Capitolo 12 - domande scomode e comportamenti strani
Caro diario
Finalmente posso raccontarti com'è andata la serata di ieri!
Non appena ho messo piede nel cortile, le gambe mi si sono bloccate e mi è preso un panico terribile. Ho iniziato a rifiutarmi categoricamente di entrare in quella casa e farmi vedere da lui.
Sapevo benissimo che lui era lì, magari bello come non mai, che chissà cosa stava facendo.
Ho piombato i piedi per terra non mi sono mossa per un po', fino a quando non è scesa Bea con una sua amica e mi hanno spinto per entrare dentro, farmi fare le scale con forza e finalmente arrivare nel salone della festa.
Già da fuori si sentiva una musica esageratamente alta, e quando Bea ha aperto la porta una marea di gente mai vista ci ha inondate.
Davanti a me solo bicchieri volanti per aria, festoni di coriandoli e due occhi neri che mi hanno dato il benvenuto.
Quando l'ho visto davanti a me mi sono irrigidita di nuovo, non ho fiatato nemmeno e l'unica cosa che mi balenava in testa era "perché sono qui?"
Solo quando lui si è allontanato ho ripreso conoscenza di me e del mio corpo, sentendo finalmente un "Julia ci sei?" Urlato da Bea.
Ho passato la serata vicino al buffet senza toccare cibo, fino a quando ho visto nuovamente la figura di Bea a qualche metro da me che mi ha fatto segno di seguirla.
Sono passata oltre tutta quella gente, spingendo se necessario, per arrivare a una stanza molto più piccola, un cucinino dove c'erano Beatrice e quella che ho presunto fosse la sua mamma.
Bea continuava a intimarmi di avvicinarmi a loro, e quando anche la mamma mi ha notata, mi ha detto letteralmente queste parole "è vero che mio figlio ti piace?"
Caro diario, descriverti come mi sono sentita in quel momento non sarà mai abbastanza, ma ci provo:
Stupida, imbarazzatissima, confusa.
Moltiplicalo per dieci però.
Dopo questa perla continua con "te lo dico per il tuo bene, perché non ti farebbe bene prenderti una cotta per lui, e poi ho saputo che non so perché, ma questa cosa lo innervosisce..."
Perché mai un ragazzo dovrebbe essere infastidito dal fatto che piace a una ragazza?
In ogni caso, ormai dovresti aver capito come sono fatta, in questi casi non c'è più Julia ma il mio orgoglio.
Ebbene sì, ho negato qualsiasi cosa.
Il mio cervello si è autoimposto un'espressione di menefreghismo nel mio viso e un tono di voce talmente fermo che se ci penso ora non so come ho fatto.
Però, come faceva la mamma a sapere chi ero io? E perché mi avrebbe fatto quella domanda?
Magari lui le ha già parlato di me, o magari Bea. Però io a Bea non le ho mai confessato dei miei sentimenti sul fratello.
La mia testa in quel momento stava pulsando talmente forte, che quando mi giro ovviamente dovevo beccare qualcuno che guarda caso, stava ascoltando la nostra conversazione.
Mirco era impalato davanti alla porta della cucina con un bicchiere in mano e gli occhi quasi spalancati. Quando ha visto che io lo stavo guardando si è risvegliato di colpo e si è dileguato come se nulla fosse.
"Guarda che faccia che ha mio figlio!"
Ho sentito la cara signora minuta dietro di me, a cui sono riuscita solo a dedicarle un sorriso timido per poi rifuggire in quella sala piena di persone, riunendomi alla mandria di ragazzini che ballavano e urlavano come se non ci fosse un domani.
Proprio nel momento in cui pensavo di essermela scampata da sguardi e presenze per me disturbanti, iniziano a mettere un lento e i ragazzi si avvicinano alle ragazze per invitarle a ballare.
Dopo i miei primi "no" super timidi per evitare di fare figuracce, vedo Bea che si avvicina e ridacchia, e appena vede un ragazzo che si avvicina a me mi spinge verso di lui e in men che non si dica mi ritrovo nella pista con questo ragazzo a cui metto da subito le mani a posto. Ballare si, toccarmi no. Odio il contatto fisico.
Decido così di spassarmela.
Già è una giornata un po' strana, sono venuta qui con la speranza di vederlo, di litigarci almeno... invece le uniche volte che l'ho visto non ha spiccicato parola e si dileguava.
Ad un tratto ho notato tra tutti quella chioma nera, che cercavo da un po' ormai. L'ho seguito con lo sguardo e ho visto tra le sue mani una videocamera che ogni tanto alzava su, coprendo la sua bellissima faccia, e che riprendeva tutto ciò che poteva. Mi è scappato da ridere. Ma lui appena mi ha vista in pista ballando con un ragazzo a caso si è annerito, il suo sorriso si è spento per mettere in risalto un broncio non tanto contento e sparire di nuovo.
Che fa, gioca a nascondino?
Cosa pretendeva?
Quando la canzone è finita mi ritiro nuovamente nel mio solito angolino e dopo nemmeno un paio di minuti è ripartita l'altra canzone.
È un ragazzo, cosa te lo dico a fare?
Inutile dirti che subito dopo mi vedo lui, con una ragazza a caso che balla in mezzo alla pista con un sorriso nervoso. Non mi ha guardata mezza volta nemmeno per sbaglio.
Davvero? Cerca addirittura di farmi ingelosire?
Tentativo fallito mio caro, mi dispiace però per la ragazza. La vedevo che urlava e si appiccicava a lui come una cozza, mentre lui a stento la toccava. Chissà quanto si stava illudendo in quel momento!
Dopo la canzone si avvicina a me la cognata di Bea che così totalmente a caso mi chiede se Mirco mi ha invitata a ballare.
No, ha preferito fare il pagliaccio.
Lei dopo aver sentito il mio "no" secco aggiunge "ah, strano... pensavo ti avesse invitata"
E quando mai!
Non capisco però perché tutti sembravano conoscermi e continuavano a farmi domande strane e senza senso.
Come ve lo spiego che no, noi due non siamo amici, non ci parliamo nemmeno e le uniche volte in cui ci siamo scambiati la parola è stata solo per prendermi in giro o per litigare.
Quando è arrivata l'ora di andarmene, prima di uscire lo rivedo, seduto su una poltrona davanti all'entrata, con il suo fare da perfetto stronzo ma dannatamente bello mi dedica una risata nervosa.
Io gli ho regalato un sorriso strafottente e me ne sono andata a testa alta.
Si aspettava gli occhi dolci? Mi dispiace, ha sbagliato persona.
Se è guerra quella che vuole, guerra avrà.
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