18. Weight of love

"Non è mai successo prima".

"Ok, idiota, l'hai già detto. Ma non ti è passato per la mente che forse, dico forse, vuole solo un po' di spazio?"

Lui, Billy un po' di spazio? È ridicolo.

"Voglio dire, siete stati tipo incollati insieme dall'inizio della vostra... specie di relazione".

Robin continua, pratica. "Non è una "specie", Rob. Stiamo insieme. Vedi, mi ha detto esplicitamente che sono il suo ragazzo", obietta Steve.

"Sì, ma... la mia idea è sempre la stessa. Forse ha solo bisogno di un po' di spazio per se stesso. Non è un grosso problema".

Non sarebbe un grosso problema se Billy glielo avesse espresso verbalmente, ma non l'ha fatto. Infatti, l'ultima volta che si sono visti è stata la famigerata mattina a casa sua, quando i suoi genitori hanno deciso di tornare improvvisamente nella sua vita dopo mesi di assenza, poi, nada. Billy si è tenuto nascosto per più di 48 ore e Steve sta letteralmente logorandosi a causa di questo. L'ultima volta si sono salutati male. Steve sente una pesante stretta al cuore, di colpa e di dolore, pensando al saluto educato di Billy sulla soglia di casa sua. Era... così freddo e distaccato. E lui sa, cazzo, che c'è qualcosa che non va. I suoi genitori sono stati delle teste di cazzo con lui, e forse, anche se non ha mostrato alcun segno di preoccupazione, è in qualche modo arrabbiato con Steve.

Il dubbio e l'attesa lo stanno uccidendo lentamente dall'interno.

Grugnisce e sospira, mentre lui e Robin sono impegnati nelle ultime pulizie prima della chiusura del negozio. Questi due giorni sono stati infernali. Lavorare con meno ore con Robin è già abbastanza brutto, aggiungere la misteriosa assenza di Billy e il clima di assoluta tensione con i suoi genitori in casa sta causando la grande rovina di Steve.

"Hai detto che ti sta evitando a scuola", sottolinea Steve mentre pulisce il pavimento. Lei alza le spalle con disinvoltura in risposta. "Sì, ma, come ho detto, forse sta solo... pensando. Cercando di capirsi. È normale, la gente lo fa spesso". Steve fa una smorfia.
"Billy? Pensare?" chiede, come se l'ipotesi fosse una pura commedia. Alza gli occhi al cielo. "Ehi, è il tuo ragazzo, Stevie. Non il mio. Beh, tecnicamente parlando, è anche il mio, ma... se la cosa ti spaventa così tanto, perché non la risolvi?".

Come? Questo è il fottuto problema. Billy è irraggiungibile. Ha già provato a contattarlo con il ricevitore attraverso Max, solo per ricevere un duro e incazzato 'non è qui, mi dispiace' dalla rossa. Certo, può fare un altro tentativo, e sicuramente lo farà quella sera stessa, ma, a parte questo, è completamente senza soluzioni. A meno che... può sempre cercare di intrufolarsi nella stanza del ragazzo durante la notte. È abituato a fare questo tipo di cose, lo faceva spesso con Nancy. Certo, Nancy non aveva un padre psicopatico con scoppi di violenza, ma comunque. Potrebbe essere un'idea.

Lo farà la sera stessa. Non può più aspettare. Ha un disperato bisogno di risolvere il problema, altrimenti imploderà per l'ansia.

Due colpi alla porta. Certo, chiedere un po' di fottuta privacy e pace è sempre troppo in quella sua casa odiosa.

"Cosa?" abbaia sopra la musica, sollevando il mento dal suo libro. Spera che non sia suo padre, altrimenti la sua insolenza non resterà impunita. Non dovrebbe essere a casa, ma non è uscito dalla sua stanza per ore, quindi non può esserne sicuro. Per fortuna, è solo Max. Grida dietro la porta, senza preoccuparsi di nascondere il suo enorme fastidio.

"Billy, apri!"

Geme e getta sgarbatamente il libro sul suo letto. Poi, si precipita verso la porta e la apre di pochi centimetri.

"Cosa?" sibila, lanciando un'occhiataccia alla sorellastra che sta facendo più o meno lo stesso sulla soglia della porta. "Steve vuole parlare con te", ha sputato. È ancora arrabbiata per il loro litigio in macchina, fuori dalla scuola. Quei giorni sono stati abbastanza simili alla loro relazione passata. La guida è stata di nuovo silenziosa e piena di odio reciproco, lei ha ricominciato a sbattere la porta quando scende dalla Camaro e a fargli il dito medio mentre pensa che lui non possa vederla. Una tale mocciosa.

