20. Strange Pleasures


"Robin. Ho bisogno del tuo aiuto".

La ragazza è appena arrivata al lavoro e non si è ancora tolta il casco che Steve sta già chiedendo cose. Sospira, trattenendo l'impulso di insultare il suo amico idiota. "Buon pomeriggio anche a te, Stevie."

"Sono serio, è della massima importanza, Rob". Steve ignora completamente il suo evidente fastidio e si china in avanti sul bancone, per parlarle a una vicinanza sicura e non alla portata di orecchie indiscrete.

"Ho bisogno del tuo aiuto per procurarmi delle videocassette porno gay" dichiara, voce ferma, espressione estremamente seria. Robin non dice nulla. Rimane in silenzio per un po', il suo viso illeggibile e vacuo. Steve comincia a sentirsi in imbarazzo per la sua mancanza di reazione, e quando sta per rimangiarsi quello che ha appena detto, magari sostenendo che era solo uno stupido scherzo, lei geme esasperata.

"Bene. Fammi togliere la giacca e mettere la mia roba nel magazzino, va bene?", scompare dietro il bancone senza aggiungere nulla, lasciando Steve scioccato e ammutolito. Ha appena acconsentito alla sua richiesta? Per davvero? Non era troppo ottimista al riguardo, ad essere onesti, si aspettava di trovare solo un commento sprezzante in risposta. Forse la storia del porno gay non è una cattiva idea? Aveva passato tutta la notte precedente a rimuginarci nel letto, arrivando alla conclusione che l'unico modo per non apparire ridicolo con Billy la prima volta che faranno sesso è fare qualche ricerca sull'argomento.

Quando torna, si siede accanto a lui nel suo solito posto, punta i gomiti sulla superficie del bancone e comincia a massaggiarsi le tempie in quella che sembra una silenziosa manifestazione di stress.

"Ok. Si tratta di te e Billy. La vostra... prima volta" dice, quasi a se stessa, non guardando affatto Steve. Lui annuisce vigorosamente. "Hai... paura perché non l'hai mai fatto?". A queste parole, Steve scoppia in una risata nervosa. "SPAVENTATO?! Naah... questa è la cosa più stupida che tu abbia mai detto, Robin. Spaventato, tks..."

Lei rotea gli occhi e borbotta qualcosa tra i denti. "Dingus." sbotta gravemente, spostando finalmente il suo sguardo su di lui. "è normale avere paura, sai? Non l'hai mai fatto, e sei nervoso perché non sai cosa fare! è perfettamente normale, ok?" Steve deglutisce, sconfitto. Non è che possa continuare a negare questa verità. Inoltre, Robin sa tutto. Come al solito, cazzo.

"Ok." annuisce. "Bene. Quindi..." la sua voce si interrompe, mentre sembra che stia cercando le parole giuste nella sua mente.

"Se vuoi guardare film porno perché vuoi istruirti un po', per me va benissimo, ed è anche comprensibile, ma... hai considerato che forse la soluzione più semplice per il tuo problema è parlare con il tuo ragazzo? Che ne dici, eh?"

Steve fa una smorfia. "Parlare con lui?! E cosa dirgli? Che sono nervoso come una ragazzina, che non so come cazzo dovrei scoparlo? Ammettere che sono incapace?!" Robin fa spallucce in risposta. "Sì. Sì, più o meno questo". Steve geme, irritato. Parlare con Billy... non esiste, cazzo. Può già vedere il ghigno beffardo sulla faccia del ragazzo, i commenti sprezzanti che usciranno dalla sua bocca. Assolutamente no, cazzo.

Vengono interrotti da un uomo di mezza età che restituisce tre VHS. Steve lo assiste quasi con rabbia. Poi, quando finalmente possono parlare con un po' di privacy, riprende la discussione.

"Non capisci, Robin... per i ragazzi è diverso. Io non posso 'parlare' con lui. Noi non facciamo questo genere di cose". Robin esala un respiro esasperato e si pizzica il ponte del naso. "Dio... perché io..." sibila tra i denti, causando confusione in Steve. "Cosa?!"

"Stevie." Robin gli lancia uno sguardo severo, quello che non lascia spazio a nessuna protesta. "Non è diverso, ok? È esattamente la stessa cosa. Parla con lui. Digli come ti senti".

"Beh, ci ho provato, cazzo, Rob! E indovina un po'? Si è arrabbiato senza motivo". Steve ha alzato la voce senza accorgersene, attirando l'attenzione dei vari clienti nel negozio. Si schiarisce la voce e cerca di recuperare un po' di contegno. Robin sembra pensierosa, come se stesse cercando di decifrare la soluzione del nuovo complesso problema.

"Cosa gli hai chiesto?" domanda allora. "Non so... solo se ha mai fatto sesso con un uomo. E, sai com'è fatto... ha cominciato a comportarsi come un idiota dal nulla. Classico di Billy".

Robin sospira. "Già, il classico Billy. E' il tuo ragazzo, idiota. La scelta è tua". Steve è quasi tentato di dire ad alta voce quanto abbia ragione. Billy è così impossibile... a volte.

"Forse si è messo sulla difensiva perché si è sentito attaccato, vulnerabile". Robin riflette, strofinandosi il mento pensieroso. Steve fa una smorfia. "Perché dovrebbe sentirsi attaccato?"

"Beh... forse si sente esposto o imbarazzato perché anche lui non ha molta esperienza".

Segue un silenzio contemplativo.

Billy?! Non ha esperienza?! Questo è un concetto totalmente estraneo al ragazzo. Certo, Steve non sa nulla delle sue relazioni passate o delle sue esperienze sessuali... ma è Billy, per l'amor del cielo. Deve avere una lista enorme di avventure. Questo è sicuro. È stato con Nathan per nove mesi, è un periodo di tempo considerevole, no? Aveva sedici anni. Abbastanza maturo per fare esperienza.

