Wrong?

Mancano tipo due settimane circa al Pride Month e visto che mi sto liberando dall'artblock ho deciso di fare questa piccola storia sulla comunità LGBTQ+

Scusate ancora per la lunga assenza

And i need some good comments so comment plz qwq
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Questa è una narrazione in terza persona, ed il soggetto in questione è Canada.

Nella mia versione Canada è canonicamente omosessuale, e lo ha scoperto quando era ancora un ragazzo.

Canada ha una famiglia estremamente cattolica, Gran Bretagna e Francia lo avevano educato facendogli credere che essere gay fosse un peccato mortale, e che Dio era chiaramente contro i gay in quanto "contro natura"

Canada, avendo in età umana circa 14-15 anni all'epoca, rimase parecchio confuso, dato che già a 12 anni aveva provato attrazione verso qualche ragazzo.

Ma ehy, fino al 1990 l'omossessualità veniva considerata una malattia mentale, quindi Canada pensò bene di tenere la bocca chiusa riguardo a ciò e credette alle parole dei genitori.

Ovviamente la situazione non cambiò.

Canada capiva che qualcosa non andava, perchè non riusciva ad avere alcuna attrazione fisica o sentimentale contro il sesso opposto, quindi ha cominciato ad andare in terapia, in chiesa ogni giorno ecc...

Alla fine Canada accettò il fatto che era gay, o meglio accettato era una parola grossa, anzi è tutto il contrario, dato che dopo averlo realizzato una marea di emozioni lo pervase: paura, confusione, ansia, tristezza...

Canada ama molto la sua famiglia, più di ogni cosa al mondo, ma aveva paura di rovinare tutto e di mettere in completo imbarazzo la famiglia se avesse, utilizzato un linguaggio moderno, fatto coming-out.

Col passare del tempo Canada cade ldntamente in  uno stato di depressione, si dava la colpa di essere quello che era, ovverk un abominio ed un figlio degenere.

I suoi voti calarono, anche se di poco, ma l'impegno che prima metteva nello studio era svanito, continuava a ripetersi che non avrebbe avuto un lavoro e che sarebbe morto in mezzo ad una strada.

Francia, essendo tra i due genitori quello più stretto a Canada provò a parlargli, ma non avendo risultati decise di rivolgersi ad America.

(Headcanon: America non riconosce la comunità LGBT+ e si credeva anche lui che fosse una sorta di malattia mentale)

Questo è l'episodio dove Canada esce dal guscio e dichiara la sua sessualità ad Ame.

Anno: 1975
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America bussò per la decima alla porta del bagno, aspettando una risposta dalla persona che vi era dall'altra parte.

"Canada?"

Ci fu silenzio per una decina di minuti, nessuno fiatava, solamente il battito del piede di Inghilterra che andava ad un ritmo secco, segno che si era spazientito o stava perdendo la pazienza.

U.K. è un uomo di classe, o così lo definiscono tutti, e non c'era da aspettarsi che avesse un carattere paziente e tranquillo, che cercava sempre di risolvere tutto parlando in modo civilmente.

Oltre a ciò era anche un grande osservatore, e questo suo particolare  gli permetteva di analizzare la situazione più velocemente e di ricavarne una soluzione nel minor tempo possibile.

Ma ovviamente non sempre questa cosa funziona, e questo tipo di situazione lo faceva innervosire terribilmente, avendo la situazione sottocontrollo.

E stava accadendo di nuovo.
Non capendo perchè Canada si comportava così la sua pazienza si stava riducendo ad una velocità cinque volte superiore al normale.

Chiarendo, U.K. non è mai stato un padre molto affettuoso, era un padre abbastanza severo e disciplinare, e solamente qualche volta mostrava affetto nei confronti dei suoi figli, in genere sottoforma di parole.

Francia era tutto il contrario di U.K.

Donna con un immenso coraggio e dal cuore d'oro, era quella più vicina a Canada tra loro due, ed era lei che gli cantava le canzoni della buonanotte e lo coccolava fin dalla sua più tenera infanzia.

Quindi avete sicuramente intuito che lei era più attrezzata in questi campo.

Ma nonostante ciò, nemmeno lei aveva la minima idea che cosa stesse succedendo a suo figlio.

"È colpa mia? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Sono stata una cattiva madre?"

Queste erano le domande che frullavano nella mente di Francia, e il solo pensiero che magari aveva inconsapevolmente ferito Canada le veniva da piangere.

Ame intanto continuava a bussare alla porta, ripetendo il nome di suo fratello minore.

U.K., oramai perso ogni briciolo di pazienza, spostò America e cominciò a bussare con più violenza ogni volta che Canada non rispondeva.

"Canada se non esci ora ti sbatto fuori di casa in questo istante."

Il silenzio regnò ancora una volta in quel corridoio, e U.K. cominciòbad arrabbiarsi sul serio.

"CANADA! VIENI FUORI ORA! È UN ORDINE IL MIO!"

America scosse via Inghilterra mentre Francia cercò di calmarlo.

U.K. in risposta se ne andò via a passo pesante verso il giardino interno.

"Quando tuo figlio smetterà di essere infantile chiamami" Disse in tono irritato per poi allontanarsi.

Francia scosse la testa, sospirando, mentre America roteò gli occhi.

"Poi si chiede perchè ho voluto l'Indipendenza.
Che coglione."

Ame ritornò a riconcentrarsi sul fratello chiuso in bagno.

"Bro...andiamo, dimmi che c'è, siamo preoccupati, avanti..."

Canada aprì leggermente la porta dopo due minuti di attesa.

America e Francia si guardarono per un momento, e la donna fece segno con la mano di entrare.

Canada era seduto sul pavimento di quarzo levigato, con le ginocchia al petto e il viso coperto dalle braccia, soffocando molteplici singhiozzi uscire dalla sua bocca.