Sono di nuovo sul piede di guerra, ma a Billy non gliene può fregare di meno. È così arrabbiato, così fottutamente arrabbiato con chiunque, con tutto, che non ha più spazio per il senso di colpa o il dolore.

"Puoi dirgli di andare a farsi fottere" grugnisce. Sta per chiudere la porta quando Max mette un piede nello spazio tra essa e lo stipite. "Quindi è per questo che sei di nuovo uno stronzo? Avete litigato o qualcosa del genere?" chiede, alzando un sopracciglio in segno di sospetto. "Puoi andare a farti fottere anche tu", sibila Billy. Lei si limita a gemere e a roteare gli occhi, ma alla fine scompare, lasciandolo di nuovo solo nel suo umore di merda e nel suo isolamento.

Riprende la sua lettura, un libro di merda per un compito di merda di quella scuola di merda di quella città di merda.
Afferra il libro con rabbia pura, stringendo le pagine come un maniaco mentre i Metallica suonano a tutto volume dalla sua radio.

Max. Una stronza. Non riesce mai a farsi gli affari suoi, vero? Sempre a blaterare, a ficcare il naso dove non deve. Come tutte le altre persone in quella cazzo di città, tutti sanno gli affari degli altri, tutti sono dei ficcanaso del cazzo. Forse è per questo che Max la ama così tanto, no? È perfetta per quella folla di patetici idioti.

Continua la spirale di pensieri di odio nella sua mente, trovando impossibile concentrarsi sulla lettura, mentre un bussare attira la sua attenzione, questa volta viene dalla finestra. Scatta verso la fonte del suono e trova una figura umana dietro il vetro. La sua prima reazione è trasalire, allarmato, ma non urla o qualcosa del genere perché, beh, non è una fottuta fighetta. Poi, si concentra meglio sulla persona, riconoscendo nientepopodimeno che la figura di Steve.

Il fottuto idiota. Sarebbe commosso se non fosse così fottutamente arrabbiato con il mondo. Così apre la finestra e lo guarda freddamente. "Che cazzo ci fai qui, Harrington?" sbotta, senza emozioni. "Ehi..." ...ma gli occhi da cucciolo del bruno fanno immediatamente muovere qualcosa dentro di lui, e la sua rabbia sembra evaporare un po'.

"Non dovresti essere qui. È pericoloso" Billy espira, la voce si ammorbidisce un po'.

"Mi stai evitando". Steve sembra ferito e, onestamente, la rabbia di Billy si sta trasformando sempre più in qualcos'altro.
"Non è così", risponde lui, incrociando le braccia. "Invece sì." Steve lo guarda dritto negli occhi, determinato, fermo. Dio, basta uno sguardo per far sentire Billy una merda pura, oltre che eccessivamente drammatico. Due giorni. Sono due giorni che lo sta aspettando, ma ora è sembrata un'eternità.

"Posso entrare?" Steve chiede, incerto. Billy sospira di nuovo e annuisce, facendo un passo indietro e lasciando un po' di spazio per l'altro ragazzo. Steve irrompe nella sua stanza. Questa è ufficialmente la prima volta che quel ragazzo è entrato lì dentro ma non sembra interessato a curiosare in giro. I suoi occhi sono incollati su Billy, come se fosse spaventato dal fatto che il ragazzo possa sfuggire da lui un'altra volta.

"Qualcosa ti turba. Ti prego, parlami." Steve dichiara, pesantemente serio, avvicinandosi a Billy fino a quando i loro volti sono a malapena a pochi centimetri di distanza. Cristo. Due giorni e Billy si ritrova a pensare a quanto sia bello quel ragazzo, come la prima volta che lo ha visto. Steve ha le sopracciglia aggrottate e la mascella serrata, in un'espressione concentrata. Billy non può osservare oltre. Sposta la sua vista sul pavimento, mentre cerca di parlare, ma improvvisamente si blocca in esitazione.

"Io..." balbetta come un idiota, è un idiota, maledicendosi nella sua mente, pensando a come possa essere un cacasotto quando si tratta di affrontare Steve Harrington in quel tipo di situazione. Si sente così stupido.

"Billy..." Steve accarezza la sua guancia e gli occhi si ammorbidiscono un po'. "Va tutto bene. Dimmi solo cosa succede, ok? Parlami, piccolo. "

Merda. Merda. Merda!

Billy si morde il labbro inferiore e usa tutta la sua forza interiore per evitare il contatto con gli occhi con Steve. L'effetto che ha su di lui ... è travolgente. È una tempesta che lascia la sua mente sfocata, vuota e disordinata.