"Steve." Robin reclama la sua attenzione. "Odio dirtelo, ma se non ti senti abbastanza a tuo agio da parlarne con il tuo ragazzo, forse non sei nemmeno pronto a fare sesso con lui".

Steve sussulta, indignato. La possibilità di non fare sesso con Billy è una doccia gelata che non vuole proprio affrontare.

"Io sono pronto! Gesù, Robin, te lo giuro, sono così pronto che non ne hai idea". Robin si schiarisce la voce, leggermente arrossita. "Beh, allora c'è solo una cosa che devi fare, idiota".

Parlare con lui. Sì, non c'è bisogno di ripeterlo.

Hanno deciso di passare la loro ora libera in biblioteca in un misero tentativo di recuperare qualche compito. Fallisce miseramente, considerando come Billy sia in vena di incazzarsi costantemente con Robin, invece di stare in fottuto silenzio e studiare come dovrebbero fare.

Robin è sinceramente irritata dai buoni voti del ragazzo oltre che dai suoi scarsi sforzi a scuola. Non è qualcosa in accordo con la legge del karma. Hanno più o meno gli stessi risultati, ma lei si deve impegnare molto di più. Non è giusto, cazzo. Come può il ragazzo essere sempre così... fastidiosamente eccellente in tutto?! È semplicemente frustrante.

"Hargrove. Sto cercando di concentrarmi, cazzo, se non ti dispiace", ringhia velenosamente. Billy fa una faccia e indica pigramente i suoi fogli. "Che cos'è?"

"Calcolo. Non ci capisco un cazzo".

"Dammi."

E adesso? Anche lui è un tutor?

Billy inizia a leggere distrattamente i suoi compiti, poi, prende la matita e cerchia un numero preciso. "È qui che hai sbagliato, Buckley".

Per la prossima mezz'ora, Robin si ritrova a ricevere lezioni di calcolo da Billy, e questo è piuttosto strano. Solo poche settimane prima avrebbe riso all'assurda idea. Billy non è molto paziente o cristallino nello spiegare le cose, ma non è male.

Sono profondamente concentrati sul loro lavoro quando la loro attenzione viene catturata da una figura in piedi di fronte a loro. Si tratta di una ragazza bionda con i capelli cotonati, Robin la riconosce immediatamente come Courtney, una delle cheerleader e 'una specie di amica' di Liz. È la classica ragazza popolare e alla moda.

Robin alza lo sguardo verso di lei, lanciandole un'occhiata sprezzante. Lei rimane in piedi, sorridendo e masticando la gomma in modo molto fastidioso, senza dire nulla.

"...Possiamo aiutarti?" Robin decide di sollecitarla, visto che è muta e inquietante.

"Billy." dice solo, richiamando l'attenzione del ragazzo, mentre lui è rimasto per tutto il tempo con gli occhi incollati sui fogli, indisturbato e ignorandola totalmente. Billy non alza lo sguardo, continua a scrivere, incurante.

"Ehi, Courtney. Hai bisogno di qualcosa?" chiede, educatamente, con voce piatta. Sembra che Courtney debba fare qualche sforzo per trattenere la delusione causata dall'essere ignorata da qualcuno, sotto l'evidente divertimento di Robin. Si ritrova a pensare come Billy sia un tale stronzo, ma almeno si è ricordato il nome della ragazza. È già qualcosa.

"Billy." ripete, questa volta con fermezza. Lui sospira e lascia cadere la matita, poi, alza la testa per fissarla con pugnali di ghiaccio. "Sì, è il mio nome. Hai bisogno di qualcosa?" pronuncia l'ultima domanda lentamente, come se anche lui stesse parlando con una persona un po' lenta di comprendonio.

Courtney fa un sorriso finto e dondola. "Oh, niente. Niente di niente. Mi stavo solo chiedendo se ti piacerebbe venire da me dopo la scuola per sai... studiare".

Billy solleva un sopracciglio, molto lentamente. "Grazie. Ma ho da fare." a queste parole, Robin può effettivamente sentire il gelo che si alza nella stanza. L'espressione di Courtney diventa qualcosa di simile all'irritazione, mentre lei cerca di mantenere il suo sorrisetto sul viso, senza smettere di masticare quella strana gomma, rumorosamente.

"Billy... sai che ci sono delle voci su di te, vero?" Billy stringe il pugno, i suoi occhi si scuriscono.

La tensione nell'aria è palpabile. "No. Le voci non mi danno fastidio" risponde, costringendosi in una facciata indifferente.

"Sì, certo che non ti dispiace... ma vedi, la gente parla, sai. Questa è una piccola città. Certo, lo so, quel pettegolezzo... è lontano dall'essere vero. Voglio dire, so quanto ti piacciono certe cose. So anche dove ti piace mettere le mani".

Robin lancia uno sguardo sorpreso a Billy. Quindi quei due stronzi hanno scopato?! Accidenti. Che schifo. I pettegolezzi.

"...Ma comunque". Courtney continua, maliziosamente, mentre Billy la sta fissando ora con una chiara espressione di puro disgusto. "...Questo tipo di pettegolezzi sono difficili da sradicare, sai? Dovresti pensarci".

Billy si lascia scappare una brutta risata. "Quindi ti stai offrendo volontaria per redimermi? Wow, sono lusingato. Ma comunque non cambia nulla. Oggi ho da fare".

"Domani?" insiste lei, a tentoni, facendo fare a Robin delle smorfie in risposta.

"Anche domani. Sarò impegnato a scopare per sempre, quindi levati dalle palle e lasciami in pace". Billy abbaia di rimando. Sta per scoppiare. La situazione può degenerare in qualsiasi momento e Robin si trova a non sapere esattamente cosa fare. Dovrebbe intervenire e placare Billy?

Dovrebbe rimanere fuori e farsi gli affari suoi?

"Allora... è vero". Courtney sputa, sorridendo in modo lascivo. "... Sei un frocio".

