SPECIAL: I Couldn't Desire More Than This

Mi stavo mangiando le unghie nervosamente, mentre le mie dita fremevano dall'emozione.
- Stai per fare il tuo grande passo, Alex- mi annunciò la mia amica Emma.
- Come se non ne fossi già a conoscenza- pensai ironicamente.
- Lo so e, al momento, non mi aiuti con questa frase, Emma!- commentai sarcastica rivolta verso la ragazza dagli occhi nocciola.
- Scusa, cercavo solo di alleggerire l'atmosfera- si scuso' lei, ma la sentì reprimere una risata.
In quel momento, entrò una zazzera di capelli color fiamma, subito seguita da un ragazzo biondo.
- A che punto siamo qui, Emma?!- chiese Karen nel suo solito accento scozzese, che a me risultava molto buffo.
- A un buon punto, direi. Devo solo dare un'ultima controllata all'acconciatura e poi è ufficialmente pronta- annunciò lei con un sorriso a trentadue denti.
Mi misi le mani sulla testa: ero molto agitata, ma emozionata per ciò che stavo per fare.
"Un passo importante" a detta di mia madre, o "la celebrazione del fatto che l'amore vince su tutto" a detta di Emma, ma che secondo me era un po' troppo romantico il suo animo.
Poi, risi e mi fece bene perché, quest'azione, riuscì a smorzare un po' di agitazione che regnava in me e che pareva indissolubile.
Risi a causa della risposta all'affermazione di Emma, da parte di Karen. Essa diceva: "sì, certo, l',amore vince su tutto tranne che sui divorzi!"
Ed io risi; risi dopo mesi in cui non mi era scappata nemmeno la più piccola ed impercettibile risata.
- Oh, ti prego, non si sono ancora sposati. Vuoi già farli divorziare?!- questa era Leven , che con un cipiglio alzato in direzione della rossa, se ne stava ferma, appoggiata al muro bianco come il latte.
- Mancano solo cinque minuti all'inizio della cerimonia!- esclamò, ad un certo punto, Emma.
Mi affrettai ad alzarmi dalla sedia, constatando prima di essere stupenda. Perché sì, quel giorno, potevo davvero dire di essere stupenda, senza mentire, per poi sentirmi un peso nello stomaco, il peso di una menzogna.
Arrivai davanti al piccolo altare, dove un uomo anziano se ne stava in piedi dietro un tavolo, posto anch'esso sull'altare. Rabrividii per il freddo che, nonostante le maniche lunghe del mio vestito bianco, mi era penetrato oltre il tessuto.
Ma, non mi potevo aspettare diversamente, mi dissi.
D'altronde, avevamo scelto una fredda mattinata di Dicembre per sposarci; e, come se non bastasse, anche nella fredda Scozia: un paese non certo noto per il suo clima caldo.
Logan era lì, in piedi lontano da me di pochi metri, con il suo completo blu ed il suo sorriso che mi aveva fatto perdutamente innamorare di lui.
I suoi occhi, come i miei, brillavano di una luce bellissima. La luce dell'amore.
Presi un profondo respiro e, a braccetto con mio padre, passeggiai lungo il tappeto rosso che si ergeva ai miei piedi fino all'altare.
Arrivata lì, salutai mio padre, anche lui con le lacrime agli occhi, e mi misi di fronte al futuro uomo della mia vita.
Quando arrivò il fatidico momento, il celebrante fece la domanda più importante di tutte: - Vuoi tu, Alexandra Daddario, prendere come sposo il qui presente Logan Lerman?-
Io guardai negli occhi il ragazzo di fronte a me, presi un bel respiro e sorrisi felice.
- Si, lo voglio e lo vorrò per sempre- risposi con le lacrime agli occhi e, potei constatare un secondo dopo, che anche Logan le aveva.
- Può baciare la sposa- fu la frase che ricordai, prima di assaporare ancora una volta le sue morbide labbra e perdermi nei suoi occhi color dell'oceano.
Esplosero applausi, grida di gioia e fischi felici e, in quell'esatto momento mi promisi che non avrei mai dimenticato quell'istante.
Quando mi staccai dalle labbra di Logan, sorrisi come un'ebete e mi sentii davvero felice.

- Sono abbastanza per te, Alex?- mi chiese il mio neo marito, quando fummo nella nostra villa dopo i festeggiamenti.
- Non potrei desiderare di meglio, Logan- gli risposi commossa, per poi baciarlo come non avevo mai fatto in vita mia.

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