Toy Boy
Adesso mi vedete così, vestito di stracci, col cuore ridotto a brandelli, ma un tempo ero meraviglioso. Un giocattolo meraviglioso.
Quando questa donna mi ha trovato, ero ancora bello, nel fiore dei miei anni e della mia forza, ma il cuore... quello era già in mille pezzi.
La incontrai ad una festa piena di gente ricca, cui non ero solito andare. La nostra amica, che lavora per quel famoso stilista Italiano, mi ci aveva trascinato come suo accompagnatore, facendomi cucire su misura un favoloso abito blu. Inutile dire che mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Me ne stavo su quella terrazza impalato, con un drink in mano, poggiando il fondoschiena sul freddo parapetto in marmo, da svariate decine di minuti ormai. Fuori almeno la musica arrivava più debole e si respirava aria sana. Guardavo l'imponente porta a vetri davanti a me, e la folla di gente all'interno della sala che beveva, fumava, ballava e rideva, su di giri. Anche la mia accompagnatrice si era già sciolta, e si stava strusciando ad un attraente biondo in smoking nero e papillon. Li osservavo, ma la mia mente era altrove. Mi domandavo cosa cazzo ci facessi lì, eppure lo sapevo che sarebbe finita così... perché cazzo avevo accettato, allora? È che quando Kris vuole qualcosa, diventa una rompicoglioni di prim'ordine, finché non la ottiene. Sospirai pensando a te che mi avevi lasciato da poco, ecco qual'era il mio vero cruccio. Mi voltai ad ammirare, oltre quella terrazza, un panorama stupendo: tutte le luci della città ai miei piedi ed infondo, davanti a me, il buio assoluto, il mare dello stesso colore del cielo. La linea d'orizzonte indistinguibile. Quasi mi vennero le lacrime agli occhi. Alzai il bicchiere: volevo scaraventarlo giù, con un gesto di rabbia. Volevo che colpisse qualcosa -o qualcuno- là sotto. Volevo sentire il rumore che faceva quando si frantumava s'un auto, o sul marciapiede davanti a quel bel palazzo, in quel lussuoso quartiere.
Ma una mano fredda afferrò la mia. Non che potesse trattenermi dal farlo, la sua presa era solo un tocco delicato, ma bastò a fermarmi. Mi voltai: un'esile donna mi offriva un gran sorriso a labbra serrate. Il suo corpo era... di una bellezza statuaria. Sembrava una diva di Hollywood, con quel lungo abito scuro, o forse lo era. Socchiusi gli occhi scrutandola: aveva dei grandi occhi verdi, finemente truccati, con ciglia lunghe e nere; il naso era perfetto, all'insù, e la bocca... due petali di rosa. Rilassò quelle labbra rosse, mi sfilò il drink di mano e lo bevve d'un fiato rovesciando il capo. Un gesto che non mi sarei mai aspettato da un essere all'apparenza così angelico. Poi, con mia ancora più grande sorpresa, lanciò il calice dritto avanti a sé. Questo si perse nell'oscurità della notte che ne inghiottì anche il rumore che io attendevo d'udire. Quando tornai a posare lo sguardo su di lei, vidi la tristezza nei suoi occhi smeraldo, spenti. Si sorreggeva al parapetto come se non riuscisse più a reggersi in piedi, come se provasse dolore. Infondo, tutti soffriamo per qualcosa. E mentre realizzavo questo, già mi avvicinavo a lei, e le cingevo le spalle con le mie forti braccia. Non so se fu per la sua bellezza, o perché provai compassione per una donna ricca, che aveva tutto e non era felice, ma nell'abbracciarla sentii crescere in me il desiderio di darle piacere, di poter diventare io la sua fonte di gioia. E lei non tardò ad afferrarla.
E fu così che diventai il suo amante, il suo giocattolo preferito. Sempre ben vestito, pettinato, affascinante e sorridente. Sempre disponibile ad accompagnarla alle festine private degli amici dove poteva esibirmi come sua esclusiva, ad ospitarla nel mio letto, a consolarla facendola sentire ancora desiderata. Ovviamente lei mi pagava tutto: il conto salato degli abiti nei costosi atelier, l'abbonamento della palestra dove tenevo allenato il mio corpo e scolpivo i muscoli, perfino un appartamento lussuoso poco distante dal suo, perché lei potesse raggiungermi ogni volta che voleva. Non mi chiese mai se volevo essere il suo gigolò, ma è quello che divenni. E non so perché accettai. Forse perché è sempre stata brava a farsi compatire per la sua situazione coniugale. Il marito la tradiva a sua volta da anni ormai, con una donna molto più giovane e bella di lei, o almeno così mi raccontava. Mi diceva, con le lacrime agli occhi, che non poteva lasciarlo perché lui minacciava di rovinarla economicamente o, peggio, di toglierle la vita. E mi sembrava così fragile, sul punto di rompersi.