Billy salta in piedi, facendo cadere la sedia a terra con il movimento improvviso. Sibila tra i denti, respirando a fatica dalle narici e con gli occhi aggrottati in modo maniacale. "Chi cazzo te l'ha detto? Robinson?! Gli hai creduto?! Credi a tutte le stronzate che la gente ti dice?! Sei idiota o cosa?"

Alla fine Courtney perde la fiducia. Rantola come un pesce, interdetto. "Io... mi dispiace. Non volevo..." balbetta, e Robin prova quasi pietà per lei. Quasi.

"Non lo ripeterò una terza volta. Sparisci dalla mia vista" dice, e questa volta sembra davvero l'ultimo avvertimento. Il labbro di Courtney trema. Si contorce e si precipita fuori dalla stanza senza dire nulla, ma Robin è abbastanza sicura di sentire un singhiozzo strozzato da parte sua mentre esce dalla biblioteca.

Billy sospira, riacquistando una sorta di calma, e afferra la sedia caduta, calmo.

"Wow... questa è stata sicuramente una dimostrazione di potenza alfa". Robin commenta, con un sorriso sornione. Billy si passa le mani sul viso in segno di stanchezza. "Zitta, Buckley", abbaia, con la voce attutita dietro le dita. "...Quella puttana spargerà la voce per tutta la scuola visto che non ho accettato di scoparla. Riesci a crederci?" ride amaramente per l'assurdità della situazione.

Robin fa una smorfia su quello spettacolo di pura misoginia maschile, ma sicuramente Billy ha un motivo per essere arrabbiato. Segue un po' di silenzio teso.

"Ti dispiace?", chiede lei dopo un po'. Billy sposta le mani dal viso e le manda uno sguardo interrogativo. "Essere il frocio della scuola? Certo che mi dispiace, cazzo". Robin alza le spalle.

"Sì, beh, voglio dire... è solo una voce, no? Non è che abbiano delle prove o qualcosa del genere." sospira, stanca.

"Sì, certo. E comunque... penso che la cosa più importante sia che mio padre non senta cose strane. Non me ne frega un cazzo delle vacche e dei figli di papà di questa città di merda. Possono pensare il cazzo che vogliono, basta che mi lascino in pace".

Robin sorride, cercando di apparire rassicurante. Si sente quasi in colpa, tutto quel casino è iniziato con lei e Liz. Billy viene coinvolto per colpa sua, perché l'ha difesa quella notte, alla famigerata festa del falò, guadagnandosi l'inimicizia dell'ex fidanzato psicopatico di Liz, che ora sta cercando di rovinargli la vita in tutti i modi possibili.

"Andrà tutto bene. Dobbiamo solo sopravvivere a quest'ultimo anno di scuola, no?" dice lei, scherzando a metà. Billy fa una smorfia. "Sì, un anno infernale, e poi potremo andarcene da questo posto del cazzo".

Un anno.


Billy sorride alla vista della Beemer di lusso parcheggiata fuori dalla scuola. Il suo proprietario è appoggiato con la schiena premuta su di essa, fumando distrattamente, gli occhi coperti dai suoi stupidi Ray-Ban. Steve ha decisamente ripreso il vizio del tabacco, ed è tutta colpa di Billy. Dovrebbe sentirsi in colpa, ma onestamente, chi se ne frega. Non è che avesse puntato una pistola sulla tempia del ragazzo, costringendolo a fumare tutte quelle sigarette. Almeno, ora Steve ha accettato il fatto di essere di nuovo un fumatore e ha cominciato a comprarsi i pacchetti da solo.

Billy si avvicina a lui, senza farsi notare. È tentato di eseguire un assalto al suo ragazzo, facendolo saltare come un cavallo nervoso. Sarebbe divertente. Ma no, meglio essere prudenti. Almeno, in pubblico.

"...Ti senti nostalgico, vero, Harrington?" parla, attirando finalmente la sua attenzione, che trasalisce leggermente al suono improvviso della voce di Billy. La sorpresa è presto sostituita da un sorriso sornione che ricorda vagamente l'atteggiamento alfa di King Steve.

"Oh, sì. Sai, ho amato così tanto questa scuola. Soprattutto l'ultimo anno, quando un grosso stronzo californiano ha deciso di scegliermi come bersaglio". Billy ride, del tutto indisturbato, e si posiziona accanto a Steve, accendendosi una sigaretta con la schiena premuta sulla macchina.

"Dev'essere stato un anno terribile", decide di continuare il gioco di Steve, guardando distrattamente la gente che si aggira davanti a loro mentre aspira una lunga boccata di fumo. Steve alza le spalle. "Sì, sai. Questo stronzo è stato molto, molto insistente. Non potevo camminare nei corridoi, senza trovarlo a lanciarmi i suoi sguardi presuntuosi. Sempre a spingere, sempre alla ricerca della mia attenzione".

Billy ridacchia. Sì... forse è stato un po' insistente. Non che si senta affatto in colpa per questo.

"Ma in campo... sì, era lì che questo idiota dava il meglio di sé." Steve continua, finendo la sigaretta e gettandola sull'asfalto. "Era un discreto giocatore di basket"

"Vaffanculo! Io sono un eccellente giocatore di basket". ribatte Billy, non smettendo di sorridere, divertito.

"Era sempre contro di me. Sempre a spintonare, spingere e strusciarsi addosso... Cavolo. Era una seccatura. Per non parlare della doccia. Sceglieva sempre quella accanto a me. Sempre a fissare con quegli occhioni blu da bambino...".

Billy ride di nuovo, girando la testa dall'altra parte per non mostrare quanto sia effettivamente arrossito a causa di quella conversazione delirante.

"Pensi che..." inizia, poi si ferma, incerto. Steve gli lancia uno sguardo interrogativo, alzando gli occhiali da sole alla testa. Billy si schiarisce la voce. "È solo che... è stupido. Mi stavo solo chiedendo se io e te saremmo mai potuti essere amici... o qualcosa di più, senza mostri e Mind-Flayer". Steve finge di pensarci. "Mh, questa è una buona domanda, in effetti." dopo un breve tempo passato a ragionare, parla di nuovo.