Ricomponiti, cazzo! Pensa, ritornando alla realtà. "Non c'è niente, principessa. Ti sto lasciando spazio con la tua famiglia" Steve gli dà un sguardo confuso. "Che cosa...? Sai che non sono esattamente un grande fan dei miei genitori, vero? " lui risponde. Ne hanno parlato.

Billy ghigna maliziosamente. "Beh, non sono neanche grandi fan del sottoscritto, no?" Steve sussulta, sconvolto.

"Allora è questo?! Billy... Mi dispiace che siano stati stronzi con te, ok? Ma sai cosa penso di loro! Non sono come me. Non sono come loro!"

Billy lo sa. Ma sa anche che Nathan era l'esatto opposto di suo padre e, alla fine, è stato troppo spaventato dal suo vecchio uomo per seguire la propria volontà. Persone forti, persone ricche... hanno il controllo su tutto e tutti.

"Tuo padre non vuole che tu usca con me." Billy afferma gravemente. Steve lo fissa gravemente. Poi, fa solo una piccola alzata di spalle. "Sì. E allora?"

"E allora?" Billy ripete.
"Sì. Che importa? Che si fotta, no? " Steve suona così sicuro e così insolitamente calmo riguardo a questa faccenda... poi sospira, lasciando correre una mano attraverso i suoi capelli perfetti. "Ascolta, a loro non piaci, ok, questo fa schifo, ma loro non piacciono a me. E, nel caso in cui non hai notato, non ho alcuna intenzione di seguire i loro consigli di vita, o sbaglio?"

Billy scuote la testa in risposta. "Perfetto. Quindi, cosa cambia se non vogliono che esca con te? Chissenefrega! Lo faremo comunque, segretamente. Da quando ti importa delle regole o dei divieti degli adulti...? Che si fottano, no?"

Billy rimane in silenzio, mentre sta iniziando a sentirsi un totale e completo stupido. Ha davvero esagerato pensandoci troppo. Ha praticamente creato un problema quando non c'era bisogno.

Steve lo sta osservando come se stesse cercando di risolvere un'equazione complessa. "Questo non riguarda solo mio padre, vero?" chiede, percettivo. "C'entra anche quello che è successo in California, con il tuo ex, giusto? "

Sì. Cazzo, ha fatto bingo.

Billy sospira e corre le mani al viso in esaurimento. "Mi dispiace. Sono un idiota a volte. "

Steve ride, facendolo arrossire spontaneamente in risposta, e allaccia le sue braccia alla vita.

"è divertente sentirtelo dire, ragazzone. Ma se non ti dispiace, ora vorrei sentire altre cose venir fuori dalla tua bella bocca." Steve parla a pochi centimetri da lui, accostando le loro fronti una contro l'altra. Billy sorride e getta le braccia sulle sue spalle. "Sì? Tipo?" sussurra. Steve inizia a baciargli il mento, lentamente, attentamente. Parla con una voce da sogno, incrinata dall'eccitazione.

"Ad esempio... Mi piacerebbe sentire il mio nome sulla tua bocca, più e più volte." Il suo respiro sul collo gli dà un piacevole brivido lungo la spina dorsale.

"Mi piacerebbe sentire i tuoi gemiti... vorrei sentirti più spesso pregarmi." Sta baciando e mordendo la pelle morbida del suo giugulare, mentre l'aria è già densa di elettricità. Non c'è più spazio per le preoccupazioni, né per i pensieri tenebrosi che lo hanno fatto disperare in quei giorni.

Billy riesce a fare una piccola risata.

"Sei sicuro di questo, Harrington?" Lo prende in giro, perché, dannazione, come può quel ragazzo trasformarsi da un imbranato cretino ad una specie di animale del sesso in così poco? Sicuramente Steve ha una personalità articolata.

"Vuoi che io ti preghi? Quella è una delle tue piccole fantasie?" Steve ridacchia sulla sua scapola.

"Si lo è." Ammette con disarmante onestà, alternando baci e piccoli morsi su tutta la sua pelle.

Steve si muove sul suo petto e inizia a sbottonargli la maglietta, lasciando una scia di baci lungo la strada.

Billy inclina la testa colto dal piacere ed espirano languidamente. "Vuoi che ti preghi..." sospira.

Steve annuisce e sorride sui suoi addominali.

"Vuoi che ti implori...di scoparmi."

Steve si ferma immediatamente e solleva lo sguardo su di lui, sorpreso dalla spavalderia di quelle parole. Billy fa un ghigno, soddisfatto e accarezza i capelli dell'altro ragazzo. Steve guadagna la compostezza e ricomincia con i baci, muovendosi lentamente verso il basso.

