spalle senza impegno. "Non si tratta di perdono, credo. Solo... andare avanti. Voltare pagina". Forse la sua sorellastra è troppo giovane per capire questo tipo di cose. Forse no. Dopotutto è furba da morire.
È un grande momento emotivo, quindi Billy non può davvero chiudere la lingua. Parla di nuovo, mantenendo il suo cipiglio pensieroso sul fuoco davanti a sé.
"Vorrei poter fare lo stesso. Con mia madre, con Neil... solo, non so. Fare in modo che non siano più in grado di farmi ancora del male. Farli diventare solo fantasmi del passato".
Sì, sembra utopistico, lo sa. Sono i suoi genitori, dopo tutto. Ma un uomo può sognare. Max passa alcuni secondi in silenzio, probabilmente pensando a quello che Billy ha appena detto. Infine, sposta il suo sguardo su di lei. Lei sembra persa: le sopracciglia aggrottate in un cipiglio pensoso, si morde nervosamente il labbro.
Billy sorride e le arruffa i capelli, sotto i suoi lamenti, alleggerendo l'atmosfera.
"Non preoccuparti, merdina!" dice la sua battuta standard, allontanandosi finalmente da quel fuoco troppo caldo e fumoso. Max sposta le ciocche spettinate verso le orecchie e lo segue con una piccola corsa.
"Posso avere la tua stanza ora?" chiede, mentre cammina accanto alla casa con lui. Billy fa un ghigno, cattivo. "No." si limita a sputare, poi, provocando un forte gemito della sorellastra in risposta.
"Non è giusto! Non ne hai più bisogno! Come puoi essere così..." ma la ragazza deve interrompere le sue lamentele quando si accorge della presenza del patrigno davanti all'ingresso della casa.
Billy è fermo al suo posto e guarda l'uomo con una faccia da poker. Sapeva che lo avrebbe incontrato prima della partenza, quindi non è una novità. Ma comunque, una piccola parte di lui non può evitare di provare paura, una paura antica e gutturale. Neil aveva smesso di tormentarlo negli ultimi mesi, lo aveva completamente ignorato, limitando la loro conversazione a qualche semplice scambio di battute, come se fossero estranei sotto lo stesso tetto. Ma se ora avesse cambiato idea?
Billy sussulta e stringe i pugni. La sua tensione è visibile, così come quella di Neil. L'uomo è davanti alla porta principale. Sembra che stesse per entrare e poi ha incrociato il suo cammino con loro. Pochi metri li dividono e sembra che nessuno sappia cosa fare. Billy può sentire lo sguardo apprensivo di Max su di lui, ma non si volta. I suoi occhi sono puntati sugli uomini che hanno trasformato la sua vita in un inferno.
Finalmente, dopo quella che viene percepita come un'eternità, Neil parla a Max. "Maxine, ho bisogno di scambiare qualche parola con mio figlio". Annuncia. Lei lancia un'occhiata preoccupata a Billy, che finalmente si gira verso di lei e le stringe la spalla. "Va tutto bene. Vai dentro". Lei annuisce e obbedisce, superando la figura di Neil senza guardarlo. Meglio, perché Billy è sicuro come l'inferno che Max non ha davvero bisogno di iniziare a fare la presuntuosa con suo padre. Dovrebbe tenere la testa bassa, e lui desidera davvero che continui a farlo anche senza di lui in casa.
Neil si avvicina a lui, la faccia vuota e illeggibile. Billy mantiene il contatto visivo senza muoversi di un centimetro, cercando di mascherare il suo reale nervosismo per il loro imminente confronto. Beh, non può evitarlo, dopotutto è qualcosa che deve fare. È come chiudere un capitolo della sua vita.
Neil è in piedi di fronte a lui ora. Sembra... strano. Non pazzo, però. Più... vagamente angosciato? Billy non riesce a leggere bene la sua espressione e questo lo rende diffidente, perché non è molto sicuro di come prepararsi a quello che verrà dopo.
"Entriamo anche noi, eh?", dice dopo un po'. La spina dorsale di Billy è attraversata da un brivido incontrollato.
Forse suo padre vuole portarlo lontano da occhi indiscreti per picchiarlo fino a quando non sarà più in grado di scappare da casa.
Cerca di nascondere la sua paura, cerca di far finta di niente.