"Credo che avremmo potuto essere amici... se tu non fossi stato un completo stronzo con me. Per quanto riguarda la parte 'più che amici'... non so, ero abbastanza ignaro fino a qualche mese fa. Credo che l'avrei affrontato comunque, prima o poi".

Anche Billy ha finito la sua sigaretta. Soffia l'ultima nuvola di fumo, pensieroso, ascoltando il discorso di Steve.

"Ma, comunque... non so, ho cominciato ad avere pensieri strani su di te... e dopo non molto, ho capito che non si trattava solo del fatto che sei un figo da paura". Racconta Steve, sempre guardando le persone lontane che camminano nel parcheggio. "Cosa sono? Un figo da paura?" Chiede Billy, divertito. Steve continua, ignorandolo. "...hai cominciato a piacermi come non succedeva da molto tempo".

Segue una pausa di silenzio. Finalmente, Billy e Steve spostano i loro sguardi l'uno sull'altro, e per qualche secondo, si guardano, senza dire niente, improvvisamente tutti seri, occhi negli occhi in un silenzio pesante.

È Steve che lo rompe. "Ho una gran voglia di baciarti, adesso" dichiara, come un dato di fatto.

Billy sussulta e abbassa lo sguardo, decidendo improvvisamente che è meglio evitare il contatto visivo con il ragazzo.

"Lo so."

Rimangono in un silenzio di compagnia per qualche tempo, poi, Steve parla di nuovo. "I miei genitori stanno per partire. Venerdì". Billy gli lancia uno sguardo interessato, mentre sul bel viso di Steve appare un sorriso scherzoso.

"Vuoi venire da me? O... forse hai da fare...?" lo prende per il culo, ma Billy vuole assecondare il suo gioco. "Non so... dovrei controllare la mia agenda".

"Giusto, bene. Se la tua agenda sarà libera per quel giorno, sarei davvero felice di passare un po' di tempo con te da solo, nella mia grande e confortevole casa".

Sta chiaramente facendo un riferimento all'ultima volta che hanno fatto sesso in macchina, che è stato piuttosto scomodo, ad essere onesti. Billy non ne ha bisogno per sapere che Steve sta cercando di renderlo consapevole del fatto che vuole scopare. Tipo, scopare davvero, non le seghe o i pompini. Ne hanno già discusso, un paio di volte. Ma ancora... è una specie di punto dolente, per lui.

Sopra ogni cosa, l'idea di fare sesso con Steve è una di quelle che lo rende più nervoso.

Billy sorride, fingendo sicurezza, come al solito, e guarda Steve. "Va bene. Visto che ti farebbe tanto piacere, accetto il tuo invito a casa tua".

"Meraviglioso!" Steve risponde, fingendo un accento vagamente britannico che provoca le loro risate, come se non stessero parlando di scopare ma di prendere il tè insieme.

A interrompere la loro spensieratezza, appare Chris Robinson, che cammina verso la sua macchina a pochi metri di distanza. Alla loro vista, fa un gesto che ricorda vagamente il taglio di una gola guardando verso Billy e provocando il roteare degli occhi a Steve. Billy, invece, gli manda un bacio e un sorriso da lupo.

"Gesù... sta continuando a molestarti?" Chiede Steve, non curandosi di nascondere la sua preoccupazione. Billy fa spallucce e prende una nuova sigaretta dal pacchetto. "Solo questo genere di cose. Non ha osato toccarmi. Credo che abbia troppa paura. Sa che lo finirò, cazzo, se prova a fare qualcosa".

Steve non risponde ma stringe i denti. Billy sa che non vuole che venga coinvolto in risse e cose del genere, quindi decide di rassicurarlo.

"Rilassati, principessa! Te l'ho detto. Non farò nulla a quel babbeo. Mi sto comportando come meglio posso, lo giuro. Non reagisco davvero alle sue provocazioni".

Steve gli lancia uno sguardo perplesso, quello che testimonia quanto non sia sicuro, ma poi, si limita a sospirare, arreso. "Lo so. Mi fido di te. È solo che... io non ci sono mai e non sopporto l'idea che ti possa succedere qualcosa di brutto". Billy rotea gli occhi. 

"Non sono una cazzo di damigella in pericolo, Harrington". Steve ride in risposta. "Lo so, lo so... sei più un lupo solitario. Il cattivo, ma affascinante della storia".

Billy soffia una lunga nuvola di fumo. "Sì, su questo hai ragione, Stevie".

Condividono un altro lungo sguardo, sorridendo pigramente l'uno all'altro, reprimendo di nuovo l'impulso di limonare, su quel cavolo di lato della macchina, finché le loro labbra non fanno male, e il respiro manca.

"Partiremo domani di primo mattino. Probabilmente tu starai dormendo". Sua madre annuncia sullo stipite della porta. Ha un cipiglio malinconico e pensieroso sul viso che sembra abbastanza strano, considerando la persona.

Steve solleva lo sguardo su di lei dal letto. Non sa cosa dire, in realtà. Dovrebbe, almeno, fingere di essere ferito per la loro partenza? Non è che il loro soggiorno lì, nella loro casa, sia stato esattamente piacevole. La tensione tra loro è stata evidente, palpabile. I loro pasti insieme sono stati silenziosi, o pieni di chiacchiere banali, per lo più da parte di sua madre.

Steve annuisce, con la faccia inespressiva. "Ok. Cercherò di svegliarmi presto, così potrò salutarti come si deve".

"Oh, non c'è bisogno, tesoro..." si avvicina a lui e si siede sul bordo del letto. "Ascolta." espira, sembrando stanca. È strano vederla così. "So che è stato difficile per te e, per quello che vale, sono orgogliosa di te." alza un sopracciglio confuso. "Lo sei?" certo è che non è molto capace di dimostrarglielo.

Lei espira e si sistema una ciocca dei capelli. "Sì, lo sono, tesoro. Sei stato da solo per tutti questi anni, e hai imparato a badare a te stesso. Ho quasi la sensazione che siamo inutili, che anche se volessi provare a sistemare le cose con te, è troppo tardi. Non eravamo qui quando avevi più bisogno di noi".