Eppure lei non era affatto fragile. All'apparenza, forse, ma dentro aveva forza, determinazione e cattiveria che ardevano come le fiamme dell'inferno. Troppo tardi mi resi conto di ciò che era realmente. Ed ogni volta che tentavo di allontanarmi da lei, di non stare più alle sue dipendenze, come una vipera mi ritorceva la minaccia di distruggermi la vita. Per paura, -perché si, ne avevo- alla fine cedevo sempre a mescolare ancora il mio corpo col suo. E dopo lei diceva che mi amava, che ero tutta la sua vita, che se io l'avessi lasciata lei si sarebbe suicidata.
Era sempre così con lei: bastone quando ero disobbediente, carota quando la soddisfacevo. Ed io ero incantato, vittima della sua magia nera.
Finché non fu lei a stufarsi. Allora basta, mi gettò in una scatola, come una bambina che riceve un nuovo giocattolo e si disinteressa di quello vecchio. Smise di chiamarmi e venirmi a trovare di notte. Smise anche di pagarmi l'affitto dell'appartamento in cui ancora io vivevo, attendendo le sue visite. Quando lo scoprii ero in arretrato di parecchi mesi, e senza un lavoro non avevo davvero idea di come fare a saldare il debito. Vendetti tutti i suoi costosi regali e gli abiti d'alta sartoria, ma non bastò. Presto mi sono ritrovato in mezzo alla strada, senza nessuno che mi aiutasse a rialzarmi. Ho perso anche tutti i vecchi amici per stare alle sue dipendenze, e quelli nuovi che mi ero fatto, quelli del suo ambiente, adesso fanno finta di non conoscermi più.
Eccomi qua, uno spettacolo orribile da vedere. Vestito di stracci e, come dicevo, col cuore a brandelli. Adesso non vedo più la luce del giorno, non ho più uno scopo nella vita. Quel poco di vitale che mi era rimasto, quella strega me l'ha tolto, eviscerandomi coi suoi spilloni vodoo.
Pensare che un tempo ero felice ed innamorato di un ragazzo come me. Ero più che un giocattolo con cui divertirsi o su cui scaricare la propria rabbia. Quando mi stringevi fra le tue braccia io mi sentivo un uomo in carne ed ossa, con un cuoricino dorato che batteva tutto per te. Ti adoravo, e tu lo sapevi, ma ti sei trasferito comunque, lasciandomi in Georgia. Tua madre pensava fosse sbagliato amare Ken e così alla fine ti ha trovato una Barbie da sposare.
Ma un giorno, quando sarai vecchio, anche tu ripenserai al tuo bambolotto preferito, con cui tanto te la sei spassata, e mi rimpiangerai. E se tuo figlio, ormai un adulto, vedendoti infelice ti chiederà "Cosa c'è papà?", raccontagli la storia di un ragazzo come me e di un ragazzo come te, che si amavano di un amore proibito, di un amore da celare, di un amore per cui non hai voluto combattere e sei fuggito. E allora insegnagli quanto vale la Felicità nella vita e quanto questa dipenda dall'amore. Insegnagli a non nascondere ciò che è, a non avere paura, a lottare per quello in cui crede e a fregarsene del giudizio degli altri. Insegnagli a vivere per se stesso, a dare amore e a saperlo ricevere.
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I'm a wind-up toy in an up down world
If you leave me all alone, I'll make a mess for sure
I've a heart of gold in the smallest size
Leave me in the dark, you'll never hear me cry
More than an illustration
Points of articulation
Come to life on a brass spring
Such a wonderful plaything
It's a cruel cross that I have to bear
If you come a little close I'm going to pull your hair
More than just a toy in a patch-blue suit
Hold me in your arms I'm just a boy like you
But your mama thought there was somethin' wrong
Didn't want you sleeping with a boy too long
It's a serious thing in a grown-up world
Maybe you'd be better with a Barbie girl
You were that I adored-ya
But you left me in Georgia
Toys are not sentimental
How could I be for rental?
She's the meanest hag that has ever been
Pulled out my insides with an old safety pin
I'm the sorest sight, now I feel like trash
Clothes are made of rags and they don't even match
So she dressed me up as the man she loved
Then threw me in a box when she had had enough
Now the light of day I no longer see
She stuck her voodoo pins where my eyes used to be
Accidentally tragic
Victim of her black magic
Had a boy once who loved me
Now he's so afraid of me
On a long lost day when you're gray and dull
You'll be there remembering your old toy boy
When your oldest son wonderin' what to be
Tell him the story of a boy like me
Toy Boy, Mika
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Ok, così è come l'ho voluta leggere io... e voi? Che ne pensate? L'avete immaginata diversamente?
Grazie a tutti, Baciii ❤
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