2. Where did you sleep last night?

Billy riesce a vestirsi da solo, ed è un grande successo, dopo tutto, anche se ci sono voluti quasi venti minuti in cui si rifiuta di far entrare qualcuno in bagno. Will gli ha portato di nuovo i vestiti di suo fratello, un altro paio di pantaloni della tuta e una maglietta dei Ramones. Billy accetta l'offerta senza ringraziare e senza dire nulla, meglio il ragazzo che Harrington, tutto sommato.

"Dov'è quello strambo di tuo fratello?" chiede al piccolo prima di lasciare la stanza. Will non sembra colpito dal nome beffardo che Billy ha usato.

"A lavoro. Sarà presto a casa". spiega, con un'alzata di spalle.

"Non vedo l'ora" esclama Billy, sarcasticamente.

Si ritrova a pensare anche al suo lavoro. Quanti giorni è stato fuori? È stato licenziato? Che giorno è?

Tutto è stato così improvviso e confuso, e lui non ha idea di quello che sia successo, solo flash di ricordi dolorosi di cui non vuole avere memoria.

Apre la porta e un forte odore di cibo lo colpisce. Anche il suo stomaco risponde al richiamo, ringhiando. Con uno sforzo infinito, cammina lentamente verso la stanza principale. Steve Harrington cucina, ride e scherza con la biondina. Will e Max sono seduti al tavolo, mentre giocano una stupida partita a carte, ridacchiando ad alta voce. Non c'è traccia degli altri marmocchi.

La scena è così felice e domestica che Billy vorrebbe quasi vomitare. Li guarda e poi osserva la stanza, è strano rivedere quella casa. L'ultima volta che è stato lì si era risvegliato sul pavimento, stordito da una cazzo di siringa che Max gli aveva impiantato nel collo.

Infine, tutti si accorgono di lui in piedi sullo stipite della porta. Harrington sorride, e Billy è di nuovo sopraffatto da un'ondata di nausea.

"Ce l'hai fatta! Iniziavamo a pensare che fossi svenuto sul pavimento del bagno" esclama allegramente.

"Non è successo, pretty boy. Mi dispiace deluderti". Billy borbotta, stanco, poi guarda la sorellastra.

"Max, cosa ne sanno i nostri genitori di merda di tutta questa situazione di merda?" chiede, e cerca di non sembrare troppo preoccupato. La verità è che non ha idea di come affrontare Neil. È stato fuori per giorni, è praticamente un uomo morto...

Max si strofina il mento, pensierosa. "Uhm, beh, potrei aver detto loro che sei stato coinvolto nell'incidente al centro commerciale. Che stai da un amico mentre ti riprendi."

Billy sospira e si strofina gli occhi con i palmi delle mani. Questo non va bene. Verrà picchiato di sicuro. A suo padre non importa un cazzo se è stato coinvolto in un incidente.

"Come mai sei qui?" chiede allora. Max alza le spalle.

"Steve mi ha dato un passaggio."

"E perché sei qui?"

"Io..." la rossa esita, incerta.

"Era preoccupata per te, idiota". Steve interviene, appoggiandosi pigramente al bancone della cucina. Billy lo fulmina all'istante, nessuno ha chiesto il suo stupido intervento.

"Dobbiamo andare a casa" afferma dopo un po', ma Max sobbalza immediatamente sul suo sedile.

"NO!"

"No?" Billy ripete con un sopracciglio alzato. Max sembra di nuovo nervosa.

"Hai bisogno di riposare... sei un rottame!"

"Cavolo, grazie"

"Inoltre, la tua Camaro..."

"La mia Camaro?"

"Potrebbe essere... distrutta".

Segue un silenzio pesante, pieno di tensione. Poi, Billy ricorda: ricorda di aver guidato la sua amata Camaro verso Nancy Wheeler, che stava cercando di sparargli. Ricorda che Steve Harrington lo ha colpito con la sua auto di lusso a velocità folle.

Male... No. Questo è oltremodo pessimo. Sente di nuovo una sensazione angosciante, una voglia improvvisa di piangere e prendere a pugni il muro. Invece, gira la testa verso il soffitto, in un patetico tentativo di nascondere gli occhi che lacrimano.

Steve lo sta fissando con un insopportabile, poco simpatico cipiglio di pietà. Billy non lo sopporta. Può sopportare una rissa, un conflitto, non questo. Questo è qualcosa che non sa come affrontare.

Sospira, cercando di raccogliere tutte le sue forze.

"Ok." dice dopo un po'. Max lo guarda preoccupato.