Steve sussulta e distoglie lo sguardo. È un'affermazione piuttosto grossa da elaborare. Può quasi sentire la morsa delle lacrime nei suoi occhi.

"Hai ragione. È fottutamente tardi, no?" sbotta, continuando a non guardarla. Un tocco estraneo attira la sua attenzione, e sposta lo sguardo sulla mano di sua madre, che stringe il suo ginocchio. Poi, finalmente, alza gli occhi su di lei. Il suo sguardo è così pieno di apprensione che sembra quasi un'altra persona. Perché? E perché proprio adesso?

"Mi dispiace tanto. So che è inutile. Ma volevo dirtelo" sussurra, sembrando sul punto di piangere. Steve tira un sospiro e si lascia scappare una piccola risata amara. "Già. Sì, ci scommetto", stringe la presa. "Volevo anche dirti... che qualunque cosa ci sia, tra te e quel ragazzo avrai sempre il mio appoggio. Finché lui ti renderà felice." ora sta decisamente piangendo.

Steve trasalisce, non riuscendo più a trattenere le lacrime. È semplicemente ingiusto, cazzo. Troppo tardi, cazzo.

"Papà non è della stessa opinione" sputa. Lei sospira. "Non osa nemmeno affrontare l'idea che tu possa stare insieme a un ragazzo. Ma lo farà, alla fine, dagli un po' di tempo. O forse non lo farà, non lo so, volevo solo dirti quanto sono orgogliosa. Hai fatto tutto da solo".

Steve scuote la testa. "Non più da solo. Lo ero, in passato. Da solo. Ci si sente fottutamente soli qui, in questa grande casa di lusso. Lo sai?" parla con dispetto, incapace di tenerlo per sé.

Sua madre si limita a deglutire e ad annuire distrattamente, con le lacrime che ancora le scendono sulle guance.

"Ma non sono più solo. E non è grazie a te". Continua a lasciarsi andare, perché la sua bocca scorre senza il suo controllo.

"Lo so." sembra rassegnata, e vederla così, vederla ammettere i suoi difetti, la sua debolezza, i suoi fallimenti sta facendo evaporare la rabbia di Steve. Non può rimanere arrabbiato con lei quando lei è così, così... umana. Fragile.

Sospira. "...So che lo sai" espira dopo un po'.

Lei si china in avanti e gli accarezza la guancia, sorridendo amaramente. "Mi dispiace." dice. E poi lo ripete, una seconda, una terza volta. Come un mantra, svuotato del suo significato. Parole vuote, pronunciate troppo tardi. La sua mancanza di tempismo è la cosa più dolorosa.

"Cercherò di svegliarmi presto domani mattina". Steve annuncia, accarezzandole la mano. Le sue dita sono fredde.

Non è che non siano mai stati nella sua stanza prima. Non è che non si siano mai baciati, sul suo letto o sul suo divano, prima.

Nonostante questo, tutto sembra estraneo a Steve. È nervoso, così fottutamente nervoso, mentre bacia la clavicola del ragazzo, pensando a come abbia bisogno di fare quel cazzo di discorso a Billy adesso, prima che sia troppo tardi. Limonano, ancora completamente vestiti, per un po'. Chiaramente l'attività diventerà presto più vivace.

Così, si separa da lui e lo guarda negli occhi con un cipiglio serio che provoca l'istantaneo sguardo mezzo divertito e mezzo confuso di Billy.

"Cosa? Perché ti sei fermato, pretty boy? Sembra che qualcuno ti abbia appena ucciso il cane".

Steve sospira. Può farlo. Può farlo, cazzo. Non è così difficile. E, dopo tutto... è solo Billy, dannazione. Non c'è motivo di avere paura.

Esita, muovendo le mani sulle guance di Billy, sotto il suo sguardo curioso. Poi, fa un lungo respiro, preparandosi a dire finalmente ad alta voce quelle parole.

"...Voglio scoparti" dichiara e, beh, non è una novità, vero? Lo sguardo di Billy si sposta di poco. Sembra un uccello curioso che aspetta che Steve continui. Dannazione, questo è molto più difficile di quello che si aspettava.

"Voglio scoparti... ma non l'ho mai fatto con un uomo. Come già sai. E non so come. Come dovrei... farlo. E ho una paura fottuta, perché penso che manderò tutto a farsi fottere, uhm, non nel senso buono".

Billy lo ascolta in un silenzio straziante. La sua mancanza di risposta sta facendo sentire Steve peggio, così si mette a sedere. Dopo altri insopportabili secondi, Billy si limita ad annuire leggermente.

"Mh."

"Mh?!" Steve ripete, indignato. "È tutto quello che hai da dire, Billy?" il ragazzo sorride e punta i gomiti sul materasso, sollevandosi un po'. "No, continua. Sto ascoltando".

Sta chiaramente prendendo per il culo. Come al solito. Come ogni cazzo di volta che Steve cerca di iniziare un discorso serio con lui. Sospira.

"E' solo che... voglio che sia bello per te. E sono sicuro che tu sia una specie di... esperto. Non voglio deludere le tue aspettative"

"Sono esperto?" Chiede Billy, sollevando un sopracciglio, il suo viso attraversato dal puro divertimento. Steve arrossisce e geme. "Non fare lo stronzo. Sono sicuro che hai molta conoscenza ed esperienza nel campo, come tutto il resto, cazzo. Sei sempre... bravo, in qualsiasi cosa tu faccia".

"Quindi, tu pensi che io abbia fatto molto sesso. Che abbia provato tutte le posizioni, i trucchi e il resto. Che sono 'esperto' nel prendere cazzi, vero?" Billy chiede con un chiaro tono di scherno che fa arrossire Steve ancora di più. "Sai che non lo direi mai, ma sì, più o meno è così". Ammette. È così stupido?