"Penso di stare bene qui". Ribatte, velenoso. Neil sospira e si pizzica il ponte del naso. Come se Billy fosse quello difficile, il bambino impossibile. Quello stronzo!
"Billy..." sibila allora, fissandolo. "...Per favore."
Ok... Ma che cazzo?
Billy sbatte le palpebre come un idiota per qualche secondo, preso alla sprovvista. Non aveva mai, mai sentito suo padre chiedergli qualcosa 'gentilmente'. Suo padre ordina e ottiene. Nient'altro. Beh, forse dovrebbe apprezzare lo sforzo...
Fanculo il suo sforzo. È un pezzo di merda, non merita niente! una voce forte gli ricorda dentro la sua testa.
Neil è ancora lì, che lo guarda con occhi da predatore. I suoi occhi non potrebbero mai diventare gentili. Non potrebbero mai guardarlo con qualcosa di diverso dal disprezzo. Tuttavia, alla fine, Billy decide di assecondare la sua richiesta, anche se non sa perché.
Se Neil decide di alzare un dito su di lui, può sempre usare il suo strambo potere mentale. Anche se davvero, davvero non vuole. Teme di poter perdere il controllo con il soggetto.
Entrano nella sua stanza ormai vuota e spoglia, la stessa stanza dove Neil lo aveva picchiato un sacco di volte, senza mai ascoltare le sue suppliche, la sua richiesta di perdono.
Neil sembra a disagio, Billy se ne accorge. Persino impacciato. Una strana visione.
Si massaggia la mascella, guardando distrattamente verso la finestra. Billy sta solo aspettando che finalmente parli.
Quello che esce dalla sua bocca è il meno atteso, che ha il potere di far sussultare Billy di sorpresa mentre un brivido violento gli percorre tutto il corpo.
"Tua madre ha chiamato quando hai compiuto diciotto anni".
Improvvisamente, la mente di Billy ha le vertigini. I pensieri diventano vorticosi e sfocati, mentre il cuore comincia a martellargli nel petto.
Sua madre. Ha chiamato.
Non sa nemmeno come sentirsi al riguardo, è semplicemente troppo. Neil sta ancora evitando il contatto visivo, e questo è piuttosto apprezzato, tra l'altro, perché Billy odia sentirsi ed essere così davanti a lui.
"Lei voleva parlare con te. Ma non gliel'ho permesso". Neil continua. Billy ha la bocca asciutta e gli occhi gli lacrimano improvvisamente senza controllo. "Perché non me l'hai detto prima...?" la sua voce esce incrinata e rauca, sull'orlo delle lacrime.
Neil sospira e si strofina gli occhi, stancamente. Sembra quasi che anche lui stia cercando di trattenere le lacrime, ma sarebbe impossibile. No, non lui. I padri non piangono mai.
"Non volevo farti stare male". Espira, dopo un po', con gli occhi incollati a terra. Billy quasi ride per questo. "E allora? Me lo dici ora perché ora vuoi farmi sentire di merda? È così?!" È un altro trucco mentale?! Ha smesso di picchiarlo, quindi ora forse vuole distruggerlo mentalmente, spezzarlo fino a che non rimarranno solo migliaia di piccoli pezzi del suo povero cervello.
Neil scuote la testa e finalmente lo guarda, con le sopracciglia aggrottate e la mascella serrata.
"Non ho mai cercato di farti sentire una merda. Tu non capisci, quello che ho fatto, l'ho fatto per te". La sua voce comincia a salire, e il sangue di Billy diventa più caldo. È bello sentire la rabbia contro di lui, è meglio della paura e della debolezza. Può gestirla. Non ha intenzione di cedere, per ora.
"Non ne abbiamo già parlato?! Sei il peggior padre che avrei mai potuto avere!" Billy ringhia le parole pesanti in faccia all'uomo, che respira affannosamente dalle narici e lo guarda con pugnali, mosso da un odio puro e primordiale. È una bella sensazione dirlo. Liberatorio, quasi inebriante, come una droga. Ma Billy sa che è una sensazione volatile. Le esplosioni di rabbia sono sempre effimere. Mai veramente utili, a lungo termine.
Neil fa un passo indietro. Forse sta anche trattenendo i pugni, chissà. Guarda intensamente suo figlio, ed è strano, i pesanti secondi che passano prima che parli di nuovo. Non è qualcosa di comune per lui.