"Ok?" ripete, come se fosse la cosa più pazza del mondo, e lo è, quasi, considerando che stanno parlando del suo fratellastro.

La sua reazione alla notizia della Camaro è oltremodo strana. "Ok." Billy dice di nuovo, strofinandosi gli occhi per l'angoscia.

"Non è un grosso problema! Cioè, si può sicuramente riparare. Ha solo bisogno di un piccolo intervento alla carrozzeria, tutto qui!" Max cerca di rallegrare suo fratello, ma lui ha smesso di ascoltarla. Senza dire niente a nessuno, si volta indietro e va in bagno, lasciando tutti senza parole.

Nel bagno è al sicuro da quei vermi e può finalmente respirare di nuovo. Sente una sensazione travolgente nel petto mentre fissa la sua immagine nello specchio. Si riconosce a malapena, quel tipo davanti a lui non gli somiglia. È pallido, con borse visibili sotto gli occhi, i suoi capelli sono disordinati e sembra stanco, quasi irriconoscibile.

Sembra che il suo respiro non possa tornare normale, gli manca l'ossigeno, la sua mente è confusa.

Sembra un brutto trip da acido. Un'improvvisa ondata di nausea lo colpisce, facendolo correre verso il water. Quello che vomita dopo è qualcosa che non sembra cibo non digerito, non sembra nemmeno qualcosa che possa uscire da un essere umano. Il suo vomito è nero e denso, e puzza di morte. Fissa con gli occhi spalancati l'orribile spettacolo di qualcosa che sembra più un intestino nero vivo che si muove pigramente nella toilette. Lui avvampa, in preda al panico, e indietreggia goffamente fino a quando la sua schiena si scontra con la vasca da bagno. Non riuscendo più a controllarsi, scoppia in un lungo pianto represso, abbracciandosi.

Ma è ancora umano? A giudicare da quello che il suo corpo ha appena espulso, direbbe di no. Dopo tutto, in quegli ultimi giorni ha fatto le cose peggiori, controllato da un mostro inquietante interdimensionale. È stato un burattino del Mind Flayer e ora non è più se stesso, non è più il Billy che era prima dell'arrivo di quel mostro nella sua vita.

Si alza e si guarda allo specchio, di nuovo. Ha smesso di piangere, la disperazione è stata sostituita da un nuovo senso di vuoto, ma è meglio così. Può gestirlo questo. Sta ancora fissando il suo riflesso quando sente qualcuno bussare alla porta.

"Hargrove"? Sei vivo, amico?"

Naturalmente è quel fottuto di Steve Harrington. Billy fa una smorfia di scherno e poi apre la porta, fissando l'altro sullo stipite. "Sono vivo. E non sono un tuo amico" afferma, cercando di sembrare il più pacato possibile, ma Steve lo guarda con cipiglio e ha certamente notato il rossore degli occhi di Billy, freschi di pianto.

Billy non lascia il tempo a Steve di parlare. "Ho bisogno di tornare a casa. Ho superato il tuo stupido test, vero?" Steve non sa cosa dire. Sì?

Eppure, lasciare Billy a casa sembra rischioso, al momento... ma non è che possano costringerlo a rimanere lì. Inoltre, anche lui ha bisogno di andare a casa. Anche se la sua è ovviamente vuota.

"Uhm, ok... posso darvi un passaggio." Billy lo guarda solo per un momento, la sua espressione seria e illeggibile.

"Ok. Andiamo allora" è strano, non sentire alcun commento sprezzante da lui.

Credo che sia troppo stanco per fare lo stronzo. Pensa Steve, con un'alzata di spalle.

Il viaggio di ritorno in macchina è silenzioso. Billy guarda fuori dalla finestra, senza dire una parola. Alla fine, sbatte la porta e si precipita all'ingresso di casa sua senza dire nulla.

"Non c'è di che, stronzo!" Steve esclama, ma non è che si aspettasse altro.

"Grazie di tutto, Steve" dice Max, con un piccolo sorriso. "Sì. Teniamoci in contatto. Dimmi se dà qualche segno di possessione o altro." Steve sospira. "Consideralo fatto. Grazie ancora."

Dopo di che, Max segue il fratellastro, che è in piedi proprio accanto alla porta, con le braccia incrociate.

Condividono solo un ultimo sguardo, prima che Steve accenda il motore della sua Beemer e si allontani attraverso il vicolo.