Finalmente Billy acquista un po' di serietà. Il suo viso si scurisce un po'. Sposta lo sguardo sul pavimento, e improvvisamente sembra piccolo, fragile. Steve brama di vederlo così, gli viene voglia di cullarlo, di proteggerlo da tutto tra le sue braccia. È l'unico che può vedere Billy così, che può averlo esposto così.

La voce di Billy esce bassa, come un sussurro. "...non lo sono. Un esperto, come hai detto tu".

"Non lo sei?"

Steve si sporge in avanti, avvicinandosi a lui. Billy evita ancora il contatto visivo, come se quell'ammissione fosse troppo da mostrare. Steve sa quanto sia difficile per il ragazzo aprirsi, quindi ogni volta che lo fa, ogni volta che mette da parte il suo orgoglio per lui, il suo cuore si contrae per la gioia.

"L'ho fatto solo una volta". Billy espira, dopo un po'. Sta arrossendo. Accidenti, è la vista più bella per Steve. Accarezza la guancia di Billy.

Accidenti... solo una volta. Questo è molto più che inaspettato. E' praticamente vergine! Steve è sopraffatto da un nuovo senso di audacia. Strofina il pollice su tutta la mascella di Billy, fermandosi sul suo labbro.

"Puoi insegnarmi? Puoi aiutarmi? Voglio farlo bene per te". Steve parla, con voce calma e bassa, come se si stesse avvicinando a un animale ferito. A stare con Billy si sente più o meno così, a volte. Billy annuisce, alzando finalmente lo sguardo verso di lui. Ha un cipiglio preoccupato che lo fa sembrare vulnerabile.

"Non c'è modo che tu non lo faccia per me" afferma, gravemente. Poi, senza aggiungere nulla, prende il pollice di Steve in bocca e comincia a succhiarlo, pigramente, casualmente. Steve è ipnotizzato dalla vista e guarda Billy con il pollice nella sua bocca e i suoi bellissimi occhi puntati dritti verso di lui, e dannazione come diavolo può essere così splendido? Cazzo. Gli fa quasi venire voglia di piangere, impazzire, come una specie di sindrome di Stendhal, stordito per la troppa bellezza.

Steve toglie delicatamente il pollice, ma solo per sostituirlo con la lingua, perché vuole baciarlo.

Vuole baciarlo fino a quando le loro labbra saranno secche e l'ossigeno mancherà. Sarebbe abbastanza.

"Devi prepararmi... lentamente". Billy ansima tra i baci. Steve fa un piccolo cenno sulla sua bocca. "Con le dita... e del lubrificante".

Steve si è spostato sul suo collo, affamato. Alle sue parole, si sposta indietro e lo guarda, con le sopracciglia aggrottate. "Non sarà doloroso?" chiede, con voce piena di timore reverenziale. Billy sorride e torna sulla sua bocca, mordendosi il labbro inferiore. "No. Lo faccio sempre con me stesso". Steve sussulta. I denti di Billy sono su tutto il suo collo, mordendo e leccando febbrilmente i punti dolenti. "Lo fai tu da solo?" Steve ripete.

Sente il ragazzo annuire sulla sua gola.

Non può farne a meno; lascia uscire una piccola risata e stringe tra le dita i morbidi riccioli di Billy. "Questo è fottutamente sexy, Billy." non risponde, continua solo il suo trattamento, spostandosi verso la sua spalla. "Posso farlo io... se vuoi" dice, a tentoni. "Posso preparare... me stesso. Per te" aggiunge, poi, provocando un brivido improvviso nella spina dorsale di Steve. Tira delicatamente indietro la testa di Billy, costringendolo a guardarlo.

"Non esiste. Lo voglio fare io. Gesù, lo voglio, così fottutamente tanto".

Billy sorride. "Sì?"

"Sì." come per confermare, Steve preme un rapido bacino sul naso del ragazzo. "Fammi vedere." sussurra, poi, sulle sue labbra.

C'è un momento in cui Billy non fa o dice nulla, si limita a fissare Steve con un'espressione illeggibile. Steve sta per pensare che il ragazzo abbia forse cambiato idea, ma poi, Billy si separa e allunga una mano verso la sua giacca di pelle, caduta sul pavimento della stanza. Steve lo vede rovistare nelle tasche, poi nota la piccola bottiglia di lubrificante nella mano del ragazzo.

"Sei venuto organizzato", commenta, sarcastico. Billy ridacchia. "Se fosse stato per te, Harrington, mi avresti scopato con la tua saliva, quindi, grazie ma no". Steve si limita a fissarlo, muto, aspettando di vedere cosa c'è dopo. Billy sorride, come se stessero facendo una delle loro solite gare di sguardi, e poi parla giocosamente. "...Sono sicuro che ora dobbiamo spogliarci, pretty boy".

Steve arrossisce di brutto e si schiarisce la voce. "Sì, sì. Certo." si sporge in avanti per baciare di nuovo Billy, mentre il ragazzo ride compiaciuto nella sua bocca. Può sentirlo dire qualcosa come 'un tale idiota' tra i loro baci.

Si baciano per un po', e lentamente le camicie cadono ai piedi del letto, seguite da tutto il resto. Quando Steve è nudo su di lui, i gomiti puntati sul materasso, sta di nuovo tremando leggermente, ma per fortuna è quasi impercettibile. Billy gli prende la mano e la bottiglia di lubrificante e fa cadere un po' del contenuto sul suo dito.

"Vai. Comincia con uno", invita Steve. Sembra calmo, ma forse anche lui sta tenendo nascosto il suo nervosismo. Sarebbe tipico. Steve deglutisce e si guarda stupidamente le dita. "Dovrei..." la sua voce si interrompe. Billy sospira, quasi senza pazienza. "Sì, dovresti infilare un dito nel buco del culo, Stevie. E' quello che stiamo cercando di fare, nel caso tu non l'abbia notato". Steve grugnisce, infastidito, ma in realtà è quasi sollevato di trovare le solite battute spensierate di Billy.

