Capitolo 18 - mi credi?
"Caro diario,
Voglio raccontarti nei minimi dettagli ciò che è successo poche ore fa.
Ero in giro con Sonia, dopo la scuola, nel tentativo di beccare Mirco per parlargli di quello che è successo ieri.
Mentre camminavamo, le ho raccontato tutto ciò che è successo ieri, e lei più mi ascoltava più restava incredula.
Anche lei non riesce a capire che senso aveva dire il mio nome, e insieme siamo arrivate alla conclusione che qualcuno l'ha fatto perché sapeva benissimo che tra noi stava iniziando a nascere qualcosa, di conseguenza voleva fare un torto a me per fare in modo che lui cambiasse idea nei miei confronti.
Io più camminavo, più avevo voglia di vederlo per spiegargli tutto. Ma più lo cercavamo, più perdevamo la speranza di incontrarlo.
Alla fine si è fatto tardi, e arrese decidiamo di incamminarci verso casa per rincasare, sperando di beccarlo il giorno dopo. Ma proprio quando stavamo iniziando a entrare nella via di casa, ho sentito il rumore di un motorino che conoscevo fin troppo bene, mi sono voltata e subito l'ho visto: bello come non mai.
ho strizzato gli occhi e mi sono fatta coraggio, lui mi ha dedicato due sguardi fugaci e io ne ho approfittato per chiamarlo seguito da un cenno per invitarlo ad avvicinarsi. Non ho fatto in tempo ad abbassare la mano che lui ha svoltato subito venendomi incontro.
Mi sentivo di dovergli dire la mia verità perché non volevo essere ai suoi occhi chi non ero davvero. Così, più tranquilla di quanto mi aspettassi, ho iniziato a parlare, ho sperato che non mi interrompesse e cercato di rimanere concentrata su quello che stavo dicendo.
E da lì inizio
«Scusami se ti ho disturbato ma ti ho chiamato solo perché volevo parlarti di una cosa molto importante. Ieri è venuto tuo papà da mia zia, ed era molto arrabbiato perché qualcuno l'altro giorno ha chiamato al vostro telefono di casa e ha iniziato a dire cose molto brutte, che non ha nemmeno voluto ripetere. E ha detto che in quella chiamata avevano fatto il mio nome, accusandomi. Quindi ha pensato che io potessi in qualche modo centrare qualcosa.
Io ovviamente non c'entro nulla con tutto questo... spero che tu mi creda perché non arriverei mai a tanto. Ci tenevo che tu lo sapessi da me»
Mentre gli parlo apertamente riesco a tenere il contatto visivo con lui e appena riprendo a respirare noto che la sua espressione confusa volesse dire solo una cosa: lui non aveva la minima idea di niente.
L'unica risposta che è riuscito a dirmi è stata: «io non-io non sapevo niente»
«Mi credi?» è l'unica frase che sono riuscita a pronunciare fuori dal mio discorso fatto e finito e lui ha fatto cenno di sì con la testa.
Gli ho sorriso, mentre si volta per darmi le spalle e dileguarsi.
Mi sono voltata piano verso Sonia che era rimasta a guardare tutta la scena a pochi passi da noi per lasciarci un po' da soli, ed euforica mi ha detto "ma hai visto come ti guardava?"
No? Sai ero intenta a ripetere il mio discorso.
Per tutto il piccolo tragitto verso casa ha continuato a ripetermi che voleva mangiarmi con gli occhi, che si vedeva lontano un miglio che anche lui era un po' insicuro e che non si aspettava di essere chiamato da me, però che al tempo stesso sembrava non stesse aspettando altro.
Sorrido.
L'unica cosa che sono riuscita a fare in quel momento è stata sorridere come un ebete e ripetermi la scena nella mia testa più volte possibile.
Mi ha creduta, e questo per me può bastare. Per il momento, è l'unica cosa che conta."
«Hai mai saputo chi era a fare quella chiamata?»
«Purtroppo no amore, ma ne fecero altre e fortunatamente non fecero più il mio nome»
«Possibile che non erano riusciti a rintracciarli?»
Lei ride prendendomi in giro «Ire non è come adesso, prima c'erano le lettere e i telefoni di casa. Era molto più complicato rintracciare i numeri di telefono»
«Boh davvero mi sembra troppo strano, i tabulati telefonici?»
«c'erano, ma non hai idea del casino che bisognava fare. Mi fai ridere»
La guardo storta «e perché mai?»
«perché ti dimentichi che stai leggendo ricordi ambientati negli anni '80, prima non era così semplice»
Faccio spallucce «peccato però, sarei stata curiosa di sapere chi era»
«anche io, ma all'epoca l'unica cosa che mi interessava era solo che lui mi credesse»
«e l'ha fatto»
Mi dedica un sorriso dolcissimo «sì»
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