C'è qualcosa nello strano comportamento di Hargrove a cui Steve non può smettere di pensare. Come il modo in cui lo ha guardato quando Steve è entrato in bagno per controllarlo. I suoi occhi gonfi e rossi... stava certamente piangendo. Pensare a un Billy Hargrove che piange è qualcosa che non riesce a capire. Fa sembrare Billy più normale, più umano. Ma, dopotutto, cosa sa di Hargrove? La loro relazione è sempre stata sul piede di guerra, fin dalla prima volta che si sono visti.

Billy è sempre sembrato a Steve nient'altro che un gigantesco coglione, anche prima di quella famigerata notte in cui il ragazzo californiano l'ha picchiato a sangue. Pensare a lui capace di emozioni diverse dalla rabbia è strano. Steve non può evitare di considerare che forse è stato un po' troppo duro con lui. Billy è stato posseduto, poi si è svegliato in una casa sconosciuta, senza alcuna memoria dei suoi giorni precedenti e circondato da persone che nemmeno gli piacciono. Sempre che Billy sia capace di farsi piacere qualcuno. Robin gli ha detto di smettere di buttargli addosso tutta quella merda, forse ha ragione lei. Forse è stato un po' stronzo con lui, tutto considerato.

Steve si schernisce al pensiero. Lui? Stronzo? Billy gli ha rovinato la faccia, cazzo. Gli ha procurato una commozione cerebrale. Non c'è niente di cui sentirsi in colpa. Si è meritato un piccolo trattamento di scherno; non è poi così grave.

Prende un altro sorso della sua birra, pensieroso. È seduto sul portico, guardando dritto verso la foresta scura di fronte a lui, evitando volentieri la sua piscina, come al solito. Non gli piace interagire con la sua piscina in nessun modo, non dopo quello che è successo a Barbara Holland.

Hargrove... c'è stato un momento, quando era nella vasca, dopo essere stato spogliato grossolanamente da Steve, senza il suo consenso. Ha girato il viso timidamente verso il muro, in un debole tentativo di evitare il contatto visivo con Steve, con il suo corpo completamente esposto. Steve ha sentito... ha sentito qualcosa. Una scarica di adrenalina, di dominio. Un potere dormiente dai suoi giorni d'oro, in cui faceva fondamentalmente lo stronzo proprio come Billy stesso. Qualcosa vicino all'eccitazione.

Steve rabbrividisce. Non è il tipo di pensiero che dovrebbe avere, specialmente non su un fottuto ragazzo, non su Hargrove, soprattutto. Deglutisce, cercando di distrarre la sua mente da quell'immagine, da quella sensazione.

Decide di tornare in casa e mettere su un film, nel disperato tentativo di lasciare l'immagine del corpo nudo e impotente di quello stronzo dietro la sua mente malata.

"Siamo tornati!" Max non può evitare di sembrare un po' nervosa. Sa come Neil reagirà all'assenza del fratellastro. Nonostante lei abbia inventato una scusa patetica per lui, l'uomo gli farà sicuramente il culo.

La TV è accesa, Neil e Susan stanno guardando una noiosa partita di baseball. Susan si alza e sorride loro allegramente. "Bentornati, ragazzi. Billy, come ti senti? Max ci ha detto che sei stato coinvolto nell'incidente allo Starcourt. È davvero spaventoso! Il giornale non smette di scriverci su qualche storia".

Billy deglutisce, a disagio, e si strofina la nuca. Riesce a sentire quanto i suoi capelli siano ingestibili e fottuti, come un nido d'uccello. Non è che avesse dato tanta attenzione a questo, in precedenza. "Sì, Susan... è stato terribile. Ma sto bene. Credo di essere stato fortunato, dopo tutto." Fortunato. Che parola astrusa per la sua vita incasinata.

Infine, Neil si alza e lo guarda. La sua occhiataccia non prevede altro che guai. È chiaro che non crede ad una sola parola di quello che Billy sta dicendo, ma anche se fosse la verità, suo padre non gli crederebbe comunque. Perché è sempre così, non importa cosa faccia o cosa dica, è sempre sbagliato, senza via d'uscita.

"Sono contento che stiate entrambi bene" dice Susan, con un piccolo sorriso. Neil, dopo quella che sembra un'eternità, parla con voce piatta: "Maxine, Susan, se non vi dispiace, devo parlare in privato con mio figlio."

Billy deglutisce di nuovo. Tutti sanno cosa significa. Comincia a sentire la paura che sale, ma comunque non è che sia qualcosa di nuovo o inaspettato. Tuttavia, è impossibile abituarsi ad esso.

