8.8 Dentro la tempesta
Camminiamo fianco a fianco in assoluto silenzio, fin quando arriviamo al luogo in cui devo incontrarmi con Ayelet e Robert la vede dalla distanza che sventola la mano nella mia direzione.
Un piccolo sorriso si fa largo sulle mie labbra, sorriso che sparisce appena sento una specie di basso ringhio provenire da Robert. Mi volto verso di lui, con un'espressione confusa dipinta in faccia, ma l'unica cosa che ricevo in cambio è una direttiva che non riesco a capire: "tieni nascosto il tuo tatuaggio a tutti i costi".
Alzo le spalle mentre il mio sguardo cade sul polso, ben nascosto dalla manica della maglia mentre Ayelet ci sta raggiungendo.
-Ciao! Pensavo che mi avresti dato buca ormai!- dice baldanzosa appena mi arriva davanti, ricevendo in risposta un sorriso di scuse da parte mia.
Quando Robert si fa avanti per dirle che la colpa del mio ritardo è solo sua, la vedo stringere gli occhi e lanciargli uno sguardo di sfida che non riesco a capire.
Sembra che abbiano avuto dei trascorsi poco pacifici questi due.
Robert si abbassa verso il mio viso facendomi andare a fuoco le guance solo per dirmi di stare attenta, prima di andarsene.
Non riesco a capire come riesca a mandarmi a fuoco senza toccarmi...
Quando se ne va, la mia unica conoscente mi prende sottobraccio e con una camminata che sembra più un insieme di saltelli più che di passi, mi porta in uno dei locali del campus: AngelPub.
-Vedrai, qui fanno dei panini che ti mandano in paradiso!-
Ridiamo insieme mentre varchiamo la soglia e un invitante profumo di fritto mi invade le narici, facendomi venire l'acquolina in bocca e tornare la fame che le rivelazioni di Robert mi avevano tolto.
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-Avevi proprio ragione! Qui si mangia meravigliosamente- non riesco ancora a credere di aver appena mangiato l'hamburger più buono della mia vita. Quando lo sapranno i miei saranno pronti a diseredarmi visto che sono convinti che il più buono sia quello americano.
-Te l'ho detto che io non sbaglio mai, la gente dovrebbe darmi credito fin da subito, al posto di dubitare di me-
Le sue parole, soprattutto le ultime mi colpiscono in pieno petto come fece quel sasso che mio fratello mi lanciò contro qualche anno fa. Vorrei scusarmi, ma lei sta continuando a camminare come se nulla fosse e ci ritroviamo velocemente davanti alla sua stanza.
-Stai attenta mentre torni in camera, okay? E non è tutto oro quello che luccica, stai attenta anche con chi fai amicizia-
Perchè ogni frase che sta pronunciando mi sembra una specie di minaccia?
Scuoto la testa mentre la rassicuro con un sorriso e quando si chiude la porta dietro le spalle, rilascio un sospiro come se solo ora fossi tornata a respirare e mi fossi appena tolta un peso da sopra ai polmoni.
A passo veloce torno in camera per evitare di fare altri incontri e rischiare di non riuscire ad arrivare alla prima lezione di domani mattina: tempestologia.
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-E questa è stata la lezione base sulle tempeste, se non avete capito venite pure a farmi delle domande-
Il professore, un uomo di circa cinquant'anni, dai radi capelli scuri con accenni grigi e un completo patchwork che farebbe invidia ad Arlecchino, è molto simpatico ed è riuscito a tenere l'attenzione dell'intera classe per tutte e tre le ore.
Ho milioni di domande da porgli, anche se credo che le risposte saranno trattate nelle prossime lezioni, così pensando al fatto che farò sicuramente la tesi con lui esco dalla porta.
-Fortuna che ci sono sempre io a prenderti, altrimenti penso che il tuo sedere sarebbe già rovinato da un pezzo: che grande sacrilegio!-
Quando apro gli occhi dopo lo schianto che ho avuto mi ritrovo davanti un ampio petto, nascosto da una pesante felpa rossa con uno strano simbolo bianco all'altezza dei miei occhi, cioè del suo cuore. Cerco di staccarmi, anche se delle mani calde premute sulla mia schiena non mi impediscono di prendere troppo le distanze e riesco a vedere in faccia il mio "salvatore", anche se già so di chi si tratta.
-Ciao Robert, anche per me è bello vederti- dico con sarcasmo, muovendomi come un'anguilla per liberarmi dal suo abbraccio. Lo sento non muovere un muscolo per vedere fallire i miei tentativi e poi cercare di trattenere una risata, anche se trema tutto come se stesse facendo la sua più grande risata.
Mi sembra di avere un elettrostimolatore attaccato a tutto il corpo con questo suo eccessivo tremore!
-Vieni con me- dice prima di afferrarmi per un polso e iniziare a trascinarmi per il campus senza che io possa impedirlo. Non che non ci abbia provato, visto che ho puntato i piedi più di una volta e cercato di aggrapparmi a ogni appiglio che potevo trovare in giro, l'unico risultato che sono riuscita a ottenere è il dolore alle spalle.
-Smettila di agitarti che siamo arrivati- dice aprendo una porta che da su delle scale al buio pesto.
Ecco, ora scopro che questo college è consociuto per gli studenti serial killer che fanno credere alle proprie vittime di avere dei poteri speciali.
Quando finalmente ci fermiamo e lascia il mio polso faccio qualche passo indietro, cercando qualcosa con il tatto da poter usare per difendermi, visto il buio che c'è qui dentro, mentre il mio cuore inizia a tuonare prepotentemente.
Lo sento avvicinarsi e il mio respiro inizia a essere molto più frenetico.
La sua ombra mostra qualcosa teso sopra la sua testa e immagino che sia la mano nella quale impugna l'arma che userà per uccidermi.
Grido.
-No! Ti prego, non uccidermi! Sono troppo giovane! Ah, no, aspetta: per morire non sono più così giovane.. Ho una famiglia che mi ama! Sacher che mi aspetta a casa mia! Non voglio morire in questo posto dimenticato e diventare parte di questa città definita Fantasma da Wikipedia!-
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