"Cazzo...sì, lo voglio." sibila sull'inguine di Billy, mentre inizia a slacciare la cintura. "Ti desidero... così tanto, piccolo" muove la bocca sul suo cazzo, ancora intrappolato sotto la biancheria intima che, stranamente, oggi Billy ha deciso di indossare. Ma Steve è troppo focalizzato sul suo compito per notarlo.

Steve sta avvolgendo la sua lunghezza attraverso il tessuto, e Billy si ritrova ad ansimare beandosi di quel trattamento. "Ti voglio così tanto... non riesco a smettere di pensare a te. Mi stai facendo diventare pazzo" Steve sussurra, afferrando la sua vita. Sta per tirare giù gli slip, sta per liberare il suo membro troppo insopportabilmente duro, quando il suono di una portiera della macchina che si chiude lo riporta alla realtà, interrompendo quel sogno troppo piacevole.

Billy lancia maledizioni fra i denti e inizia frettolosamente a rivestirsi. "Merda! Devi uscire di qui. Ora." Steve gli lancia uno sguardo confuso, ancora inginocchiato sul pavimento.

"Steve, sono serio... non puoi stare qui. Ascoltami per favore."

Per un momento, Steve sussulta come un pesce, senza parole. Poi, una tinta rossa appare sulle sue guance, ed è in realtà adorabile, se non fosse una fottuta situazione critica che deve essere risolta.

"O-ok. Mi dispiace." Steve balbetta, rendendo il cuore di Billy un ghiacciolo al sole perché che sia dannato, quell'idiota gli farà venire una serie di carie per quanto può essere dolce. Si abbassa, afferra il mento del bruno e preme un rapido bacio casto sulle sue labbra.

"Continueremo questa discussione, dopo. Ma ora è meglio che tu te ne vada da qui. "

Sente il suono della porta d'ingresso aprirsi. Merda. È un disastro. Un cazzo di casino.

Alla fine, Steve fuoriesce dalle sue fantasticherie e salta in piedi, deciso ad andare. Non prima di scambiarsi un altro bacio rapido sulla soglia della finestra, poi Steve salta nei cespugli.

Billy sta lì, guardando la finestra come un idiota, un sorriso sulla sua faccia. Dannazione. Quel ragazzo sarà seriamente la sua rovina. È stato così stupido, così fottutamente stupido, trascorrere due giorni lontano a causa della sua paranoia, quando avrebbe dovuto parlare con lui e sistemare le cose. Deve sempre farlo, rendere le cose difficili, più difficili di come sono. Ma forse può cambiare. Sta già facendo tanti cambiamenti per Steve da riconoscersi a malapena.

È strano, come questi cambiamenti non siano costretti in alcun modo; arrivano piuttosto naturalmente, facendolo diventare un essere umano migliore. È come se Steve gli stia dando una vera ragione per migliorare se stesso. E vuole continuare a farlo. Cazzo, se vuole. Gli piace come la sua vita si sta rivelando.

È risvegliato da un forte bussare alla porta. Salta in piedi, scacciando i suoi pensieri.
Ha bisogno di tornare ad essere presentabile ora.
Apre la porta, trovando Neil lo abbaglia con la sua solita espressione grave. "Buona sera signore." Lo saluta educatamente. Neil grugnisce, e poi controlla la stanza di Billy.

"Ho sentito un rumore." Si spiega. Billy scrolla le spalle casualmente, tenendo indietro un debole sorriso furbesco. "Stavo facendo esercizio fisico"

Non è una lunga caduta, dal momento che la casa di Billy è di un solo piano. Ma la sua finestra è comunque alta un paio di metri di altezza e dove è atterrato, con un tonfo, c'è un cespuglio spinoso.

Si maledice, immaginando come si troverà pieno di lividi il giorno dopo, quando nota una figura umana a pochi metri di distanza. Questa lo guarda con le sopracciglia aggrottate e una smorfia: "Steve?!"

Che diavolo? È l'incontro di chi fugge dalle finestre, quello?

"Lucas?!"

"Cosa stai facendo qui?!" Il ragazzino chiede, scioccato. Steve alza le spalle, ancora dolorosamente bloccate nei rami. Almeno quella sgradevole caduta dalla finestra ha immediatamente calmato l'erezione tesa nei suoi pantaloni.

"Quello che stai facendo tu" spiega brevemente. Poi, fa l'occhiolino al ragazzo che sicuramente fa difficoltà a vedere al buio, ma lui è ancora lì.

"Se dici qualcosa, il tuo sedere finisce a metri e metri sottoterra, Sinclair". Lucas sbuffa, arrogante.

"Lo stesso vale per te, Steve."

Ha represso un grugnito infastidito. Da quando i bambini sono diventati così arroganti?!

Ah, le nuove generazioni.

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