Ancora una volta, quello che esce dalla sua bocca ha il potere di scioccare Billy.
"Che mi dici di te? Pensi di essere un buon figlio?".
Lui ansima come un pesce, non riuscendo a dare una risposta diretta. Ma Neil non gli lascia il tempo di farlo: continua a parlare, con la voce acida e piena di disprezzo.
"Hai causato problemi fin da quando eri un bambino. Hai imbrogliato, mentito, tradito la mia fiducia. E...la tua musica, il tuo modo di vestire... bevi, fumi... hai sempre fatto di tutto per essere contro la mia autorità!"
Billy vorrebbe dire quanto siano false le parole di Neil. Non ha mai cercato di farlo arrabbiare di proposito, è più come se la sua vita sarebbe stata grandiosa senza di lui. È assurdo! Non può essere vero... no?
"Non sei un buon figlio. Non sei nemmeno una buona persona". Questa volta la voce di suo padre è grave, quasi arresa.
Ha ragione. Sei un figlio di merda e una persona di merda. Hai fatto del male alla gente, hai ucciso delle persone. C'è ancora il suo io interno che è d'accordo con suo padre, ma Billy non deve ascoltarlo, altrimenti gli scricchiolii che stanno cominciando a diffondersi sui suoi spessi strati di pelle si romperanno definitivamente. No, lui non è così.
Steve non lo pensa, Max non lo pensa... ha amici che gli vogliono bene. Non è più solo.
Neil sospira.
"ho fallito con te". Espira, alla fine, spostando di nuovo lo sguardo sulla finestra. "...Prima o poi, spero solo che tu lo capisca. Ho fatto del mio meglio, ma tu sei oltre la redenzione".
Redenzione. Che strana parola da scegliere. Billy stringe i denti e si avvicina al padre, sfidandolo con lo sguardo pesante. Non arrabbiato. Non spaventato. Forse solo... amareggiato. Perché, sul serio, c'è un abisso tra loro che non potrà mai essere colmato. Non potrebbero mai, mai provare l'uno verso l'altro qualcosa di diverso dal disprezzo. Sì, sono oltre la redenzione, oltre la riparazione.
Billy sa cosa fare adesso. Vorrebbe avere anche lui una scatola di ricordi da cancellare, per mettere fine al lungo capitolo del terrore di Neil nella sua vita. Almeno, sarebbe simbolicamente rilevante.
"Tale padre, tale figlio" Sibila, alla fine.
La loro conversazione è finita, non c'è bisogno di continuarla. Si gira e apre la porta, chiamando Max che è stata non troppo sorprendentemente dietro la porta per tutto il tempo. Neil lo segue con un'andatura costante.
"Dove stai andando? Cosa stai facendo?" urla, indignato. Billy si blocca sul posto, quasi scontrandosi con la sorellastra alla fermata improvvisa, e parla senza voltarsi a guardare suo padre.
"Me ne vado. Per sempre".
Silenzio. Si chiede come possa essere la faccia di Neil.
Poi, sì, fanculo. Perché no.
Parla con un sorriso sornione. Suo padre non può vederlo, è solo un sorriso per se stesso, come uno scherzo interiore che solo lui può capire.
"Con il mio ragazzo".
Non c'è bisogno di aggiungere altro. Esce di casa, sentendosi di nuovo in grado di respirare dopo anni passati ad annegare. Max lo segue trotterellando al suo fianco.
Si accende una sigaretta, il fumo gli riempie i polmoni. Respira di nuovo. Dopo secoli. La nicotina non è mai stata così ossigenante.
Quale potrebbe mai essere l'ultima cena a Hawkins prima del grande inizio nuovo di zecca?Un pizza party, naturalmente. La sala da pranzo è piena di chiacchiere e grida, i marmocchi urlano, sovraeccitati come al solito.
A Steva va di traverso la coca dal naso per qualcosa di stupido che Dustin ha appena detto. Il ragazzo reagisce dandogli una pacca sulla schiena troppo forte, peggiorando solo la situazione.
"Amico! Non morire proprio adesso!" Dustin scherza, addentando la sua pizza. "Sì, Steve. Abbiamo fatto una lista dei possibili modi in cui potreste morire in questo viaggio, e soffocare nel vostro drink non c'è!" Will spiega, sorridendo come se non stesse parlando dei modi in cui Steve potrebbe morire nell'imminente futuro.