Ame si mise accanto a lui, e gli accarezzò la schiena.

"Nada, che hai?"

Canada continuava a singhiozzare, come se non lo avesse sentito, troppo concentrato a piangere.

"Ne puoi parlare con me lo sai...non fare così..."

"No...tu-tu non capiresti, nessuno capirebbe..."

"Perchè? Che succede? È qualcosa che abbiamo fatto noi?"

Canada scosse la testa, alzando il viso arrossito dalle lacrime e gli occhi ormai di un lieve colore rosso.

"No...voi non c'entrate...è...è colpa mia...solo mia..."

America strinse a sè il fratello.

"Perchè? Che hai fatto di così male da ridorti in questo stato? È la scuola per caso? Tranquillo, ci siamo passati tutti, non devi fare una tragedia gre-"

"Perchè sono gay."

America si fermò di colpo. E guardò il fratello con una faccia tra sorpresa e shock in parte.

"Aspetta, che? Ma...sei sicuro? Propio, al cento per cento?"

Canada annuì lentamente con la testa, cercando di tenere a bada le lacrime.

"Quindi sei caduto in questo stato perchè non volevi dire che sei gay?!"

Il fratello minore si raggomitolò leggermente su se stesso, con lo sguardo basso.

"Già..." Canada abbassò la voce leggermente, guardando dall'altra parte, evitando lo sguardo del fratello, povero ragazzo...

America provò a dire qualcosa, voleva capire perchè si stava torturando così, perchè non lo aveva detto, perchè-
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Perchè...
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...Magari sapeva perchè.

America provò un momento a "guardarsi allo specchio", pensare un momento alle sue azioni passate con o senza compagnia del fratello.

Era la prima volta si fece un esame di coscienza, azione che lui stesso si meravigliò di questa sua azione.

America è un "gran bel pezzo d'uomo", definito così da varie ragazze che avevano avutoa possibilità di incontrarlo per strada o di parlargli per qualche minuto.

All'apparenza sembra il tipico ragazzo della porta accanto, bello, servizievole, galantuomo, un perfetto uomo.

Ma si sa che la medaglia ha sempre due facce, e solamente coloro che facevano parte della vita di Ame so di cosa sto parlando.

Per quanto sembri un bravo ragazzo, Ame è parecchio altezzoso, un classico bastardo che credeva di essere chissà quale sorta di divinità sceso in terra, e per contornare tutto abbiamo un pizzico di narcisismo e testardaggine a volontà.

Se voleva dire qualcosa, la diceva, non dando importanza a chi aveva intorno a sè, dopotutto, lui era una superpotenza mondiale che mandava avanti un intero paese, pensate che gli importava di di qualche misera opinione di un comune cittadino?

Alcuni dicevano che si comportava come Ussr, visto che "non sapeva neanche accettare un po' di critica costruttiva", e Ame rispondeva con:

"Magari è vero, ma c'è una grande differenza tra me e quel comunista bastardo, ovvero che io non accetterò la critica, ma almeno io ti do la possibilità di esprimerla."

Era quello che rispondeva sempre, perchè era l'unica cosa che lo fermava da mettere le mani su chiunque paragonava lui con il suo acerrimo nemico.

Ritornando sulla sua opinione, non accettava alcuna critica, non gli dava alcun peso in realtà.

Queste sue "opinioni" erano perlopiù insulti diretti verso qualcuno o qualcosa che non gli piaceva o "inspirava".

E tra quelle c'era la sua "critica" sull'omosessualità.

"Non mi danno particolarmente fastidio, basta che lo facciano a casa propia, io non direi un giro che sono mentalmente instabile."

Lo aveva detto durante un pranzo con tutto il vicinato, e per sua inconsapevole sfortuna, Canada era accanto a lui.

America aveva visto che ogni volta che faceva un commento del genere suo fratello iniziava a sudare e sembrava sul punto di piangere, ma lui non ci aveva fatto neanche caso, nonostante aveva visto il problema più di una volta sotto al propio naso.

In quel momento Ame si era pentito per la prima volta di cosa aveva detto in passato.

Sapeva che un giorno il karma sarebbe arrivato a fargliela pagare, ma non pensava sarebbe venuto a colpirlo propio nel suo punto debole:

La sua famiglia.

Canada dall'altra parte stava vivendo l'inferno, aspettando le grida di odio e disprezzo del fratello contro di lui.

In quel momento si stava chiedendo se aveva fatto bene a dichiararsi propio ad Ame.

Ma che dico chiedersi, si stava maledicendo per averlo fatto.

Ma invece di una predetta valanga d'odio, sentì solamente suo fratello avvolgere le braccia attorno al collo.

Ci volle qualche minuto per realizzare la situazione, e dopo ciò Canada cominciò a piangere, sfogando tutto quello che aveva immagazzinato nel corso di quei lunghi anni.

"Cosi Nada...tira fuori tutto da bravo..."

Canada si stringeva al fratello, il fiato corto per il continuo piangere.

"Non...non mi odi? Ma...ma tu odi i..."

"Bhè...è vero...non ho mai detto nella di positivo a riguardo...ma mi sono accorto solo ora di quanto hai sofferto...e non sarei un bravo fratello se te ne aggiungessi altro no?"

Per tutta la sera i fue fratelli si abbracciarono in quella stanza, come quando erano piccoli, ancora innocenti e spensierati.

Quando nessuno dei due si sentiva sbagliato.

E Canada dopo tanto tempo ritrovò quella sensazione di sicurezza e di accettazione che aveva perso tempo fa...

Magari essere diversi non era sbagliato come credeva.

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If  u search me i will be in a grave thinking about the meaning of life.

Goodbye-

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