Margherita's story parte 4

Storyteller "
<Di quale periodo della mia vita che durò due anni ricordo poco, principalmente perché avendo una grande forza e astuzia sarei riuscita a scappare facilmente. Ero finita in un laboratorio, di quel luogo ricordo le celle, buie e sporche, ricordo il dolore degli esperimenti ed il mio corpo che mutava in un modo particolare, ricordo le catene con le manette spesse dotate di agi al interno che ad ogni movimento facevano malissimo, ricordo il fatto che non mangiavao o bevevo per giorni interi e ricordo quanto sia stato doloroso mentalmente e fisicamente abbortire spontaneamente, è stata una sensazione orribile. Come ho detto prima sono rimasta in quel luogo per due lunghi anni della mia vita, riuscì a scappare grazie ad una sorta di rivolta generale, quando sucesse ero ancora mezza intontita per via delle droghe che mi venivano soministrate quotidianamente per rendermi docile, ma forse l'effetto stava svanendo forse altro, la stessa energia e la stessa voglia di vivere che sentì nel arena e così con quella forza ruppi le catene e scappai via, è una volta fuori corsi come una disperata alla fine mi sedetti dopo chilometri di corsa cadì sulle mie ginocchia, notaio un masso e con quello aprì forzatamente le manette e le tolsi, quando le sfilai completamente notai stupita che le ferite lasciate dagli agi si stavano rimarginando a vista d'occhio, seconda casa che mi stupì ancora di più fu un cratere con al interno la mia falce circondato da alcune persone, a sgomitare mi feci strada e ripresi la mia arma sotto lo sguardo stupito delle persone intorno. Venni riconosciuta e portata sotto mio volere White hat, mi mancava così tanto, mi mancava mio fratello, ero distrutta, dentro e fuori. Quando tornai il benvenuto che mi aspettavo, White hat al centro con mio fratello a destra e una ragazza di nome Clemencia alla sua sinistra ed una specie di orso cattivo dietro. Per i primi 2 mesi tutto sembrava come se io non fossi mai sparita, ma mio fratello è non mi parlava più era sempre distante sempre occupato, White hat si stava con me abbiamo ripreso a fare cose insieme sia a letto che fuori ma non guardava più né come guardavo una volta, adesso l'unica che guardava in quel modo era clemenzia era come se si stesse dimenticando pian piano di me nonostante io fossi lì. Dopo qualche mese frasi di nuovo incinta ed ero felicissima. *Con tono triste* Ma da quel momento in poi era come se io in quella casa fosse un fantasma non più importante e invisibile a tutti quanti. Ero stanca e disturba e tutti mi avevano abbandonato, tutte le sere ero da sola nella stanza e piangevo spesso e mangiavo pochissimo, ormai aveva appeso al chiodo il mantello e mi sentivo veramente stanca le cose mi mancavano sempre. Ogni volta che pensavo al bambino o alla gravidanza e mi sentivo più male, non ho avuto nemmeno la forza di farmi dire quale fosse il sesso del bambino. E quando arrivo al momento di partorire ero sola nella camera all'ospedale, per tutto il travaglio sono rimasta da sola, quando il bambino è nato non l'ha avuto nemmeno la forza di guardarlo mi sono rifiutata piegando la testa dal lato opposto porta. Il mondi ormai era un fantasma veramente che devono tutti quanti che pensi morta. passo un'oretta e mi resi conto che non ce la facevo per andare avanti così. Ciò che feci fu più che altro istintivo. Presi le poche cose che avevo portato con me, ovvero i vestiti e la mia falce nella custodia del tamburo come ormai d'abitudine portarmela dietro dalla caserma. Mi alzai, mi desti e me ne andai, quando ero fuori senti una sensazione di libertà, camminai finché non arriva in una fitta foresta in cui trovai in una casetta uno strano portale, non volevo entrarci afte come se qualcosa mi spinse e quando riapri gli occhi mi trovai appunto all'inferno qui. *Con voce triste cosa se stesse per piangere* Non era mia intenzione abbandonare il bambino ero stanca non ce la facevo più più pensavo a lui.... mi sentivo male *mentre qualche lacrima usciva* almeno lei avrà una vita felice magari, ho una famiglia che gli vuoi bene o forse con il padre se si è ricordato di lui, se fosse possibile lo prenderai anche con me ma voglio dargli una vita che lui meriti di vivere> Angel dust non sapendo cosa fare la abbraccio forte e disse <sono sicuro che quando tuo figlio crescerà o tua figlia capirà quanto sua madre sia stata forte e quanto suo padre sia un coglione, tu sei stata veramente una donna forte>. Margherita si asciuga le lacrime e fece un timido e dolce sorriso al demone <grazie di avermi ascoltata.......> Angel dust le sorrise e inizia a parlare<bene Marg, il patto impatto quindi preparato sentire una noiosa storia di un ragazzo.........>"

"The end?"

"no, it's just the beginning"

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