Il bruno tossisce e si asciuga le lacrime.
"Cosa..." sbotta, con la voce roca e incrinata, verso il mini-Byers. "Avete davvero fatto una lista di modi in cui potremmo morire...?"
"Certo che l'abbiamo fatto!" Risponde Dustin, troppo forte. Poi comincia a frugare nelle tasche della sua giacca senza maniche, cercando la famigerata lista.
Steve fa una smorfia. Onestamente, quei ragazzi?! Sono dei fottuti pazzi, ecco cosa sono.
Dustin si schiarisce drammaticamente la voce e comincia a leggere, sotto lo sguardo perplesso di Steve. Sono lui, Dustin, Will, Lucas e Mike che sono riuniti da quella parte del tavolo, mentre El e Max sono impegnati in una profonda conversazione con Nancy e Jonathan, che ridacchiano per qualcosa che Max ha appena detto. Billy è fuori a fumare. Di solito fuma ovunque a casa di Steve, ma si è inventato la regola di farlo fuori più spesso. Dopo tutto, non vuole lasciare la casa che puzza di fumo ai suoi genitori.
I suoi genitori... un pensiero difficile. Ovviamente, suo padre non ha reagito bene alla notizia del viaggio, dicendo che era una perdita di tempo e denaro. Figuriamoci. Comunque, non è che abbia più il potere di scegliere per Steve. Inoltre, Steve sta cominciando a considerare l'idea del college, ora. Nel suo piano mentale, potrebbe cercare di entrare al college col nuovo anno. Robin e Liz sono della stessa idea, mentre Billy... beh, chissà cosa vuole il ragazzo. Non è propenso a pianificare le cose nella vita, in generale.
Steve penserà al suo futuro, alla sua vita da adulto come vuole suo padre, ma per ora, è il momento di scoprire il paese e fare nuove esperienze. Fanculo la scuola. Avrebbe dovuto pensarci prima, ma onestamente, era completamente perso dopo il diploma.
Ma ora... anche se sta andando all'avventura, le cose cominciano a sembrargli molto più chiare.
Un po' di tempo per trovare se stesso è esattamente ciò di cui ha bisogno. Fanculo alle aspettative della società. Ha tutta la vita davanti a sé per il lavoro e le responsabilità, che ne dici di vivere un po'?
Steve è grato, perché, senza Billy, non avrebbe mai potuto capirlo. Era intrappolato in un limbo di incertezze e dubbi, costantemente in attesa di qualcosa che non riusciva proprio a cogliere... aveva bisogno proprio di una persona come lui per dare una svolta alla sua vita.
Si distrae. Torna alla realtà, guardando Dustin impegnato a leggere la dannata lista. Ne ha perso una buona metà, ma può indovinare cosa potrebbe contenere, dopo tutto.
"...Morire perché il furgone esplode. Morire per la guida spericolata di Billy, morire perché..."
"Ehi!" Steve lo interrompe, sembrando quasi offeso. "Dagli un po' di fiducia! Certo, la sua guida è... sportiva, ma non ci ucciderà tutti!". Mike si fa beffe di queste parole. "In realtà-" indica alcune righe della lista, una smorfia seccata, quasi compiaciuta, sul suo volto. "Billy è coinvolto nella maggior parte dei casi, se controlli".
Steve strappa il foglio dalla mano di Dustin, ringhiando qualcosa come "dammelo!", e comincia a esaminare le loro previsioni scritte. Dopo aver finito la lettura, non può evitare di gemere ad alta voce e roteare gli occhi. "Siete stati troppo drammatici!" dichiara, deciso. Lucas riprende la lista, quasi rompendola con il movimento improvviso. "Amico, siamo stati realistici per il tuo bene. Che ne dici di 'Billy viene posseduto e vi chiude tutti nel camion'?". Steve ride. "Difficilmente è possibile. Visto che non abbiamo affatto un camion, è un furgone, coglione.".