Raggiunge timidamente il dito sull'orifizio di Billy, tracciando l'ingresso con un tocco. Quando lo preme all'interno, scruta la reazione di Billy, ma non trova molto. Billy inala, ma sembra abbastanza indisturbato.

Si china per baciarlo. Billy ricambia il bacio, affondando le dita nei suoi capelli. "Male?" Steve chiede, a tentoni, sulla sua bocca. Billy in realtà alza gli occhi al riguardo ed è piuttosto esilarante. "Gesù Cristo, Steve, è solo un dito. Muovilo subito".

Steve fa quello che gli è stato detto senza discussioni. Studia la reazione di Billy mentre muove un dito dentro di lui, cercando di decifrare il ragazzo come se fosse un'equazione complessa. Dopo qualche tempo, toglie il dito, solo per aggiungerne un altro, non dopo averlo coperto con una discreta quantità di lubrificante. Questa volta, Billy sembra più coinvolto, mentre esala un lungo respiro dopo la nuova intrusione.

"Fa male?" Steve chiede, chiedendosi se lo sta facendo troppo in fretta, troppo in profondità, troppo forte. Ma Billy scuote la testa. "No. Continua." Steve lo fa, iniziando a dividere le dita dentro, gli occhi puntati sul bel ragazzo sotto di lui, godendosi i deliziosi suoni che sta iniziando a fare. "Me lo dirai? Se fa male?" chiede, quasi un sussurro. Billy fa una smorfia. "Te l'ho detto... non sono-una cazzo di damigella in pericolo..." la sua voce è adorabilmente incrinata e incasinata. Steve sorride e lo bacia di nuovo, con sciatta tenerezza. "Lo so."

Quando gli capita di strofinare su un punto particolare, fa contorcere Billy e lo sente prendere un respiro frenetico.

Non sa se sia di dolore o di piacere.

"Male?" chiede, a tentoni, studiando il viso di Billy. Lui gli stringe il braccio e scuote la testa in risposta, ma non dice nulla. Steve decide di provare di nuovo a insistere su quel punto particolare, e quello che esce dopo dalla bocca di Billy è un basso, delizioso, schifoso gemito.

"Ti piace? Qui?" Steve chiede, incapace di trattenere un sorriso soddisfatto sul suo viso. Billy è ansimante, arrossito. Ha gli occhi socchiusi e la testa leggermente girata, come se cercasse di nascondersi da Steve. Si morde il labbro e sputa solo un "Chiudi quella cazzo di bocca", che fa ridacchiare Steve.

"Penso che ti piaccia". Steve lo stuzzica, strofinando ancora e ancora in quel punto, guardando con entusiasmo quanto Billy sia incasinato grazie alle sue dita. Lo bacia, ingoiando i suoi gemiti e sbuffi, sentendosi audace e quasi cattivo per quanto desiderio ha di distruggere il ragazzo.

Si prende il suo dolce tempo per continuare quel tipo di trattamento su Billy, fino a quando il ragazzo è in uno stato tra il piacere e l'esasperazione.

"Dai..." Billy espira, mordendosi il labbro. "...Continua. Mettine un altro" ordina, poi.

Steve esita, non vuole fare le cose in fretta, e Billy tende ad essere sconsiderato con se stesso. Ma comunque deve fidarsi di lui. Se lui dice che è pronto, vuol dire che lo è.

Così, va con il terzo. Questa volta, Billy stringe i denti e stringe il bicipite di Steve in una solida presa.

Il cuore di Steve si contrae alla vista. Prima che possa arrivare a chiedere a Billy se sta bene, il ragazzo parla per lui.

"Va tutto bene. Solo... dammi un minuto, va bene?".

"Certo. Tutto il tempo del mondo". Steve risponde, baciando di nuovo il ragazzo, con sciatta tenerezza. Lo sente rilassarsi sotto il suo corpo, respirando lentamente e costantemente. Quindi, inizia a muoversi di nuovo, senza smettere di baciarlo. Questa volta va dritto a quel fascio di nervi che fa contorcere Billy dal piacere, amando tutti i suoni sporchi che il ragazzo sta facendo sotto di lui.

Questa è uno spettacolo, Steve vorrebbe poter imprimere quell'immagine di Billy nella sua mente per ripeterla per sempre ogni volta che vuole.

"Steve... Cazzo... basta... vai avanti". Billy piagnucola. "Mh... non lo so. Mi piace la vista".

Steve scherza, presuntuoso. Billy lo fulmina, o almeno ci prova, ma non è che abbia esattamente il controllo della sua reazione al momento. Dopo un altro po' di dolcezza, Steve decide che ne ha avuto abbastanza, e tira fuori le dita da Billy mentre si sporge in avanti per baciarlo di nuovo.

Poi, si assicura di coprire il suo cazzo con una notevole quantità di lubrificante e si posiziona sul buco di Billy. Si ferma, guardando il ragazzo sotto di lui.

Condividono un lungo e intenso sguardo.

"Ok?"

Lui annuisce e Steve non ha bisogno di ulteriori incoraggiamenti.

Ha bisogno di un po' di forza per entrare. È incredibilmente stretto e Steve non può fare a meno di ansimare, mentre la presa di Billy sul suo bicipite si stringe di più. Billy fa una smorfia e Steve riconosce immediatamente che non è per il piacere, così rimane immobile, aspettando che si abitui. Bacia la tempia di Billy, morbido, per calmarlo.

"Va tutto bene. Va tutto bene..."

Aspetta che il respiro di Billy riacquisti normalità, sentendo il corpo del ragazzo farsi meno teso.

"Sei bellissimo, lo sai?" Steve gli dice, trovando Billy che sorride di rimando. È quasi un sorriso, e questo è rassicurante. "Me l'hanno detto", dice compiaciuto. Steve fa una piccola risata e gli bacia il mento. "Sì, ci scommetto..." lascia una scia di baci su tutta la mascella del ragazzo, poi, dopo qualche tempo, decide finalmente che può iniziare a muoversi.

