Capitolo 11 - opposti
Caro diario,
Questa mattina a scuola ho fatto una conoscenza di cui non mi sarei mai aspettata.
Eravamo io, Sonia e un'altra nostra compagna di classe sedute nell'andito della scuola, mentre facevamo merenda. Ad un tratto si avvicinano due ragazze di un'altra sezione a braccetto tra di loro.
Ci chiedono se sapevamo se la prof di italiano mancava e da lì abbiamo preso a parlare. Si presentano dicendo che si chiamano Beatrice e Carla.
Beatrice è una ragazza così dolce che essere sgarbati con lei è praticamente impossibile, così piccola e paffuta nella sua semplicità, con i capelli lunghissimi neri come il petrolio e come i suoi occhi.
Carla invece, a primo impatto, mi ha dato l'idea di avere un carattere molto forte, ha i capelli a caschetto biondo scuro che risaltano i suoi occhi verdi.
Ci siamo conosciute un po' a caso, ma da lì abbiamo iniziato a parlare fino ad uscire anche il pomeriggio insieme. Quella stessa sera, ho scoperto che quegli occhioni neri di Beatrice, che mi ricordavano terribilmente Mirco, sono così simili solo perché sono fratello e sorella.
Quando l'ho saputo ho notato che la loro somiglianza era talmente tanto evidente che ad ora non capisco come ho fatto a non accorgermene subito.
Fortunatamente hanno due caratteri completamente opposti, lei è veramente un dolcetto di cioccolato, è super tenera e brava, al contrario del fratello sbruffone e che se la tira come pochi.
L'altro pomeriggio, mentre eravamo nel parco ad ascoltare un po' di musica e a ridacchiare tutte insieme, Beatrice se ne esce con un invito che io non mi aspettavo e che non so ancora se andrò. Suo fratello maggiore (non Mirco ovviamente) farà gli anni questo fine settimana, lei ha detto che si sentirà sicuramente da sola in mezzo a tutti quei ragazzi di vent'anni, quindi ci ha chiesto se volevamo andare per stare con lei.
Questo invito significa solo una cosa nella mia testa: Mirco.
Sonia appena Beatrice finisce di parlare si precipita a dire "ma si certo che ci saremo! Verremo noi a farti compagnia tranquilla"
L'ha detto prima che io potessi formulare la risposta nella mia testa e molto prima che me ne rendessi conto, sono stata trascinata a una festa a cui non so nemmeno se voglio parteciparvi.
Non sono ipocrita caro diario, e non voglio dire bugie... si, sono entusiasta di questo invito, del fatto che passerò alcune ore nella stessa stanza con quel bellimbusto, ma al solo pensiero di tutto questo, lo stomaco si contorce e l'ansia si impossessa del mio respiro.
E se dovessi cadere davanti a tutti?
E se non riuscirò a spiccicare parola?
Non so perché, ma la sua sola presenza mi manda in tilt. Quel suo fare così strafottente fa sembrare me ridicola. Lui sembra avere sempre la battuta pronta, ogni movimento che fa sembra essere così perfetto e rilassato che pare lo abbia provato a casa mille volte.
Io, invece, ogni passo che faccio cado, balbetto in continuazione e non so mai cosa dire, le parole mi muoiono in gola quando i suoi occhi neri sono posati su di me.
Lo vedo così inafferrabile, così irraggiungibile che so benissimo non potrà mai nascere nulla tra uno come lui e una come me.
Magari semplicemente non è il nostro momento, forse dobbiamo ancora crescere per capirci, forse non siamo ancora pronti ad avere in mano un sentimento così grande, perché chissà, non siamo in grado di coltivarlo.
Eppure, quei pochi attimi che io mi sono persa nelle sue pozzanghere di petrolio denso, mi è sempre sembrato di navigare in mezzo ad un mare di tristezza infinita, di quella che ti lacera dentro, quella tristezza che non ti fa riemergere e che sarà sempre lì con te.
So che te ne ho parlato già altre volte, però questo presentimento continua a lacerarmi la testa. Non capisco e quando mi succede questo, annego la mente in un abisso di domande che so benissimo non avranno una risposta."
«Ti vedi ancora con Bea?»
«Si ogni tanto, però la vedevo molto più spesso prima, quando accompagnavo te a scuola»
«Conosco il figlio?»
Lei mi guarda e ride «si e anche molto bene!»
Alzo gli occhi al cielo, «cosa aspetti a dirmelo?» quasi urlo dall' impazienza.
«È la mamma di Alessandro, il tuo vecchio compagno di scuola»
Ad un tratto ho un lampo, una lampadina si è accesa nella mia testa, collegando il passato al presente e tutto sembra così surreale che non capisco più niente «ma aspetta... Alessandro ha un secondo nome»
Fa spallucce, mentre io sono ancora più confusa.
Il secondo nome di Alessandro è Mirco. Alessandro è il nipote di Mirco, il primo amore di mia mamma.
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