"Che cazzo state blaterando?" La voce improvvisa del suo ragazzo da dietro le spalle fa trasalire Steve in un riflesso incontrollato, come un animale nervoso. Alza la testa verso di lui, ridacchiando quasi nervosamente. "Niente... i marmocchi hanno fatto una lista dei possibili modi in cui potremmo morire nel nostro viaggio. Carino, vero?" Billy fa una smorfia e un ronzio senza impegno, comportandosi come se non gliene fregasse un cazzo, per niente. E probabilmente è così. Avvicina alla bocca una delle due bottiglie che ha in mano, e poi, con una pressione forte e decisa, la apre... con i denti. Ok, Steve deve ammettere che è piuttosto impressionante, ma non vuole mostrarlo, per non alimentare il già gigantesco ego del suo ragazzo stronzo. Billy sputa il tappo della bottiglia per terra (che schifo!), sotto gli sguardi scioccati dei marmocchi.
"Ho un apribottiglie, sai..." scherza Steve, solo per ricevere in risposta un'alzata di spalle casuale.
"Non importa". Billy borbotta.
"È per me?" Chiede Steve, allungando istintivamente una mano verso la bottiglia, ma l'altro ragazzo allontana prontamente la mano da lui, impedendogli di prendere la birra. "Nope" Billy sorride maliziosamente, schioccando la 'p'. Poi, si avvicina a Jonathan e gli passa la bottiglia, facendo arretrare gli occhi di Steve in risposta.
Che coglione!
Billy dà l'altra bottiglia a Nancy, questa volta aprendola con un coltello, come se stesse solo cercando di infastidire Steve non usando il dannato apribottiglie come farebbe una persona normale, e onestamente, conoscendo Billy è probabilmente così.
"IN OGNI CASO-" Dustin riprende il discorso, sembrando incazzato per l'interruzione del ragazzo di Steve.
"Siccome ti vogliamo bene e ci teniamo molto a te, avevamo anche fatto una guida di sopravvivenza per il tuo viaggio in macchina!" annuncia, troppo entusiasta, iniziando ad armeggiare nel suo zaino. Steve sospira commosso, aggrottando le sopracciglia e spostando una mano sul petto.
"Oh amico... non avresti dovuto!".
"Non è un regalo. L'abbiamo fatto perché probabilmente verrai ucciso se non impari qualche tecnica di sopravvivenza!" Lucas obietta, ma, tuttavia, è così... carino.
Dustin appoggia un libro pesante sul tavolo con un forte colpo. È fatto a mano, anche la rilegatura... sulla copertina, c'è un disegno fatto da Will del loro furgone, e grandi scritte in forme colorate che dicono: LA GUIDA PER SOPRAVVIVERE A UN VIAGGIO IN MACCHINA.
Davvero?! Steve potrebbe piangere solo per questo. L'attenzione di tutti è ora su di loro. Billy si muove dietro Steve e lancia uno sguardo indagatore al libro. "Che cazzo è quello?" sbotta, sembrando quasi disgustato. Figuriamoci. Bastardo senza cuore. Dustin sospira e si pizzica il naso.
"Questa... amico mio, è una guida personalizzata per voi, teppisti ingrati". Dichiara, dandosi un'aria importante, persino solenne. Tuttavia, Billy non sembra molto impressionato. Si limita a guardare il libro con una smorfia non troppo sottile.
Will comincia a sfogliare il libro, parlando con una certa foga, non riuscendo a trattenere il suo entusiasmo. È carino, con quello sguardo negli occhi, e Steve è abbastanza sicuro che il cervello sotto quell'idea deve essere il suo, Will il Saggio.
"Contiene di tutto, dalle guide turistiche di fantasia, alle giuste istruzioni su come costruire una radio improvvisata nel caso in cui il tuo furgone muoia in mezzo al deserto. Tutto il necessario per il vostro viaggio!" spiega, mentre gli occhi di Steve sono incollati sul libro, la bocca in una ridicola forma a 'o'.
Onestamente? È incredibile. E anche la cosa più dolce che qualcuno abbia mai fatto per lui. Per loro, tecnicamente. Nancy e Jonathan guardano la scena a pochi posti di distanza con un sorriso sincero, mentre El e Max li hanno raggiunti, mettendosi dietro la schiena di Steve.
Sfogliano il libro per un po', commentando i disegni di Will e i consigli di sopravvivenza del branco di marmocchi. Sembra un lavoro lungo; avranno passato intere settimane a farlo... Steve deve fare uno sforzo pesante per trattenere le lacrime.
