Capitolo 22 - indifferenza

Caro diario,
Purtroppo è già arrivata la fine per me.
Tra poco finirà la scuola, e io sarò costretta a ritornare dai miei genitori in Toscana.
Il solo pensiero mi fa rabbrividire, anche perché ora non ho più nemmeno la scusa della scuola.

Le medie sono concluse, e anche se mia zia mi ha proposto di andare a fare le superiori, io so che non potrò.
I miei mi vogliono lí e io non posso fare più nulla. Nessuna scusa mi potrà aiutare stavolta...

Per cercare di tirarmi su con il morale, Sonia insieme ad altre due nostre amiche mi trascinano al mare.

«Vedrai ci divertiremo!»

Si, peccato che la felicità è durata poco meno di un'ora.

Non avevo più visto né sentito Mirco, ma dato che l'ultimo incontro che abbiamo avuto stavamo scherzando entrambi, diciamo che ero abbastanza "tranquilla"

Non era più arrabbiato per lo schiaffo e, anche se non ci eravamo più visti, sapevo che su quel lato lì potevo stare tranquilla.

Si, tranquilla un corno!

Indovina chi dovevo beccare proprio al mare? Esattamente, lui.

Eravamo in cerchio, quando lo sguardo di Sonia si ferma oltre le mie spalle e le altre seguono la direzione del suo sguardo.

Mi volto, vedendolo passare con un suo fratello.
Lui all'inizio non mi nota, sembra essere molto più concentrato a parlare con lui, ma quando sposta leggermente i suoi occhi neri verso di me è la fine.

Non ho mai visto uno sguardo così tanto ricco di indifferenza.

Ha fatto male, forse perché non me lo aspettavo, o magari perché non ho saputo reagire.

Non me lo spiego, e non mi do pace. Ho solo una domanda che pulsa insistentemente nella testa: perché?

Perché prima giochi e ridi con me, e poi nemmeno mi calcoli?
Cosa ti è successo in questo arco di tempo dove non ci siamo né visti né sentiti?

Che senso ha questo comportamento? Si sta arrendendo al fatto che forse non riusciamo ad andare avanti?

Ma chissene frega di andare avanti? Abbiamo quattordi e sedici anni, ancora tutta una vita per scoprirci e imparare a conoscerci.

Perché io sono disposta ad aspettare e lui sembra una bilancia che va in base a cosa però?

Ci sono rimasta malissimo, non me lo aspettavo.

Il pensiero che dovevo partire e quel suo sguardo così brutale mi hanno buttata talmente tanto giù che al rientro a casa volevo paccare all'uscita della sera stessa. Ma sapevo che me ne sarei pentita, così con un nodo in gola e con il pensiero "un'oretta e me ne vado", mi sono fatta coraggio, buttata in doccia e riuscita.

In realtà l'unica cosa che volevo in quell'istante era solo quella di restare a casa, da sola, e pensare.

So che i pensieri in questi momenti fanno male, ma sento e sentivo che dovevo trovare una soluzione.

Così non volevo continuare.

Ma a malincuore sono dovuta uscire, e indovina chi ribecco in giro? Si, di nuovo lui.

Sonia e le altre si erano accorte che non ero al mio massimo della felicità, e sapevano benissimo anche il motivo, ecco perché quando lo abbiamo beccato in strada, quelle tre si sono precipitate da lui.

Io sono rimasta con mia cuginetta presa alla mano, dall'altra parte della piazza, mentre le osservavo che parlavano con lui e con il fratello.

Quando sono tornate, le batoste sono state abbastanza pesanti.

«Ha detto che non gliene frega niente se parti, anzi ha detto che se cade l'aereo ti porta i fiori in cimitero»

«Si è intromesso il fratello e gli ha detto "perché ora stai parlando così se prima al mare stavi piangendo per lei?"»

Ma perché?
Perché stava piangendo per me?
Gli hanno per caso ridetto qualcosa sul mio conto?

Perché è cambiato così tanto nei miei confronti? Cosa è cambiato in questi giorni?

Non vedevo l'ora di rientrare a casa e buttarmi sul letto. Ho passato la notte a bagnare il cuscino di lacrime e a domandarmi la motivazione di tutto questo.

Per ogni passo che facciamo, due retrocedono.
Non ha senso e non me ne capacito.

Ora sarà ancora più difficile, a breve prenderò quella maledetta nave e partirò. Lui vuole davvero che finisca così?

Io no.

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