Capitolo 13 - qualcosa più forte di me
Caro diario,
Scusami se ogni tanto sparisco per giorni, ma queste ultime settimane sono successe delle cose che mi hanno fatto torcere un po' il naso.
Alla fine del racconto ti arrabbierai con me, ne sono sicura. Non so ancora nemmeno io perché mi sono comportata in quella maniera.
Il fratello di una mia compagna di classe ha iniziato a frequentare molto spesso Mirco. Questa mia compagna, che chiamerò Sara, mi informava di qualsiasi cosa loro facessero. Ha iniziato a dirmi che si chiudevano in camera di suo fratello e stavano lì a parlare per ore. Uscivano solo quando Mirco doveva andare via.
Io ovviamente le suggerivo di ascoltare attentamente e cercare di capire cosa avevano da dirsi per tutte quelle ore.
Non ti nego però che ero anche un po' invidiosa e preoccupata, temevo che stando a casa sua, lui iniziasse a notare più lei di me. Fatto sta che questo dubbio mi fu subito dissipato dalla stessa Sara, che già da subito mi racconta che dopo che suo fratello e lui si sono beccati un acquazzone, si cambiano e Mirco prende in prestito un cambio del fratello. Sara convinta che nessuno la stesse guardando prende la camicia di Mirco e la annusa per sentire il suo profumo... peccato che proprio in quell'istante Mirco la becca in pieno e se ne ride di gusto.
Non volevo essere così drastica, ma comunque questa cosa mi ha rassicurata tantissimo.
Le ho chiesto quindi di fare una piccola prova per vedere cosa faceva: le ho dato la mia sciarpa con l'incarico di fare in modo che lui la veda e che sappia che era la mia. Non so cosa si sia inventata, me l'ha pure raccontato ma non ci ho badato, ho dato molto più peso al fatto che lui, appena ha saputo che la sciarpa era la mia, l'ha presa e non gliel'ha più riportata.
Ok, prima sfida completata con successo.
Più passavano i giorni, inoltre, più mi rendevo conto del fatto che lui era molto più rilassato con me, non mi prendeva più in giro ma anzi, ogni tanto mi regalava qualche mini sorriso timidissimo.
Sara cosi inizia a nominarmi, e lui ogni volta che lei mi nomina in un modo o nell'altro, cerca sempre di avere più informazioni e fare sempre più domande su di me.
Un giorno, si avvicina Sara e mi dice che lui voleva parlarmi, e mi da appuntamento nei bagni di scuola. Fatto sta che ogni volta che io arrivavo, lui se ne andava e viceversa.
Stanca di questa cosa, gli do io appuntamento fuori da scuola.
Non ti dico la mia ansia a quanto era.
Le gambe mi tremavano e il mio cervello aveva solo questa frase in testa che rigirava in loop
"Cosa vorrà mai dirmi?"
Lei, però, prima di vederci mi riferisce di non dire assolutamente niente a nessuno, lui voleva che fosse una cosa nostra.
Ora, secondo te, io potevo non dirlo a nessuno? Impossibile! È più forte di me, quando mi succede qualcosa di così tanto bello, come posso non dirlo alle mie amiche?
Nell'arco di mezz'ora le mie compagne erano già belle che informate di tutto. Sapevano ogni particolare: dai saluti, all'amicizia che era iniziata a nascere tra Mirco e Sara e dell'incontro che purtroppo non c'era ancora stato.
All'uscita di scuola lo vedo. Bello come non mai.
Era appoggiato al suo solito motorino, con un braccio nello sterzo e la sigaretta tra le mani.
I suoi occhi stavano vagando tra i ragazzi nel piazzale mentre io ero nascosta tra la folla, che lo ammiravo.
Sicuramente stava cercando me.
Ma il mio corpo non voleva muoversi, si irrigidiva sempre di più, tanto che non facevo più nemmeno un passo verso di lui, ma fortunatamente non mi aveva ancora notata.
Ad oggi ti dico: quanto sono stata stupida!
Le mie amiche mi spingevano, mi dicevano di non fare la scema e di andare per ascoltarlo, ma le mie gambe non ne volevano sapere di muoversi, erano piantate lì mentre la mia pancia iniziava a contorcersi e il respiro a diventare sempre più pesante.
Perché il mio corpo doveva abbandonarmi proprio ora?
Perché il solo pensiero di dover parlare con lui di una cosa che vuole dirmi, mi provoca questi brividi e questa sensazione di panico?
Cosa c'è che non va in me, in noi? In un pensiero di noi insieme?
Quando lui finalmente mi vede, capisce tutto in un lampo.
Ha capito che non volevo muovermi e che le mie amiche mi stavano incitando perché al corrente di tutto.
Lo vedo con uno sguardo furioso, e prima di salire sul motorino l'unica cosa che mi lancia è uno sguardo terribile. Se avesse avuto il potere di bruciare, io a quell'ora sarei diventata un pezzettino di carbone.
Con una sola domanda in testa: perché.
Non lo so ancora nemmeno io e non me ne capacito.
Poteva esserci una pausa. Magari voleva dirmi che io gli piacevo. Ciò che io ho sempre desiderato che uscisse dalla sua bocca dal primo giorno che ho posato gli occhi su di lui. E invece no! Brava Julia, hai rovinato tutto.
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