Dà un abbraccio da orso schiacciasassi a ciascuno dei marmocchi, senza fermarsi a ringraziarli, a dire loro quanto il libro sia apprezzato.
Quando finisce di esprimere la sua gratitudine a tutti, si rivolge a Billy, che è stato silenzioso e stranamente distaccato. Il ragazzo ha un cipiglio pensieroso sul viso, le sopracciglia aggrottate e la bocca incrinata in quella leggera smorfia che Steve ama tanto. Distoglie lo sguardo, quasi si contorce sul suo posto, quasi in modo imbarazzante.
"Questa... è roba buona. Uhm... grazie." borbotta, poi, senza mai guardare i marmocchi. Steve decide di prenderlo un po' in giro, perché, onestamente? Il ragazzo se lo merita sempre. "Cosa?! Non ti abbiamo sentito, Billy. Parla ad alta voce". Lui geme in risposta e lancia a Steve un brutto sguardo. "Ora non esagerare, Harrington!"
Max ridacchia sorniona alla scena e presto sostiene Steve nell'infastidire il suo fratellastro. "Credo che Billy voglia un abbraccio!" dichiara, maliziosamente, guadagnandosi un'occhiataccia da lui.
"Non osare, piccola merda..." ma non può continuare; tutti gli sono addosso, abbracciandolo e schiacciandolo, mettendo volontariamente Billy a disagio con l'infame contatto fisico, sotto le risate di Nancy e Jonathan che assistono divertiti alla scena.
"Allontanatevi da me, mocciosi puzzolenti!". Billy si lamenta, con voce acuta, allontanando i ragazzi da se stesso, ma non è che ci stia mettendo troppa energia, è solo una finzione, Steve lo capisce. In fondo, sotto quella pelle spessa, anche Billy ama segretamente i marmocchi. Ma non potrebbe mai dirlo ad alta voce.
"Chi guida?" Chiede Robin, con disinvoltura, saltando nel furgone. La sua figura risplende di positività, in qualche modo, oggi: ha un grande sorriso lucido sul viso, uno strano vestito a forma di fiore, stranamente femminile considerando il suo solito stile, e le ciocche bionde legate in una coda di cavallo. Liz sale dopo di lei, con i pollici infilati nel suo zaino viola. Indossa le infradito e sotto la canottiera è visibile un costume da bikini. Forse si aspetta di raggiungere il mare in un giorno, o forse è solo l'abbigliamento perfetto per un viaggio che sarà caldo da morire.
Billy, già al posto di guida, un braccio appoggiato mollemente al finestrino e una mano che afferra il volante, sorride tutto denti. Ha gli occhiali da sole e la camicia rossa completamente aperta, che mostra gli addominali definiti.
"Io, naturalmente". Dice, come se fosse un dato di fatto. Steve si piazza sul sedile accanto a lui e fa spallucce. "Niente da obiettare", dichiara. Robin e Liz hanno lo stesso sguardo.
Billy avvia il motore e accelera. "Allora... signore. Siete pronte? Siete ancora in tempo per cambiare idea se ve la fate sotto". Robin lo schernisce. "Ti piacerebbe, Hargrove!" Liz, seduta accanto a lei, ridacchia spensierata, spostandosi una mano sulla bocca. "Sono super eccitata!"
"Bene." Billy sorride, poi inizia a guidare. "Salutate questo buco di merda, allora!" Liz e Robin agitano le mani all'unisono. "Ciaoooo!"
Steve ridacchia. Dentro di lui, il suo cuore sta martellando di nervosismo ed eccitazione. Questo è un grande inizio, i marmocchi non hanno troppo torto, dopo tutto: potrebbe davvero succedere di tutto in un lungo avventuroso viaggio come quello. Inoltre... è stato letteralmente trascinato dal destino. Non ha mai deciso nulla da solo, ha solo... seguito il flusso.
C'è una parte di Steve che non può evitare di avere paura. Potrebbe cambiare idea lungo la strada, potrebbe rendersi conto che è stato tutto un grande errore, forse lui e Billy stanno per litigare e lasciarsi nel bel mezzo del nulla!
Il numero di eventi inaspettati che potrebbero accadere è infinito. Ma c'è una cosa che Steve ha capito, finalmente: il futuro non può essere controllato o pianificato, e, a volte, la paura dell'ignoto diventa così paralizzante che può bloccarti sul posto. Il controllo è un'illusione. Fanculo il controllo!