"Andiamo nella tua stanza" Neil comanda, e Billy obbedisce senza obiezioni. Chiude la porta e Billy si sente intrappolato, intrappolato nella sua camera. Si è sempre sentito così in quella casa, molto più simile a una gabbia.

"Non aspettarti che creda a queste stronzate" esclama Neil, avvicinandosi a suo figlio, la cui schiena si sta scontrando con il muro, messo all'angolo e indifeso. "Papà, io..." Billy borbotta, e può già sentire le lacrime che stanno arrivando, anche se suo padre non lo ha ancora toccato. "Sei stato fuori per giorni. Senza dire niente a nessuno, e riappari qui così. Ho chiamato il tuo manager, nessuno sapeva dove ti stavi nascondendo. E poi, Maxine inventa una storia di merda per coprirti".

Sono stato posseduto da un mostro interdimensionale che apparentemente mi ha reso un assassino e poi sono stato messo fuori combattimento nella casa di uno sconosciuto per giorni. Certo, sembra piuttosto impressionante come storiella da mettere in atto. Billy non vuole sforzarsi di creare un alibi valido per la sua assenza, sa che è completamente inutile. Lui sa come andrà a finire, comunque.

Rimane solo in silenzio, di fronte a suo padre, cercando di non piangere come la femminuccia che è, aspettando che il suo vecchio scoppi.

"Ti conosco. So cosa sei" l'uomo continua, questa volta ha afferrato il collo di Billy.

C'è una densa pausa di silenzio. Neil scruta suo figlio, la maglietta dei Ramones e i pantaloni della tuta blu.

"Di chi sono questi vestiti?" respira, ed è chiaro come sta trattenendo la sua rabbia.

"Di un amico. Non è quello che pensi." La voce di Billy è tremante e rotta. Questa volta è davvero innocente. Non è più stato... se stesso da quando sono arrivati in quella merda di Indiana. Sa che non può permettersi di essere una fottuta checca in quel posto. Lo sa e sta solo aspettando di finire il liceo per scappare a casa e lasciare quel padre di merda e la sua famiglia di merda, una volta per tutte.

"Sai, lavoro duramente per questa famiglia. Questo è un posto onesto, con brave persone. Persone che hanno ancora dei valori". Sì, sì. il discorso "il lavoro duro". Billy lo riceve tipo due volte a settimana. Neil sospira. Parla di nuovo e sembra quasi più dolce. "Sai una cosa? È colpa mia. Colpa mia se sei uscito in questo modo. Ti ho permesso di passare troppo tempo con quella puttana di tua madre, e lei ti ha fatto diventare un fottuto finocchio, con le sue assurde idee hippie".

Qualcosa scatta in Billy. Può essere insultato, può sopportare di essere chiamato frocio, ma non sopporta quando Neil parla di sua madre. Spinge suo padre, respirando rabbiosamente dalle narici, i suoi occhi sono spalancati, le sue pupille dilatate. Non è una spinta forte, ma è abbastanza per prendere Neil di sorpresa.

Non si aspettava che suo figlio reagisse. Non reagisce mai.

Non c'è nessun avvertimento, nessun segno, e improvvisamente Neil gli è addosso. Gli sta dando un pugno in faccia, forte. Neil non era così furioso dalla notte in cui ha scoperto suo figlio che succhiava il cazzo di un altro ragazzo sul sedile posteriore della sua auto.

Colpisce la faccia di Billy come se volesse distruggerla, come se fosse la cosa più orribile del mondo. Billy piange e fa una debole protesta, implora suo padre di fermarsi con voce acuta, suonando fragile e patetico.

"Sei solo un inutile pezzo di merda!" Billy è a terra, proteggendosi con le braccia sulla testa, e Neil ora gli sta dando calci alle costole, facendolo piangere ancora più forte.

Neil si ferma, probabilmente stanco e bisognoso d'aria.

"D'ora in poi, lavorerai, studierai e porterai in giro tua sorella e nient'altro. Mi hai sentito? Niente feste, niente alcool, e soprattutto non farti piegare come la puttana da quattro soldi che sei. Ti ho cresciuto come un giovane responsabile e rispettoso, è ora che tu dimostri di valere qualcosa. Sono stato chiaro?"

Neil si abbassa fino a respirare davanti a Billy, ancora a terra. Billy singhiozza miseramente, ma riesce ad annuire. "Sì..." "Mi dispiace temo di non aver capito". "Sì... signore."

Neil accarezza la guancia del figlio e, dopo un ultimo, lungo sguardo, lascia Billy da solo, ancora in lacrime sul pavimento, con la cassa toracica dolorante e il volto coperto di sangue.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top