Capitolo 14 - non sarà l'ultima volta che ti arrabbierai
Caro diario,
Purtroppo queste pagine racchiuderanno tutta la mia tristezza di questi giorni.
Dopo quell'episodio con Mirco quello che stava iniziando ad essere un rapporto "normale", si è completamente sgretolato. E la colpa è tutta mia.
Ma non solo non ci parliamo o stuzzichiamo più, dal giorno, ogni volta che può mi prende in giro davanti ai suoi amici. Mi dice cose tipo "ma cosa hai da guardare?" e altre cose così.
Ma questa non è la cosa peggiore... l'altro giorno sono venuti i miei genitori per partire con loro in Toscana.
Mi sento soffocata, triste e delusa.
Ma d'altronde ero consapevole del fatto che tanto in estate sarei dovuta partire da loro.
Saranno tre lunghi mesi di solitudine, tristezza e tantissima monotonia.
In Toscana non conosco nessuno, non mi piace il posto e il solo pensiero mi fa venire il voltastomaco.
Non voglio, ma sono obbligata ad andare.
Saranno i tre mesi più brutti e lunghi di tutta la mia vita.
Aspetterò settembre con tanta ansia.
Chiudo il diario e, come sempre, finito di leggere un paio di pagine vado da mia madre.
«Perché ti sei comportata così?»
«Ma tu non puoi sbucarne così all'improvviso!»
«Non ti capisco, davvero! Avevi la possibilità di sapere, di avere magari una dichiarazione. Di sapere perlomeno cosa gli passava nel cervello, e tu fai la stupida»
Mi guarda furiosa
«ora calmati e non fare sentenze, ti ricordo che stai parlando di una ragazzina di tredici anni che non sa nemmeno dove è messa»
Ha ragione...
Sto zitta un paio di secondi, dimenticandomi che non sto parlando della mamma adulta e responsabile che è ora, ma di un'ingenua ragazzina che è alle prese con il primo ragazzo.
«comunque, non lo so nemmeno io perché ho reagito così» fa spallucce e continua non guardandomi in faccia «forse ero talmente tanto agitata che non volevo affrontare quella conversazione»
«ma se non sapevi nemmeno cosa ti doveva dire»
«per me era difficile anche solo parlare con lui, pensa se avessi deciso di ascoltare quella che pensavo fosse una confessione» sta zitta per un paio di secondi per poi finire «e poi... non sarà l'ultima volta che ti arrabbierai»
«farai altre stronzate?»
Lei mi sorride «oh si, molto peggiori. Questo non è niente»
«ma non capisco, perché? Non ha senso. Vi stavate facendo la guerra quando palesemente vi piacevate»
«Ire a molte domande non so ancora fare nemmeno io una risposta. Ad oggi ti dico, doveva andare così e basta»
«non le hai volute far andare tu le cose»
«ti sbagli, per ogni passo che facevamo, l'altro retrocedeva»
«Anche lui?»
«oh si, assolutamente»
Non capisco, perché dovevano rendere così difficile una cosa talmente tanto semplice e palese?
«a certe cose non sai darti una motivazione, ad oggi io non mi spiego tantissimi suoi comportamenti»
«lo hai rivisto da poco?»
«oh no, assolutamente»
«perché? Hai paura di innamorarti di nuovo?»
«a questo non posso risponderti, leggi e capirai»
«oh insomma, ma tu non puoi rispondere a niente!»
Mi dilegua semplicemente con un'alzata di spalle e io rimango ancora con l'amaro in bocca e tante domande nella testa.
Ripenso a ciò che le ho detto e un po' me ne pento. Non era lei che non voleva far andare le cose, erano entrambi, e la situazione non era delle migliori.
Ma quando mamma ritornerà in Toscana, dopo la scuola, come faranno a vedersi?
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