Niente sarà mai come l'avevi pianificato. Prima lo accetti, meglio puoi conviverci.
Prendi Billy, per esempio. Steve non avrebbe mai, mai creduto che avrebbe potuto finire per essere il suo ragazzo. Cavolo, era addirittura completamente all'oscuro della sua bisessualità poco meno di un anno prima!
Prima di averlo nella sua vita, Steve era quasi inattivo. La sua vita era in una modalità di attesa, in attesa di capire cosa farne, cosa volesse veramente da essa. Billy lo ha risvegliato, lo ha fatto sentire di nuovo vivo.
Lo Steve di un anno prima non avrebbe mai, mai potuto accettare di iniziare un viaggio in macchina, senza sapere esattamente dove andare e cosa sarebbe successo lungo la strada. Avrebbe avuto troppa paura di dare di matto, di avere attacchi di panico causati da cose banali che lo avrebbero fatto apparire come un totale strambo.
Ma ora è diverso; si sente più forte, la sua mente è solida, le sue difese sono costruite. Ora se lo può permettere.
Ed è tutto merito di Billy, ma soprattutto di se stesso. Perché, amare qualcuno è la ragione per cui diventiamo persone migliori, ma il lavoro su noi stessi è nostro in primo luogo. L'amore ne è solo il carburante. Alla fine, dovremmo essere sempre grati a noi stessi.
"Chi sta scegliendo la musica?!" La voce acuta di Robin interrompe il suo treno di pensieri. Ormai si sono lasciati Hawkins alle spalle. Sono nella foresta profonda, diretti verso la costa orientale.
"Io, sciocca ragazza!" Billy risponde in tono beffardo, facendo grugnire Steve per questo. "Piccolo, davvero, non voglio ascoltare questo di prima mattina". Esala stancamente. Billy si lecca le labbra, ferino. "Sei sfigato, Harrington. E i Black Sabbath?" "...Gesù!" "Metallica?"
"Billy..." "Iron Maiden? Dai, non sono così pesanti".
Steve sospira e fa una smorfia. Sì, sarà un viaggio lungo e difficile. Ha dimenticato quante ore di guida hanno davanti, e quante ore di heavy metal porterà con sé.
"Aspettate ragazzi..." Dichiara Robin, armeggiando pensierosa nella scatola di nastri, alla ricerca di quello perfetto. Steve si fida più dei gusti della sua amica che di quelli di Billy, a dire il vero. Potrebbe trovare la soluzione perfetta.
Finalmente Robin solleva la cassetta perfetta, con un sorriso soddisfatto sul volto.
"Che ne dici di Lou Reed?" propone, ma conosce già la risposta. Billy finge di pensarci, tanto per fare scena, mentre Liz batte le mani con entusiasmo.
Lou Reed. Ricorda a Steve la prima volta che si sono incontrati nella cava, quella notte folle, assurda, inaspettata. Beh, era un po' previsto, ad essere onesti, considerando la quantità di tempo che avevano trascorso ballando in cerchio, stuzzicando e flirtando finché la situazione non era diventata insopportabile. Si gira verso Billy e, per un momento, ha la sensazione che forse il ragazzo stia pensando alla stessa cosa. Ha uno sguardo pensieroso, difficile da leggere.
Poi, il ragazzo si "arrende" e sospira. "Va bene, va bene, Buckley. Il buon vecchio Reed è sempre apprezzato".
Inizia la canzone, la stessa vecchia canzone che stavano ascoltando quella sera. È diventata un po' la loro canzone, dopo tutto. Billy lo ha portato sul lato selvaggio. O lo ha riportato indietro? No, questo è impossibile. Non si può tornare indietro. Tutto è nuovo, eccitante e intenso con lui.
Tutto deve essere scoperto. E finalmente hanno tempo.
Billy si accorge della sua mente altrove e sposta una mano sul suo ginocchio.
"Stai bene?", chiede con disinvoltura. Steve gli afferra la mano e se la porta alla bocca, poi gli bacia le nocche.
Sorride sulla pelle di Billy.
"Mai stato meglio".
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Ho amato questa storia e sono felice di averla portata alla sua conclusione. Spero che sia piaciuta anche a voi! :') Ci vediamo presto, forse, con una nuova traduzione!
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