Le prime spinte sono lente e incerte. Osserva le reazioni di Billy, cercando di trovarvi dolore o fastidio. Quando continua, nota come il respiro di Billy si sposta mentre il suo corpo comincia gradualmente ad essere sempre più accomodante con il suo movimento, inarcando i fianchi, inseguendolo.

"Cazzo... si sta così bene, sei fantastico, piccolo..." Steve balbetta, con la voce incrinata e fuori controllo. In realtà è sorpreso dalla merda che riesce a dire in quei momenti, ma gli viene davvero naturale.

"Steve..." Sa come il Billy normale gli avrebbe probabilmente risposto con qualche battuta, ma questo Billy, quello che sta gemendo di piacere, sibila il suo nome tra i denti come una preghiera.

Steve rotola i fianchi e colpisce di nuovo quel punto. Il ragazzo seppellisce il suo viso nell'incavo del collo di Steve e i suoi gemiti si trasformano in qualcosa di simile ai singhiozzi. È il suono più delizioso che Steve abbia mai sentito, e ne vuole ancora, non è abbastanza, così va più veloce e più forte, facendolo contorcere tra le sue braccia.

"Cazzo... Steve... non posso..." Billy grida in modo incoerente, e Steve si limita ad annuire e a muovere una mano sul cazzo del ragazzo, e non è dopo molto che si ritrova il pugno ricoperto di sperma, mentre Billy lascia uscire un gemito strozzato, quasi doloroso, sul collo di Steve.

Si ferma, guardando il ragazzo nella sua espressione post-orgasmo, interrogandolo con gli occhi. Billy ansima forte e trema leggermente. Annuisce appena, il viso arrossato e coperto da poche gocce di sudore, i capelli spalmati sulla fronte. Steve si china a baciarlo, come se cercasse silenziosamente di scusarsi, poi, lo scopa forte e veloce, inseguendo il proprio apice sotto i mugolii soffocati di Billy.

Viene per quella che sembra un'eternità, lasciando uscire un lungo gemito nella spalla di Billy.

Poi, per qualche tempo, c'è solo silenzio e pace. C'è solo il suono dei loro respiri ancora frenetici.

Steve finalmente si sposta e si sdraia con la schiena sul materasso, la sua spalla che tocca quella dell'altro ragazzo.

"Porca puttana..." sibila, scioccato. Billy rimane in silenzio, gli occhi puntati sul soffitto.

"E' stato..." Steve inizia, poi si sposta su un fianco per affrontare il ragazzo. "E' stato incredibile." si lascia scappare una piccola risata, stupidamente, perché la sua mente è ancora sopraffatta dal piacere e non riesce a pensare bene in quel momento. Finalmente Billy sposta il suo sguardo su di lui. Sembra un po' devastato; alcuni riccioli disordinati incollati alla sua fronte e il respiro ancora irregolare attraverso le narici. Steve si ritrova a pensare quanto cazzo sia adorabile, con i suoi occhi blu da bambino gigante e le sue ciglia e quelle fottute lentiggini carine.... Come può qualcuno essere un brutto stronzo e così carino allo stesso tempo? Questo è un mistero, ecco cos'è.

Billy sorride, finalmente, come se avesse appena riacquistato la ragione, e gli bacia giocosamente il naso.

"Non credo che potrò andare in campo domani", scherza, facendo ridere Steve in risposta.

"Seriamente! King Steve con il suo cazzo king-size..." Steve lo spinge sulla spalla. "Zitto!" abbaia, senza smettere di ridacchiare. "Mi hai rovinato, amigo".

Ridacchiano come due idioti, con le fronti che si scontrano e il naso che quasi si tocca. Poi, dal nulla, si fissano, improvvisamente tutti seri. Steve deglutisce e muove una mano per toccare la guancia di Billy. Guarda quei bellissimi occhi, strofinando il pollice sullo zigomo del ragazzo.

"Sai cosa..." inizia, e poi la sua voce si interrompe, perché sa che sta per fare qualcosa di veramente stupido. Ma... fanculo. Hanno appena fatto sesso. No, hanno fatto l'amore. È stato fantastico, meglio di tutto, ed emozionante, intenso, e... sì, cazzo. Lui segue la corrente.

Billy lo sta fissando curiosamente, sbattendo le palpebre con gli occhi accigliati, aspettando che parli.

Steve sospira.

"...ti amo".

Billy allarga gli occhi sotto shock, paralizzato.

"Ti amo, cazzo, Billy. Sì, penso proprio di sì". Steve insiste, con voce ferma e sicura. Billy non dice nulla, si limita a guardarlo con un'espressione illeggibile. Sembra quasi... preoccupato?

"Pensi proprio di sì?" chiede, sembrando scettico. Merda. Forse sono le sue cattive scelte in fatto di parole, perché deve essere sempre così imbranato?! Dannazione. Ora Steve balbetta, il nervosismo evidente nella sua voce.

"Sì, lo so, in realtà. Voglio dire, sono sicuro. Nessun dubbio".

Di nuovo. Solo silenzio. Steve comincia a sentirsi estremamente a disagio. Proprio quando sta per scappare, magari gettandosi dalla finestra e scomparendo per sempre per sfuggire a quella scena imbarazzante, Billy ride. Ride. Steve sente il calore strisciargli sul collo.

Prima che possa fare qualcosa, Billy annulla la distanza tra le loro bocche e preme le labbra sulle sue, in un bacio morbido e casto.

"Anch'io ti amo, coglione." gli sussurra in bocca, e Steve non sa come sentirsi riguardo al fatto che Billy lo abbia appena preso per il culo dopo avergli dichiarato per la prima volta qualcosa di così importante. Fottuto stronzo! Dovrebbe prendere a pugni il ragazzo per questo, ma non può, in realtà, perché Billy ha appena detto che ricambia il suo amore, così la sua rabbia è coperta da una forte, impossibile ondata di calore nel suo petto.

Accidenti a lui. È il peggiore, davvero. 

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